In relazione alle ormai note vicende riguardanti l’imminente chiusura del pronto soccorso dell’Ospedale “Vittorio Emanuele” e delle recenti dichiarazioni dei direttori generali delle aziende ospedaliere coinvolte l’unione territoriale del lavoro della Ugl di Catania, tramite il suo segretario generale Carmelo Mazzeo, il segretario della federazione Sanità Carmelo Urzì ed il coordinatore nazionale del settore docenza e dirigenza della federazione nazionale Ugl università Raffaele Lanteri, ribadiscono un forte sentimento di preoccupazione in relazione alla conseguente vacatio dei servizi sanitari offerti alla cittadinanza che si verrà a determinare chiudendo un così importante punto di emergenza ed urgenza. “Condividiamo l’idea di decentralizzare i presidi di pronto soccorso con la loro ubicazione nei punti nevralgici di accesso alla città per lasciare un unico presidio fruibile nel centro urbano, tant’è che il nostro intervento si muove proprio in questa direzione, anche se, esprimiamo perplessità sui tempi e sulle modalità di realizzazione dell’intera strategia adottata – aggiungono i responsabili Ugl. Perplessità confermate dai direttori stessi che prospettano l’apertura del nosocomio “San Marco” di Librino alla fine del 2016, da un lato, e dall’altro l’adeguamento dell’ospedale “Garibaldi centro” entro due anni. Si comprende che, in tale condizione, non soltanto il personale di quest’ultimo presidio, ma la città tutta si troverebbe in una condizione di assoluta criticità con difficoltà di erogazione e di accesso ai servizi sanitari di base, in chiara controtendenza al piano enunciato. Chiediamo pertanto, prendendo spunto dall’intervento del sindaco Enzo Bianco, di istituire un tavolo di confronto tra le istituzioni preposte, i sindacati e la società civile, al fine di individuare, tutti insieme, una soluzione condivisa finalizzata alla tutela della salute pubblica – concludono Mazzeo, Urzì e Lanteri. Nelle more di ciò si chiede pertanto, formalmente, di non procedere alla chiusura del pronto soccorso del Vittorio Emanuele.”