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Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha convocato per lunedì 20 novembre il Consiglio supremo di Difesa. Come si legge in una nota del Quirinale, l’ordine del giorno prevede “un’informativa aggiornata sui conflitti in Ucraina, in Israele e nella Striscia di Gaza; sulle altre principali aree di crisi; sulla sicurezza interna ed esterna e sugli interessi globali del Paese”. Durante la riunione, inoltre, si discuterà anche dell’evoluzione degli scenari globali, dell’architettura di sicurezza e della “governance nazionale dei nuovi domini emergenti: cibernetico, spaziale, sottomarino e cognitivo”.

Il Consiglio supremo della Difesa è un organo previsto dall’articolo 87 della Carta costituzionale e il suo compito è esaminare problemi generali politici e tecnici attinenti alla sicurezza e alla difesa nazionale. È presieduto dal capo dello Stato ed è composto dal presidente del Consiglio, dai ministri degli Esteri, dell’Interno, dell’Economia, della Difesa e dello Sviluppo economico e dal comandante delle forze armate italiane. Solitamente partecipano per prassi anche il segretario alla presidenza del Consiglio dei ministri, il segretario generale alla presidenza della Repubblica e il segretario del Consiglio supremo di difesa. 

A seconda delle circostanze, possono essere invitati a partecipare anche altri membri del mondo politico o militare, così come esperti in specifici ambiti del mondo industriale, scientifico ed economico.

La funzione principale di quest’organo è dare al presidente della Repubblica tutte le informazioni riguardo all’orientamento del governo in materia di sicurezza e difesa, oltre a servire come sede permanente ove discutere e approfondire argomenti legati a questi due settori. In questo modo, tutte le componenti dell’assetto istituzionale del nostro Paese vengono messe nella condizione di esercitare le loro funzioni seguendo una linea d’azione condivisa, che tiene conto delle varie aree di competenza e dei loro legami. La convocazione del Consiglio supremo, la definizione del suo ordine del giorno e la presidenza delle sedute sono competenze esclusive del capo dello Stato.

L’ultimo Consiglio supremo è stato convocato dal capo dello Stato il 13 giugno. In quell’occasione, si è discusso anche delle questioni relative alla gestione dei flussi migratori e all’ammodernamento delle forze armate, alla luce dei nuovi investimenti previsti nel settore della Difesa. Il 24 febbraio 2022, il giorno dell’inizio della guerra in Ucraina, ne era stato organizzato uno d’urgenza.

Il Consiglio supremo della Difesa è un organo previsto dall’articolo 87 della Carta costituzionale e il suo compito è esaminare problemi generali politici e tecnici attinenti alla sicurezza e alla difesa nazionale. È presieduto dal capo dello Stato ed è composto dal presidente del Consiglio, dai ministri degli Esteri, dell’Interno, dell’Economia, della Difesa e dello Sviluppo economico e dal comandante delle forze armate italiane. Solitamente partecipano per prassi anche il segretario alla presidenza del Consiglio dei ministri, il segretario generale alla presidenza della Repubblica e il segretario del Consiglio supremo di difesa. A seconda delle circostanze, possono essere invitati a partecipare anche altri membri del mondo politico o militare, così come esperti in specifici ambiti del mondo industriale, scientifico ed economico.

Fonte il Giornale e varie agenzie

 

 

 

 

Un sito pro-israeliano, ha puntato l'attenzione sulla loro presenza sulla scena di quei crimini, portando alla luce foto da loro ritenute 'compromettenti'

Sotto accusa ci sono alcuni freelance di Gaza indicati come autori degli scatti del 7 ottobre: Hassan Eslaiah, Yousef Masoud, Ali Mahmud, Hatem Ali, Mohammed Fayq Abu Mustafa e Yasser Qudih. In particolare, di Eslaiah il sito ha diffuso un video da lui stesso postato su X - e nel frattempo cancellato - in cui lo si vede, senza elmetto o giubbotto che lo segnali come 'stampa', davanti a un carro armato israeliano in fiamme con la didascalia, "in diretta dall'interno degli insediamenti della Striscia di Gaza".

Le loro foto dei terroristi di Hamas che irrompono nei kibbutz vicini a Gaza, rapiscono civili e incendiano carri armati israeliani la mattina del 7 ottobre hanno fatto il giro del mondo. Ora i quattro fotografi che hanno scattato quelle immagini - diffuse da Associated Press, Cnn e Reuters - sono finiti al centro delle polemiche dopo che HonestReporting, un sito pro-israeliano, ha puntato l'attenzione sulla loro presenza sulla scena di quei crimini, portando alla luce foto compromettenti.

Un'altra foto, sempre segnalata da Honest Reporting, mostra Eslaiah abbracciato al leader di Hamas a Gaza, Yahya Sinwar, con quest'ultimo che gli dà un bacio sulla guancia. Anche Masoud era presente sulla scena del carro armato in fiamme, come Abu Mustafa e Qudih che riprendevano uomini armati che si infiltravano in Israele e infierivano sul corpo di un soldato estratto dal mezzo corazzato.

l sito pro-Israele ora si interroga su cosa ci facessero questi fotografi sul posto "cosi' presto, in quello che normalmente sarebbe stato un sabato mattina tranquillo? Era tutto coordinato con Hamas? Le rispettabili agenzie di stampa, che hanno pubblicato le loro foto, approvavano la loro presenza in territorio nemico, insieme agli infiltrati terroristi?". Il dubbio sollevato è se i fotografi, tutti o in parte, fossero a conoscenza dell'attacco di Hamas in anticipo.

