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Il Papa e il patriarca di Mosca Kyrill si incontreranno a Cuba il 12 febbraio, quando il Papa farà una tappa prima del viaggio in Messico. Lo annunciano congiuntamente Sante Sede e Patriarcato di Mosca, definendolo "storico incontro". I due si incontreranno all'aeroporto di Cuba e rilasceranno anche una dichiarazione comune.

L' incontro tra il Papa e il patriarca di Mosca Kyrill è stato "preparato da lungo tempo", afferma il comunicato congiunto Santa Sede-Patriarcato di Mosca, letto da padre Federico Lombardi in sala stampa vaticana. "Sono lieto - ha detto il portavoce - di poter leggere un importante comunicato, lo leggerò in quattro lingue, e ho aspettato le 12,10 perché è congiunto con il patriarcato di Mosca".

"La Santa Sede e il Patriarcato di Mosca - si legge nel comunicato congiunto, che è stato letto ai giornalisti da padre Federico Lombardi in sala stampa vaticana - hanno la gioia di annunciare che, per grazia di Dio, Sua Santità Papa Francesco e Sua Santità il Patriarca Kirill di Mosca e di tutta la Russia, si incontreranno il 12 febbraio p.v..

Il loro incontro avrà luogo a Cuba, dove il Papa farà scalo prima del suo viaggio in Messico, e dove il Patriarca sarà in visita ufficiale. Esso comprenderà un colloquio personale presso l'aeroporto internazionale José Martí dell'Avana e si concluderà con la firma di una dichiarazione comune". "Questo incontro - prosegue la nota - dei Primati della Chiesa cattolica e della Chiesa ortodossa russa, preparato da lungo tempo, sarà il primo nella storia e segnerà una tappa importante nelle relazioni tra le due Chiese.

La Santa Sede e il Patriarcato di Mosca auspicano che sia anche un segno di speranza per tutti gli uomini di buona volontà. Invitano tutti i cristiani a pregare con fervore affinché Dio benedica questo incontro, che possa produrre buoni frutti".

Intanto grande l'entusiasmo della folla che ha rallentato il passaggio del corteo che ha trasportato le spoglie di Padre Pio a Roma. Sacro entusiasmo, travolgente come quello profano sui tornanti alpini, che intralcia il passaggio dei campioni durante le grandi corse a tappe ciclistiche. Il veicolo con la teca trasparente ha percorso 500 chilometri di viaggio: è partito da San Giovanni Rotondo per rispondere all'appello di papa Francesco, che ha voluto fare del santo di Pietrelcina uno dei simboli del Giubileo della misericordia.

Migliaia in fila e un'ora e mezza di attesa per entrare nella basilica di San Lorenzo fuori le mura. Al cimitero monumentale del Verano, per il secondo giorno consecutivo, è stato un bagno di folla di fedeli che hanno aspettato il proprio turno per accedere alla chiesa. I primi sono arrivati già alle 6.30 del mattino e, durante la giornata, i pellegrini sono andati aumentando, con tempi di attesa per l'ingresso che hanno superato le 2 ore e mezza, mentre ieri sera gli accessi per rendere omaggio al santo di Pietrelcina sono proseguiti fino alle 24. Poi, poco dopo le 23,30 le reliquie di San Pio da Pietrelcina e a San Leopoldo Mandic sono state trasferite nella chiesa di San Salvatore in Lauro, adiacente a piazza Navona, dove l'attendevano oltre un migliaio di persone che l'hanno vegliate per tutta la notte. Infine domani, venerdì, saranno portate in processione fino alla basilica di San Pietro.


Un evento che ha richiamato l'attenzione non solo di romani e corregionali, ma anche di stranieri. Il piazzale antistante il cimitero monumentale del Verano si è riempito di giovani e anziani.

 

Giallo sulle cause della morte dello studente friulano Giulio Regeni al Cairo. Il cadavere è stato trovato in un fosso della periferia della capitale egiziana. Secondo quanto scrive il sito del quotidiano 'Al Watan', sul cadavere del giovane italiano vi sarebbero dei "segni di tortura". Sul corpo - secondo quanto riporta una fonte a conoscenza dei dettagli del caso all'Associated Press - ci sono bruciature.

