Login to your account

Username *
Password *
Remember Me

Create an account

Fields marked with an asterisk (*) are required.
Name *
Username *
Password *
Verify password *
Email *
Verify email *
Captcha *
Reload Captcha
Sabato, 27 Aprile 2024

Convegno Nazionale per la…

Apr 23, 2024 Hits:260 Crotone

L'Associazione "Pass…

Apr 05, 2024 Hits:735 Crotone

Ritorna Calabria Movie Fi…

Apr 03, 2024 Hits:777 Crotone

La serie evento internazi…

Mar 27, 2024 Hits:908 Crotone

L'I.C. Papanice investe i…

Mar 01, 2024 Hits:1486 Crotone

Presentato il Premio Nazi…

Feb 21, 2024 Hits:1599 Crotone

Prosegue la formazione BL…

Feb 20, 2024 Hits:1417 Crotone

Si firmerà a Crotone il M…

Feb 14, 2024 Hits:1584 Crotone

Palermo sarà la Capitale italiana della Cultura 2018. Lo ha annunciato il ministro Dario Franceschini presso il Salone del Consiglio Nazionale del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, leggendo la decisone della Commissione giudicatrice, che ha deciso all’unanimità.

La nostra città era arrivata in finale insieme ad Alghero, Aquileia, Comacchio, Ercolano, Montebelluna, Recanati, Settimo Torinese, Trento e l'Unione dei Comuni Elimo Ericini. Alla proclamazione ufficiale erano presenti il sindaco Leoluca Orlando e l’assessore alla Cultura, Andrea Cusumano. Questo titolo segue quello della proclamazione di Palermo a Capitale italiana dei giovani 2017.

“Questo riconoscimento – ha detto il sindaco Leoluca Orlando - conferma lo straordinario momento di rinascita della nostra città e il suo essere divenuta capitale del dialogo e dell’arricchimento tra le culture, che è la base di una Cultura che guarda al futuro. Dopo il riconoscimento di Capitale italiana dei Giovani e dopo l’attribuzione a Palermo di “Manifesta”, la biennale di arte contemporanea che la nostra città ospiterà l’anno prossimo, arriva quindi un nuovo importante strumento per confermare il rinnovato ruolo di Palermo nello scenario nazionale e internazionale."

"Oggi - ha proseguito Orlando - porgo il mio sentito ringraziamento innanzitutto al Ministro e alla struttura del ministero che con l’istituzione di questo premio hanno mostrato grande sensibilità e lungimiranza, riconoscendo la valenza fondamentale che la cultura gioca per lo sviluppo e la coesione delle nostre comunità.

Un sentito ringraziamento ancora ai colleghi sindaci di tutte le città candidate, con i quali abbiamo condiviso e continuiamo a condividere il sogno e la speranza che la cultura torni ad essere il motore del nostro Paese. Lavoreremo insieme in questa direzione.

Ovviamente, infine, un ringraziamento, ma anche un “rimbocchiamoci le maniche” a tutta coloro, funzionari del Comune di Palermo, esperti e appassionati amanti della cultura, istituzioni ed enti culturali che hanno fatto squadra per questo progetto e che da ora in avanti vivranno una avvincente scommessa"

Il 2018 sarà dunque un nuovo importante e prestigioso anno per la nostra città che ospiterà, tra l’altro, "MANIFESTA12", una fra le principale biennali di arte contemporanea su scala mondiale.

Fra le attività previste per il prossimo anno spiccano la realizzazione di una piattaforma telematica “cultura e tempo libero” all’interno del programma PON Metro, con l'obiettivo di:

- realizzare un Portale del Territorio sul patrimonio artistico e monumentale, il patrimonio naturalistico e ambientale, le tradizioni e i prodotti eno-gastronomici, le tradizioni culturali, la cultura in genere, le strutture ricettive e di ristoro, gli eventi culturali e ricreativi;

- mettere a sistema delle risorse culturali riguardanti orari e modalità di accesso a teatri, monumenti, strutture sportive, biblioteche, etc.

- condividere l’accesso al patrimonio librario dell’intera area metropolitana attraverso la realizzazione di un portale unico di prenotazione e di consultazione in grado di mettere a sistema non solo le strutture comunali ma anche quelle scolastiche e universitarie;

- realizzare un sistema di prenotazione dei servizi turistici, in grado non solo di proporre soluzioni tradizionali (trasporto, vitto, alloggio e itinerario) ma anche di valorizzare i prodotti del territorio diventando un vero e proprio portale di marketing territoriale.

