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Sembrava quasi fatta ma ora l'accordo tra Lega e M5s sul candidato premier e sulla squadra di governo sembra di nuovo prendere il largo. La rincorsa verso l'incarico al candidato giallo-verde e a seguire la delicata architettura di pesi e contrappesi tra le due forze politiche inizia a scricchiolare sotto il peso di due macigni: il fardello del candidato al Tesoro che vuole Matteo Salvini ma che lascia dubbioso il Colle e il profilo del candidato premier portato da Luigi Di Maio, finito sotto la lente macroscopica del mondo intero mentre rimbalza la polemica, tutta italiana, dell'avversione ai premier 'tecnici'. Sono i due tasselli che stanno mettendo così a rischio l'impalcatura del nascente governo da far balzare di nuovo all'ordine del giorno il ritorno della tentazione 'Di Maio Premier'. 

"Conte è e resta assolutamente il candidato premier del Movimento 5 stelle e della Lega", dichiara il capo politico del M5S Luigi Di Maio. "Rimane il nostro candidato e della Lega", aveva detto in mattinata anche Danilo Toninelli, capogruppo del M5s al Senato, ai microfoni di '6 su Radio 1' fuga ogni possibile ripensamento sulla designazione del candidato premier, dopo le notizie su presunte irregolarità nel suo curriculum. L'esponente pentastellato ricorda che Conte "ha alle spalle circa 17 milioni di voti, che sono i cittadini italiani che ci hanno votato il 4 marzo, e non sarà certo per una stupidaggine inventata relativa al suo curriculum a cambiare le cose". "Il Professor Conte - aggiunge - è una brava persona, competente, seria, e penso che sarà un ottimo Presidente del Consiglio di tutti gli  italiani". 

Sulla possibilità che il presidente della Repubblica possa prendere ulteriore tempo Toninelli precisa: "Mattarella ha incontrato ieri la seconda e la terza carica dello Stato per completare il suo percorso istituzionale. Sono convinto che oggi verrà dato l'incarico e finalmente tra pochi giorni potrà partire questo governo che sarà un governo politico".

"Il nome resterà questo. Se dovesse cambiare si dovrebbe rivedere un po' tutto l'equilibrio della squadra di governo e il problema sarebbe molto serio. La Lega ha dovuto rinunciare a molto. Si è stabilito un nome in comune che non poteva essere quello dei due leader. Salvini, per tentare di dare un governo al paese ha rinunciato a fare il leader della coalizione di centrodestra con la quale ha preso più voti rispetto a M5S Siamo partiti da una situazione molto diversa". Così Lorenzo Fontana, vicepresidente della Camera e vicesegretario della Lega parlando di Giuseppe Conte - indicato al Colle come candidato premier - ai microfoni di Giorgio Zanchini a Radio anch'io (Rai Radio1)

Oggi ha iniziato a scricchiolare sotto il peso di attacchi che nessuno può sapere se sono finiti. I due leader hanno messo sulla scacchiera le loro pedine ma il M5s ha tentato lo scacco matto: attenti, pare dire, che se il candidato del M5s Giuseppe Conte dovesse cadere, allora l'unico candidato in pista non può che essere il Capo politico del M5s. Una ipotesi contro la quale il leader della Lega ha alzato immediatamente la barriera difensiva paventando a Di Maio il rischio che si azzeri proprio tutto andando alle elezioni anticipate. 

"Figuriamoci, Luigi premier resta sempre la nostra prima opzione. Ma ora si ragiona su Conte, lui è il nostro candidato", assicura uno della cerchia degli stretti collaboratori del capo politico. Da qui, almeno dal punto di vista formale, la decisione dei due leader di restare fermi ed aspettare le mosse del Presidente della Repubblica. Dovrà essere il Colle a dire No ad un accordo così faticosamente raggiunto dopo due mesi e mezzo di trattative. E fare a quindi muro sui loro candidati. Per ora, assicurano a fine giornata Lega e M5s "il clima è sereno e costruttivo. Si va avanti, al centro della discussione gli ultimi dettagli in attesa della convocazione del presidente Mattarella".