L'annuncio è stato fatto nell'ambasciata italiana. Proprio al ministro Guidi, in un incontro riservato avuto in mattinata, il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi aveva assicurato la propria "personale attenzione" al caso di Regeni. Finora non c'è nessuna ipotesi ufficiale sulla matrice del delitto di cui è stato vittima il dottorando di Cambridge che, da settembre, abitava in un appartamento del Cairo per scrivere una tesi sull'economia egiziana presso l'American University.

A far temere il peggio erano state martedì scorso fonti del Cairo che avevano escluso l'ipotesi della scomparsa del ragazzo per un errore dei servizi di sicurezza egiziani compiuto proprio il 25 gennaio, anniversario della rivoluzione anti-Mubarak, sempre accompagnato da disordini e arresti (quest'anno peraltro meno numerosi e non segnalati nella zona del Cairo dove lo studente era sparito). Oltre alla teorica possibilità di un depistaggio, restava dunque in piedi l'ipotesi di un rapimento per estorsione: a sfondo economico, in caso di criminalità comune; o "politico", qualora fossero entrati in azione estremisti islamici (l'Isis è attivo soprattutto in una frazione settentrionale della penisola del Sinai ma gli vengono attribuite rivendicazioni di attentati al Cairo). Per non azzardare conclusioni affrettate, una fonte della sicurezza locale aveva sostenuto che la scomparsa sarebbe potuta essere legata a non meglio precisati "motivi personali".

Il direttore dell'Amministrazione generale delle indagini di Giza, il generale Khaled Shalabi, ha sostenuto che "non c'è alcun sospetto crimine dietro la morte del giovane italiano Giulio Regeni, il cui corpo è stato ritrovato sulla strada desertica Cairo-Alessandria": lo riporta il sito egiziano 'Youm7'. In dichiarazioni esclusive al sito, il generale "ha indicato che le indagini preliminari parlano di un incidente stradale e ha smentito che Regeni "sia stato raggiunto da colpi di arma da fuoco o sia stato accoltellato".

Un avvocato per la difesa dei diritti umani egiziano, Mohamed Sobhy, la notte scorsa ha riferito sulla sua pagina Facebook che il corpo di Giulio Regeni si trovava nell'obitorio di Zeinhom, nel centro del Cairo, e c'era "un'impressionante dispositivo della Sicurezza nazionale". Il ministero dell' "Interno si rifiuta di farmi vedere il corpo" e quindi "non si è sicuri della presenza di ferite sul suo corpo".

Il giornale egiziano ha riportato la notizia, riferita ad un fatto avvenuto mercoledì, del ritrovamento - oggi - del "corpo di un giovane uomo di 30 anni, totalmente nudo nella parte inferiore, con tracce di tortura e ferite su tutto il corpo", nella zona di Hazem Hassan della Città del 6 Ottobre. Proprio quell'estrema periferia della capitale egiziana dove, secondo un'altra fonte, è stato rinvenuto il cadavere di Regeni. La presenza di bruciature sul corpo di Giulio Regeni e' segnalata anche da una fonte a conoscenza dei dettagli del caso all'Associated Press.

Il quotidiano Al Watan sostiene che il cadavere appartenga a "un giovane uomo di circa 30 anni, totalmente nudo nella parte inferiore" e che abbia "tracce di tortura e ferite su tutto il corpo". Ma c'è anche la versione della polizia di Giza, che - scrive il quotidiano Youm 7 - sostiene la morte sia da attribuire a "un incidente stradale". E di chiaro in questa vicenda c'è ancora molto poco.

Questa mattina anche Mohamed Sobhi, noto attivista egiziano per i diritti civili, ha confermato la morte di Giulio. "Dopo un diverbio con la polizia mi hanno consentito di vedere solo il viso, lo stesso delle foto del giovane che mi sono state fornite dai suoi amici". Nessuna informazione sui segni che avrebbe sul corpo.