"Se ci fossero giornalisti che sapevano del massacro, che sono rimasti in silenzio e hanno scattato foto mentre i bambini venivano massacrati, non sarebbero diversi dai terroristi e la loro punizione sarebbe severa", ha twittato Benny Gantz, ex capo di Stato maggiore e membro del gabinetto di guerra israeliano. Le autorità dello Stato ebraico hanno chiesto spiegazioni ai media internazionali, i quali hanno immediatamente preso le distanze.

La Cnn ha fatto sapere di "essere a conoscenza dell'articolo e della foto riguardanti Hassan Eslaiah, un fotoreporter freelance che ha lavorato con numerosi organi di stampa internazionali e israeliani". Anche se in questo momento non abbiamo trovato motivo di dubitare dell'accuratezza giornalistica del lavoro che ha svolto per noi, abbiamo deciso di sospendere ogni legame con lui".

Da parte sua, l'Ap ha sottolineato che "non era a conoscenza degli attacchi del 7 ottobre prima che accadessero", ribadendo che "utilizza immagini scattate da freelance in tutto il mondo, inclusa Gaza".

Stessa linea di Reuters che ha negato "categoricamente di essere a conoscenza dell'attacco o di aver mandato giornalisti 'embedded' con Hamas il 7 ottobre". L'agenzia britannica ha spiegato di aver "acquisito foto di due fotografi freelance basati a Gaza che erano al confine la mattina del 7 ottobre, con i quali non aveva lavorato in precedenza.

Le immagini pubblicate da Reuters sono state scattate due ore dopo che Hamas ha lanciato razzi sul sud di Israele e più  di 45 minuti dopo che Israele ha reso noto che uomini armati avevano attraversato il confine". Per poi precisare che "lo staff giornalistico di Reuters non era sul posto nei luoghi menzionati nell'articolo di HonestReporting".  

 

Fonte Agi e varie agenzie

Il 25 ottobre scorso si è svolta al Tar del Lazio la prima udienza cautelare di un maxi ricorso collettivo proposto dagli avvocati Francesco Leone, Simona Fell e Rosy Floriana Barbata nell’interesse di più di 300 studenti per contestare le modalità e i contenuti della prova di ammissione del cosiddetto “Test TOLC”.

I magistrati capitolini si sono pronunciati emettendo un’ordinanza contro le principali università italiane e il consorzio Cisia, che si occupa di organizzare su scala nazionale i test d’ammissione per le facoltà a numero chiuso, a favore dei ricorrenti.

Il Tar del Lazio ha concesso un mese di tempo al Consorzio Interuniversitario Sistemi Integrati per L'Accesso - CISIA per consegnare una dettagliata relazione di chiarimenti sul funzionamento del cosiddetto “equalizzatore” nei concorsi per l'ammissione al Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia e in Odontoiatria e Protesi Dentaria per l'anno accademico 2023/2024 e ha fissato al 10 gennaio 2024 l'udienza di trattazione di merito del ricorso.

Il ricorso contesta anche la ripetizione delle domande nelle sessioni di aprile e luglio, la partecipazione degli studenti di quarto anno di liceo, il calcolo di equalizzazione dei punteggi che avrebbe falsato gli esiti delle prove fino ad arrivare, alla presunta compravendita dei quiz da parte degli studenti e delle scuole di preparazione.

I giudici, ritenendo non sussistenti i presupposti per la concessione della richiesta misura cautelare hanno ritenuto necessario, invece,  disporre l'integrazione del contraddittorio nei confronti di tutti i controinteressati tramite pubblicazione sul sito web del ministero dell'Università e  hanno rilevato, ai fini della successiva trattazione nel merito del ricorso, l'esigenza di acquisire in via istruttoria «una dettagliata relazione di chiarimenti a cura del CISIA in ordine al funzionamento del cosiddetto equalizzatore».

La Relazione  dovrà affrontare una serie di aspetti ritenuti dal Collegio rilevanti alla luce dei rilievi del ricorso, ovvero: «Numero dei quesiti componenti la banca dati; criteri e modalità di individuazione dei quesiti da sottoporre ai candidati nei vari turni della medesima sessione e nelle diverse sessioni; modalità di calcolo del punteggio equalizzato, a tal fine indicando gli effetti del meccanismo di equalizzazione sul punteggio del singolo quesito, in relazione a ciascun possibile esito (risposta esatta, errata o non data) e, per ciascuno di detti esiti, rispetto a diversi scenari di difficoltà del quesito, e prendendo altresì specifica posizione sugli esempi numerici dedotti a supporto delle censure mosse».

Comprendere come e perché sia stato adottato un modello così problematico non è solo una questione tecnica.

L'equazione che sottende il punteggio equalizzato sembra essere basata su un presupposto fondamentale che solleva serie perplessità. La difficoltà di una domanda non dovrebbe essere determinata dalla percentuale di risposte corrette o sbagliate dei candidati, ma dovrebbe derivare dalle caratteristiche intrinseche della domanda stessa, anche perché se la stessa domanda non è stata sottoposta allo stesso numero di persone il dato che ne emerge  è falsato, con conseguente attribuzione di un punteggio errato. È sorprendente che chi ha formulato questo modello sembri ignorare questo semplice ma fondamentale aspetto che qualsiasi docimologo o ricercatore competente conosce.

Fonte : Comitato #iononhoimbroigliato/ R.Presciuttini

 

 

 

 

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