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La Sicilia al Vinitaly: Colomba Bianca presenta il progetto green "Cara Terra"

La sostenibilità del settore vitivinicolo non passa solo dall’impatto delle attività agricole, dal risparmio energetico e idrico, dal benessere dei viticoltori lavoratori e dalla salute dei consumatori. Lo sviluppo “ecologicamente sano” è ricerca continua e impone un modello di gestione sempre orientato al potenziamento delle buone pratiche. Con questi obiettivi Colomba Bianca - tra le più grandi cooperative vitivinicole siciliane, che si estende sul territorio di Trapani con 6.800 ettari di vigneti, 2.480 soci e 6 cantine, leader in Europa per la produzione di vino biologico – proprio in questi giorni al Vinitaly di Verona (10-13 aprile) ha lanciato l’etichetta “Cara terra”.

Una vera e propria “dedica a Salemi e alla Sicilia”: così è stato definito il nuovo progetto eco-friendly che lancia sul mercato le prime 30mila “bottiglie responsabili” di vino integrale biologico, non filtrato, da uve raccolte a mano e con denominazione IGP Salemi. «Un percorso già avviato anni fa – spiega Dino Taschetta, presidente di Colomba Bianca, realtà che nel solo anno 2021 ha lavorato oltre 120mila quintali di uve biologiche, che rappresentano il 24% della produzione complessiva a livello globale – con le certificazioni di sostenibilità VIVA e SOStain, la sensibilizzazione degli agricoltori verso i temi ambientali e l’innovazione tecnologica mirata alla razionalizzazione delle risorse. Un percorso che prosegue oggi con “Cara Terra”, che vede un approccio integrale di economia circolare, che va dalla fonte al bicchiere, con un packaging di prodotto interamente sostenibile. Crediamo fortemente nel valore sociale dell’impresa, nella responsabilità che chiama tutti noi a fare sempre più e sempre meglio, per preservare il presente e consegnare alle future generazioni una nuova vision legata alla terra e al territorio».

Una formula dove “gusto deve fare rima con giusto”, grazie a un approccio agroecologico che mira alla tutela dell’ecosistema, alla riduzione dell’inquinamento aria-acqua-suolo, alla bioeconomia e alla chimica verde.

Colomba Bianca, che l’anno scorso ha registrato 527.730 quintali di uve conferite dai soci e 2,9 milioni di bottiglie vendute in tutto il mondo, rafforza così la sua anima green: «Dalla forma rotonda dell’etichetta, che richiama l’economia circolare di riutilizzo e di riciclo delle materie prime, realizzata con carta italiana certificata FSC, derivante dal riciclo di vinacce – spiega Marisa Leo, responsabile marketing e comunicazione di Colomba Bianca e anima del progetto – al vetro della bottiglia, che deriva per il 96% da vetro riciclato, passando per l’assenza di capsula e l’utilizzo di tappi che derivano per il 50% da materie prime riciclate e sono 100% riciclabili. Il tutto, spedito in scatole di cartone 100% riciclato e riciclabile. Stiamo affrontando con coraggio e grande impegno le sfide che l’industria vitivinicola odierna deve affrontare per ridurre l’impatto ambientale: oltre le parole, vogliamo portare il nostro vino a tavola con azioni concrete, nel rispetto della tradizione, del territorio e della natura».

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