Visto il luogo del ritrovamento del cadavere è verosimile, ma siamo nel campo delle possibilità, ipotizzare anche l'esito di una rapina andata male. Scarne le informazioni sugli ultimi minuti, poco prima delle 20 di quel lunedì, in cui Regeni era sicuramente vivo, come riportato da alcune fonti: il giovane stava andando a trovare amici per un compleanno (circostanza confermata da un suo amico, Omar Aassad). Si stava spostando a piedi tra il quartiere di El Dokki, sulla sponda sinistra del Nilo, e il centro che è su quella destra, diretto dalla stazione della metropolitana di Bohoot a quella di Bab Al Louq, circa 5 km in linea d'aria più a ovest, nei pressi di piazza Tahrir. "Siamo sgomenti", ha affermato la presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, commentando l'"evento tragico, che - ha detto - abbiamo sperato con forza non avesse l'esito che ha avuto".


La giunta comunale di Fiumicello ha proclamato il lutto cittadino, di fatto già in atto, ed ha annullato la festa del patrono, San Valentino, del 14 febbraio. E' stato deciso questa mattina al termine di una riunione alla quale era presente il parroco. In paese le bandire di tutti gli edifici pubblici sono già listate a lutto.

A Giulio Regeni sarà intitolato il Centro di aggregazione giovanile di Fiumicello. Lo ha deciso pochi minuti fa la giunta comunale che sta preparando una delibera specifica. Il centro e' sorto di recente e l'amministrazione ha preferito decidere subito in merito.

L'ambasciatore egiziano Amr Mostafa Kamal Helmy, convocato oggi alla Farnesina, "ha espresso a nome del suo Paese profondo cordoglio per la morte di Regeni e - si legge in una nota - ha assicurato che l'Egitto fornirà la massima collaborazione per individuare i responsabili di questo atto criminale".

Faccia a faccia a Berlino tra il premier Matteo Renzi e la Cancelliera tedesca Angela Merkel. È iniziato poco prima delle 13 nel Kanzleramt di Berlino il bilaterale tra Matteo Renzi e Angela Merkel ed è durato più del previsto, dato che la conferenza stampa congiunta, prevista inizialmente per le 13:30, è slittata dopo le 14:30, fatto insolito per la Cancelleria federale. Un incontro che si attendeva più teso di quando il premier varcò per la prima volta la soglia del palazzo della Cancelleria, all'inizio del suo mandato. Dagli elogi di Merkel alle "impressionanti" riforme messe in cantiere e portate avanti da Renzi, si è passati allo scontro su tutti i temi più importanti dell'agenda europea: migranti, flessibilità, applicazione delle regole, sanzioni alla Russia.

Ricordando le continue stragi in mare, Merkel ha sottolineato che "sui migranti va combattuta l'illegalità, il traffico di esseri umani e trasformare tutto questo in legalità". E ha ribadito l'urgenza di un accordo con la Turchia per mettere un freno all'emergenza: "Abbiamo parlato anche della questione dei profughi e dell'accordo con la Turchia, la cui attuazione è urgente". "L'Italia è da sempre disponibile - ha replicato Renzi -. Stiamo aspettando di capire come intendere questo contributo. L'immigrazione è un problema europeo: bisogna rimuovere le cause, intervenire con un lavoro a monte". In merito al rischio di chiusura delle frontiere, ha aggiunto: "Se l'Europa perde Schengen, perde se stessa".

"E' urgente un accordo sulla Turchia", ha detto la Cancelliera. Sull'immigrazione, ha detto Renzi, "siamo pronti a fare ogni tipo sforzo in questa direzione e pronti a superare le incomprensioni che pure ci sono state".

Ma al termine dell'incontro Merkel ha definito i "colloqui veramente amichevoli". "Ci troviamo davanti a una grande sfida", ha detto la cancelliera che ha aggiunto che "viviamo in un momento di gradi sfide", ma "c'è uno spirito europeo che ci unisce, nella consapevolezza che necessitiamo dell' UE". La cancelliera ha lodato il lavoro del governo italiano e le riforme messe in campo dal premier: "Abbiamo parlato di come rafforzare la nostra collaborazione.