Francia e Germania chiedono il rispetto degli impegni Ue, Salvini replica al ministro degli esteri del Lussemburgo che chiede a Mattarella di non lasciar distruggere il lavoro europeo: 'All'estero stiano sereni, agli italiani pensiamo noi'.

La ministra francese per gli Affari europei, Nathalie Loiseau, ha avvertito l'Italia che non è "né possibile, nè auspicabile agire per conto proprio in seno all'Europa". Parlando nel corso del question time all'Assemblée Nationale, la ministra ha aggiunto: "i nostri destini sono intimamente legati, lavoreremo nel rispetto dei valori fondamentali dell'Unione europea".

"Non abbiamo visto ancora tutte le questioni, ascolteremo e parleremo con loro, ma sì, ci sono alcuni elementi preoccupanti" nelle idee di politica commerciale del nuovo governo italiano, dice la commissaria Ue al commercio Cecilia Malmstroem. "Il nuovo governo - aggiunge - non è ancora stato confermato quindi non abbiamo ipoteticamente discusso" con nessun interlocutore dell'esecutivo che sarà formato a breve, ha aggiunto la commissaria a chi le chiedeva se avesse avuto contatti con qualche rappresentante di M5S o Lega sulle questioni commerciali.

Subito arriva la risposta di Matteo Salvini: "Proseguono le invasioni di campo. Dopo francesi e tedeschi, oggi è il turno del ministro degli Esteri del Lussemburgo Jean Asselborn: "Spero che Mattarella non permetta al nuovo governo italiano di distruggere tutto il lavoro fatto negli ultimi anni in Europa". Confermo: all'estero stiano sereni, agli italiani ci pensiamo noi", ha scritto Salvini su Facebook.

"Dobbiamo giudicare" il nuovo governo italiano "sui fatti e non sulle parole, e vedere cosa farà", ha detto ancora la ministra dell'economia austriaca Margarete Schramboeck al suo arrivo al Consiglio Ue commercio. Per l'Austria "l'Italia è un partner importante, in particolare un partner economico molto importante", ha sottolineato.

Paolo Savona, ipotizzato - non tra pochi dubbi - per la guida del Ministero dell'Economia, sembra un perfetto uomo della Prima Repubblica che ha attraversato di gran carriera la Seconda e si propone ora per un ruolo chiave in quella che Luigi Di Maio vorrebbe come Terza. Il suo principale incarico politico è stato quello rivestito tra il 1993 e il 1994 come ministro dell'Industria, del commercio e dell'artigianato durante il governo tecnico di Carlo Azeglio Ciampi, anche se tra 2005 e 2006 Savona è stato anche capo del Dipartimento per le Politiche Comunitarie della presidenza del Consiglio dei ministri e coordinatore del Comitato Tecnico per la Strategia di Lisbona durante il governo Berlusconi. I dubbi sul suo profilo sono al momento legati soprattutto alle tesi sull'Europa, decisamente anti-tedesche e contrarie ai parametri di Maastricht nella convinzione che l'euro non possa sopravvivere a lungo.

"Non esiste un'Europa, ma una Germania circondata da pavidi", affermava circa un anno fa intervistato da Libero. Per tre volte l'Italia ha subito il fascino della cultura tedesca che ha condizionato la sua storia, non solo economica, con la Triplice alleanza del 1882, il Patto d'acciaio del 1939 e l'Unione europea del 1992. È pur vero che ogni volta fu una nostra scelta. Possibile che non impariamo mai dagli errori ?". Nel 2004, in qualità di presidente di Impregilo, è stato iscritto (insieme all'allora ad PierGiorgio Romiti) nel registro degli indagati dalla Procura di Monza, con l'ipotesi di reato di falso in bilancio e false comunicazioni sociali. 