La riorganizzazione funzionale degli spazi culturali

Si tratta di riorganizzare la gestione e fruizione degli spazi, secondo il criterio dei "Poli"

1. Polo Teatrale cittadino (che comprende fra gli altri il Montevergini, il Garibaldi, la Sala De Seta, lo Spasimo)

2. Polo Espositivo (GAM, Palazzo Ziino, ZAC, Ecomuseo del Mare)

3. Polo Archivistico-Bibliotecario (Biblioteca Comunale, Archivio Storico,

Da qualche mese è in distribuzione l'ultimo numero della rivista bimestrale  “Cristianità” (n. 382, Ottobre-Novembre 2016). L'organo ufficiale di Alleanza Cattolica si apre con un editoriale del reggente nazionale Marco Invernizzi che commenta l'inattesa vittoria di Donald John Trump. Invernizzi, apre con una celebre frase del venerabile Pio XII:“E' tutto un mondo che occorre rifare dalle fondamenta”. Per certi versi, con la vittoria di Trump alle elezioni presidenziali statunitensi, secondo Invernizzi,“si apre una stagione politica inedita, che potrebbe essere piena di sorprese”. Anche se questa elezione non deve scatenare troppe illusioni, non basta una vittoria elettorale per salvare il nostro mondo occidentale, che è ormai in via di estinzione. Comunque sia, qualche speranza per una nuova civiltà esiste. Pertanto,“è corretto pensare che questa elezione avrà possibili e importanti conseguenze, quanto meno per rallentare nei popoli di tutto il mondo quel processo di disgregazione del corpo sociale e di allontanamento dai principi del diritto naturale che la vittoria di Hillary Clinton avrebbe certamente favorito”. E le previsioni di Invernizzi, sembrano diventare realtà, dopo la prima settimana di governo Trump, di sorprese ce ne sono state tante.

 Il nuovo presidente americano, in un attimo, ha eliminato“le sezioni più ideologiche” del governo Barack Obama, firmando un decreto che toglie i finanziamenti federali alle lobby internazionali che praticano o promuovano l'aborto. Altra misura significativa, ha eliminato dal sito della Casa Bianca, la sezione che riguarda i cosiddetti diritti dei movimenti LGBT. Pertanto, può scrivere Marco Respinti, esperto di politica americana:“Oggi, il presidente Donald J. Trump torna finalmente a negare quei denari insanguinati”. Queste misure erano state reintrodotte da Obama, all'inizio del suo mandato, che “[...] dietro la carità pelosa della “sanità per tutti”, ha spinto al massimo l’imposizione del “controllo delle nascite” (contraccezione, aborto e sterilizzazione) dichiarando guerra alle coscienze e alla libertà religiosa, oltre ad avere reso i cittadini più dipendenti dallo Stato e più poveri per effetto della levitazione enorme dei costi assicurativi. L’ordine esecutivo di Trump (sostanzialmente un decreto-legge) non ha il potere di cancellare la riforma obamiana, giacché l’attività legislativa spetta al Congresso, ma, nei termini consentiti dalla legge ovvero sfruttandone anfratti, clausole e falle, rivendica il diritto di spuntarne quanto più possibile l’arma sinora più acuminata: l’obbligatorietà. Un buon inizio”.(Marco Respinti, Principi non negoziabili fra le priorità di Trump, 25.1.17, LaNuovaBQ.it)

Infine da segnalare la significativa partecipazione del vice presidente degli Usa, Mike Pence alla 44a Marcia nazionale per la Vita che si è svolta a Washington, la madre di tutte le marce per la vita e per certi versi di tutti Family Day. Era la prima volta nella storia, che sul palco dei pochi e selezionatissimi oratori, saliva un rappresentante dei vertici delle istituzioni statunitensi, ma inoltre possiamo scrivere che è salita “la Casa Bianca”.

Certo dopo questi primi provvedimenti,“il mondo non è diventato migliore e sarebbe da stolti pensare che automaticamente possa migliorare soltanto per un'elezione politica, per quanto forse la più importante del mondo”.

Perchè il mondo diventi migliore, dipende da noi, in particolare da “quei gruppi, quei movimenti e quelle associazioni, presenti pure negli Stati Uniti d'America, capaci di leggere la storia e i segni dei tempi, per cercare quindi di orientarla”. Invernizzi, è chiaro, “La loro azione sarà importante per cogliere l'opportunità di questa incredibile sconfitta dei potenti, per trasformarla in un cambiamento  culturale e non solo degli assetti del potere. Altrimenti sarà soltanto un tempo guadagnato, un rallentamento del processo che conduce alla morte del nostro mondo occidentale”.