La Germania avrà la presidenza del G 20 e l'Italia del G 7. Abbiamo parlato della creazione di posti di lavoro, una sfida. Il premier Renzi è partito con un'agenda di riforme molto ambiziosa e il Jobs Act si muove nella direzione giusta. Il successo di queste riforme sarà un contributo importante all'Europa e all'Italia".

"Vogliamo organizzare una conferenza economica" per rafforzare la cooperazione economica bilaterale Italia-Germania, ha annunciato la cancelliera tedesca, spiegando che si parlerà di molti temi tra cui la banda larga.

"Grazie Angela - ha esordito il premier -. Sono felice del fatto che grazie agli sforzi del popolo e del governo italiani sono qui con un elenco di riforme e risultati..."Siamo in un momento delicato della storia dell'Europa - ha detto Renzi - ne avverto tutta la responsabilità. L'Italia è unita alla Germania nel dire che vogliamo più Europa, un'Europa più forte, capace di dare le risposte a tutti i problemi dall'immigrazione all'economia". Con la Germania "non siamo d'accordo su tutto, anche perché veniamo da diverse famiglie politiche. ma crediamo insieme che combattere la disoccupazione è combattere il populismo. Il nostro avversario è lo stesso". "Grazie agli sforzi del governo italiano, alla collaborazione europea e agli amici tedeschi sono qui con un elenco di riforme e risultati e non di promesse. L'Italia non è più il problema dell'Europa e ha voglia di fare la propria parte, come doveroso e come la storia del nostro Paese ci impone".

Nei primi 11 mesi 2015 l'import di prodotti tedeschi in Italia è aumentato del 7%. Non è un buon dato per il Pil ma è un segno che finalmente la ripresa in Italia c'è e si tocca con mano"... ha detto il premier Matteo Renzi in conferenza stampa con la cancelliera tedesca Angela Merkel

La Merkel ha plaudito allo sforzo italiano sulle riforme e al jobs act. "Per la prima volta siamo qui con risultati e non promesse", ha detto il premier.

Ma la stampa Tedesca attacca il Premier Italiano : "Matteo Renzi pone una sorta di questione di potere adesso, non vuol più accettare che l'Italia sia, come lui presume, esclusa dalla leadership": lo scrive la Frankfurter Allgemeine Zeitung, in un commento nel giorno della bilaterale Merkel-Renzi a Berlino, titolato "La pretesa di Roma".

"Sulla base delle riforme, pretende con auto consapevolezza un posto all''head table' della Ue - si legge -. E anche se forse Renzi dipinge quello che ha fatto in modo più brillante di quel che è, è riuscito tuttavia a realizzare ciò che i suoi predecessori non si sarebbero neppure sognati di fare". "Ed è anche giusto che la Francia, a volerla giudicare in modo morbido, sotto Hollande sta ferma: una leadership dinamica è un'altra cosa".

"Tuttavia gli attacchi a Berlino e alla cancelliera hanno qualcosa di teppistico" "halbstark" in tedesco, aggiunge l'analisi. "Renzi vede Merkel un po' in difficoltà e provoca una lite, sfruttando il presunto momento favorevole". "Questo è pensato anche per il pubblico a casa - è la conclusione - ma documenta anche l'ambizione di Renzi

Intanto a Milano la convention dei partiti euro scettici. Salvini: "Renzi e Merkel complici dei terroristi". Wilders attacca l'islam e loda la Fallaci: "È una delle giornaliste più coraggiose" intanto e stato con un elogio alla Fallaci che Geert Wilders, il leader olandese del Partito per la libertà, ha iniziato l'intervento alla conferenza stampa conclusiva della convention del gruppo euro scettico "Europa delle Nazioni e della Libertà" che ha portato a Milano da Matteo Salvini anche Marine Le Pen, Heinz-Christian Strache e Tom van Grieken .

