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Giovedì, 02 Maggio 2024

"Il nostro Paese ricostruirà i territori colpiti del terremoto come erano prima e più belli di prima", ha detto Renzi nella conferenza stampa a Palazzo Chigi per descrivere lo stato dell'arte ad un mese dal terremoto che ha devastato alcune località del Centro Italia. "Il nostro obiettivo - ha aggiunto Renzi -, per le prime e le seconde case e per gli esercizi commerciali, è riportare tutto a come era prima". Che ricostruzione sarà? Una "che assicuri che con un terremoto di magnitudo 6.0 non ci siano crolli e non si rischierà più la vita", assicura il commissario Vasco Errani

"Il danno non sarà meno di 3-4 miliardi, una cifra orientativa che temo non sarà inferiore", ha detto il Capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio. "E' stato molto prudente perché come minimo stiamo sui 4 mld ma è un'analisi che va verificata punto punto, il terremoto ha colpito non solo luoghi dove ci sono state vittime ma ha creato lesioni importanti in altre zone", ha aggiunto Renzi. Curcio, parlando di circa 3 mila assistiti, ha confermato che per la costruzione delle 'casette' "ci vorranno 7 mesi al massimo"

Cosi a Palazzo Chigi il premier Matteo Renzi, in conferenza stampa, ha fatto il punto sulla situazione insieme al commissario Vasco Errani e al capo della Protezione civile Fabrizio Curcio. I danni sono stimati in non meno di 4 miliardi. Renzi assicura che verrà ricostruito tutto ''come era prima e più bello di prima''. Attualmente sono circa 3 mila le persone assistite, 2.500 ancora in tenda, anche se a giorni comincerà una drastica riduzione della popolazione in tendopoli. Ci vorrà pero' ancora del tempo, circa 7 mesi, per l'arrivo delle casette in legno. Il decreto sulla ricostruzione sarà pronto per il 2-3 ottobre.

Non si placano le scosse ad un mese dal terremoto del 24 agosto che ha distrutto Amatrice, Accumoli, Arquata e Pescara del Tronto e varie frazioni ma anche scosse di terremoto nella zona tra Norcia, Accumuli e Arquata del Tronto. Quella di magnitudo 3.8 registrata dall'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia poco dopo le 22 di ieri sera è stata infatti subito seguita da una di magnitudo 3.3 sempre nella stessa aerea. Altre due scosse di magnitudo 2.1 sono state rilevate nell'area di Norcia alle 7.49 e alle 8.32 di stamani.

Ma c'e anche un problema serio che sarebbe quello delle macerie : perché parliamo di 700 mila metri cubi di rovine e perché prima si portano via e prima si può davvero cominciare a pensare ad altro. Ma anche in questo caso, non è cosa semplice, grazie alla solita, ottusa, burocrazia. Amatrice e Accumuli hanno almeno scelto i luoghi due cave dismesse il località Carpellone e Vallicelle, ma manca l'individuazione dell'ente che dovrà gestire i siti. Marche e Umbria, invece, sono ancora più indietro, alla fase dei sopralluoghi per la scelta dei siti. Così le macerie continuano a far da set alle tv. Davanti a Sant'Agostino, all'inizio del corso di Amatrice, le telecamere riprendono senza sosta. 

Intanto Il decreto sul sisma sarà approvato dal Consiglio dei Ministri "non oltre il 2-3 ottobre", ha assicurato Vasco Errani, spiegando che "proporrà un meccanismo chiaro di riconoscimento pieno dei danni del terremoto". Stasera ci sarà una deliberazione in consiglio dei ministri per la determinazione del cratere, passaggio fondamentale per la ricostruzione post-sisma, ha aggiunto Renzi. Quanto al piano Casa Italia renzi firmerà entro lunedì un dpcm "per formalizzare la struttura di missione guidato dal rettore del Politecnico Giovanni Azzone e che vedrà il coinvolgimento di Renzo Piano".

"Dalla quota di 800 metri i satelliti ci hanno permesso di avere misure dello spostamento del suolo molto accurate, dell'ordine di un millimetro". Per esempio, è stato possibile rilevare che il terremoto ha fatto abbassare il suolo di 20 centimetri in corrispondenza di Accumoli. Contemporaneamente, ha rilevato,i satelliti Cosmo SkyMed e Alos 2 hanno fornito ai servizi di emergenza informazioni utili per individuare le aree più danneggiate e localizzare le infrastrutture ancora valide.

