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Tensioni nel centrodestra, Salvini a Forza Italia: "proteggono stupratori e assassini"

Stavolta, pare, Salvini si è infuriato davvero. «Sospendiamo qualsiasi tavolo e incontro con Silvio Berlusconi - afferma il leader leghista - finché non avremo spiegazioni ufficiali sul voto contrario di Forza Italia all'iter veloce per la legge Molteni che cancella lo sconto di pena per i reati gravissimi

Tensioni nel centrodestra dopo le dichiarazioni di Berlusconi che ha aperto a un Gentiloni-bis in caso di pareggio alle urne. Strappo di Salvini con Fi a causa del no azzurro al ddl della Lega contro gli sconti di pena: 'Incredibile scelta di Fi di proteggere stupratori e assassini. Sospendiamo le partecipazioni a tavoli e incontri fino a un chiarimento ufficiale'. Immediato il commento di Matteo Renzi: 'Litigheranno prima, durante e soprattutto dopo, ma il giorno delle elezioni fingeranno di stare insieme per racimolare qualche seggio in più. Su questo punto il Pd è paradossalmente più forte e credibile: la rottura con la sinistra radicale ha il pregio di fare chiarezza'. Psi, Verdi e Area Civica e i prodiani scendono in campo a fianco del Pd con la lista 'Insieme'.

E arrivando al Ppe Silvio Berlusconi ha ribadito che senza maggioranza, "succederebbe quanto previsto dalla Costituzione non da me: si andrà a nuove elezioni e il governo in carica rimarrà per l'ordinaria amministrazione. Non ho dato alcuna interpretazione politica né detto che noi preferiamo questa situazione". Poi il leader di FI si dice "certo che il centro-destra avrà i numeri per governare. Punto". Si è anche detto "stupito dell'interpretazione letta sui giornali", circa le sue dichiarazioni su un'eventuale prosecuzione del governo Gentiloni.

Il leader del Carroccio non ha digerito il voto contrario degli azzurri in Commissione Senato sull'iter veloce della Legge Molteni che negherebbe sconti di pena per chi commette reati gravi. Il segretario della Lega ha ribadito la rottura del dialogo con Forza Italia: "Per quanto ci riguarda sospendiamo le nostre previste partecipazioni a tavoli e incontri con Fi e Berlusconi finchè non ci sarà un chiarimento ufficiale. Stiamo ricevendo centinaia di telefonate, messaggi, mail di donne e uomini arrabbiati e delusi per l’incredibile scelta di Forza Italia di proteggere stupratori e assassini". Di fatto adesso spetterà a Silvio Berlusconi provare a ricucire lo strappo che si è consumato usando le sue doti diplomatiche

Giancarlo Giorgetti, vicesegretario Lega, attacca ancora: «Noi mai con Gentiloni, non vogliamo tradire gli elettori». Intanto Berlusconi, intervenendo alla presentazione dell'ultimo libro di Bruno Vespa, non sembra preoccupato: «Lui si propone in modo troppo aggressivo alla gente, grazie al suo protagonismo ha portato la Lega da quattro al 15 per cento. Chapeau. Però al tavolo è molto ragionevole e comprensivo, anche disposto a cambiare parere sui punti sui quali la sua opinione era contraria alla mia o a quella di Giorgia Meloni». Come già successo altre volte, questa l'idea del Cav, un faccia a faccia potrebbe risolvere tutto. Non sarà una legge a mandare a picco un'alleanza. La Meloni si propone come paciera: «Vediamoci entro Natale».

Eppure stavolta i toni sono più alti del solito e la ferita più sanguinante perché l'incidente riguarda un punto cardine del programma elettorale del Carroccio, l'eliminazione degli sconti di pena per alcuni reati particolarmente gravi e che prevedono l'ergastolo, come la strage e l'omicidio con stupro. Ebbene, secondo la Lega, grazie al voto determinante di Forza Italia, la commissione Giustizia al Senato, con il no alla convocazione in fase deliberante della Molteni, ha di fatto bloccato il provvedimento impedendo che arrivi in aula.