Wilders ha spiegato che il libro La rabbia e l'orgoglio lo ha ispirato a fondare il suo partito. Partito che dopo dodici anni di battaglie è tra i più importanti dei Paesi Bassi. Salvini ha apprezzato le parole dell'alleato olandese ricordando che quell'Ambrogino d'oro fu assegnato proprio grazie a lui che, al tempo, era capogruppo della Lega a Palazzo Marino. "L'islam di oggi che interpreta alla lettera il Corano - tuona il leader della Lega Nord - è incompatibile con la libertà conquistata dai popoli occidentali". Anche per il capo del Pvv, "il vero Islam, Islam del Corano non è compatibile con la nostra libertà". Anche Wilders è convinto che l'islam possa essere una minaccia per l'Occidente intero. "Bisogna comunque distinguere l'ideologia dalla persona - si affretta a spiegare il leader olandese - tutti i musulmani che rispettano le nostre leggi mai li costringeremo a lasciare nostro paese e li tratteremo come tutti".

Durante la conferenza stampa i leader euro scettici hanno affrontato anche l'emergenza immigrazione. Salvini accusa i leader europei di regalare soldi alla Turchia e quindi ai terroristi islamici, anziché "difendere i confini". "Sono complici di chi finanzia questa invasione, che è studiata a tavolino - accusa il leader leghista - il governo sta aiutando sostanzialmente il terrorismo islamico". Da qui l'invito a Matteo Renzi a usare le navi della Marina Militare sì per salvare vite ma anche per riportare gli immigrati ai posti di partenza. L'eventuale fine di Schengen, dunque, per Salvini non porterebbe al collasso di una situazione già difficile. Per la Le Pen basterebbe fare come l'Australia. "Le soluzioni esistono e sono diverse da quelle attuate - meette in chiaro la leader del Front National - zero clandestini e nessun morto in mare".

Pero anche in Germania spesso le formazioni di estrema destra vengono accusate degli attacchi più violenti, ma la contestazione contro le politiche governative di Angela Merkel non riguardano solamente gli estremisti. Recentemente un sondaggio di Insa realizzato per la rivista Focus ha evidenziato come quasi il 40% dei tedeschi ritiene che la cancelliera - che fino a pochi mesi fa raggiungeva la massima popolarità di sempre - debba dimettersi per le scelte adottate in materia d'accoglienza.

Parallelamente i partiti di destra raccolgono sempre piu consensi proprio a causa dell'opposizione dura alle politiche governative in materia d'immigrazione: gli euro scettici e nazionalisti di Alternative für Deutschland Alternativa per la Germania, ndr hanno raggiunto il massimo storico, arrivando quasi a triplicare i consensi rispetto alle ultime elezioni politiche.

Il dissenso è alimentato dai numerosi casi di cronaca che certo non contribuiscono a distendere gli animi e a favorire l'integrazione. Dopo le violenze di Colonia, che hanno suscitato un'ondata di risentimento popolare - anche e soprattutto per il tentativo della Polizia Tedesca di minimizzare le molestie - , il Paese è stato scosso dalle notizie della chiusura di alcune piscine pubbliche  e di alcune discoteche  dopo altrettanti epsiodi di molestie imputabili a richiedenti asilo.