Proprio nel corso di quelle indagini, i magistrati intercettarono una conversazione tra lo stesso Savona e l'economista suo amico Carlo Pelanda in cui si dava per scontata la vittoria di Impregilo nella gara per la realizzazione del Ponte sullo Stretto. Al telefono, come ricorda Il Fatto Quotidiano, Pelanda, tra l'altro editorialista sui quotidiani della galassia Berlusconi, sostenne di avere avuto rassicurazioni da Marcello Dell'Utri sull'esito della gara per l'appalto, a cui partecipava anche Astaldi, che ne uscì pochi mesi dopo effettivamente battuta. Le indagini furono poi archiviate, mentre - dopo un rinvio a giudizio da parte della Procura di Milano - nel 2009 il processo per aggiotaggio è stato dichiarato chiuso per prescrizione di reato. 

Laureato in Economia nel 1961, specializzato al Mit di Boston, entrato nell'ufficio studi della Banca d'Italia, direttore generale di Confindustria e tra i fondatori dell'università romana dell'associazione degli imprenditori Luiss, presidente del Fondo interbancario di tutela dei depositi, di Impregilo, di Gemina, degli Aeroporti di Roma e, prima degli scandali, del Consorzio Venezia Nuova (la società che si occupa della costruzione del MOSE). 

La sua idea è infatti quella che dall'Ottocento ad oggi gli equilibri nel Vecchio Continente non siano mutati poi molto, con la Germania che continua - anche se pacificamente e non più con gli eserciti - ad imporre il suo dominio e l'Italia che, in un modo o nell'altro, ne accetta la predominanza. Nella sua autobiografia, in libreria in questi giorni, "Come un incubo e come un sogno. Memorialia e Moralia di mezzo secolo di storia", Savona si definisce "un economista libero" e, come tale, parla senza mezzi termini: "La Germania non ha cambiato la visione del suo ruolo in Europa dopo la fine del nazismo, pur avendo abbandonato l'idea di imporla militarmente.

 

 

"Noi - dice il vicepresidente della commissione Ue Valdis Dombrovskis, in un'intervista all'Handelsblatt - riteniamo molto importante che il nuovo governo mantenga la rotta e porti avanti in modo responsabile la politica di bilancio". Questo è necessario dal momento che "l'Italia ha il secondo debito pubblico più alto dopo la Grecia".

"Non abbiamo visto ancora tutte le questioni, ascolteremo e parleremo con loro, ma sì, ci sono alcuni elementi preoccupanti" nelle idee di politica commerciale del nuovo governo italiano, dice la commissaria Ue al commercio Cecilia Malmstroem. "Il nuovo governo - aggiunge - non è ancora stato confermato quindi non abbiamo ipoteticamente discusso" con nessun interlocutore dell'esecutivo che sarà formato a breve, ha aggiunto la commissaria a chi le chiedeva se avesse avuto contatti con qualche rappresentante di M5S o Lega sulle questioni commerciali.

"Spero che il presidente" della Repubblica Sergio Mattarella "non permetta" al nuovo governo italiano "di distruggere tutto il lavoro fatto negli ultimi anni" in Ue "dalla crisi finanziaria a oggi, lo auspico per l'Italia e per noi": così il ministro degli Esteri del Lussemburgo Jean Asselborn al suo arrivo al Consiglio Ue commercio, esprimendo il timore che possa "succedere qualcosa che ci farà male". Ma "vediamo cosa succederà, dobbiamo aspettare che sia formato il nuovo governo", ha aggiunto.

"Il processo costruzionale in Italia è in corso e noi aspettiamo che si concluda": così il portavoce della Commissione europea Margaritis Schinas rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano di commentare la situazione politica in Italia. "Il presidente Juncker ha già detto che l'Italia è un paese importante per l'Europa e l'Europa non è completa senza l'Italia", ha aggiunto Schinas.

