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Sergio Mattarella: Italia e Francia insieme per un'Europa più forte

Il premier Draghi e il presidente francese Macron hanno firmato il Trattato del Quirinale alla presenza del Capo dello Stato Mattarella nel corso della cerimonia svoltasi al Colle.

Alla firma del Trattato del Quirinale è seguita una lunga e intensa stretta di mano tra il premier, il presidente francese e il capo dello Stato, al termine della quale è scattato un applauso. Alla cerimonia presenti anche i ministri degli esteri Luigi di Maio e Jean-Yves Le Drian.

Italia e Francia insieme per un'Europa più forte' - Un legame più forte e strutturato tra Italia e Francia contribuirà a costruire un'Europa più forte. E' questa l'ambizione cui aspira il Trattato del Quirinale, racchiusa nelle parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella al leader francese Emmanuel Macron, ricevuto al Colle alla vigilia della firma del documento che sancirà una nuova "cooperazione bilaterale rafforzata" tra i due Paesi. O meglio, "un futuro comune". Da parte italiana il Trattato, come prevede la Costituzione, sarà firmato dal presidente del Consiglio, Mario Draghi, ma la sede e il nome scelti per finalizzare il nuovo accordo intendono riflettere l'eccezionalità delle relazioni tra Roma e Parigi - pronte a superare alcuni malintesi del passato -, ed evocare quel Trattato dell'Eliseo che nel 1963 riavvicinò Francia e Germania. Il testo verrà poi sottoposto alla ratifica del Parlamento

Cosi il trattato di cooperazione rafforzata firmata stamattina segna un momento storico delle relazioni" tra Italia e Francia: "Da oggi siamo ancora più vicini".

Lo dice il premier Mario Draghi nella conferenza stampa con il presidente francese Emmanuel Macron dopo la firma del Trattato del Quirinale. "Noi, Italia e Francia, condividiamo molto più dei confini, la nostra storia, la nostra arte, le nostre economie e società si intrecciano da tempo.

Per Italia e Francia è il grande giorno, quello della firma del "Trattato del Quirinale", precisamente il Trattato per una cooperazione bilaterale rafforzata. Si tratta di un momento molto importante nella storia recente delle relazioni tra i due Paesi, e l'arrivo del presidente francese, Emmanuel Macron, a Roma, ne è la testimonianza.

Subito dopo la firma del Trattato del Quirinale mentre il capo dello Stato Sergio Mattarella, il presidente francese Emmanuel Macron e il premier Mario Draghi ascoltavano i rispettivi inni nazionali al Colle, nel cielo di Roma sono sfrecciate le Frecce Tricolori e la Patrouille de France, una con i colori della bandiera italiana e l'altra con quelli francesi.

I lavori di preparazione hanno subito un raffreddamento durante la crisi diplomatica tra il governo Conte I e Parigi, nel febbraio 2019, crisi risolta in poche settimane dall'intervento del presidente Mattarella e superata durante un vertice bilaterale che si è svolto a Napoli a febbraio 2020 tra il governo Conte II e lo stesso presidente francese.

L'arrivo di Mario Draghi a palazzo Chigi ha dato lo sprint finale per siglare un trattato fortemente voluto dai due Paesi mentre la Ue guarda a un futuro senza più Angela Merkel, con molte sfide da affrontare.

Gli undici capitoli del Trattato riguardano: Esteri, Difesa, Europa, Migrazioni, Giustizia, Sviluppo economico, Sostenibilità e transizione ecologica, Spazio, Istruzione formazione e cultura, Gioventù, Cooperazione transfrontaliera e pubblica amministrazione. Sono accompagnati da un programma di lavoro di una trentina di pagine, che individua in modo concreto le modalità con cui i due governi devono raggiungere gli obiettivi indicati.

Già lunedì 29 novembre per implementare il primo capitolo della collaborazione parlamentare prevista, il presidente della Camera, Roberto Fico, e il suo omologo francese, Richard Ferrand, firmeranno un accordo di cooperazione tra i due Parlamenti.

Il programma di lavoro prevede anche riunioni congiunte dei Consigli dei ministri, ogni anno un vertice bilaterale e la ricerca costante di una posizione comune non solo nell’Ue ma anche nelle istituzioni internazionali, come l'Onu o la Banca Mondiale.