L'Italia ha dato il suo ok all'accordo sui tre miliardi per i profughi in Turchia nel corso della riunione degli ambasciatori dei 28 a Bruxelles. Nello sciogliere la sua riserva tuttavia, Roma "si attende che la Commissione UE usi un approccio coerente non prendendo in considerazione ai fini del calcolo del deficit l'intero dei costi sostenuti dall'Italia dall'inizio della crisi in Libia".  Si legge in una dichiarazione allegata alla decisione.
"Voglio dare torto a chi pensa che l'Europa sia in disfacimento". Il Presidente della Commissione Ue, Jean Claude Juncker, apre cosi', con un appello all'unita', il suo intervento alla Plenaria di Strasburgo, in vista del prossimo Consiglio Ue. "Gli occhi di tutti gli osservatori sono su di noi: c'e' tra loro chi pensa - afferma Juncker - che l'Unione sia sul punto di disfarsi, passando da uno psicodramma a un altro. E chi invece pensa che si possa ripartire con coraggio e senso di responsabilità. Io vorrei dare torto ai primi".
"I tre miliardi a favore della Turchia devono essere messi a disposizione. Tutti dobbiamo rispettare i nostri impegni. Anche il governo italiano, nel frattempo, s'e' detto disponibile. E' un fatto positivo che riconosco" ha detto  Juncker, parlando alla Plenaria.
Poi torna a punzecchiare l'Italia sui migranti: "Sui profughi s'è detto tutto, ma molto resta ancora da fare: non abbiamo alcun motivo per cui essere orgogliosi", ha detto, "La crisi dei migranti s'è trasformata in una crisi di solidarietà all'interno dell'Europa. Oggi ci vorrebbe un nuovo e forte impegno comune. Le accuse reciproche non portano a nulla, esiste una responsabilità comune e tutti sono chiamati a rispettare le regole. Schengen si salva applicando Schengen, in tutte le sue regole".

Ma Matteo Renzi continua sulla sua linea e nel suo discorso all'Università del Senegal a Dakar ribadisce: "Continueremo a salvare vite".

"E' giusto che la Commissione esamini i bilanci degli Stati come previsto dai Trattati. Svolgerà il suo ruolo senza seguire stupide politiche di austerità. Le flessibilità sono ampiamente sufficienti da permettere bilanci che comprendano il rispetto delle regole" ha continuato il Presidente della Commissione, Jean Claude Juncker.
Intanto Il ministro dell'Economia Italiano replica a Weber: "Abbiamo diritto alla gestione di una politica fiscale più flessibile : "Ci auguriamo - ha detto il ministro del Tesoro, Pier Carlo Padoan, parlando delle richieste italiane all'UE di flessibilità sui conti pubblici - che la risposta sull'ammissibilità delle nostre richieste sia sciolta presto per evitare di continuare ad avere un'incertezza che non aiuta la crescita".
Il consolidamento in Italia continua negli anni successivi, il deficit e il debito scendono", ha ribadito il ministro dell'Economia, "L’impostazione espansiva della politica economica nel 2016 e negli anni successivi non cambia, c’è un’agenda di riforme strutturali e di investimenti di pubblici che permette di utilizzare le clausole di flessibilità che io non ho mai considerato come indebolimento della disciplina. L’Italia chiede di utilizzare questi margini, non chiede nuova flessibilità come ho sentito dire ad autorevoli esponenti europei, ma quella già prevista e inclusa nella Legge di stabilità approvata dal Parlamento. Ci auguriamo che la risposta alla nostra richiesta sia sciolta presto dalla Commissione europea per evitare di continuare con un’incertezza che non aiuta la crescita", ha concluso.

L'Italia chiede "una gestione della politica fiscale più flessibile in base a regole che l'Europa ha stabilito, non che ci stiamo inventando" ha detto parlando con i Giornalisti,  il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, in un incontro con George Osborne all'Aspen.

"Permettetemi di sollecitare il nostro sistema bancario e finanziario ad approfittare di una UE più forte e integrata". Così il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan,come riferiscono l agenzie in un incontro con George Osborne all' Aspen. "La capital market union - ha aggiunto - è una grande opportunità per il nostro Paese e per il nostro sistema bancario per adeguarsi alla nuova dimensione europea".

"La Commissione europea negli ultimi anni ha dato massima flessibilità", ha detto il presidente dei deputati europei del Pps, Manfred Weber, "Ma ora anche i commissari socialisti, penso a Moscovici, constatano che non ci sono più ulteriori margini per maggiore flessibilità". Lo ha detto Manfred Weber, presidente dei deputati europei del Ppe, commentando la posizione italiana. "Sarebbe auspicabile da parte di tutti - aggiunge - prendere coscienza dello stato dei fatti. Juncker ieri ha inviato una lettera a Renzi per ricordagli gli obblighi europei: spero che sia arrivata a destinazione".