Le 'Sentinelle della Terra' hanno fatto un lavoro "davvero straordinario", misurando gli spostamenti del suolo con una precisione da record e fornendo dati importantissimi per organizzare i soccorsi: a poco meno di un mese dal terremoto di magnitudo 6.0 che il 24 agosto ha scosso il reatino, il bilancio del contributo fornito dai satelliti è positivo. A tracciarlo è Josef Aschbacher alle agenzie di stampa, il nuovo direttore del centro dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa) per l'Osservazione della Terra, la cui sede si trova in Italia, a Frascati, presso l'Esrin. 

Per il terremoto di Rieti sono stati utilizzati i satelliti dell'Esa Sentinel 1A e Sentinel 1B, insieme a quelli della costellazione italiana Cosmo SkyMed, dell'Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e al satellite Alos 2 Advanced Land Observing Satellite-2 dell'agenzia spaziale giapponese Jaxa. "In quel periodo Sentinel 1B era ancora in fase di validazione in orbita, ma abbiamo utilizzato lo stesso i dati per avere informazioni ancora più accurate e frequenti", ha detto Aschbacher.

Intanto i Geologi : “Prima del terremoto del 24 di Agosto è stata registrata una diminuzione della portata delle sorgenti , mentre dopo abbiamo avuto un aumento della portata  delle sorgenti . Questo significa che tali eventi sismici vanno a modificare anche il sistema idraulico .  In Italia però Paese dal forte rischio sismico ed idrogeologico la Cartografia Geologica copre appena il 40 per cento mentre la Cartografia Geomorfologica è addirittura inesistente  perché copre solo il 2 per cento di tutto il territorio nazionale”. E’ il forte allarme lanciato al Corriere del Sud da Gilberto Pambianchi , Presidente Nazionale dell’Associazione Italiana di Geografia Fisica e Geomorfologia. 

 

“La Cartografia Geologica  è la mappatura in grado di farci conoscere le caratteristiche geologiche del territorio – ha proseguito Pambianchi – mentre quella geomorfologica ci fa comprendere come evolve la parte epidermica , superficiale del territorio . Inoltre le Regioni si sono dotate del PAI , Piani di Assetto Idrogeologico , ma in alcuni casi tali mappature risalgono a 10 anni fa e dunque fotografano situazioni risalenti al passato ma che nel tempo si saranno anche evolute . C’è assoluto bisogno di avere con i geologi un monitoraggio costante del territorio che è fondamentale sia per la prevenzione dal rischio sismico e sia per la prevenzione dal rischio idrogeologico”. L’annuncio dei Geoparchi “in quanto , in accordo con il Consiglio Nazionale dei Geologi e MIUR – ha affermato Aniello Aloia , Coordinatore Nazionale degli Unesco Geoparchi Italiani -  stiamo lavorando ad un progetto che porterebbe l’educazione alla prevenzione dai rischi geologici nelle scuole italiane

   

In Italia sono 40.000 i Beni Culturali in aree a pericolosità idraulica – ha ricordato al Corriere del Sud Domenico Guida, professore di geomorfologia presso Università agli Studi di Salerno – ma ovviamente abbiamo il rischio sismico , quello idrogeologico e gran parte della popolazione esposta a tali rischi . Oggi la comunità geomorfologica nazionale , scientifica, che si sta riunendo a Ceraso ,nel Parco Nazionale del Cilento Vallo di Diano ed Alburni ,Geoparco Mondiale Unesco, sta cercando di fornire alla comunità geologica nazionale gli strumenti più adeguati per affrontare le pericolosità geomorfologiche , frane, alluvioni, terremoti, in termini di pianificazione, programmazione e progettazione degli interventi. Tale percorso è stato supportato con il Consiglio Nazionale dei Geologi , da un’intesa fra comunità scientifica quale AIGEO , comunità professionale e dall’istituzione , quale ISPRA, preposta alla realizzazione di norme di valenza nazionale”.

   

L’appello importante arriva dai geologi campani . “I professionisti geologi – ha dichiarato al Corriere del Sud Gerardo Lombardi , Vice Presidente dell’Ordine dei Geologi della Campania – ritengono che il supporto della scienza debba essere chiaro ed inequivocabile affinchè tutti i professionisti possano avere certezza nel campo dei rischi dei limiti territoriali posti , i quali devono essere giuridicamente sostenibili   una volta che vengono tradotti in carte per l’uso del territorio.

