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Tangenti sugli appalti dell'Anas: raffica di arresti in tutta Italia

Una nuova bufera giudiziaria si abbatte sull'Italia. Oltre trecento finanzieri del Comando provinciale di Roma hanno fatto scattare le manette a cinque dirigenti e funzionari dell’Anas della Direzione Generale di Roma, tre imprenditori, titolari di aziende appaltatrici di primarie opere pubbliche, e un avvocato.
La Guardia di finanza sta eseguendo ordinanze di custodia cautelare nei confronti di dirigenti e funzionari dell'Anas, oltre che di un ex sottosegretario alle Infrastrutture. Coinvolti nell'inchiesta anche imprenditori titolari di società vincitrici di appalti per importanti opere pubbliche e avvocati. Dieci in tutto i provvedimenti restrittivi.

L'ex sottosegretario alle Infrastrutture Luigi Meduri é stato arrestato dalla Guardia di finanza nell'ambito di un'inchiesta della procura di Roma che ha portato all'esecuzione di 10 ordinanze di custodia cautelare. L'indagine riguarda diversi episodi corruttivi. Meduri, dal 1999 al 2000, é stato anche presidente della Regione Calabria.

I destinatari delle ordinanze sono: Antonella Accroianò. Oreste De Grossi, Sergio Lagrotteria, Giovanni Parlato, Antonino Ferrante, Eugenio Battaglia, Concetto Bosco Logiudice, Francesco Costanzo, Giuliano Vidoni e l'ex sottosegretario Luigi Meduri. I reati contestati vanno dall'associazione per delinquere, alla corruzione per l'esercizio della funzione e per atto contrario ai doveri di ufficio, dall'induzione indebita a dare o promettere utilità al voto di scambio. Il gip ha disposto inoltre un sequestro per equivalente nei confronti di tutti i dipendenti pubblici per 200 mila euro. La Guardia di finanza ha seguito questa mattina una novantina di perquisizioni in Lazio, Calabria, Puglia, Campania, Sicilia, Friuli, Toscana, Umbria, Piemonte, Veneto e Abruzzo.

Sono circa trecento i finanzieri impegnati nell'esecuzione delle ordinanze emesse dal nell'ambito dell'inchiesta della Gdf denominata 'Dama nera'.

Le ordinanze sono scattate "sulla scorta degli elementi di reità acquisiti nel corso delle indagini svolte dagli uomini del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza, coordinati dalla procura di Roma.

Tra le ipotesi di reato contestate, a vario titolo, ai dieci destinatari dell'ordinanza di custodia cautelare nell'ambito dell'indagine della Gdf sugli appalti Anas, oltre alla corruzione, c'è anche il voto di scambio.

Una corruzione quasi da manuale: il 5 per cento in tangenti - con tanto di passaggio di busta davanti al bar - poi cene, regali e pure l'assunzione della moglie di un funzionario 'amico'. La procura di Firenze ha arrestato quattro persone, un imprenditore e tre dirigenti dell' Anas Toscana, ritenendo che fra loro ci sia stato uno scambio di favori e appalti per opere stradali, specie in occasione di interventi urgenti per danni provocati da calamità, come crolli per il maltempo.

Le opere ritenute 'pilotate' sono sei, per importi che vanno dai 190 mila euro agli oltre tre milioni. Gli arrestati, tutti ai domiciliari, sono l'imprenditore Francesco Mele e, per Anas Toscana, il capo di compartimento Antonio Mazzeo, il capo servizio amministrativo Roberto Troccoli e un funzionario, Nicola Cenci. Gli indagati sono 24: pubblici ufficiali dell'Anas, imprenditori e professionisti. Dopo gli arresti, gli uomini Anas sono stati sostituiti dalla 'sede' centrale.

L'inchiesta è della polizia stradale della Toscana e del Corpo forestale. Il procuratore Giuseppe Creazzo ha parlato di "collaudato sistema di corruzione" e si è concesso pure una indiretta incursione nel dibattito politico: "Le intercettazioni sono uno strumento indispensabile - ha detto - Deve toglierle chi non vuole scoprire reati di mafia o corruzione".