La Molteni, è saltata per il voto contrario del forzista Giacomo Caliendo e dell'ex ministro Carlo Giovanardi, oggi senatore di Gal. Di fatto sul gelo tra Salvini e Forza Italia è arrivato il commento del grillino Di Maio: "Io l’avevo detto che il centrodestra è una coalizione che non esiste - ha aggiunto - dove ci sono forze politiche che vogliono stare con la Merkel e forze politiche che non vogliono stare con la Merkel; litigano un giorno sì e un giorno no. Io dico agli italiani - ha proseguito - che da una parte abbiamo un centrodestra che è sfaldato e dall’altra un centrosinistra che è sfaldato".

Ma che nel centrodestra però non siano tutte 'rose e fiori' lo dimostra anche l'appello della leader Fdi affinchè si convochi un vertice "chiarificatore" prima di Natale per capire se "vogliamo stare insieme per dare all'Italia un governo credibile". Già perchè se a dividere nell'immediato i partiti del centrodestra è la presa di posizione sul ddl per la certezza della pena, il vero nodo è rappresentato dalle strategie post elettorali. Approfittando della presentazione (ormai diventata una vera e propria tradizione) dell'ultimo libro di Bruno Vespa in cui esordisce (salvo poi chiarire che era una battuta) dicendo che "forse Mussolini non era un dittatore", il Cavaliere fa capire di voler essere lui il punto di riferimento del centrodestra.

Il Cavaliere smentisce non solo di voler una riedizione delle larghe intese "è una sinistra troppo di sinistra" ma si dice convinto che in questa competizione l'avversario sia rappresentato dal Movimento Cinque Stelle e non dal Pd: "Con le loro divisioni ed un progetto poco concreto per noi non rappresentano un competitor". La fresca separazione di Alternativa Popolare è l'occasione per dare "il bentornato a casa " a Maurizio Lupi, l'unico citato dal leader Fi che per rassicurare i suoi mette in chiaro che nessuno degli ex Ap "entrerà in Forza Italia e che non ci sarà mai una collaborazione con Alfano", una precisazione che fa scattare l'applauso della sala. Ma se la 'quarta' gamba non occuperà posti nelle liste azzurre, i parlamentari di Fi non sono certo al sicuro. Il Cavaliere conferma l'intenzione di volere volti nuovi a sedere sugli scranni del Parlamento. L'idea che in molti azzurri gli abbiano comunicato di non volersi ricandidare non convince nessuno ma l'ex premier garantisce che la decisione sulla composizione delle liste "non sarà solo sua ma verrà approvata dal comitato di presidenza".

Intanto Silvio Berlusconi, all'ingresso della riunione del Partito popolare europeo, prima del vertice dei capi di Stato e di governo, si è soffermato sul tema immigrazione :  "Senza un grande piano Marshall per l’Africa, l’Europa corre il rischio di essere invasa dai sei miliardi di persone che vivono nella miseria".

"Porteremo una proposta che implicherà anche un grande piano Marshall per l’Africa e altri paesi per far nascere delle economie locali e affinché ne loro stessi territori i cittadini di questi paesi possano trovare lavoro", ha spiegato ancora Berlusconi. "Se questo non sarò fatto in futuro i sei miliardi di persone che vivono nella miseria e una volta non conoscevano come si vive nel paese del benessere ci invaderanno". Berlusconi ha fatto sapere di averne già parlato con il presidente russo Vladimir Putin, che condivide questa impostazione, e ha chiesto che il Ppe si attivi nei vari paesi per promuovere questo grande piano per aiutare l’Africa.

"Per quanto riguarda l’immigrazione c’è ancora molto da lavorare", ha detto Berlusconi. "Polonia, Ungheria e Repubblica ceca hanno addirittura denunciato il sistema delle quote dicendo di non volerle attuare", ha spiegato Belrusconi: "Il problema dell’immigrazione non trova una soluzione adeguata in ciò che è stato deciso fino adesso, perchè tra l’altro l’attuazione concreta ha visto invece di 98 mila migranti allocati per quote negli altri paesi, soltanto 31 mila migranti quest’anno, 21 mila dalla Grecia e 10 mila dall’Italia". Per il leader di Forza Italia "il sistema è completamente da rivedere" e occorre "cambiare quello che è stato e è il trattato di Dublino che impone di svolgere tutte le pratiche di riconoscimento e dell’attribuzione o meno dello status di rifugiato al paese di primo approdo dei migranti.

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