Di Maio-Salvini, storia di una improbabile alleanza": questo il titolo di un articolo con richiamo in prima pagina che il quotidiano francese Le Monde consacra alla situazione politica italiana. Secondo il giornale parigino, i leader di Lega e M5S "presentano dei profili molto diversi" e cercano di "nascondere le loro divergenze". A "riunirli c'è solo il loro progetto di governo", sottolinea ancora Le Monde. "Il contratto di coalizione - si sintetizza nel giornale del pomeriggio - costituisce più una compilazione delle misure volute da ognuno che un progetto articolato". Con "un nemico comune: l'Europa di Bruxelles".

"Dobbiamo giudicare" il nuovo governo italiano "sui fatti e non sulle parole, e vedere cosa farà", ha detto ancora la ministra dell'economia austriaca Margarete Schramboeck al suo arrivo al Consiglio Ue commercio. Per l'Austria "l'Italia è un partner importante, in particolare un partner economico molto importante", ha sottolineato.

Subito arriva la risposta di Matteo Salvini: "Proseguono le invasioni di campo. Dopo francesi e tedeschi, oggi è il turno del ministro degli Esteri del Lussemburgo Jean Asselborn: "Spero che Mattarella non permetta al nuovo governo italiano di distruggere tutto il lavoro fatto negli ultimi anni in Europa". Confermo: all'estero stiano sereni, agli italiani ci pensiamo noi", ha scritto Salvini su Facebook.  

E' in corso fuori da Montecitorio un incontro tra i leader di Lega e M5S Matteo Salvini e Luigi Di Maio. All'incontro, riferiscono fonti politiche, dovrebbe essere presente anche il premier designato dai due partiti, Giuseppe Conte. All'esame dei due leader la composizione della squadra di governo che, a quanto risulta, sarebbe comunque completata mantenendo, allo stato, l'indicazione di Paolo Savona all'Economia. Sul'assetto della squadra il candidato premier e i due leader starebbero comunque facendo gli approfondimenti. Fonti del Carroccio smentiscono la presenza anche del giurista all'incontro.

Nuovo giro di colloqui per il capo dello Stato in vista della formazione del governo. Il presidente della Camera, Roberto Fico, è stato ricevuto dal capo dello Stato Sergio Mattarella per un colloquio di circa mezz'ora. Alle 12 è arrivata la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati. Ieri il presidente ha ricevuto le delegazioni di Lega ed M5s.

Paolo Savona che, stando ai desiderata di Matteo Salvini, dovrebbe andare al ministero dell'Economia. Una scelta che darebbe al nuovo esecutivo una marcata impronta anti europea. La filosofia dell' economia gia Ministro dell'industria con Carlo Azeglio Ciampi, è racchiusa in un libro che sarà nelle librerie nei prossimi giorni. "L'euro è una gabbia tedesca, adesso serve un piano B", si legge in uno degli stralci pubblicati oggi dalla Stampa a sostegno dei dubbi avanzati da Mattarella.

Gli anni Novanta, quando Ciampi era a Palazzo Chigi, sono lontani. Era un tempo in cui anche Savona, che al tempo sedeva al dicastero dell'Economia, aveva dato credito all'Unione europea. Adesso è tutto cambiato. La sua posizione si è fatta sempre più critica e l'avversione per i tedeschi è diventata via via sempre pià radicata. "La Germania non ha cambiato la visione del suo ruolo in Europa dopo la fine del nazismo, pur avendo abbandonato l'idea di imporla militarmente - si legge in uno stralcio della sua autobiografia - per tre volte l'Italia ha subito il fascino della cultura tedesca che ha condizionato la sua storia, non solo economica, con la Triplice alleanza del 1882, il Patto d'acciaio del 1939 e l'Unione europea del 1992. È pur vero che ogni volta fu una nostra scelta. Possibile che non impariamo mai dagli errori?".

