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Renzi inizia con l'aumentare le tasse

Inizia mettendo tasse il nuovo Governo Renzi :
Via libera del Cdm alla possibilità per i Comuni di aumentare la Tasi fino allo 0,8 per mille si apprende da fonti ministeriali. Intanto...

Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al decreto sugli enti locali che contiene le nuove misure cosiddette "salva Roma" riferiscono fonti di governo.

All'ordine del giorno, tra l'altro, la nomina di sottosegretari e viceministri, un decreto sugli Enti Locali, che recepisce le norme del Salva Roma. Non sono escluse anche norme relative alla Tasi.

Fonti di Palazzo Chigi smentiscono che ci sia stato un 'vertice' sui sottosegretari prima del Consiglio dei Ministri tra il Presidente del Consiglio, il sottosegretario Delrio ed il ministro Alfano.

Prorogata a fine marzo la rottamazione delle cartelle che scadeva oggi. Da fonti ministeriali si apprende che la chiusura dell'operazione slitterebbe al 31 marzo.

Ok del Cdm all'inasprimento delle sanzioni per lo sfruttamento sessuale dei minori. Lo annuncia il ministro della Giustizia Andrea Orlando spiegando che si tratta del recepimento di una direttiva del 2011 che introduce 'aggravanti speciali per lo sfruttamento dei minori'.

Il Governo Renzi avrà in tutto 62 membri: oltre ai 16 ministri ci saranno 44 sottosegretari (invece dei 47 del vecchio governo) e 9 viceministri (invece di 10). Lo comunica il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Graziano Delrio.Intanto la cronaca di ieri come si e arrivati a decreto salva roma :

Ignazio Marino sale sulle barricate. Il sindaco di Roma abbandona la bicicletta e scalda i motori dei mezzi pesanti. "Da domenica bloccherò
la città", annuncia il primo cittadino della Capitale, reagendo al ritiro da parte del governo del cosiddetto decreto "Salva Roma", che
consentirebbe di correggere il disavanzo di 816 milioni che grava sui conti della città.

"Se il mio compito dev'essere licenziare 4mila dipendenti comunali, vendere Acea ai privati, liberalizzare trasporti e rifiuti, e non fare
nessuna manutenzione in una città che ne ha un disperato bisogno, allora dovrà occuparsene un commissario liquidatore, non io", dichiara
questa mattina a Giovanni Minoli su Radio24.

Poco prima di mezzogiorno è arrivata la reazione, piuttosto secca, di Palazzo Chigi, che risponde al sindaco esprimendo la propria "irritazione": "Il governo sta lavorando per risolvere con urgenza un problema non creato da noi", sottolineano fonti governative, specificando che tra il Campidoglio e Matteo Renzi ci sarebbe stata una telefonata "energica". II sindaco però ha cercato di smorzare le polemiche, affermando di aver avuto un colloquio "sereno" con il presidente del Consiglio, e di avere fiducia in una persona "che sa di cosa parla". Sull'ostruzionismo di Lega e M5S Marino ha invece espresso maggiore durezza: "Scellerati e irresponsabili. In altri paesi movimenti con persone che bruciano la bandiera di solito li mettono in carcere e buttano le chiavi, noi qui invece li eleggiamo senatori. Dovrebbero farci il piacere di rimanere seduti quando suona l'Inno di Mameli, non sono degni."

"Ma quelli non sono soldi che vengono chiesti in più agli italiani" - insiste Marino -"sono soldi che Roma ha trasferito al commissario del governo per iniziare a pagare i debiti. Dopo di che il governo ha chiesto ai romani e alle romane di fare un ulteriore sacrificio aumentando anni fa, durante la gestione Alemanno, l'Irpef dello 0,4% e imponendo una tassa di imbarco all'aeroporto di Roma di 1 euro per ogni passeggero. Ora questi 485 milioni non sono più necessari al commissario. Allora perchè non restituirli alla città e permetterle di investire nel rilancio economico i propri soldi?"

Marino se la prende soprattutto con l'ostruzionismo parlamentare di Lega e M5S, che hanno presentato un numero altissimo di emendamenti
proprio per evitare l'approvazione del Salva Roma: "Quello che chiediamo è semplicemente la restituzione di un prestito: eppure qui si tende a dimenticarlo, ad accusare Roma di accaparrarsi fondi a cui non avrebbe diritto." Il liquidatore Marino proprio non è disposto a farlo, e se l'eventualità del decreto dovesse davvero concretizzarsi, la lettera di dimissioni attenderebbe solo la sua firma.

Intanto fa scalpore il commento del deputato leghista Marco Marcolin, che ieri pomeriggio ha dichiarato: "Roma deve essere commissariata e
credo che il candidato ideale a ricoprire questo incarico sarebbe Nerone, uomo di innegabile gusto estetico, testimonianza ne è la magnificenza della Domus Aurea."

"Seppelliamo con una risata le allucinanti esternazioni del sindaco di Roma. Registriamo, da parte sua, la stessa reazione che avrebbe avuto un bambino di quattro anni a cui viene negato un dolcetto. Capricci, sproloqui e quel solito insopportabile piagnisteo tipico di chi non è abituato a rimboccarsi le maniche per ottenere risultati. La festa è finita, caro sindaco. Se ne faccia una ragione o lasci la guida della città a chi è più capace". Lo dichiara il deputato della Lega Nord Marco Marcolin.

"È scandaloso che un rappresentante delle istituzioni e per di più sindaco della Capitale d'Italia minacci di bloccare la città. Marino fa la voce grossa ma non può in poche ore recuperare quello che non è riuscito a fare finora. Ci sono al suo attivo una serie infinita di false partenze, di rinvii e di nomine sbagliate. Non risolve prendersela con le amministrazioni precedenti''. Lo dice il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri secondo il quale ''se Marino avesse fatto meglio i calcoli non si sarebbe arrivati a questo punto con il rischio serissimo di commissariamento''. ''L'immagine di Roma in tutta Europa sarà danneggiata oltre misura se non si trovano subito - osserva Gasparri - soluzioni immediate per evitare il tracollo. Marino dica con le sue minacce chi vuole ricattare. La sua strategia è fallimentare''. ''Palazzo Chigi non abbocca e a rimetterci saranno i romani. Questa gestione deve finire subito. Le norme, e questo il nuovo governo dovrebbe saperlo, non si possono reiterare e quindi vanno trovare altre soluzioni" conclude Gasparri.

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