Sostanzialmente bisogna ricominciare da quei 60 milioni di persone che hanno votato Trump, un popolo semplice, ma autentico, che non si è lasciato suggestionare dai “poteri forti”, dai media di quasi tutto il mondo, dai politici progressisti, dagli intellettuali più famosi, dall'intero mondo dello spettacolo, che erano schierati con Hillary Diane Rodham.

Per quanto riguarda il nostro Paese, anche da noi ci sono segni di risveglio, il No al referendum del 4 dicembre scorso, è un buon segnale. Adesso si spera che si ripeta il distacco fra il “Paese dei media” e il “Paese reale”, come si è manifestato negli Usa, con Trump.

Invernizzi accenna alla Lettera apostolica di fine del Giubileo,“Misericordia et misera”, di papa Francesco. La lettera auspica una “conversione pastorale”, che metta al centro il sacramento della confessione. Mentre i “media hanno ridotto questo documento all'estensione a tutti i sacerdoti della facoltà di assolvere dal grave delitto dell'aborto, concessa in via straordinaria nel corso dell'Anno Santo[...]”. Peraltro questa è la solita tecnica del giornalismo italiano che “intossica” le notizie, che concentra l'attenzione su un solo aspetto di un messaggio facendo dimenticare il resto. Una tecnica che è stata usata anche per questo testo del Magistero.

Infine Invernizzi sottolinea l'impegno costante del Santo Padre Francesco, per far “uscire” la Chiesa dalle sacrestie e fargli assumere un atteggiamento missionario. Chiunque può constatarlo, basta che si liberi dei pregiudizi. “E non dovrebbe neppure essere difficile vedere la necessità di questa 'conversione pastorale' guardando le chiese vuote”. Occorre riprendere un atteggiamento missionario, di tutti, clero e laici, “tutti 'missionari' nei luoghi dove vivono e lavorano”. Insiste Invernizzi, a proposito di Papa Francesco, rivolgendosi a quelli che con troppa facilità si ostinano a criticarlo in pubblico e in privato:“potrà non piacere il suo stile, potranno apparire stonate o poco prudenti certe affermazioni, ma la via della nuova evangelizzazione che egli ci invita a seguire è quella dei suoi predecessori, dal venerabile Pio XII (1939-1958) al Papa emerito Benedetto XVI (2005-2013), ciascuno con le proprie caratteristiche”.

Il numero della rivista Cristianità continua con una accurata riflessione sul pontificato di Benedetto XVI, alla luce della recente intervista di Peter Seewald, “Ultime conversazioni”, ma anche alle opere di Roberto Regoli e di Elio Guerriero, che aiutano a comprendere meglio la figura di Joseph Ratzinger.

Segue una riflessione veloce sull'aspetto della cortesia, di Stefano Chiappalone, in merito a “quell'estetica del comportamento che parte da cose minime, quali salutare e ringraziare”, un comportamento più volte evocato da Papa Francesco.

Chiara Mantovani, affronta il tema sulla procreazione medicalmente assistita (PMA), “La barbarie arriva in aereo”. Per quanto riguarda il Magistero episcopale, la rivista pubblica un interessante Allocuzione di S. Em. Il cardinale Robert Sarah, prefetto della Congregazione per il Culto divino e la Disciplina dei Sacramenti, letta in occasione di un convegno su sacra Liturgia, tenuto a Londra. Il titolo: “Verso un'autentica attuazione di 'Sacrosanctum Concilium”. Il cardinale qui affronta quei temi specifici delle celebrazioni liturgiche, criticando per esempio certe improvvisazioni dei celebranti che si lasciano andare a “messe-fai-da-te”. In pratica il cardinale lamenta che ancora oggi il Sacrosanctum Concilium,  la Costituzione sulla Sacra Liturgia, del Vaticano II, non è stata attuata. La relazione è importante, e merita una presentazione più completa.

L'ultimo intervento è del cardinale Mauro Piacenza, presidente internazionale della Fondazione di diritto pontificio Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS), il tema affrontato è quello della “Libertà religiosa: un obiettivo e un impegno comune”.

La libertà religiosa è la “madre” di tutte le libertà umane. I due pilastri irrinunciabili per l'autentico esercizio della libertà religiosa, sono la ragione e la verità, che dovrebbero essere anche delle moderne democrazie, che certamente non possono fondarsi  sul relativismo.

