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Fiumicino, a bordo con il passaporto falso: bloccato un aereo

Cinque tunisini, un turco, un marocchino e un egiziano. Sono nove le espulsioni delle quali riferisce il ministro Angelino Alfano in conferenza stampa, ma a queste se ne aggiunge anche una decima, quella di un altro cittadino marocchino residente a Milano. I soggetti non graditi, che avevano «tutti un regolare permesso di soggiorno e residenti da anni in Italia» sono stati allontanati da gennaio 2015 a causa di «posizioni radicali in favore della jihad e dell'Isis», come si legge nei decreti. Dieci in tutto. Reclutatori, come il marocchino residente a Varese, classe '47, abituale frequentatore di una moschea di Milano, è stato considerato indesiderato proprio per l'attività di proselitismo di nuovi ”soldati” pronti a combattere (accusa mossa anche a un altro degli espulsi), oppure estremisti dell'islam, come l'altro marocchino residente a Cles, in provincia di Trento, che aveva scelto la jihad. Due di loro erano pronti a combattere coinvolgendo anche le famiglie, incluse le donne. Da Milano e da una città piemontese hanno dovuto fare i bagagli due cittadini tunisini, anche loro titolari di regolari permessi di soggiorno. Un altro è partito dalle Marche, ma risultano anche due residenti a Roma. Uno è egiziano, l'altro è stato individuato dopo l'arresto di Saber Hmidi, tunisino di 30 anni, l'uomo che a novembre scorso, nel quartiere romano di San Basilio, aveva puntato una pistola alla tempia al poliziotto che voleva controllargli i documenti. Nell'auto Hmidi e il complice, immediatamente identificati dopo la fuga, avevano anche passamontagna e guanti. Saber, ritenuto simpatizzante di Ansar Al-Sharia, è stato accusato di tentato omicidio. Ma i controlli nei confronti della sua rete di frequentazioni erano partiti immediatamente, fino ad arrivare al complice indesiderato.

Il ministro si è soffermato sull'identikit degli espulsi dalla fine di dicembre ad oggi. Dunque, ha sottolineato, "da prima dei fatti di Parigi": cinque tunisini, un turco, un egiziano, un marocchino ed un pakistano. Si tratta di persone residenti prevalentemente nel Centro-Nord. Tutte con regolare permesso di soggiorno, residenti da anni in Italia. Due degli espulsi hanno coinvolto anche le famiglie per mandarle in Siria a combattere; qualcuno di loro si è autoradicalizzato sul web, alcuni erano internauti "molto attivi", altri avevano aderito all'Isis ed altri ancora erano reclutatori e dediti al proselitismo. Per nessuno di loro c'erano reati da contestare. Si è scelta così la via di allontanarli dal Paese per motivi di sicurezza nazionale, in accordo con gli Stati di provenienza. Per alcuni è stato usato anche l'appiglio dei documenti non in regola. In due - pare un marocchino ed un egiziano - vivevano da anni nell'hinterland milanese ed erano tra quelli sotto osservazione da parte della polizia e dei carabinieri del Ros. E non finisce qui. Alfano ha infatti annunciato altre espulsioni. Valutazioni sono in corso su alcune posizioni. "Ma su questo - ha spiegato - manteniamo il riserbo, non dobbiamo dare vantaggi a nessuno". Certo è che si guarda con estrema attenzione alla galassia jihadista 'made in Italy', formata, ha sottolineato, "da un numero di soggetti di molto superiore a cento". Non è, ha aggiunto, "una lista nera, ma le posizioni individuali dei soggetti sospetti sono radiografate e passate al microscopio per cogliere ogni piccolo segnale che possa generare dubbi sulla sicurezza".Intanto...

"Sono in corso accertamenti" sul cittadino pakistano fermato ieri a Fiumicino col passaporto falso su un volo Roma-Londra e "non è il caso di sbilanciarsi su ipotesi che possano creare allarme", ha spiegato il ministro dell'Interno al programma La telefonata di Belpietro. "E' - ha aggiunto - ancora prematuro dire se si tratta di violazione delle regole di cittadinanza o immigrazione o ben altro. Ne sapremo di più nelle prossime ore".

Secondo quanto riportano alcuni quotidiani infatti, l'uomo era già a bordo dell'aereo Easyjet in partenza da Roma Fiumicino per Londra alle 12.35 quando, a pochi minuti dal decollo, sono scattati ulteriori controlli sul documento che l'uomo aveva esibito all'imbarco. Si é scoperto così che il passaporto pakistano presentato dal passeggero era falso. Lo straniero é ora in stato di fermo. Sono in corso indagini da parte della polizia che dovrà accertare la sua identità e soprattutto le sue intenzioni.

Sarà l'Afis, il sistema automatizzato di identificazione delle impronte, a dare le prime risposte sull'identità di A.B.A, 33 anni, l'uomo che ieri si era imbarcato con un passaporto pachistano falso sul volo delle 12,35 da Fiumicino a Luton. E soprattutto a stabilire se l'identità che risulta sul documento coincida con quella attribuita alle impronte. Gli uomini dell'antiterrorismo stanno anche cercando di verificare se il passeggero, sbarcato dal volo per Londra all'ultimo momento, fosse già noto alle polizie europee, quale sia il suo passato, da quanto tempo fosse in Italia e, soprattutto, perché andasse a Londra e chi avrebbe incontrato. L'uomo, in stato di fermo, è adesso a disposizione della procura di Civitavecchia. L'allarme è scattato quando il volo stava per decollare. Dopo la verifica e l'ingresso a bordo degli agenti, è stato indispensabile mettere a terra tutti i bagagli per individuare quello del ”sospetto”, in una situazione di panico serpeggiante che ha ritardato la partenza di oltre un'ora e portato due passeggeri a rinunciare al viaggio.

 

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