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L'accusa dei giudici milanesi : i 32 testimoni a favore di Berlusconi vanno processati

Silvio Berlusconi, imputato  a Milano per il caso Ruby, è stato condannato a sette anni per entrambi i reati contestati: concussione per costrizione e prostituzione minorile. Il Cavaliere e' stato anche interdetto a vita dai pubblici uffici. Il tribunale di Milano ha inflitto a Silvio Berlusconi una pena più alta di quella richiesta dal pubblico ministero Boccassini: sette anni, contro i sei richiesti dall'accusa. I giudici hanno disposto la confisca dei beni già sequestrati in passato a Ruby e al suo compagno Luca Rizzo.

I giudici hanno disposto la trasmissione degli atti alla Procura affinché valuti le presunte false testimonianze rese da alcuni testimoni nel corso del dibattimento

"Ho detto la verità e non cambierò certo la mia versione per compiacere dei magistrati. Se non sono capaci di fare le indagini non possono piegare il vero alle loro teorie". Miriam Loddo è su tutte le furie dichiara a il giornale

I giudici di Milano non le hanno creduto nemmeno quando ha raccontato di essere in Questura la notte in cui è stata fermata Karima El Mahroug. Nonostante la "paccata" di testimoni portati in tribunale dalla difesa di Silvio Berlusconi, il presidente della Corte Giulia Turri e i giudici Orsolina De Cristofano e Carmen D'Elia hanno preferito inseguire il teorema costruito ad arte dal pm Ilda Boccassini e tacciare di falsa testimonianza tutte le persone che, con le proprie parole, hanno scagionato il Cavaliere. Insomma, se la "verità" non coincide con quella professata dalla magistratura milanese, allora diventa automaticamente bugia. Non importa che non ci sia alcuna prova a dimostrarlo.

L'accusa dei giudici milanesi come scrive Andrea Indini sul Giornale è sin troppo chiara: le trentadue persone che si sono alternate sul banco dei testimoni per rendere dichiarazioni favorevoli a Berlusconi hanno detto il falso. Solo le motivazioni, previste tra novanta giorni, potranno chiarire le ragioni per cui il collegio abbia deciso di trasmettere alla procura i verbali di testimoni che vanno dall’amico storico dell’ex premier Mariano Apicella all’ex massaggiatore del Milan Giorgio Puricelli, dall’europarlamentare Licia Ronzulli alla deputata Maria Rosaria Rossi. Da questo invio di atti potrebbe nascere, a breve, un maxi procedimento per falsa testimonianza. A finir nei guai per essersi opposta al teorema della Boccassini c'è anche il commissario Giorgia Iafrate che era in servizio in Questura la notte del rilascio di Ruby. La funzionaria aveva, infatti, assicurato di aver agito "nell’ambito dei miei poteri di pubblico ufficiale". "Di fronte alla scelta se lasciare la ragazza in Questura in condizioni non sicure o affidarla ad un consigliere regionale - aveva spiegato - ho ritenuto di seguire quest’ultima possibilità". Proprio la Boccassini, però, nella requisitoria aveva definito "avvilenti le dichiarazioni della Iafrate che afferma che il pm minorile Fiorillo le aveva dato il suo consenso". Alla procura finiscono poi i verbali di una ventina di ragazze. Si va da Barbara Faggioli a Ioana Visan, da Lisa Barizonte alle gemelle De Vivo, fino a Roberta Bonasia. Davanti ai giudici avevano descritto le serate di Arcore come "cene eleganti", con qualche travestimento sexy al massimo, e avevano sostenuto che Ruby si era presentata come una 24enne. "I giudici hanno dato per scontato che siamo sul libro paga di Berlusconi - ha tuonato Giovanna Rigato, ex del Grande Fratello - io tra l’altro al residence non ho mai abitato, sono una che ha sempre lavorato, l’ho detto in mille modi che in quelle serata ad Arcore non ho mai visto nulla di scabroso ma tanto...". Anche Marysthelle Polanco è scioccata dalla sentenza: "Non mi hanno creduto, non ci hanno creduto, io ho detto la verità e se mi chiamano di nuovo ripeterò quello che ho sempre raccontato". Sebbene continua il Giornalista del Il Giornale si siano lasciate scivolare addosso insulti ben più pesanti, le ragazze che hanno partecipato alle feste di Arcore non sono disposte ad accettare l’idea di passare per false e bugiarde. Da Puricelli a Rossella, fino al pianista Mariani e ad Apicella, è stato tratteggiato in Aula un quadro di feste fatto di chiacchiere, balli e nessun toccamento.

Nel tritacarne giudiziario finisce anche la Ronzulli, "rea" di aver fornitouna versione diversa da quella resa da Ambra e Chiara nel processo "gemello" e di aver negato di aver visto una simulazione di sesso orale con l’ormai famosa statuetta di Priapo. Stesso destino anche per l’ex consigliere per le relazioni internazionali Valentino Valentini che aveva svelato di esser stato lui a far contattare la Questura di Milano per "capire cosa stesse accadendo". Ed era stato sempre lui a parlare di una conversazione tra Berlusconi e l'ex raìs Hosni Mubarak sulla parentela con Ruby. Anche il viceministro Bruno Archi, all’epoca diplomatico, ai giudici aveva descritto quel pranzo istituzionale nel quale si sarebbe parlato di Karima. E ancora: sono stati trasmessi ai pm anche i verbali di Giuseppe Estorelli, il capo scorta di Berlusconi, e del cameriere di Arcore Lorenzo Brunamonti, "reo" di aver regalato al Cavaliere, di ritorno da un viaggio, la statuetta di Priapo. Tutti bugiardi, tutti nella tritarcarne del tribunale milanese. La loro colpa? Aver detto la verità. Una verità che non piace ai giudici che volevano far fuori a tutti i costi Berlusconi.