Seguono le consuete presentazioni di libri della rivista. In questo numero, vengono focalizzati i libri di Gonzague de Reynold, “La Casa Europa” pubblicato da D'Ettoris e “Alle origini della bellezza”, di Stefano Chiappalone, pubblicato da Cantagalli. Infine “L'Oblato”, di Joris-Karl Huysman, D'Ettoris.

 

Era partito per aiutare un alpinista in difficoltà nella zona di Campo Felice l'elicottero del 118 che si è schiantato nella mattinata di oggi, dopo avere lanciato un segnale di crash mentre era impegnato nella missione di soccorso.

L' elicottero del 118 è precipitato nell'aquilano, tra il capoluogo e Campo Felice. Sono sei le persone a bordo dell'elicottero precipitato dopo aver prelevato uno sciatore rimasto ferito sulla pista. Il velivolo, spiegano fonti dei soccorritori, volava in una zona con una fitta coltre di nebbia e nuvole basse. Si è sentito uno schianto ed ora si sta cercando di localizzare l'elicottero, ma le operazioni sono rese difficili dalle condizioni meteo avverse.

L'elicottero sarebbe caduto in fase di recupero di un ferito su un campo da sci a Campo Felice. A bordo sei persone. L'elicottero sarebbe precipitato da un'altezza di 600 metri. L'elicottero del 118 - un Aw 139 - sarebbe scomparso dai radar in provincia de L'Aquila. Secondo le prime informazioni, il velivolo avrebbe lanciato il segnale di crash mentre si trovava in località Casamaina, nel comune di Lucoli, nei pressi della piana di Campo Felice. Alcuni testimoni dicono di aver sentito un boato. 

L'elicottero è stato avvistato in località Vecchia Miniera, ad alcuni chilometri da Campo Felice. Lo dicono fonti sanitarie, che non si pronunciano sullo stato di salute dell'equipaggio. 

Era un normale volo di soccorso. Il velivolo non era infatti impegnato né per l'emergenza maltempo né per quella relativa al terremoto. Non faceva inoltre parte degli elicotteri che in questi giorni sono impegnati sulla valanga che ha travolto l'hotel Rigopiano.

Secondo quanto si è appreso a Rocca di Cambio che è il paese sede della stazione sciistica Campo Felice delle squadre di soccorso sarebbero partite ma per la nebbia ancora non sarebbero riuscite a localizzare il velivolo.

La Asl dell'Aquila ha diffuso una nota ufficiale: " Un elicottero del 118 è caduto attorno alle 12.00 di oggi nei pressi di Campo Felice (AQ): a bordo c’erano 5 membri dell’equipaggio e una persona a cui era stato prestato soccorso. L’incidente, secondo le prime informazioni, sarebbe avvenuto nel tragitto di ritorno verso l’ospedale di L’Aquila, dopo che il velivolo aveva preso a bordo la persona soccorsa a Campo Felice. Al momento non si hanno altre notizie.  Il Manager della Asl, con l’assessore regionale Silvio Paolucci e il direttore sanitario Asl 1, Teresa Colizza, hanno raggiunto la centrala operativa del 118 all’Aquila".  

Intanto continua senza sosta la conta delle vittime dell'hotel Rigopiano: i vigili del fuoco hanno estratto dalle macerie il corpo di un uomo: si tratta della quindicesima vittima del disastro. Con l'ultimo recupero, scende a 14 il numero dei dispersi.

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ieri, ha auspicato "uno sforzo unitario e comune di fronte alle calamità. Le buone parole devono unire e non dividere". "Le immagini dei soccorritori che in mezzo alla tormenta salvano vite umane - ha concluso Mattarella - sono un esempio di quello che intendiamo per popolo repubblicano".

"Non ci fermeremo fino a quando non avremo la certezza che non ci sia più nessuno" sotto le macerie o sotto la neve. "Dobbiamo continuare a cercare fino alla fine": lo ha assicurato il funzionario del Dipartimento della Protezione Civile Luigi D'Angelo, facendo un punto sulle ricerche dei dispersi. "Si sta scavando nel cuore della struttura - ha aggiunto - nella zona tra le cucine, il bar e la hall. Fino a quando non avremo trovato tutti andremo avanti".