A preoccupare il Colle non sono le competenze di Savona ma, come fa notare anche Huffington post le sue posizioni sulla monetica unica, "una creatura biogiuridica costruita male". A suo dire l'euro avrebbe creato fragilità strutturali che sarebbero state aggravate, durante gli anni Novanta, dalla scelta di entrare nella "gabbia europea" dove "le élite illudono i popoli". Pur sapendo che l'Italia non era ancora pronta, l'allora premier Ciampi avrebbe preferito andare fino in fondo per non rimanere fuori dal tavolo europeo. "Invece (la situazione, ndr) è peggiorata - si legge ancora - e (l'Italia, ndr) è scivolata in una nuova condizione coloniale, la stessa sperimentata dalla Grecia". "L'euro - continua - ha dimezzato il potere d'acquisto degli italiani, anche se le autorità lo negano".

Nell'autobiografia Savona arriva anche a teorizzare l'Italexit, la fuoriuscita dell'Italia dalla moneta unica. "Il divieto costituzionale di referendum sull'Unione europea e sull'euro - fa notare - è la più chiara violazione dei principi democratici". "Dietro il paravento della liberaldemocrazia, c'è una concezione sovietica. La conseguenza è un fascismo senza dittatura e, in economia, un nazismo senza militarismo", continua Savona secondo cui "battere i pugni sul tavolo non serve a niente". "Bisogna preparare un piano B per uscire dall'euro se fossimo costretti, volenti o nolenti, a farlo". Una posizione che a Mattarella, appunto, non piace. Da qui l'idea di mettere un veto sul suo nome. Anche se Salvini è già stato sin troppo chiaro: "Non temiamo i veti del Quirinale".

 

Da oggi, con l'accordo di governo Lega-M5S, ci sarà finalmente un governo scelto dai cittadini italiani che farà gli interessi del nostro Paese e non quelli dei tedeschi". L'esito della consultazioni odierne arriverà a Borse chiuse.

Mara Bizzotto a mandare un messaggio tuttaltro che diplomatico: "È Weber che scherza col fuoco, pensi agli affaracci suoi, gli italiani sono stanchi di prendere ordini da Bruxelles e da Berlino! Weber si metta l'anima in pace: sono finiti i tempi in cui la Merkel e i suoi proconsoli a Bruxelles montavano e smontavano i governi italiani a seconda degli interessi tedeschi e delle loro banche

Lo spread è tornato sopra quota 150 punti. Un segnale di allarme per il debito pubblico italiano: siamo ancora lontani dai valori (fino a 574 punti), toccati nel novembre del 2011, quando si arrivò al cambio di governo con Mario Monti che prese il posto di Silvio Berlusconi. 

Arrivano i vecchi trucchi per spaventare e condizionare la vita politica Italiana come nel 2011 : Secondo i "esperti" lo spread che sale significa che la credibilità finanziaria dell’Italia scende e quindi che l’Italia deve spendere di più per emettere i suoi titoli di Stato. Con un rischio ulteriore: se i rating dell’Italia dovessero essere abbassati, la Bce non potrebbe più includere il nostro Paese nel programma di acquisto di titoli di Stato. La Bce è tenuta a investire i soldi dei cittadini dell’area euro in obbligazioni affidabili. Il balletto è ricominciato, insomma. 
Non è colpa né delle banche né dell’Europa: è il mercato. Soggetti che chiedono denaro l’Italia e soggetti che lo prestano.

«State giocando col fuoco perché l’Italia è pesantemente indebitata». Il monito arriva dal leader dei Popolari europei (Ppe), Manfred Weber, in una dichiarazione ai media tedeschi precisando che «le azioni irrazionali o populiste», da parte del futuro governo targato M5S-Lega «potrebbero provocare una nuova crisi dell’euro». 

Weber prosegue lanciando «un appello a restare entro i confini della ragione». «Nella vita di tutti i giorni, non c’è alternativa che lavorare a stretto contatto e in collaborazione con i nostri vicini in Europa», prosegue Weber. «Per questo spero che le persone finiscano per rendersi conto che il populismo diffonde molte bugie e non offre nessuna risposta costruttiva», conclude il leader dei Popolari europei, precisando di «rispettare» comunque il «risultato elettorale» degli italiani.

