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Scandalo in Toscana: pillola abortiva fino alla nona settimana

L’emergenza Covid-19 ha spinto il Consiglio Regionale della Toscana a discutere e approvare lo scorso 16 maggio, una proposta di risoluzione che impegni la Giunta a implementare il ricorso all’aborto farmacologico. Ne abbiamo parlato con l’avv. Aldo Ciappi responsabile per Pisa e provincia dell’associazione Family Day-D.N.F., associazione che ha inviato ai media nazionali e locali una nota per stigmatizzare l’episodio.

«La pillola abortiva RU486 ‒ ricorda l’avv. Ciappi ‒ ha provocato la morte di molte donne e gli effetti indesiderati sono in continua crescita. I firmatari della proposta vorrebbero anche estenderne l’uso fino alla nona settimana di gravidanza mentre adesso è limitata entro la settima».

La proposta non si limita a questo, ma va anche oltre.

«Sì, si vorrebbero introdurre illegittime limitazioni al diritto costituzionalmente garantito all’ obiezione di coscienza del personale sanitario, fino a prevedere l’assunzione di medici non obiettori ad hoc che si obblighino a rimanere tali, pena la perdita del lavoro e si vorrebbe anche condizionare le strutture private con la minaccia di mancati accreditamenti in caso di mancato rispetto delle regole regionali».

La pillola abortiva non ha solo effetti sulla salute delle donne, ma contribuisce a banalizzare un tema drammatico come quello dell’aborto.

«Certamente e oltre questo si lasciano sempre più sole le donne di fronte ad una scelta dolorosa come quella di rinunciare al proprio figlio, oltre a vanificare i primi articoli della stessa legge che prevedono tutele per la maternità e sostegni, anche economici, alla donna per rimuovere la cause che la inducono ad abortire. Ridurre l’atto di soppressione della vita che si porta in grembo ad un “servizio a domicilio” da vivere in solitudine, è inaccettabile e disumano in sé, ma è anche pericoloso per la salute sia fisica che psichica della donna; al contrario, in questo momento di emergenza sarebbe necessario mettere in campo tutte le energie positive al fine di rimuovere ogni ostacolo per salvare la vita nascente».

Questa risoluzione che vuole aumentare il ricorso all’aborto-fai-da-te tende ad allontanare definitivamente le ragazze che vivono una gravidanza difficile da chi potrebbe offrire loro assistenza e, in particolare, dai Centri di Aiuto alla Vita, il cui intervento ha contribuito a salvare decine di migliaia di vite, nei quali potrebbero, se accettato, ricevere quel sostegno concreto per poter scegliere a favore della vita. Cosa dice a chi afferma che si tratta solo di una proposta?

«Risponderei – conclude l’avv. Aldo Ciappi - con una frase di Chesterton: “La cosa più saggia del mondo è gridare prima del danno. [...] Dire, con vago ottimismo, che il pericolo è solo nell'aria, non è una risposta. Un colpo d'accetta si può parare soltanto mentre l'accetta è ancora in aria”».

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