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Hong Hu Ada in eclusiva a Il Corriere del Sud

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Una carriera in ascesa, bastino le collaborazione con maestri del cinema come Pupi Avati, Nanni Moretti o Emiliano Ferrera per credere. Prima il mentore però,  Abel Ferara “Lui è un genio assoluto, anche se è una perrsona complicata e difficile con cui lavorare.

Hong Hu Ada giovanissima, bellissima e con un curriculum che metterebbe in imbarazzo anche i più grandi: lineamenti orientali che raccontano delle sue doppie origini, italiane quanto nipponiche, madrelingua inglese ma cresciuta negli States, a Miami. Hong Hu Ada ha ricostruito il suo percorso professionale, dai primi passi sui palchi americani fino all’esperienza a cavallo tra grande e piccolo schermo, attrice in Squadra Antimafia 8 e voce in L’era Glaciale. Nel mentre la musica incisa nello storico studio di registrazione di Abbey Road e la carriera cinematografica diretta dal maestro e mentore Abel Ferrara, con uno sguardo rivolto in avanti verso l’International Tour Film Fest di Civitavecchia che la vedrà madrina dal 28 settembre fino al 1 ottobre: un progetto di respiro internazionale che preme sul meltin pot che la stessa attrice rappresenta. Italia culla di insegnamenti cinematografici, come quelli del vecchio Sergio Leone rivolti ad un giovanissimo Cameron.

Abel Ferara “Lui è un genio assoluto, anche se è una persona complicata e difficile con cui lavorare.

Maestro della creatività e del modo di fare cinema – commenta iniziando la sua intervista al Corriere del Sud l’attrice italo giapponese –  Fa onore all’Italia: è americano, vincitore di un Oscar, ed innamorato dell’Italia. ‘La vita di Pasolini’ e ‘Maria Maddalena’ sono entrambi girati in Italia. Abel è stato il primo che ha creduto in me e mi ha dato la possibilità di essere sul set con quattro premi oscar. Mi ha dato una possibilità importantissima e l’ha fatto per tre volte, Io a questo signore devo tutto”.

Attrice completa, cantante e doppiatrice, artista a tutto tondo. Ecco Hong-Hu Ada, la nuova promessa del cinema internazionale, coprotagonista di Squadra Antimafia 8 e non solo voce della tigre Shira nel capolavoro d’animazione della 20 Century Fox L’Era Glaciale 4 e nell’ultimo capitolo della saga,  L’Era Glaciale 5in  rotta di collisione, nelle sale italiane già il prossimo 25 agosto, ma anche interprete di tutta la colonna sonora.

“In Italia c’è una distinzione tra attrice, cantante, cantautrice e doppiatrice. Io vengo dall’America e lì questa distinzione non c’è”, racconta a Il Corriere del Sud Hong-Hu Ada, prodotto nuovo nel mercato italiano. Negli States infatti è normale recitare e cantare e quindi unire e fondere due anelli della stessa collana, ne sono esempi Jennifer Lopez, Will Smith o Jamie Fox piuttosto che Kevin Costner. Gli Stati Uniti, spiega la stessa Hong Hu, vedono l’artista in quanto tale e dunque a 360°, “la distinzione picchia la creatività. Non ci sono barriere, non c’è una distinzione e non facciamo le differenze tipicamente italiane: copione, sceneggiatura e pentagramma sono la stessa cosa”.

Civitavecchia sarà teatro di uno spettacolo pirotecnico di ospiti stranieri ed italiani, vedi Paolo Genovese presente all’apertura della manifestazione. Ha recitato nella pellicola “The kay and the answer” per la regia di Silvio Alfonso Nacucchi, un fantasy andato in Gran Bretagna, mentre sta per uscire il suo nuovo disco, il settimo della sua carriera, “The door of desires”.

Ma quanto è stato importante nel corso della carriera il suo multiculturalismo? “Mi ha aiutato molto, le mie capacità su più fronti hanno scatenato curiosità ed interesse nelle persone”. Caratteristiche che oggi fanno di Hong Hu uno dei fiori all’occhiello del panorama cinematografico italiano, già promessa madrina del Festival del Cinema di Civitavecchia, l’attrice italo giapponese ha potuto nel corso del suo percorso fare forte affidamento su un pista che lei stessa ha definito dorato. Ne è l’esempio il suo ruolo nell’Era Glaciale: scritturata dalla Fox per il colossal d’animazione al momento della scelta è seconda solo a Jennifer Lopez nella scelta della doppiatrice in lingua originale, così Hong-Hu è diventata la voce italiana della tigre Shira che nel prossimo episodio sarà unica protagonista del film. Ruolo da protagonista che ha fatturato di miliardi di dollari per l’azienda americana.

Tante collaborazioni per arrivare poi all’impegno più importante di questi ultimi mesi, Squadra Antimafia.

La guida della serie è affidata a Renato Di Maria: regista italiano dal taglio molto internazionale, confessa la ‘Lara Croft’ della fiction. Recitazione asciutta, naturale e spontanea, tipico degli States. Un distacco tra Italia e America capace di non avvertirsi nel cast di un programma televisivo tra i più seguiti in Italia.

Ma cosa manca al piccolo schermo italiano per mettersi allo stesso livello di quello americano? “E’ complicato da spiegare. In Italia manca la mentalità, bisogna apprezzare di più i talenti,  bisogna riconoscerli.  Ci sono tantissimi bravi attori che sono poco valorizzati. Questo il primo step. Poi il modo di girare sarebbe da rivedere, più spazio a storie che non siano soltanto delle commedie spicciole ma che abbino un senso del racconto vero come ad esempio ‘Il Trono di spade’ o ‘Miami vice’. Prodotti internazionali che vanno in tutto il mondo,  il set del racconto ed una mentalità che deve cambiare. La valorizzazione dei talenti e stop alle raccomandazioni che picchiano il talento. L’Italia è la patria del cinema mondiale, vedi Fellini, De Sica e Visconti. Oggi il mondo ci invia la storia, oggi ci siamo però un po’ persi. Occorre che si torni a quegli anni, alle Notti di Cabiria o al Gattopardo”.

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