 

 

Sono passati quindici anni da quando il presidente George W. Bush annunciava l'intenzione di sospendere il finanziamento, tramite fondi federali, alla ricerca sulle cellule staminali embrionali. Momento decisivo della sua presidenza. Non a caso, quella decisione, ha rappresentato uno degli aspetti più controversi e dibattuti della sua eredità presidenziale. 

Bush, infatti, durante e dopo il suo mandato, ha dovuto far fronte alla prepotenza, all'arroganza e alla violenza di chi difendeva simili sperimentazioni. Era l'agosto del 2001. 

Dopo quindici anni la scienza non ha mai smesso di inanellare successi grazie alla ricerca sulle sole staminali adulte. L'ultimo obiettivo è stato raggiunto alla fine del mese scorso. E non è passato inosservato, certo, agli esperti del settore: un gruppo di scienziati guidato dal Saban Research Institute del Children's Hospital Los Angeles ha generato un fegato umano funzionale da tessuti ingegnerizzati creati da cellule staminali e progenitrici adulte. Lo studio è stato pubblicato online sulla rivista 'Stem Cells Translational Medicine'. Per non parlare, poi, dei seppur meno recenti risultati raggiunti da Angelo Vescovi. Con l’associazione Revert Onlus, di cui è direttore scientifico, è riuscito ad accertare che le cellule staminali cerebrali umane sono sicure, e pure ottime alleate, nella ricerca contro le malattie neurologiche e neurodegenerative come la Sclerosi laterale amiotrofica, l’Alzheimer e il Parkinson.

Il professor Angelo Vescovi - l'agnostico prof. Vescovi - in tempi non sospetti si schierò proprio contro la sperimentazione con e sulle cellule staminali embrionali, sostenendo che "una scienza che crea vita per distruggerla con lo scopo di aiutare la vita, ha fallito la sua concezione: è una tecnologia applicata, ma non al servizio dell'uomo".

E' nel corso di questi quindici anni che la scienza, da sola, ha posto fine alla distruzione di embrioni nel perseguire metodi alternativi per il progresso medico. Sebbene, per anni, appunto, il penultimo presidente della Stati Uniti d'America sia stato tacciato di rappresentare la quintessenza dell' "anti-scienza". 

Le cellule staminali adulte sono state utilizzate per far crescere un cuore che batte, curare la cataratta e la cecità, per il trattamento di numerosi malati di cancro e sostenere gli individui con malattie autoimmuni. Ad oggi, sono oltre 1,5 milioni di persone ad essere state trattate con la terapia con cellule staminali adulte. Mentre, mai, qualcosa di buono, in nome del fantomatico progresso, è stato ottenuto con le cellule staminali embrionali.

Ma andiamo con ordine. Va chiarito, anzitutto, un aspetto: le cellule staminali non sono embrioni. E non è una puntualizzazione da poco. Si tratta di cellule dotate della capacità di trasformarsi in diversi altri tipi di cellule del corpo, attraverso un processo denominato "differenziamento cellulare". E' in virtù di tale capacità che i ricercatori medici, a lungo, hanno desiderato investire in queste cellule allo scopo di utilizzarle per sostituire o riparare tessuti danneggiati.  Il dibattito riguardo le staminali concerne la loro origine. Vale a dire: in che misura possono essere utilizzate ai fini della medicina rigenerativa?

Chi difendeva la ricerca sulle cellule staminali embrionali ha, da sempre, goduto del sostegno e della pubblicità di personaggi noti. Anche del mondo dello spettacolo. Un caso su tutti è stato Christopher Reeve - il celebre attore che ha interpretato Superman - il quale sosteneva che, "sono già stati fatti importanti progressi. Ma se ci si concentrasse solo sulle cellule staminali provenienti da adulti gli scienziati perderebbero tempo nel tentativo di farle comportare come cellulare staminali embrionali, e fallire. E avremmo perso del tempo prezioso". 

Reeve, e quelli come lui, avevano l'ambizione di sostenere la ricerca anche con fondi statali. Tutto il contrario di quello che propose Bush. Nel 2001 decise di finanziare coi soldi federali soltanto la ricerca sugli embrioni già esistenti, cioè su quelli già creati in laboratorio, ma non più utilizzabili a scopo riproduttivo. E sospese, quindi, i soldi federali destinati alla ricerca sugli embrioni creati dopo il 2001. La cosa non fu troppo ben vista. Sebbene pochi riuscirono a rendersi conto che non poteva esserci posizione più moderata: parte dei contribuenti considerava, e considera, immorale distruggere una vita. 