Potrebbe essere la giornata decisiva per la nascita del nuovo governo sostenuto da Lega e Movimento 5 Stelle. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha convocato per le 17:30 la delegazione del M5S composta da Danilo Toninelli e Giulia Grillo (rispettivamente presidente del gruppo parlamentare al Senato e alla Camera) con Luigi Di Maio e per le 18:00 i rappresentanti della Lega: Gian Marco Centinaio e Giancarlo Giorgetti accompagnati da Matteo Salvini. 

E prova che l'intesa in realtà non sia del tutto blindata è lo stupore fatto trapelare da Lega e M5s di fronte alla notizia che il Capo dello Stato attende entrambi per il pomeriggio al Colle. Insomma, la sensazione è che la partita sia quasi chiusa. Ma fino a quando non ci sarà l'ufficialità, sia Lega che Movimento Cinque Stelle mostreranno cautela. E non è un caso che sia Salvini che Luigi Di Maio si appellino indirettamente al Capo dello Stato a cui spetta l'ultima parola: "Speriamo che nessuno metta veti su una scelta che rappresenta la volontà della maggioranza degli italiani", mette in chiaro il segretario del Carroccio che ribadisce come il nome del premier soddisfi "sia la Lega che i pentastellati". 

Quanto al suo futuro nel governo il leader leghista non si sbilancia ma conferma la sua disponibilità e quella di Di Maio a far parte della squadra. Alle parole di Salvini fa eco proprio il capo dei pentastellati che si dice pronto a far parte del governo ed annuncia la nascita di un super ministero frutto dell'unione tra Mise e Lavoro, che sarà guidato da un esponente del Movimento: "Abbiamo chiesto che il ministero dello sviluppo economico venga accorpato con il Lavoro per diventare un super dicastero per risolvere i problemi degli italiani. 

E che vada al Movimento 5Stelle insieme a tanti altri", spiega Di Maio che poi annuncia battaglia con l'Europa: "Prima di spread e dei parametri di Bruxelles - avvisa - vengono i cittadini italiani con i loro diritti essenziali. E se dovremo pretendere qualcosa in Europa non andremo col cappello in mano ma chiederemo i margini per poter spendere".

In attesa degli sviluppi Piazza Affari parte in pesante perdita, poi recupera terreno, risale ma resta in rosso. Il Ftse mib cede l’1% a 23.200 punti. Sul mercato milanese oltre all’attesa del nome del nuovo premier che oggi verrà comunicato al Quirinale da Lega e Cinque Stele, pesano e lo stacco della cedola per 19 “big” del listino. Intesa è la maglia nera (-6,7%), Unipolsai (-6,3%) e Italgas (-5%). Salgono invece Fca (+2,4%) e Cnh (+1,7%). Bene anche Exor (+1%) e Ferrari +0,6%. Fuori dallla galassia Agnelli sale St (+1,5%). 

In attesa che il nome venga ufficializzato, però, tra gli altri partiti ed in particolare quelli del centrodestra sale la tensione. Sotto i riflettori finisce Fratelli d'Italia. Il segretario della Lega non ha fatto mistero di gradire un allargamento anche a Giorgia Meloni ma la leader di Fratelli d'Italia ha sempre condizionato il sì del suo partito alla scelta del premier ed in particolare ad un presidente del Consiglio di centrodestra. Sul piede di guerra invece Forza Italia. 

La decisone finale sarà presa in una riunione ad hoc che Berlusconi convocherà la prossima settimana (tra martedì e giovedì a seconda di quando il governo si presenta alle Camera). Ma da Arcore la linea dell'ex capo del governo non cambia. Da parte del Cavaliere ci sarebbe profondo scetticismo per la scelta del capo dell'esecutivo e per il programma messo in campo: "da parte nostra - fa sapere - non ci saranno sconti".

 

 

 

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