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Eleonora Bianchini ed Emilia Zamuner: nuove voci femminili dalle scuderie jazz

Guardarsi attorno, a livello di dischi, non guasta mai. Perchè se lo si facesse più spesso i non jazzofili scoprirebbero delle proposte da parte di etichette indipendenti di area jazz dalle quali trarre interessanti spunti d'ascolto.
Prendiamo l'ultimo album di Eleonora Bianchini, edito da Filibusta Records. Titolo: Surya che nella mitologia indiana sta per Dio del Sole. La vocalist infatti insegue una propria idea di luce nelle 11 composizioni che firma o cofirma, un'idea che valga a illuminarne il percorso compositivo e canoro, una guida, insomma, i cui raggi d'intuizione vadano "oltre gli occhi, oltre la mente". 
Con lei a fianco ci sono Marco Siniscalco al basso e Alessandro Marzi alla batteria oltre ad ospiti quali il pianista Enrico Zanisi, il chitarrista Franco Ventura, Neney Santos alle percussioni e Marcello Sirignano agli arrangiamenti.
Senza entrare in una descrizione brano per brano, si può tentare di sintetizzare quello che pare essere il senso della proposta della Bianchini. In un'Italia canora tuttora sommersa da tormentoni pop, (new)melodismo, esotismi d'accatto e revival di clichè, la sua è una boccata d'aria fresca. Fiat lux. Si avverte che il suo canto è intriso di jazz anche se tale influsso non è prevalente, essendo semmai portante una sottostante dinamicitá latina che ben si sposa con l'insieme, e delle linee di canto fluide e discorsive, che a volte tramutano le canzoni in songs, quasi a sottolineare la coté internazionale di alcune delle sue musiche. I testi spaziano dal minimale alla venatura intimamente poetica. Nel complesso il lavoro risulta di pregevole fattura.


****
Altra voce dalle scuderie jazz è quella di Emma Zamuner del gruppo Convergenze Parallele, in uscita, per i tipi di Dodicilune, con l'album Chi Tene 'O Mare, dunque alle prese con un florilegio di brani di Pino Daniele. Che non è patrimonio dei soli napoletani ma lo è dell'umanitá sonora del mondo. Jazz compreso, basti ricordare la sua Sicily eseguita da Chick Corea (e che delizia riascoltarlo in portoghese!). Il disco va letto in questa chiave ripropositiva. È in questa veste che infatti ce lo riconsegna il quartetto in cui figurano anche Paolo Zamuner al piano, Lorenzo Scipioni al contrabbasso e Michele Sperandio alla batteria. 
Convergenze parallele è ossimoro/paradosso che risale a Moro ed al compromesso storico. Tranquilli. Nulla a che fare con il Tribute dei nostri eroi all'Autore di Napule è.
La musica di Daniele è fatta di testo e note che possono procedere in autonomia come due rette parallele. Lo slang, sempre poeticamente coeso e coerente che però si incontra, ecco il miracolo! con una musica che annovera vari addentellati che la portano fuori dal recinto del cantare partenopeo. 
Pino Daniele in jazz, potrebbe sembrar operazione semplice visto quanto blues sussiste giá di suo nel cantautore, e la collaborazione con Eric Clapton nel 2011 ne è sigillo. In realtá accostarsi ad un Mito non è mai agevole, eppure la Zamuner ne ha femminilizzato l'approccio vocale e, grazie al sapiente lavorio dei partners, ha scavato in profonditá in Chi Tene 'O Mare, in intensitá in Alleria, debordando nella malinconia di Sulo Pe Parlá sorretta solo dal bandoneon dell'ospite Pablo Corradini. 
Un figurone anche per il sassofonista Domenico Vellucci in Quanno chiove, con un assolo dal fraseggio terso e composto, in tema col richiamo alla napoletanitá (di cui parla la pianista Elisabetta Serio nelle note di copertina) e nello stesso tempo di afflato jazz. Ancra. Anima è interpretata dalla nuda voce, priva di accompagnamento. Un posto ci sará per questa solitudine, cantava Pino. E un posto c'è e ci sará su questa terra per le sue canzoni. E forse, lassù, magari, c'è anche un pezzo del suo mare.

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