Insomma dal 1994 il Cavaliere è in politica, e da allora - da quando cioè inaspettatamente vinse le elezioni - è considerato l'avversario numero uno della sinistra che, caduto il pentapartito, si era considerata erede unica al potere. Un avversario dapprima sottovalutato, quindi preso poco sul serio, poi, visto il suo successo sul piano dei consensi, temuto, odiato e giudicato talmente ingombrante da meritare di essere combattuto su ogni fronte, anche giudiziario.

La nostra analisi, per quanto possa apparire affrettata, si basa su dati di fatto, sull'osservazione della realtà. In effetti la prima botta in testa all'intruso (un imprenditore improvvisatosi leader politico) fu inferta proprio nel 1994, a pochi mesi dal suo trionfo alle urne. Era la fine dell'anno: Silvio Berlusconi, durante un vertice internazionale, ricevette un avviso di garanzia per un reato. Non ricordo quale, ma ricordo che la storia finì in una bolla di sapone. Comunque fu un segnale. Di cui gli ex comunisti furono ben lieti: dalla politica la battaglia si trasferiva anche sul terreno giudiziario. Berlusconi andava sputtanato in ogni modo, distrutto nella reputazione e nell'immagine. Dopo di che, anche politicamente, egli avrebbe pagato il fio.

Intanto adesso e arrivata la botta finale e dopo 20 anni, il Capo del centro destra Italiano l uomo piu votato in assoluto da piu di sedici milioni di persone sara eliminato attraverso anche queste sentenze, che potrebbero procurare quasi venti anni di galera :
Dopo la sentenza per il caso Ruby, Silvio Berlusconi dovra' far fronte ad altri cinque ''scogli'' giudiziari: l'appello per il caso Unipol, il Lodo Mondadori, la causa civile con l'ex moglie Veronica Lario, il processo in primo grado a Napoli per la presunta compravendita di senatori per far cadere il governo Prodi e la Cassazione (forse in autunno) per la condanna in appello per la vicenda Mediaset.

LODO MONDADORI - Mercoledi' 26 giugno davanti alla terza sezione civile della Cassazione verra' esaminato il ricorso di Fininvest contro la sentenza di secondo grado con cui era stata condannata a versare oltre 560 milioni alla Cir per la vicenda del Lodo Mondadori.

COMPRAVENDITA SENATORI - Giovedi' prossimo, 27 giugno, il leader del Pdl dovra' affrontare l'udienza preliminare a Napoli dopo che la Procura, il 9 maggio scorso, ha chiesto il suo rinvio a giudizio con l'accusa di corruzione per avere versato in nero tre milioni di euro a Sergio De Gregorio, all'epoca senatore eletto nell'Idv, al fine di farlo passare nelle file del centrodestra e rendere precaria la gia' difficile vita del governo Prodi. Oltre che per il Cavaliere, il rinvio a giudizio e' stato chiesto per lo stesso De Gregorio e per l'ex direttore dell'Avanti Walter Lavitola.

UNIPOL - Lo scorso 7 marzo i giudici della quarta sezione penale del tribunale di Milano lo hanno ritenuto colpevole, assieme al fratello Paolo, di concorso in rivelazione di segreto d'ufficio per la fuga di notizie della famosa intercettazione Fassino-Consorte (''allora abbiamo una banca'') ai tempi della scalata di Unipol alla Bnl, pubblicata su 'Il Giornale' nel dicembre 2005. Dopo il deposito delle motivazioni i legali dell'ex premier hanno 45 giorni di tempo per presentare ricorso in appello. In appello pero' il reato sara' gia' prescritto.

CAUSA CIVILE SEPARAZIONE VERONICA LARIO - Un altro 'appuntamento' per Berlusconi al Tribunale milanese sara' il giudizio di merito, previsto per il prossimo anno, della Corte d'Appello sulla causa di separazione con Veronica Lario. Il Tribunale a dicembre lo ha 'condannato' a versare 3 milioni al mese di alimenti alla ex moglie. I giudici di secondo grado hanno respinto, in sostanza, la richiesta del leader del Pdl di sospendere d'urgenza l'esecuzione provvisoria della sentenza, concedendo all'ex premier solo un piccolo 'sconto': dovra' versare l'assegno mensile non a partire da maggio 2010 bensi' da settembre dello stesso anno.

MEDIASET - L'8 maggio scorso i giudici della seconda Corte d'Appello di Milano hanno confermato la condanna a 4 anni di reclusione, di cui tre coperti da indulto, per Silvio Berlusconi, accusato di frode fiscale nell'ambito del processo sulla compravendita dei diritti tv Mediaset. I giudici confermando la sentenza di primo grado hanno condannato Silvio Berlusconi a 5 anni di interdizione dai pubblici uffici. E' gia' stato depositato il ricorso in Cassazione.

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