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Renzi torna ad attaccare le politiche di sola austerity

Il premier Matteo Renzi torna ad attaccare le politiche di sola austerity e invita l'Ue a fare il suo mestiere.

"Stiamo facendo una battaglia in Europa. La bandiera dell'Europa - ha detto il premier - è qui con noi e la teniamo al nostro fianco ma l'Europa faccia il suo mestiere, che è promuovere la crescita e non solo l'austerity, investire sul futuro e non solo in burocrazia". 

Per troppo tempo - prosegue Renzi - abbiamo sprecato tempo perché qualcuno ha pensato di far vincere la cultura dell’austerity e quindi ha dimezzato gli investimenti pubblici in Italia, con un ragionamento filosofico suicida che ha portato la riduzione di 20 miliardi di finanziamento". "Non lasceremo - ha aggiunto - che l’Italia commetta gli errori del passato quando si è deciso di tagliare sulle opere pubbliche perché chi taglia sulle opere pubbliche sta tagliando il suo futuro, la sua possibilità di crescita".

Parlando in Sicilia, nel cantiere della statale Agrigento-Caltanissetta, il premier dice che "la stagione delle chiacchiere è finita, qui ci sono i soldi, altri 470 milioni: sono stati liberati e compito vostro è spenderli bene. Non ci sono più alibi". Poi arriva il passaggio sull'Ue e la bandiera: "Abbiamo tutti una battaglia che svolgiamo in Europa... la bandiera è qui e la teniamo con noi, ma l’Europa faccia il suo mestiere che è promuovere crescita e futuro e non solo austerity e burocrazia".

La manovra economica dell'Italia potrebbe non rispettare le regole Ue. Lo rileva la Commissione che oggi ha espresso le proprie valutazioni sulle leggi di bilancio dei vari Paesi. 

La bozza di legge di bilancio italiana 2017, scrive Bruxelles,  è "a rischio di non rispetto" dei requisiti del Patto Ue, perché "potrebbe risultare in una deviazione significativa dall'aggiustamento verso l'obiettivo di medio termine". Lo stesso rischio c'è per altri 5 Paesi: Belgio, Cipro, Lituania, Slovenia, Finlandia. 

"Per il Belgio e l'Italia che sono nel braccio preventivo" del Patto di stabilità e "devono rispettare la regola del debito", "a breve la Commissione Ue ritornerà con un rapporto sul debito", ha annunciato il vicepresidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis.

"Per l'Italia il gap è più ampio" rispetto agli impegni richiesti ma "una parte significativa della deviazione" di bilancio "è associata ai costi del sisma" e alla "drammatica" situazione che si è creata "e alla gestione dei flussi migratori", ha affermato il commissario Ue agli affari economici Pierre Moscovici, assicurando che "ne terremo conto".

Intanto nella vita reale e sempre più precaria la condizione dei minori in Italia: secondo l'Atlante dell'infanzia di Save the Children, quasi un minore su tre è a rischio povertà ed esclusione sociale, mentre i bambini di 4 famiglie povere su 10 soffrono il freddo d'inverno per la mancanza di riscaldamento. Da una delle mappe dell'Atlante, elaborata dall'Ingv, e pubblicata dalle agenzie di stampa emerge inoltre che 5,5 milioni di bambini e ragazzi sotto i 15 anni vivono in aree ad alta e medio-alta pericolosità sismica. 

In Sicilia un giovane su 4 tra i 18 e i 24 anni (24,3%) interrompe gli studi precocemente, fermandosi alla licenza media inferiore, a fronte di una media nazionale del 14,7%. Lo dicono i dati diffusi da Save the Children nel settimo Atlante dell'Infanzia a rischio intitolato "Bambini, Supereroi" e pubblicato per la prima volta da Treccani. Inoltre, circa un alunno 15enne siciliano su 3 non raggiunge le competenze minime in matematica e in lettura e più di 1 bambino o ragazzo tra i 6 e i 17 anni su 2 non legge neanche un libro all'anno. Ad esporre i piccoli al pericolo povertà ed esclusione sociale è anche il titolo di studio dei genitori, almeno per 6 minori italiani su 10, e la Sicilia è particolarmente a rischio, dato che la metà degli adulti dell'Isola tra i 25 e 64 anni è ferma alla licenza media inferiore.

"In Puglia la percentuale dei bambini e dei ragazzi fino a 17 anni in povertà relativa supera di molto la media italiana: il 32% rispetto al 20%". A rilevarlo è il settimo 'Atlante dell'Infanzia' di Save the children che ha analizzato la situazione italiana relativa alla "infanzia a rischio". Secondo l'indagine "la povertà diffusa, i servizi mancanti che spesso caricano tutta la spesa sulle spalle delle famiglie, hanno portato il Mezzogiorno d'Italia a percentuali più alte delle medie italiane". La ricerca sottolinea poi che "i bambini pugliesi dai 6 ai 17 anni che non hanno visitato monumenti o siti archeologici sono più di 4 su 5 (84,4%)", mentre "3 su 4 non sono andati a mostre o musei (74,3%)". In Puglia, inoltre, "i dati dei minori in Comuni con dissesto o riequilibrio finanziario sono particolarmente allarmanti: contro una media nazionale del 7,4% (minori 0-17 anni sul totale della popolazione), nella provincia di Foggia i minori che vivono in comuni con dissesto o riequilibrio finanziario sono il 26% mentre in quella di Taranto toccano addirittura il 33,6%".

E' quanto emerge dai dati del 7/o Atlante dell'Infanzia 'Bambini, Supereroi' di Save the Children, quest'anno per la prima volta pubblicato da Treccani. In particolare in Emilia-Romagna, un alunno di 15 anni su cinque non raggiunge le competenze minime in matematica e in lettura. La percentuale di giovani emiliani tra i 18 e i 24 anni che hanno abbandonato precocemente gli studi, fermandosi alla licenza media, tocca il 13,3%, con un'incidenza maggiore tra i maschi (16,4%). Tra i ragazzi della regione, quattro su 10 non hanno letto nemmeno un libro lo scorso anno e sei su 10 non sono andati a teatro.

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