Allo stesso tempo, l'allora presidente Bush, annunciò anche che avrebbe raddoppiato i finanziamenti federali per la ricerca con metodi alternativi. Il suo discorso venne diffuso a livello nazionale, e rappresentò, secondo tanti esperti, il discorso sull'etica della medicina più serio mai fatto da un presidente. 

Il Dr. Charles Krauthammer, un noto medico statunitense (disabile) - che forse aveva più di altri da guadagnare sulla ricerca - scrivendo al Washington Post, affermò: "Il verdetto è chiaro: raramente un presidente così vilipeso per una posizione morale è stato così 'scagionato' ".

Aggiungendo, "non sono una persona religiosa. Non credo che l’umanità venga conferita dal concepimento. Ma non credo neanche che un embrione umano sia l’equivalente morale delle cuticole e meriti lo stesso rispetto di un’appendice".

L'occasione delle sue riflessioni fu conseguenza del cambio drastico di politica, e visioni, nel passaggio di testimone con Obama. "Il presidente americano ha visibilmente lasciato aperta la possibilità di usare embrioni umani clonati – ed embrioni derivati dallo sperma e dagli ovuli non clonati – creati solamente con lo scopo dello smembramento e uso delle singole parti.[...] Questo è molto di più di un’abdicazione morale. Si tratta di acquiescenza nei confronti della mistica della “scienza” e della sua connessa benevolenza morale".

Riflettendo sul grande dibattito sulle cellule staminali ci si è potuti soffermare sul fatto che, troppo spesso, la fama di progresso trascura la riflessione su ciò che si sta davvero facendo. 

Come ha fatto, invece, Bush nel 2001. Il presidente non si accontentò dell'approccio più banale e scontato della politica, ma, invece, chiese alla sua nazione di riflettere sulla questione e, soprattutto, sul mistero della vita umana, anche nelle sue fasi nascenti. Nel sondare la complessità del dibattito in quel modo, ricordò che c'è qualcosa di più profondo in gioco al di là delle cellule staminali: le nostre anime. 

E se uno come il dottor James Thomson, il pioniere delle cellule staminali embrionali, colui che ne ha studiato e scoperto le presunte potenzialità, ha detto, "se la ricerca sulle cellule staminali di embrioni umani non ti fa stare almeno un po' scomodo, allora vuol dire che non ci hai pensato su abbastanza", vuol dire che tra Bush e Obama uno aveva più ragione dell'altro. Vuol dire che il prossimo presidente USA dovrà scegliere quale dei due modelli seguire. E che la scienza, nel frattempo, ha dato ragione all'etica. Sebbene non ne avessimo, poi, così tanto bisogno.

Trenta anni dopo il primo raduno che volle Papa Wojtyla, ad Assisi si tornano a riunire i leader religiosi per un maxi G8 della fede. Papa Francesco è al Sacro Convento di Assisi per la Giornata di Preghiera per la pace che chiude l'evento interreligioso organizzato dalla Comunità di Sant'Egidio, dalla diocesi di Assisi e dalle Famiglie Francescane.

Cosi ad Assisi le religioni firmano un patto contro le derive fondamentaliste. Papa Francesco voleva pregare con tutti loro per il Dio della pace, per contrastare le divisioni, per frenare la xenofobia e i populismi, per dare voce a chi soffre. "Non esiste un Dio di guerra" ha twittato il pontefice prima di partire in elicottero il Vaticano e raggiungere la cittadella umbra, in occasione della cerimonia di chiusura dell'evento interreligioso 'Sete di Pace', organizzato dalla Comunità di Sant'Egidio. Non sarà una fiction, non sarà uno show. "Oggi uomini e donne di tutte le religioni saremo ad Assisi non per uno spettacolo, ma semplicemente a pregare per la pace" ha spiegato. Ad Assisi lo aspettavano centinaia di esponenti religiosi, arrivati da tutto il mondo, sciiti, sunniti, ortodossi di varie chiese, scintoisti, buddisti giapponesi, evangelici, ebrei. Solo i buddisti tibetani non ci sono, mancano all'appello, il Dalai Lama non è stato invitato per non compromettere la delicatissima trattativa in corso tra la Chiesa cattolica e la Cina. A volte su tutto prevale la realpolitik.

