Proseguendo nell’indagine storica sullo stretto rapporto tra fede cristiana e scienza, già avviato con Scienziati, dunque credenti , Francesco Agnoli arricchisce questa indagine con un nuovo saggio Scienziati in tonaca edito da Lindau (pp. 136, cartaceo € 14,00 - eBook € 9,99) in collaborazione con Andrea Bartelloni, medico pisano già molto attivo sul fronte del monitoraggio del corretto rapporto tra scienza e fede nell’ambito dei testi scolastici.
Non una apologetica astratta e teoretica (che pur sarebbe necessaria, ma a cui, per certi aspetti, si può rimandare anche al volume precedente succitato) bensì una galleria di studiosi con le loro scoperte ed invenzioni. Tutti rigorosamente credenti, e praticamente tutti cattolici (en passant si cita un anglicano), moltissimi addirittura sacerdoti, lungo un periodo che va dalla fine del Medioevo agliinizi del Novecento.
Nell’agile studio dei due autori scorronole diverse discipline scientifiche che grazie a questi scienziati cominciano prendere forma o a realizzare importanti progressi: si parte dell’eliocentrismocon il vescovo medievale Nicole Oresme e con il canonico agostiniano Copernico; si prosegue dimostrando che, inoppugnabilmente,il padre del magnetismonon è lo scienziato inglese Gilbert bensì il gesuita Leonardo Garzoni;si enumerano i progressi della scienza idraulica grazie alle scoperte e alle invenzioni del sacerdote Benedetto Castelli e successivamente a un altro sacerdote, Giovanni Battista Venturi, delle cui geniali scoperte ancor oggi traiamo benefici( si pensi all’ effetto-Venturiapplicato al volo degli aerei);alla citologiacon il sacerdote Bonaventura Corti e il parroco belga Jean BaptisteCarnoy;all’elettricità animale e alle neuroscienze con il devotissimo laico Luigi Galvani; la mineralogia e la cristallografia con il sacerdote René Just Haüy; la sismologia e la meteorologia che di fatto nascono nei monasteri e trovano in alcuni monaci e religiosi i primi veri studiosi e i primi inventori di strumenti per l’osservazione e la rilevazione di questi fenomeni naturali; la genetica con il famoso monaco agostiniano Mendel; la micologiagrazie alla paziente opera di riproduzione grafica e di catalogazione delle migliaia di specie di funghi ad opera del sacerdote trentino Don Giacomo Bresadola(a migliaia, in Europa, morivano ogni anno per avvelenamento all’epoca) e, per concludere, con il padre della teoria del Big Ben,il sacerdote George Eduard Lemaître.
Non si pensi a un libro riservatoai soli appassionati o competentidel sapere scientifico infarcito di incomprensibili nozioni tecnico-scientifiche. Il libro infatti scorre piacevolmente grazie alla capacità degli autori di intrecciare felicemente le conquiste,le invenzioni e le scoperte scientifiche operate dai protagonisti con la loro vicenda umana e spirituale, ben stagliando anche lo sfondo storico entro cui operavano.
Proprio sotto questo aspettovi sono alcuni passaggi che assestano dei veri e propri colpi bassi ai pregiudizi ampiamenti diffusi e pacificamente trasmessi dalla ancora dominante cultura laicista.
Intanto vediamo le classi dirigenti dell’epoca, laiche e religiose, seriamente impegnate nella realizzazione di opere pubbliche volte a migliorare le condizioni e la qualità della vita delle comunità del tempo, immagine contrastante con quell’immobilismoimputato a una concezione politica e sociale retrograda, di cui la religione cattolica sarebbe stato il principale puntello. E parallelamente vediamouna Chiesa cattolica che, soprattutto nei monasteri e attraverso l’ordine gesuita, costituire, con naturalezza, il cuore e l’anima della ricerca scientifica.
Tratteggiando la luminosa figura di Luigi Galvani, marito e credente esemplare, ci si imbatte in un’altra figura straordinaria, il cardinale Prospero Lambertini, arcivescovo di Bologna e futuropapa Benedetto XIV. Il Cardinal Lambertini volle fondare proprio nella città di cui era pastore l’Istituto delle Scienze “ un ambizioso progetto volto a contenere entro le stanze di un’antica dimora senatoria della città l’intera enciclopedia del sapere scientifico moderno” e nel momento in cui l’Istituto entrò in crisi non esitò a donare strumenti e a finanziare l’Istituto stesso per consentire di pagare gli stipendi aiprofessori. Siamo agli albori dell’epoca dei Lumi, ma lo spirito enciclopedico di organizzazione del sapere, come si può notare, non è ad appannaggio dei soli Philosophes.
Anzi, sorprendentemente, scopriamo che la promozione della donna è largamente anticipata dalla Chiesa sempre attraverso l’opera del Cardinal Lambertini che assunse nel 1732, indifferente alle polemiche del mondo accademico, Laura Bassi, prima donna a ricevere un incarico pubblico come insegnante universitaria, affidandogli l’incarico di docente di “filosofia universa” e fisica sperimentale”, facendola entrare poi anche nella prestigiosa AccademiaBenedettina. Dopo di lei, entrarono altre sette donne. Una vera rivoluzione per l’epoca.
E ancora, in piena Rivoluzione Francese, vediamo come i tedofori della Luce e del Progresso giunsero a negare le cattedre a questi scienziati per la loro fedeltà alla Chiesa e al contempo possiamo ammirare il coraggio di questi uomini di scienza e/o sacerdoti che, a costo di perdere l’incarico o addirittura di essere imprigionati come preti refrattari, scelsero in molti casi di non collaborare con le nuove autorità rivoluzionarie.
In realtà, e questo studio lo evidenziaperfettamente, la connessione tra cristianesimo e scienza è strettissima, necessaria e inevitabile: la fede nel Dio creatore del cielo e della terra, che crea per mezzo del Verbo abilita lo scienziato credente meglio di chiunque altro, a leggere la natura e l’universo come un libro scritto da Dio di cui gli uomini devono pazientemente e con umiltà decifrare il codice e scoprirne le leggi. Lo scienziato credente consapevole della partecipazionedella ragione umana a quella divina e consapevole che l’universoe la natura sono dotati di una razionalità intrinseca impressa dal Creatore, ha una maggiore facilità nel cogliere il nesso logico e scientifico di quest’opera divina. Le basi della scienza moderna e le premesse di molte invenzioni e scoperte scientifiche sono nate proprio nelle epoche di Cristianità grazie proprio a una ordinata visione del mondo capace di esprimere un sapere unitario e armonioso nel quale fede, ragione, scienza e tecnica, non sono contrapposte o caoticamente disposte l’una accanto all’altra, bensì coordinate, perché volte contemporaneamente al duplice obiettivo del perseguimento del bene comune e della gloria di Dio.