Il referendum sulle trivelle non raggiunge il quorum, questi i risultati definitivi (ITALIA+ESTERO):
Elettori 50.675.406 Votanti 15.806.788, pari al 31,19%
Sì 13.334.764, pari al 85,84%
No 2.198.805. pari al 14,16%
Schede bianche 104.420, pari allo 0,66%
Schede nulle 168.138, pari all' 1,06%
Schede contestate e non assegnate 663.
Grazie al referendum sulle trivelle "ci sono state modifiche alla normativa proposte dal Governo e approvate dal Parlamento. Questa non è demagogia. Petroceltic e Shell hanno rinunciato. I permessi di ricerca sono stati bloccati. Se questo è avvenuto penso sia una vittoria". Lo ha detto il presidente del Comitato per il sì al referendum, Pietro Lacorazza, in conferenza stampa alla Camera. "Se il governo vuole costruire una nuova politica energetica collaborando con i territori, noi siamo pronti", ha aggiunto Lacorazza.
Le associazioni del Comitato per il sì al referendum sulle trivelle presenteranno un ricorso al Ministero dello Sviluppo Economico per chiedere il blocco immediato delle cinque concessioni estrattive entro le 12 miglia. Secondo Enzo Di Salvatore, estensore dei quesiti referendari, "le concessioni sono scadute da anni. La norma prevede che siano prorogati i titoli vigenti, non quelli scaduti. Di conseguenza le aziende petrolifere stanno continuando ad estrarre senza autorizzazione".
Esulta Matteo Renzi che giudica il risultato una vittoria contro quei "pochissimi consiglieri regionali e qualche presidente di Regione" che volevano farne solo "una conta" politica.
Ma anche le opposizioni che mettono in cassa 15 milioni di votanti che potrebbero fare la differenza al prossimo referendum sulle riforme in autunno. Ed è proprio sull'interpretazione del voto che si riaccende la polemica politica da un lato Minoranza Dem, Sinistra, FI e M5s; dall'altra il Pd dei renziani.
Per il premier i numeri rappresentano un "risultato netto, chiaro, superiore alle aspettative": "L'Italia ha parlato - spiega - Questo referendum è stato respinto". Il presidente del Consiglio prova ad anticipare gli avversari: "Ora ci sarà la solita triste esibizione dei politici vecchio stile che dichiarano di aver vinto anche quando hanno perso. In politica bisogna saper perdere". Il riferimento, neanche troppo velato, è al presidente della Regione Puglia Michele Emiliano che ha guidato la pattuglia degli amministratori ribelli nel Pd e si è schierato in prima linea contro le indicazioni dell'esecutivo e del partito. Emiliano non intende deporre le armi: "Abbiamo superato la soglia di 10 milioni di voti che consideravamo necessaria per poter parlare di un successo: il governo dovrà tenerne conto".