Lo spirito col quale il Papa è partito per Assisi è stato spiegato da Francesco stesso all'omelia della Messa celebrata prima della partenza in Casa Santa Marta. In ginocchio a pregare il Dio della pace, insieme, "oltre le divisioni delle religioni", fino a sentire la "vergogna" della guerra e senza "chiudere l'orecchio" al grido di dolore di chi soffre. "Oggi uomini e donne di tutte le religioni saremo ad Assisi non per uno spettacolo, ma semplicemente a pregare per la pace", ha detto il Papa prima di partire per la cittadina umbra secondo un tweet dell'Osservatore Romano con l'hashtag #papaasantamarta. "Ho scritto una lettera ai vescovi di tutto il mondo perché nelle diocesi si preghi con tutti gli uomini di buona volontà", ha aggiunto Francesco, sempre secondo l'Osservatore Romano

Francesco in diverse occasioni ha invocato un fronte comune al fine di arginare la terza guerra mondiale a pezzi. Un brutto conflitto esteso e alimentato non solo da fanatici islamici, ma dai mercanti di armi, da persone senza scrupoli che giocano sulla pelle degli altri seminando sangue, terrore, emigrazioni, catastrofi umanitarie. In fondo non è altro che l’ipocrisia dei Paesi più ricchi che con una mano offrono aiuti umanitari ma poi l'altra producono armamenti da vendere agli stessi gruppi fondamentalisti. Senza parlare doppio ruolo dei Paesi del Golfo, del Qatar e dell'Arabia Saudita. “Non possiamo chiudere l'orecchio al grido di dolore di questi fratelli e sorelle nostri che soffrono per la guerra".

Francesco è stato accolto dal Custode del Sacro Convento, padre Mauro Gambetti. Il Papa ha salutato e abbracciato Bartolomeo I, patriarca ecumenico di Costantinopoli; Ignatius Aphrem II, patriarca siro-ortodosso di Antiochia; Justin Welby, arcivescovo di Canterbury e Primate della Chiesa di Inghilterra; Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma; Abbas Shuman, vice presidente dell'Università Al-Azhar; il fondatore della Comunità di Sant'Egidio Andrea Riccardi. Ad accoglierlo anche alcuni rappresentanti del governo italiano: stretta di mano e scambio di qualche parola tra il Papa e il ministro della Giustizia Andrea Orlando, il ministro dell'Ambiente Gianluca Galletti e il viceministro agli Esteri Mario Giro.

Papa Francesco ha salutato i 25 rifugiati che saranno presenti al "pranzo di pace" con Bergoglio e gli altri leader religiosi. Dieci sono arrivati in Italia con i 'corridoi umanitari' di Sant'Egidio, dieci arrivano dal Cara di Castelnuovo di Porto, cinque sono assistiti dalla Caritas di Assisi. 

Il Pil mondiale crescerà del 2,9% nel 2016 e del 3,2% nel 2017. Lo afferma l'Ocse nel suo Economic Outlook di settembre, ritoccando rispettivamente al ribasso di 0,1 punti le stime rispetto all'economic outlook di giugno. Quanto alla zona euro, la crescita prevista è dell'1,5% nel 2016 e dell'1,4% nel 2017, rispettivamente 0,1 e 0,3 punti in meno rispetto alle precedenti stime di giugno.

In Italia il Pil crescerà dello 0,8% nel 2016 e 2017. Lo afferma l'Ocse nel suo Economic Outlook di settembre, ritoccando rispettivamente al ribasso di 0,2 e di 0,6 punti le stime rispetto all'economic outlook di giugno. La revisione al ribasso delle stime di crescita italiane è dovuta al fatto che le attese "su investimenti e scambi non si sono rivelati così fruttuosi come si prevedeva", dice Catherine Mann, capo economista dell'organizzazione, presentando l'ultimo economic outlook a Parigi.

"Nel caso dell'Italia dobbiamo riconoscere che c'è una vasta gamma di sfide da affrontare", ha aggiunto, sottolineando, tra l'altro, che l'Italia sarà uno dei Paesi maggiormente colpiti dalla bassa crescita della zona euro nel 2017. 