Un attacco non tollerato dal Pd: "Il capogruppo conservatore tedesco è il primo nemico della Commissione europea perché mette a rischio ogni giorno la tenuta con le sue dichiarazioni oltranziste, contrarie al patto di legislatura alla base della coalizione che ha dato la fiducia Juncker", ha detto il capogruppo del Pd Patrizia Toia, "Weber gioca allo sfascio e ora ha anche la pretesa di conoscere il parare della Commissione europea, su cui la stessa cancelliera Angela Merkel ha detto di non poter parlare, e perfino del commissario socialista francese Pierre Moscovici".

E da Parigi arriva l'ennesima stoccata al governo italiano: il ministro degli Esteri francese Laurent Fabius, infatti, si dice convinto che l'Italia sia in grado di gestire il fenomeno migratorio, ma avverte dei rischi di infiltrazioni jihadiste che restano alte. "Bisogna contrastare il fenomeno dei passaporti falsi, come abbiamo visto negli attentati di Parigi", ha detto Fabius, ricordando che la Francia ha già proposto una task force europea contro i passaporti falsi. "L’Italia ha dovuto affrontare un anno difficile con l’arrivo di molti rifugiati e la situazione rischia di peggiorare con il peggioramento della crisi in Libia", ha aggiunto.

 

 

 

La Nato esprime preoccupazione. Gli Stati Uniti sono stati chiarissimi: "Assad deve andare via". Sulla questione è intervenuto il ministro Gentiloni: "Spero che le notizie sulla presenza russa siano meno gravi di quanto appaiono": se Mosca "avesse l'illusione di risolvere mano armata la situazione sarebbe una complicazione del quadro, uno sviluppo negativo".

"Sono preoccupato dalle notizie di un'aumentata presentata militare russa in Siria, che non contribuirà a risolvere il conflitto. Ora è importante sostenere tutti gli sforzi per trovare una soluzione politica al conflitto, e noi sosteniamo moltissimo gli sforzi delle Nazioni Unite", ha dichiarato il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, rispondendo - secondo la trascrizione diffusa oggi dall'Alleanza - ad una domanda durante un incontro stampa ieri dopo un meeting con il primo ministro cecoslovacco a Praga.

"Gli specialisti militari russi si trovano in Siria per addestrare i soldati di Damasco nell'uso delle attrezzature belliche arrivate dalla Russia e non partecipano al conflitto", ha assicurato il Cremlino. E anche un responsabile militare di Hezbollah e reclutatore a Beirut di miliziani sciiti che combattono al fianco delle truppe di Damasco ha detto che "sono solo 'esperti' militari quelli inviati da Russia e Iran in Siria".

Mosca sta inviando armi a Damasco "contro la minaccia terroristica, che ha raggiunto una dimensione senza precedenti in Siria e nel vicino Iraq": lo ha detto Maria Zakharova, portavoce del ministero degli esteri russo, che aveva già confermato l'assistenza militare russa ad Assad. "Se saranno richieste misure aggiuntive da parte nostra per aumentare il sostegno alla lotta anti terrorismo daremo un'adeguata valutazione alla questione ma in ogni caso sulla base del diritto internazionale e della legislazione russa", ha aggiunto. L'Iran ha soddisfatto tutte le richieste di Mosca e aperto il suo spazio aereo forniture umanitarie a Damasco: lo rende noto l'ambasciata russa a Teheran, citata da Ria Novosti. "Sono state inviate diverse richieste e la parte iraniana le ha approvate tutte", ha detto l'addetto stampa: l'autorizzazione "riguarda solo la fornitura di aiuti umanitari".
In Siria "ci sono soldati russi" e "ci sono da molti anni", ha detto il ministro degli Esteri di Mosca, Serghiei Lavrov. La Russia continuera' ad aiutare Damasco "a equipaggiare l'esercito siriano con tutto cio' che e' necessario per non permettere" un altro "scenario libico" o che si ripetano "altri tristi avvenimenti che hanno avuto luogo in questa regione", ha fatto sapere il ministro degli Esteri russo Serghiei Lavrov. Il ministro ha ribadito in una telefonata con il segretario di Stato Usa John Kerry la "necessita' di respingere in modo congiunto i gruppi terroristici". Ma la posizione degli Stati Uniti è chiara: "La crisi dei rifugiati è conseguenza delle condizioni orrende in Siria. Quello che serve è una soluzione diplomatica. E Assad deve andare via", ha ribadito la Casa Bianca.