Secondo i pm, l'imprenditore arrestato, referente di diverse società, negli uffici dell'Anas Toscana era di casa. Per aggiudicarsi i lavori proponeva quelli da appaltare e predisponeva i bandi di gara. In cambio elargiva 'favori', come l'assunzione della moglie di Cenci. "Fra pranzi e cene, alberghi, viaggi - si lamenta Mele - spenderò un centinaio, 200 mila euro all'anno...".

Il giudizio dell'imprenditore sull'universo appalti è chiaro: "Tutti sono corrotti e corruttibili". Anche la moglie di un funzionario Anas ha le idee chiare: suo marito potrebbe "finire in galera", dice a un'amica.

Nei primi tre mesi del 2014, scrivono gli investigatori riportando una intercettazione di Mele, le imprese a lui riferibili hanno acquisito 5.5-6 milioni di euro: l'obbiettivo è arrivare a 15 milioni. Secondo la procura di Firenze, Mele voleva conquistare anche Roma: "La corruzione si allarga", scherza un suo interlocutore quando Mele glielo dice. E lui: "L'hai capita". Non solo Italia, però. Il 3 aprile 2015 Mele parla con la fidanzata: "In Albania - gli dice lei, riportandogli quanto le ha raccontato la sorella - si può vedere il primo ministro, però ha detto che ci vuole una bella bustarella" per "questo personaggio che conosce il tipo che prende la bustarella".

Mele ha mire anche in Asia. Al telefono parla di una cena con un onorevole, che gli investigatori identificano in Paolo Bartolozzi, presidente della commissione Ue-Kazakhistan. Dagli atti non emerge che l'incontro abbia avuto seguito. Anche i nuovi controlli disposti sugli appalti non lo frenano. Anzi. "Non hanno fatto altro che aumentare i costi di produzione - dice Mele a un amico - perché la corruzione è rimasta, anzi è aumentata perché se c'è il controllo del terzo, deve mangià". In fondo, scherza Troccoli: "Quando è nato il Signore, si sono presentati subito tre re Magi con oro, incenso e mirra". E Mele chiosa: "Ci sarà un motivo".

"Stiamo valutando con Eurostat" la possibilità di un'uscita di Anas dal perimetro della Pubblica Amministrazione. Lo ha detto il ministro dei Trasporti Graziano Delrio, titolare del dicastero che vigila sulla società controllata dal Tesoro. "Di sicuro Anas avrà autonomia di risorse".

Deus ex machina del sodalizio criminoso è, secondo l’accusa e come riporta il quotidiano il Giornale e Antonella Accroglianò, dirigente responsabile del coordinamento tecnico amministrativo di Anas. In carcere con la dirigente anche gli altri funzionari Anas, Oreste De Grossi (capo del servizio incarichi tecnici della condirezione generale tecnica), Sergio Serafino Lagrotteria (dirigente area progettazione e nuove costruzioni) e i funzionari "di rango minore" Giovanni Parlato e Antonino Ferrante. Agli arresti domiciliari, invece, sono finiti Meduri, "un oscuro faccendiere" e interfaccia politica della Dama nera, l’avvocato catanzarese Eugenio Battaglia, e tre imprenditori, Concetto Logiudice Bosco, Francesco Domenico Costanzo e Giuliano Vidoni. "Meduri ha certamente una funzione di supporto non indifferente - scrive il gip Giulia Proto nelle oltre 100 pagine di misura cautelare - dal momento che lui stesso richiama gli imprenditori ai loro illeciti doveri ove gli stessi versino in ritardo sui pagamenti

"Se dovessi dire la sensazione che mi ha dato la lettura di queste carte è proprio la quotidianità della corruzione vista come una cosa normale - denuncia il procuratore Capo della Procura della Repubblica di Roma, Giuseppe Pignatone - è una situazione deprimente". Nell'inchiesta non è, invece, coinvolto il nuovo presidente di Anas, Gianni Vittorio Armani.

Intanto anche a Sanremo  : Gli uomini delle Fiamme gialle sono entrati in Comune a Sanremo questa mattina, per eseguire provvedimenti decisi dalla procura, nel corso dei quali - un'ipotesi che ancora deve trovare una conferma - sarebbero avvenuti anche alcuni arresti.

Le accuse contro gli arrestati sarebbero di falso e truffaai danni dello Stato per un utilizzo indebito dei cartellini e per assenteismo dal posto di lavoro. Perquisite anche le abitazioni delle persone coinvolte nell'inchiesta

 

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