In Italia sono stati compiuti "notevoli progressi in materia di diritto del lavoro. Questo ha avuto un effetto sulla ripresa del tasso di occupazione dando vita a un nuovo slancio. L'idea era che questo slancio continuasse nel 2016 ma le nostre speranze sono andate deluse": lo dice Catherine Mann, capo economista dell'Ocse, precisando che questa situazione è dovuta, tra l'altro, alla scarsa "fiducia" e all'"incertezza politica" sugli esiti del prossimo referendum costituzionale.

Cosi pochi giorni fa l Istat : rallenta la crescita del pil in Europa: dopo l'aumento di 0,5% registrato nel primo trimestre 2016, nel secondo la crescita è stata di 0,3% nella zona euro e 0,4% nella Ue-28. Lo comunica Eurostat, che per l'Italia conferma la crescita zero già diffusa dall'Istat. Su base annuale il pil dell'Eurozona è salito di 1,6% e quello dell'Ue-28 di 1,8%, rallentando anche in questo caso sull'1,7% e 1,9% del trimestre precedente. In Italia la crescita annuale è confermata a 0,8%.

Italia, Francia e Finlandia sono gli unici Paesi europei con la crescita ferma nel secondo trimestre del 2016. Sotto la media Ue (+0,4%) anche Austria (+0,1%), Grecia e Lituania (+0,2%), mentre volano i Paesi dell'Est: Romania (+1,5%), Ungheria (+1%), Slovacchia, Polonia e Repubblica Ceca (+0,9%). Bene anche la Spagna (+0,8%), mentre rallenta anche la Germania (+0,4% dopo lo 0,7% del primo trimestre).

Cosi dopo l'Istat, arriva anche la certificazione dell'Ocse secondo cui la crescita del Pil italiano sarà dello 0,8% sia quest'anno che nel 2017. La stima è contenuta nell'Interim Economic Outlook dell'Ocse.

"La debole progressione degli scambi e le distorsioni del sistema finanziario offuscano le prospettive di crescita globale": è quanto si legge nell'economic outlook dell'Ocse presentato oggi a Parigi. "L'economia mondiale - prosegue l'organismo internazionale - dovrebbe crescere meno rapidamente rispetto al 2015, solo una leggera accelerazione è attesa nel 2017". Nelle sue stime - continua il documento - l'Ocse lancia quindi un'"allerta sul fatto che il mondo è tenuto in trappola da una crescita debole"

Per gli Stati Uniti, l'Ocse stima una crescita dell'1,4% nel 2016 e del 2,1% nel 2017, per l'Eurozona dell'1,5% e dell'1,4%, per la Germania dell'1,8% e dell'1,5%, per la Francia dell'1,3% per entrambi gli anni. Le precedenti stime per l'Italia, diffuse in giugno, erano dell'1% nel 2016 e dell'1,4% nel 2017.

 

Ore di alta tensione negli Stati Uniti alla vigilia dell’apertura dell’Assemblea generale dell’Onu. Cinque persone sono state interrogate nella notte in relazione all’attacco di sabato sera nel quartiere di Chelsea. I cinque ieri erano in auto sul ponte di Verrazano, a New York, quando sono stati fermati, intorno alle 20.45 ora locale Tutti residenti a Elizabeth New Jersey, i cinque viaggiavano su un suv nero carico di armi, e andavano da Staten Island verso Brooklyn. La polizia inoltre sta cercando un'altra persona che potrebbe, in qualche modo, essere legata alle indagini

 Il primo a preoccuparsi per un possibile imminente attacco a casa sua era stato a fine giugno il direttore della Cia John Brennan. «Sono molto preoccupato per le capacità dell'Isis e per loro determinazione ad uccidere quanta più gente possibile mettendo a segno attacchi all'estero. Non sarei sorpreso - diceva Brennan a fine giugno - se tentassero di mettere a segno un attacco di quel genere negli Stati Uniti». 

In quest'ottica i due ordigni di Manhattan e quello in New Jersey potrebbero rappresentare il primo tentativo di colpire il nemico americano dispiegando non semplici lupi solitari, ma cellule ben strutturate come a Parigi e Bruxelles. A differenza dei lupi solitari immolatisi nel corso delle precedenti azioni l'eventuale cellula entrata in azione a New York avrebbe l'indubbio vantaggio di essere ancora operativa e di rappresentare una spada di Damocle per la sicurezza della Grande Mela. Una spada di Damocle particolarmente inquietante vista la campagna per le presidenziali e l'imminente arrivo a New York delle delegazioni internazionali e dei capi di stato pronti a partecipare alla 71ma Assemblea Generale dell'Onu in corso al Palazzo di Vetro fino al 26 settembre. Un appuntamento che la presenza di una cellula terroristica a piede libero trasformerebbe in un vero incubo sicurezza.

