«Per una Città e una Chiesa ispirate alla fede e alla carità». È il titolo del messaggio che monsignor Tommaso Caputo, Arcivescovo di Pompei, ha indirizzato alla comunità ecclesiale della città mariana in occasione del 90° anniversario della morte del Fondatore.
«I novant’anni dalla morte di Bartolo Longo – scrive il Prelato – rappresentano una grande occasione per riflettere a tutto campo sui tanti profili di una storia unica che, proprio per la sua originalità, è tutt’altro che alle nostre spalle. Questa storia, nel suo capitolo più vasto, si chiama “Nuova Pompei”, un territorio desolato e preda di ogni abbandono, diventato “città di Maria”».
Nel messaggio alla comunità, che sarà diffuso mercoledì 5, festa del Beato, l’Arcivescovo invita a meditare, dunque, sull’unicità della storia della città mariana, una storia di fede di cui ogni cittadino è erede e custode. «Tutta l’Opera di Bartolo Longo – continua il Presule – è ora nelle nostre mani». Monsignor Caputo chiama tutti ad essere protagonisti del futuro della città fondata dall’Avvocato santo, perché la sfida che animò il Beato non si è conclusa, ma è anzi più attuale che mai. La fede e la carità che hanno ispirato e guidato la sua opera a favore dei più deboli del suo tempo devono «aiutarci a guardare avanti, a scorgere il nuovo, ad aggiornare il nostro atteggiamento e le nostre forme di carità». L’Arcivescovo mette a fuoco, infatti, la realtà attuale, quella di una società in cui povertà e miseria rappresentano piaghe che ancora l’affliggono e da cui non è esente «neppure la Nuova Pompei, perché essa, pur costruita con i mattoni della fede, non è un mondo a parte».
Ricordando l’incredibile attualità dell’Opera di Bartolo Longo che, negli Istituti a cui diede vita a fine Ottocento, accolse bambini e adolescenti soli o abbandonati, orfani, figli e figlie di carcerati, monsignor Caputo sottolinea come oggi, grazie alle Opere di Carità che fanno corona al Tempio mariano, Pompei continui a dare risposte concrete alle emergenze sociali, seppur mutate con il cambiare dei tempi. La Chiesa di Pompei, con i suoi centri diurni, le sue case famiglia e le diverse comunità che offrono accoglienza a minori, diversamente abili, anziani, donne e adolescenti in difficoltà, ex tossicodipendenti, poveri, migranti, è «la prima e più diretta “erede” di una tale vocazione, che custodisce e rinnova giorno per giorno ai piedi dell’Altare della Beata Vergine del Rosario. Particolarmente in quest’anno del Giubileo straordinario della Misericordia, durante il quale tutta la nostra Chiesa sente vivo, e fa suo, il messaggio e l’opera di Papa Francesco».
In conclusione, invita tutta la comunità «ad un rinnovato impegno in prima persona affinché nella nostra città possa trovare sempre più spazio la fraternità ed ogni persona si senta accolta ed amata», affidando questi propositi di bene alla Vergine del Santo Rosario ed al Beato Bartolo Longo.