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Addio a Luc Montagnier, premio Nobel per i suoi studi sull'Aids

E' morto a Neuilly-sur-Seine, alle porte di Parigi, ,il professor Luc Montagnier premio Nobel per i suoi studi sull'Aids.La notizia circolava da ieri sera sui social.

Oggi l'ha confermata il quotidiano Liberation: Montagnier aveva 89 anni.
Le fonti citate da Liberation sono il certificato di decesso del professore, morto martedì scorso all'Ospedale americano di Neuilly, depositato in Comune. E la testimonianza della dott ssa Beatrice Milbert, con la quale avrebbe dovuto organizzare una tavola rotonda a Ginevra nel gennaio 2021, che ha confermato il decesso. Ieri sera ad annunciare la morte di Montagnier era stato il sito di France Soir, una testata dove trovano grande spazio le tesi e i temi cari alla galassia no vax. Nessun altro media aveva confermato. Oggi era stato anche il controverso professor Didier Raoult, il "padre" della clorochina, con la quale curava i suoi pazienti di Covid-19 a Marsiglia, a confermare il decesso.

Biologo e virologo francese, Luc Antoine Montagnier era nato il 18 agosto del 1932 a Chabris, un piccolo comune situato nel Centro-Valle della Loira. Era direttore emerito del Centre national de la recherche scientifique e dell'Unità di Oncologia Virale dell'Istituto Pasteur di Parigi, dove nel 1983 assieme a Francoise Barrè-Sinoussi, isolò - primo al mondo - il virus Hiv. Per questa eccezionale scoperta Montagnier vinse il Premio Nobel per la Medicina nel 2008. Lo scienziato ha lavorato con alcuni fra i più grandi istituti scientifici del mondo. Oltre a essere direttore emerito del Cnrs e professore all'Institut Pasteur, è stato direttore del Center for Molecular and Cellular Biology al Queens College della City University di New York, direttore di un istituto di ricerca alla Jiao-tong University di Shanghai. Il suo lavoro ha ricevuto innumerevoli premi e riconoscimenti.

Fin qui la faccia positiva della medaglia. C'è, infatti, nella traiettoria di vita del grande biologo un deragliamento, risalente a questi ultimi anni, dai binari del rigore e della razionalità. Montaigner, infatti, ultimamente aveva fatto parlare molto di sé per aver sposato e sostenuto molte teorie sui vaccini. Dalle sue dichiarazioni nel 2010 riguardanti l'Hiv, che poteva essere eradicato con un particolare schema nutrizionale, alle ricerche sulla memoria dell'acqua, principio alla base dell'omeopatia. E ancora: l'uso della papaya contro la Sars e il Parkinson. Insomma, posizione quasi stregonesche, culminate, nel corso della pandemia da coronavirus, nel sostegno di molte tesi alla base dei movimenti no vax, mettendo in dubbio la sicurezza dei vaccini. Infine, ha fatto molto discutere il suo appoggio a Stamina e di recente alle teorie complottiste legate al virus Sars-CoV-2 e ai vaccini anti covid.

"Questa volta il cuore ha ceduto": lo ha riferito il medico Gérard Guillaume, considerato tra i più fedeli collaboratori di Luc Montagnier, interpellato dall'Ansa a Parigi. Alla domanda sulle cause del decesso del professore francese Premio Nobel per la medicina, se fosse morto per Covid-19, Guillaume si è limitato a rispondere: "Non spetta a me dare informazioni, spetta alla famiglia decidere se esprimersi o meno. Io posso dire che se n'è andato in pace, con dignità, accanto ai propri cari. Era molto anziano, malato da tempo, fragile. Questa volta il cuore ha ceduto".

 Dopo il sito francese France Soir anche il professore francese, Didier Raoult, oggi ha annunciato la morte del virologo che negli ultimi tempi aveva abbracciato posizioni no-vax. "Luc Montagnier è morto. Perdiamo un uomo la cui originalità, l'indipendenza e le scoperte sull'Rna hanno permesso la creazione del laboratorio che ha isolato e identificato il virus dell'Aids": scrive sul suo profilo Twitter il controverso professore dell'ospedale di Marsiglia, Didier Raoult, che nei primi tempi della pandemia divenne popolarissimo per le sue ricette alternative nella cura del coronavirus a base di idrossiclorochina.

Queste scoperte, prosegue Raoult, sono valse a Montagnier "la gloria, il Premio Nobel nonché l'inaudita ostilità dei suoi colleghi. L'attenzione portata alle sue ultime ipotesi fu sproporzionata", continua Raoult. Sui social si moltiplicano i messaggi di cordoglio, ma finora nessuna fonte ufficiale né altri media francesi e internazionali hanno confermato la morte del noto virologo, che secondo France Soir - sito di informazione considerato controverso in Francia - sarebbe morto martedì 8 febbraio "all'ospedale americano di Neuilly-sur-Seine".

 

 

Fonti ansa / il giorno

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