Dietro la tentata rappresaglia si potrebbe nascondere, però, anche l' aspirazione a siglare il primo vero attacco strutturato al cuore dell'America. Fino ad oggi il Califfato non è mai riuscito a mettere a segno un'azione ben pianificata sul territorio statunitense, ma si è limitato a rivendicare le iniziative di personaggi come Rizwan Farook e e Tashfeen Malik, la coppia radicalizzata autrice nel dicembre 2015 del massacro di San Bernardino, o dell'afghano Seddique Matin responsabile, a giugno, della strage nella discoteca gay di Orlando.

E stato immediato l'intervento degli artificieri. Poco dopo, mentre il robot stava esaminando il materiale, è avvenuta l'esplosione. La Cnn riferisce che lo zaino conteneva cinque ordigni. Nessun cellulare o dispositivo di innesco a tempo è stato rinvenuto. Altre tre bombe sono poi state ritrovate sempre in New Jersey, come ha riferito l'Fbi senza specificare dove.

Bloccate le partenze di tutti i treni diretti da New York in New Jersey, compresi quelli della linea ad alta velocità dell’Amtrak, ferme alla stazione di Penn Station, a Manhattan. La stazione di Elizabeth è vicina a Staten Island e al ponte di Verrazzano. Gli inquirenti hanno individuato alcune analogie tra gli ordigni esplosi a New York e in New Jersey, ma almeno per il momento non hanno concluso vi sia un legame.

Ma sabato mattina nel New Jersey, sull'altra sponda dell'Hudson, un altro ordigno - anch'esso dentro un cassonetto - è esploso, fortunatamente senza far feriti, a poche ore dal passaggio di una corsa amatoriale. Insomma nonostante il governatore dello Stato di New York Andrew Cuomo dichiari di non vedere collegamenti con il terrorismo internazionale le analogie farebbero ipotizzare l'esistenza di un lupo solitario o di una cellula islamista decisa a replicare le gesta dei fratelli Tsarnaev. Le motivazioni non mancherebbero. Al Qaida colpendo il cuore di New York a 15 anni dall'11 settembre e a cinque dall'uccisione di Bin Laden dimostrerebbe di essere ancora viva. La più evidente motivazione di un attentato firmato dallo Stato islamico sarebbe invece la vendetta per l'eliminazione di Abu Mohammad Al Adnani, il portavoce dell'organizzazione e mandante degli attacchi in Europa, ucciso a fine agosto da un raid aereo americano in territorio siriano.

La pentola a pressione collegata ad un telefonino ritrovata a quattro isolati dal punto della 23 sima strada di New York dove un'esplosione ha ferito 29 persone, sembra un tragico «deja vu» di quanto avvenuto il 15 aprile 2013 a Boston. Quel giorno due pentole a pressione esplose durante la maratona di Boston uccisero tre persone e ne ferirono altre 260. Quel giorno per capire chi avesse «ispirato» Dzhokhar e Tamerlan Tsarnaev, i fratellini ceceni autori dell'attentato, bastò a rileggersi Inspire la rivista di Al Qaida che in un articolo del 2010 intitolato «Make a bomb in the Kitchen of your Mom» «Fatti una bomba nella cucina di mamma»spiegava come far esplodere, con l'ausilio di un telefonino, una pentola a pressione piena di polvere pirica e chiodi. Ma le analogie non si fermano qui.

Intanto la polizia di New York ha diffuso nome e foto di un uomo ricercato per l'attentato di sabato notte: si tratta di Ahmad Khan Rahami, 28 anni, afghano naturalizzato. La notizia esce dopo che l'Fbi aveva condotto un raid in un edificio di Elizabeth (New Jersey), vicino al luogo dove la notte scorsa sono stati trovati diversi ordigni esplosivi,vicino alla stazione della cittadina del New Jersey.

Rahami è "armato è pericoloso", ha detto il sindaco di New York, Bill de Blasio, esortando chiunque lo veda o abbia informazioni su di lui ad avvisare immediatamente la polizia, senza cercare di avvicinarsi. La polizia ha pubblicato sui social media un numero verde da contattare (1800755-TIPS) e tutte le emittenti americane lo stanno pubblicando. L'ultimo indirizzo noto di Rahami è l'edificio di Elizabeth dove oggi hanno fatto irruzione le forze di sicurezza.

