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Reclutava jihadisti, un Siriano in Italia ​arrestato a Genova

Aveva reclutato diversi miliziani jihadisti da inviare a combattere con Jabat al Nusra "Partigiani del soccorso al popolo della Grande Siria", un gruppo di rivoltosi armati legato ad al Qaeda.

 

Da Genova li avrebbe mandati in Siria. Era già tutto organizzato. Ma a rompere i suoi piani è stata la procura distrettuale anti terrorismo di Genova che, anche grazie al coordinamento con la direzione centrale della polizia di prevenzione,ha fatto scattare le manette ai polsi del siriano 23 enne che ora è accusato di "associazione e arruolamento con finalità di terrorismo".

Non ci sono solo gli affiliati allo Stato islamico a operare sul suolo italiano. Anche la longa manus di al Qaeda, seppur indebolita dopo gli attacchi dell'11 settembre, cerca di allargare le proprie sfere di egemonia in Europa. L'obiettivo di entrambi è di fare proselitismo tra le comunità islamiche e arruolare nuovi combattenti da inviare a combattere in Siria e in Iraq . A differenza dei taglia gole dell'Isis, la cellula legata a Jabat al Nusra, che contava almeno altre sei persone tre sono imam di Genova, non stava programmando attacchi terroristici sul territorio italiano. La rete si estendeva in tutta la Liguria. Tanto che la polizia ha perquisito diversi luoghi di culto islamici che erano posti frequentati dal siriano e dagli altri jihadisti della cellula.

L'arresto arriva all'indomani dell'espulsione di un pakistano di 26 anni che progettava un attentato all'aeroporto di Orio al Serio. Il 26 enne, Aftab Farooq, residente in provincia di Milano è stato espulso per motivi di sicurezza dello Stato con un provvedimento del ministro dell'Interno. È stato lo stesso Alfano a rendere nota l'espulsione, ricordando che sono salite a 104 le persone espulse dal 2015 ad oggi. «Dopo una serie di indagini da parte dei carabinieri - ha detto - abbiamo accertato la sua adesione all'ideologia estremista e il suo inserimento in un circuito di utenti web dediti all'apologia dello Stato Islamico e delle sue attività terroristiche».

L'uomo, ha sottolineato ancora il ministro, aveva espresso più volte l'intenzione di andare in Siria o di partire per la Bosnia, dove si sarebbe addestrato al jihad. Inoltre l'uomo, ha aggiunto Alfano, avrebbe manifestato «in un ristretto contesto» l'intenzione di compiere un attentato in Italia una volta ottenuta la cittadinanza. E, in caso di rifiuto, di reagire con violenza, prima uccidendo diverse persone e poi suicidandosi.

Il pakistano, avrebbero accertato le indagini, proprio per trovare il modo di andare ad addestrarsi in Bosnia e raggiungere la Siria, aveva effettuato una serie di ricerche on line di materiali jihadisti e manteneva contatti con diverse persone che come lui condividevano l'ideologia estremista. «Noi siamo un paese che conosce i principi dell'accoglienza per chi fugge da guerre e persecuzioni - ha commentato Alfano - ma siamo un Paese che fa rispettare le proprie leggi e le proprie regole e chi non le rispetta o si dimostra ostile alla nostre tradizioni, lo espelliamo». 

Cosi il siriano, Mahmoud Jrad, é stato arrestato a Varese per associazione e arruolamento con finalità di terrorismo. Ha 23 anni, risiede a Varese con la famiglia. Al suo arresto si é giunti nell'ambito di un'indagine diretta dalla Procura Distrettuale Antiterrorismo di Genova e coordinata dalla Direzione Centrale della polizia di Prevenzione. Oltre all'arrestato sono sei gli indagati. Tra questi, tre imam genovesi, il fratello del giovane e altre due persone che frequentano le moschee.


Il reato ipotizzato per il siriano é partecipazione ad associazione con finalità di terrorismo anche internazionale: nel corso delle indagini é infatti emersa l'intenzione del giovane di recarsi in Siria per unirsi alle fila di Jabat al Nusra, ragione per la quale stava pianificando un imminente viaggio, circostanza che ha portato l'Autorità giudiziaria ad emettere, a fronte del «pericolo di fuga», la misura pre-cautelare del fermo. Non sono, invece, emerse evidenze in ordine a possibili progettualità violente da attuare sul territorio nazionale. Sono stati perquisiti anche altri cinque stranieri residenti a Genova, in stretti rapporti di amicizia con il siriano.

Il gruppo islamista Jabat al Nusra è stato protagonista del rapimento delle due cooperanti italiane Greta Ramelli e Vanessa Marzullo, poi liberate a gennaio del 2015. La polizia sta perquisendo anche luoghi di culto islamici tra Genova e Rapallo frequentati dal giovane e dalle persone con cui aveva stretti contatti in Liguria.

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