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Francesco: misericordia per i profughi

Il Papa all'Angelus ha ricordato "il dramma dei profughi che fuggono da guerre e altre situazioni disumane. In particolare, la Grecia e gli altri Paesi che sono in prima linea stanno prestando ad essi un generoso soccorso, che necessita della collaborazione di tutte le nazioni". E Papa Francesco invita a "una risposta corale" che "può essere efficace e distribuire equamente i pesi. Per questo occorre puntare con decisione e senza riserve sui negoziati", ha sottolineato il pontefice

 Questa mattina qualche centinaia di migranti - circa 500 secondo la polizia - avevano oltrepassato il cordone di sicurezza formato dai poliziotti greci e avevano raggiunto il cancello usato per il traffico ferroviario tra i due Paesi. Circa 6.500 persone si trovano al confine sul territorio greco, alcune delle quali anche da otto giorni, con riserve molto limitate di acqua e cibo. Da parte loro, le autorità macedoni lasciano passere solo un numero molto limitato di migranti ogni giorno

 Gruppi di migranti sono riusciti a sfondare un tratto della barriera al confine tra la Grecia e la Macedonia per cercare di entrare in Macedonia. La tensione è alta da questa mattina. I migranti sono stati respinti dalle autorità macedoni. Al grido di 'Aprite il confine', hanno lanciato sassi contro la polizia macedone che ha risposto con gas lacrimogeni.

Almeno 30 persone, compresi un gran numero di bambini, sono rimaste ferite negli incidenti avvenuti oggi alla frontiera greco-macedone, dove centinaia di migranti esasperati dall'attesa hanno forzato e sfondato la recinzione metallica e di filo spinato entrando di forza in territorio macedone. La polizia macedone, secondo fonti giornalistiche locali, ha fatto uso di gas lacrimogeni e bombe assordanti, ma non ha effettuato alcun arresto. La situazione alla frontiera resta molto tesa, per la presenza di molte migliaia di migranti e profughi ammassati in territorio greco, e che vengono fatti passare con il contagocce a causa delle forti restrizioni a catena imposte da tutti i Paesi della rotta balcanica - Macedonia, Serbia, Croazia, Slovenia, Austria - che hanno deciso di consentire l'accesso di non più di 580 persone al giorno.

Nei giorni scorsi l'allarme della Grecia: tra i "50.000 e i 70.000" rischiano di rimanere bloccati nel Paese a marzo dopo la stretta agli ingressi decisa dai Paesi balcanici. "La Grecia - ha detto ministro delle politiche migratorie di Atene, Ioannis Mouzalas - non accetterà di diventare il Libano d'Europa e di trasformarsi in un magazzino di anime, anche se questo comporta un aumento di fondi".

Intanto alta tensione nella 'Giungla' dei migranti a Calais. Secondo alcuni reporter presenti sul posto la polizia ha risposto con i lacrimogeni al lancio di pietre da parte di "alcuni migranti" e "attivisti no-border". La situazione "è difficile", aggiungono. Inoltre, tre baracche di fortuna sono state incendiate sprigionando una densa coltre di fumo nel cielo azzurro di Calais

Secondo il giornalista del Figaro, Jean-Marc Leclerc, sul posto ci sono circa duecento agenti "in azione". Giovedì scorso, il tribunale amministrativo di Lille aveva dato il proprio via libera all'ordinanza della polizia per l'evacuazione della parte sud della 'Jungle' di Calais. Il governo di Francois Hollande ha assicurato che a tutti i migranti mandati via verrà proposta un'alternativa tra container riscaldati e centri d'accoglienza, ma le Ong che operano sul posto ritengono che i posti letto non siano sufficienti. Secondo le associazioni, sono oltre 3.400 i rifugiati e richiedenti asilo che devono lasciare la parte sud del campo, circa un migliaio secondo la prefettura.

Già da questa mattina gli agenti hanno formato cordoni di protezione intorno agli operai intenti a smontare tende e capanne. "Vogliamo agire con dolcezza, non durerà solo un giorno", dice Bruno Noel, segretario regionale del sindacato di polizia Alliance Nord-Pas-de-Calais-Picardie, aggiungendo: "Le forze dell'ordine filtrano gli accessi al campo e allontanano i no-border perché sono loro che organizzano gli scontri". Già questa mattina un'attivista britannica che si opponeva all'avvio delle operazioni di sgombero è stata fermata dalla polizia.

Un gruppo di 93 profughi siriani, di cui 41 minori, provenienti da campi dell' Unhcr in Libano è giunto questa mattina poco dopo le 7 all'aeroporto di Fiumicino con un volo di linea da Beirut. Si tratta di 24 famiglie provenienti dalle città di Homs, Idlib e Hama che, in ragione della loro condizione di vulnerabilità, hanno ottenuto un visto umanitario a territorialità limitata rilasciato dall'Ambasciata d'Italia in Libano.

Accompagnati dalla Polizia di Frontiera in un'area dello scalo appositamente dedicata per effettuare il lungo disbrigo delle pratiche individuali, compresa l'identificazione anche con il riscontro delle impronte digitali, i rifugiati saranno successivamente trasferiti in diverse località della penisola ed ospitati in strutture di accoglienza. Qui avranno tutta l'assistenza di cui necessitano: dall'inserimento nella società ai corsi di lingua; dall'accompagnamento nelle procedure di richiesta asilo al percorso di educazione al lavoro. L'arrivo oggi dei profughi rientra in un progetto-pilota che, nel quadro di un accordo raggiunto a metà dicembre tra Governo italiano, Comunità di Sant'Egidio, Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia e Tavola Valdese, prevede che in due anni ne giunga un migliaio.

 

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