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Consiglio supremo della Difesa: Isis, rischi rilevanti in Europa e in Italia

"La pressione militare dell'ISIS in Siria e in Iraq implica rischi rilevanti per l'Europa e per l'Italia", "l'Italia, insieme a Onu e Ue, consideri con estrema attenzione gli eventi" ed "eserciti ogni possibile sforzo per prevenire, in particolare, l'ulteriore destabilizzazione della Libia". E' quanto afferma il Consiglio Supremo di Difesa. "La minaccia costituita dai cosiddetti foreign fighters rende evidente l'esigenza di uno sforzo integrato e senza soluzione di continuità, sia sul fronte informativo sia su quello esecutivo, da parte dei dispositivi di sicurezza esterna e interna nazionali e internazionali". Lo afferma il Consiglio Supremo di Difesa, riunitosi al Quirinale.

Il presidente francese Francois Hollande ha lanciato un appello oggi "a tutti i Paesi coinvolti", - compresi quelli che non appartengono alla coalizione internazionale in lotta lotta contro l'Isis - affinché aiutino la città curda siriana di Kobane.

Intanto il consiglio provinciale di Al Anbar ha detto che cento consiglieri militari americani sono arrivati in due basi ad est e a ovest di Ramadi, capoluogo della provincia, per coadiuvare le forze di sicurezza e le milizie tribali locali nella lotta all'Isis. Nelle ultime ore sono stati condotti dagli Usa e i suoi alleati 18 raid aerei nell'area di Kobane, la città siriana al confine con la Turchia. Nel corso dei bombardamenti sono state distrutte diverse postazioni dell'Isis e colpiti 16 edifici occupati dai jihadisti. Lo rende noto lo Us Central Command (Centcom).

I miliziani dello Stato islamico (Isis) stanno circondando Ameriya, citta' irachena a sud di Falluja, a soli 40 chilometri da Baghdad, uno degli ultimi capisaldi dell'esercito iracheno nella provincia di Al Anbar. Lo ha detto il comandante locale della polizia, Aref al Janaby. "Siamo quasi completamente isolati", ha affermato Al Janaby, aggiungendo che i jihadisti hanno circondato da tre lati la città. Ameriya si trova 20 chilometri a sud di Falluja, che dal gennaio scorso e' nelle mani dell'Isis. "Se la citta' cade, la battaglia arrivera' alle porte di Baghdad", ha avvertito Al Janaby. Intanto il consiglio provinciale di Al Anbar ha detto che cento consiglieri militari americani sono arrivati in due basi ad est e a ovest di Ramadi, capoluogo della provincia, per coadiuvare le forze di sicurezza e le milizie tribali locali nella lotta all'Isis.

Nuovo drammatico appello di uno dei due tedeschi rapiti nelle Filippine dal gruppo terroristico islamico Abu Sayyaf. L'ostaggio racconta che i terroristi hanno già preparato la fossa e gliela hanno mostrata, in vista della scadenza dell'ultimatum il 17 ottobre. "Dicono che questa sia la mia fossa". L'ostaggio, un medico di 73 anni, rapito insieme alla moglie, di 55,  ha parlato con una radio locale di Zamboanga. I due cittadini tedeschi, che si trovavano nel Paese per la passione della vela, sono finiti nelle mani del gruppo di ribelli del sud delle Filippine ad aprile. Abu Sayyaf minaccia di decapitare il 73enne, se non saranno versati 4 milioni di euro entro il 17 ottobre. Nelle scorse settimane, i terroristi avevano anche chiesto a Berlino di rivedere la sua politica contro Isis in Iraq e Siria, ricevendo un netto rifiuto dal governo tedesco. Un portavoce dell'organizzazione terroristica, parlando oggi alla radio, ha affermato che i terroristi sarebbero adesso disposti a trattare con uno specifico interlocutore del ministero degli Esteri.

"Kobane non è sola". Questo lo slogan che accompagnerà venerdì prossimo la manifestazione a Roma indetta dall'Uiki (l'ufficio di informazione del Kurdistan in Italia) e alla quale prenderanno parte le associazioni curde, così come avvenuto durante la fiaccolata di mercoledì scorsa al Colosseo. Il presidio, in programma dalle 16 alle 19 a Largo Argentina, chiede il disarmo dell'Isis e di "isolare gli Stati che lo sostengono (Arabia Saudita, Qatar, Turchia)". I manifestanti chiedono l'apertura di un corridoio umanitario al confine turco per fornire assistenza e rifornimenti alle forze di difesa curde.

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