Nella conferenza stampa il presidente del Consiglio Draghi ha ricordato Valeria Solesin, "uccisa insieme a tanti francesi e a giovani di altre nazionalità nel vile attentato" del Bataclan a Parigi sei anni fa. "Almeno una volta ogni trimestre un ministro italiano parteciperà a un consiglio dei ministri del governo francese e viceversa", ha detto il premier Mario Draghi. "Almeno una volta ogni trimestre un ministro italiano parteciperà a un consiglio dei ministri del governo francese e viceversa", annuncia Draghi sottolineando che "la nostra sovranità, intesa come capacità di indirizzare il futuro come vogliamo noi, può rafforzarsi solo attraverso una gestione condivisa delle sfide comuni. Vogliamo favorire e accelerare il processo di integrazione europea". 

Poi, continua Draghi:  "Negli ultimi mesi i rapporti tra Italia e Francia si sono ulteriormente avvicinati. Cooperiamo sui temi che stanno più a cuore ai nostri Paesi, istituiamo un servizio civile italo-francese, un comitato di cooperazione transfrontaliero, riconosciamo la necessità di una politica di gestione dei flussi migratori condivisa dall'Unione Europea basata su principi di solidarietà e responsabilità".

 
"Le regole di bilancio in vigore fino alla pandemia, già allora non erano sufficienti, erano regole procicliche che per certi aspetti aggravano il problema invece di aiutare a risolverli. Una revisione era necessaria, oggi è inevitabile", il messaggio è "che senza un forte sostegno non saremmo passati attraverso la pandemia, non ce l'avremmo fatta". Lo dice il premier Mario Draghi, che invita a "correggere il passato" e "disegnare il futuro" con le nuove regole. "Questo va fatto con l'Ue e bisogna che i Paesi si dotino strumenti che li rendano più forti in questa discussione: in questo modo Italia e Francia vogliono procedere".

"Questo Trattato sancisce l'amicizia profonda che ci unisce", ha detto Macron in conferenza stampa con il premier Mario Draghi a Villa Madama ringraziando coloro che lo hanno reso possibile, come Sergio Mattarella che ha vegliato sui lavori che hanno portato a termine.  Con il Trattato del Quirinale "creeremo una visione geopolitica comune: condividiamo la visione europea e internazionale", contribuiamo a costruire una "difesa europea comune più forte che contribuisca alla Nato, avremo una cooperazione rafforzata nella lotta contro le migrazioni illegali e i trafficanti, per proteggere le frontiere esterne dell'Europa", afferma Macron.

Il presidente francese, parlando a Villa Madama al fianco di Draghi, ha voluto ringraziare gli sforzi della diplomazia italo-francese per la conclusione di questo accordo. Il capo dell'Eliseo ha citato l'inizio di tutto, a Lione nel 2017, definendo quasi una "anomalia" l'assenza di un accordo tra Italia e Francia come quello tra Francia e Germania. Macron ha rivolto, come prima Draghi, un ringraziamento a Sergio Mattarella, da sempre impegnato nel rafforzamento del legame tra i due Stati e ha definito il Tratto del Quirinale come "segno della profonda amicizia" tra Italia e Francia.

"Era quasi un'anomalia non avere questo trattato, tante cose ci uniscono: la nostra cultura, i nostri artisti. Siamo in questa città che rappresenta tanto, anche per il destino dell'Europa, la Francia e l'Italia hanno da fare tanto insieme, hanno fatto tanto insieme, lo abbiamo fatto sotto la pandemia, ci siamo battuti per la Libia, abbiamo testimoniato tutte queste convergenze anche durante il G20". Il presidente francese ha poi aggiunto: "Noi siamo entrambi paesi che hanno dato tanto al commercio, all'industria e questa amicizia viene da lontano, è profonda, stiamo aprendo un nuovo capitolo storico nelle nostre relazioni, metteremo le nostre affinità a servizio del progetto europeo". Sulla questione migratoria, Macron ha ribadito la volontà e il bisogno di "proteggere le frontiere esterne" dell'Unione europea, rilanciando l'idea di un "umanesimo con regole" per gestire al meglio i flussi migratori. Il capo dell'Eliseo ha espresso i suoi propositi sul tema dell'immigrazione: "Dobbiamo accogliere e integrare chi viene secondo le regole e ha propensione a restare, ma poi ricondurre nei Paesi di origine chi non ha questa propensione".

Fonti varie agenzie / agi / ansa e il giornale

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