Secondo quanto riporta il New York Post, agenti del Bureau of Alcohol, Tobacco, Firearms and Explosives hanno partecipato all'operazione ma non è ancora stato reso noto se siano stati individuati dei sospetti. Il Washington Post scrive invece che la famiglia Rahami vive e lavora in quell'edificio. E' stato il portavoce della polizia di New York, Peter Donald, ad annunciare su Twitter la svolta nelle indagini che arriva dopo che le autorità hanno fermato diverse persone in relazione all'attentato.

Ora gli inquirenti stanno cercando di determinare, scrive ancora il Post, se Rahami possa essere stato influenzato, o meno, da gruppi estremisti internazionali o del suo Paese di origine.

Ci sono delle "somiglianze" tra le bombe di New York e quelle in New Jersey, e per questo motivo "ci sarebbe un legame" tra i due fatti, secondo il governatore di New York Andrew Cuomo. Il New York Times inoltre scrive che ci sono collegamenti tra il 28enne ricercato e le cinque persone fermate a bordo di un suv sul ponte di Verrazzano, che congiunge il New Jersey con Manhattan.

Questo nuovo attacco terroristico lascia sgomenti gli americani. Mentre New York viene dilaniata da una forte esplosione che ferisce 29 persone, Saint Cloud, città di 66mila abitanti nello stato del Minnesota, fa i conti con l'ennesimo lupo solitario che all'urlo "Allahu akbar" accoltella i passanti.

I miliziani del califfo Abu Bakr al Baghdadi esaltano Dahir Adan, il giovane americano di origine somala che ha seminato il panico in un centro commerciale di saint cloud Minnesota) accoltellando "i non musulmani" al grido di "Allahu akbar".

L'Fbi ci ha tenuto a metterlo subito in chiaro. Non ci sono prove di collegamenti tra l'esplosione di New York e l'accoltellamento avvenuto in Minnesota. L'attacco al centro commerciale resta comunque un episodio allarmante perché, dopo i fatti di Orlando e San Bernardino, dimostra quanto il terrorismo islamico si stia espandendo nelle pieghe sociali dell'America. "Il profilo di Adan in apparenza non è particolare, ricorda quello di altri protagonisti di agguati firmati dall’Isis - scrive Guido Olimpio sul Coprriere della sera  - giovani senza storia che si tramutano in terroristi entrando a far parte di un piano globale, più o meno ispirato dalla casa madre"

L'aggressore non era schedato dalla polizia se non per alcune infrazioni stradali. Non era nemmeno attivo sui social network. Su Facebook aveva addirittura scritto di venire da Fargo, nel Nord Dakota, e aveva postato foto della squadra di basket dei Lakers. Lo aveva fatto per scherzare. Nei suoi post, poi, non compaiono proclami a sfondo politico o di fantismo religioso. "Non c'era alcun segno premonitore...", fanno sapere gli inquirenti.

Prima di uscire di casa, secondo la ricostruzione del Corriere della Sera, Dahir Adan avrebbe salutato i genitori dicendo che avrebbe fatto un salto al centro commerciale di Saint Claude per comprare l'iPhone. Aveva addosso la divisa da guardia privata che gli aveva dato da indossare nel lavoro part time che svolgeva fuori dal Community College. Prima che un poliziotto lo abbattesse con un colpo di pistola, ha accoltellato otto persone. 

Non li colpiva a caso, ma sceglieva "i non musulmani". Originario della Somalia, aveva 22 anni e da quindici viveva negli Stati Uniti. Nel Minnesota ci è arrivato negli anni Novanta insieme ad altri 30mila somali sulla base di un programma governativo di accoglienza. Immigrati sui cui l'islam radicale ha subito messo le mani. "Da Minneapolis e dintorni sono partiti decine di volontari unitisi al movimento qaedista degli Shebaab - spiega Guido Olimpio - dei somali nati oppure cresciuti in America ma che a un certo punto della loro esistenza hanno compiuto il viaggio a ritroso, tornando nella terra dei padri con il solo obiettivo di combattere. Diversi non solo hanno partecipato ad azioni di guerriglia, ma hanno condotto missioni da kamikaze contro il contingente internazionale".

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