Il ministro della Difesa di Israele ha dichiarato che le truppe russe sono già in Siria per aiutare il regime di Assad a combattere l'Isis.

Non c'e' nessun embargo che vieta di fornire armi alla Siria e quindi non ci sono ostacoli alla cooperazione tecnico-militare tra Mosca e Damasco, ha detto la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova.

La Germania ha poi messo in guardia Francia, Gran Bretagna e Russia dagli attacchi in Siria: "Non può essere che adesso partner importanti, di cui abbiamo bisogno, giochino la carta militare", ha detto il ministro degli Esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier, esprimendo costernazione per la notizia che Mosca consegnerà più materiale militare alla Siria. L'accordo con l'Iran sul nucleare e la nuova iniziativa dell'Onu, ha detto, "sono il punto di partenza per una soluzione politica del conflitto in Siria".Intanto :

Il capo della diplomazia russo ha spiegato che i militari sono presenti in Siria già da molti anni e che il Cremlino continuerà ad aiutare Damasco, per prevenire che in Siria si verifichi uno scenario simile alla Libia. Se necessario, ha aggiunto, Mosca adotterà misure aggiuntive, ma nel rispetto del diritto internazionale. Le parole del ministro, però, non sembrano tranquillizzare gli Usa, preoccupati per l'intensificarsi dei voli, tanto che Washington ha fatto pressione su la Grecia e la Bulgaria, affinché negassero alla Russia l'autorizzazione a utilizzare il loro spazio aereo.

Per Lavrov le dichiarazioni degli Stati Uniti che riguardano il supporto della Russia al presidente siriano Bashar Assad rafforzano lo Stato Islamico  e la logica che sta dietro di esse rappresentano un grande errore: "Il segretario di Stato Usa John Kerry ha anche proposto una strana suggestione" e cioè che "il sostegno di Bashar Assad nella lotta contro il terrorismo" finisce "solo per rafforzare le posizioni dell'Is", perché gli sponsor dello Stato islamico risponderanno alla presa di posizione Usa "fornendo all'organizzazione più armi, soldi e tutto il necessario per portare a termine i propri piani sinistri". Questa logica che sta dietro alla posizione statunitense "è un altro tentativo di aiutare coloro che utilizzano i terroristi nella lotta contro i regimi indesiderati. E credo sia un grosso errore", ha detto Lavrov.

In precedenza il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, aveva chiarito che gli specialisti militari russi si trovano in Siria per addestrare i soldati siriani nell'uso delle attrezzature belliche arrivate dalla Russia e non partecipano al conflitto. Ma la stampa russa ha riferito che Mosca sta fornendo al governo di Assad armi leggere, lanciagranate, ma anche mezzi blindati di ultima generazione BTR-82A e camion militari Kamaz.

Intanto Ucraina ha chiuso il proprio spazio aereo ai velivoli russi diretti in Siria. Lo ha annunciato il premier ucraino Arseny Yatsenyuk in un incontro a Bratislava con il suo omologo slovacco Robert Fico. Il primo ministro ucraino ha incaricato il servizio del traffico aereo ucraino di rafforzare il controllo sugli aerei russi che volano verso la Siria. "Questa mattina ho dato l ordine di rafforzare il controllo insieme con Euro control  per il transito di eventuali aerei russi verso la Siria. Lo spazio aereo ucraino è chiuso mentre quello sopra le acque neutrali deve essere controllato in modo speciale", ha detto il primo ministro in una conferenza stampa a Bratislava.

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