Dalle macerie i vigili del fuoco hanno poi estratto vive, tra la giornata di venerdì e l'alba di sabato scorsi, 9 persone: la moglie e il figlio di Parete, Adriana Vranceanu e il piccolo Gianfilippo; tre bambini, l'altra figlia di Parete, Ludovica, Edoardo Di Carlo e Samuel Di Michelangelo, e altre 4 persone. Si tratta di Giampaolo Matrone, Vincenzo Forti, Francesca Bronzi e Giorgia Galassi. Le vittime al momento estratte sono invece 15: 9 uomini e 6 donne. Di queste ne sono state identificate 6: Sebastiano di Carlo e la moglie Nadia Acconciamessa, il maitre dell'hotel Alessandro Giancaterino, il cameriere Gabriele D'Angelo, l'estetista Linda Salzetta e Barbara Nobilio. Restano da identificare 9 vittime, 6 uomini e 3 donne. Sono invece ancora 14 i dispersi.

C'erano 40 persone nell'hotel Rigopiano quando la valanga, nel pomeriggio di mercoledì, ha investito la struttura: 28 ospiti, di cui 4 bambini, e 12 dipendenti, compreso il titolare Roberto Del Rosso e il rifugiato senegalese Faye Dane. Due persone, il cuoco Giampiero Parete e il tuttofare dell'hotel, Fabio Salzetta, si sono salvati perché al momento della slavina si trovavano all'esterno dell'albergo. Sono stati recuperati dagli uomini del soccorso alpino all'alba di giovedì scorso.

E sono arrivati all'ospedale di Pescara sei corpi recuperati dalle macerie. Secondo quanto appreso, sono al momento in corso gli accertamenti medico legali e l'identificazione. Dodici, in tutto, i cadaveri arrivati nel capoluogo adriatico. Di questi, sei sono già stati riconosciuti dai familiari: Alessandro Giancaterino, Gabriele D'Angelo, Sebastiano Di Carlo, Nadia Acconciamessa, Barbara Nobilio e Linda Salzetta.

 

 

“Mentre i potenti discutono ad Astana, i bambini se ne stanno rannicchiati a causa dei continui bombardamenti e vanno a letto affamati. Questi colloqui rischiano di andare avanti in un universo parallelo”. Questa la denuncia di Sonia Khush, Direttore di Save the Children in Siria, mentre ad Astana sono in corso i negoziati di pace tra le parti coinvolte nel conflitto siriano.

Secondo Save the Children, l’Organizzazione internazionale dedicata dal 1919 a salvare i bambini in pericolo e a promuoverne i diritti, centinaia di migliaia di bambini sono ancora intrappolati, sotto le bombe e senza aiuti nelle aree assediate, difficili da raggiungere. Dopo più di due settimane dall’inizio di una tregua parziale, c’è una spaventosa mancanza di progressi nella fornitura di aiuti e c’è il rischio che i colloqui di pace si concentrino sui vantaggi militari e politici, a spese dei più vulnerabili.

“Dopo anni di trattative fallite e di promesse non mantenute, questi colloqui devono essere qualcosa di più di un momento per le parti in causa per discutere cinicamente i propri interesse. Devono lavorare insieme nell’interesse della prossima generazione della Siria, quella che dovrà un giorno ricostruire il paese. È importante esplorare ogni strada possibile per garantire un cessate il fuoco duraturo, ma è anche fondamentale che le voci e le esigenze dei bambini siano adeguatamente rappresentate in questa fase di colloqui. La consegna degli aiuti e la protezione dei civili devono essere al primo posto dell’agenda delle discussioni”, continua Sonia Khush.

La settimana scorsa le Nazioni Unite hanno dichiarato che gennaio è stato uno dei mesi peggiori per gli ostacoli alla consegna degli aiuti e i convogli umanitari hanno raggiunto solo una delle quindici aree assediate. Anche se apparentemente è in corso un parziale cessate il fuoco, infatti, i civili continuano ad essere sotto il fuoco continuo degli aerei, dei cecchini e dei bombardamenti.

“La casa del mio vicino è stata colpita da bombardamenti Una madre ha dovuto dare alla luce suo figlio proprio mentre era in corso un attacco, ma il bambino è morto. Sono stati chiesti aiuti, ma è stato due mesi fa e ancora non abbiamo ricevuto niente”, racconta Rula*, un’insegnante di Madaya. La città, al cui interno si stima vi siano 20.000 bambini sotto assedio e senza aiuti, è stata oggetto di uno dei maggiori e intensi bombardamenti. Nelle prime due settimane dell’anno, nel solo governatorato del nord di Idlib in cui attualmente si riparano oltre 750.000 sfollati, si sono verificati 72 attacchi armati, tra cui 46 bombardamenti aerei.

Save the Children, che opera in Siria sia con operatori propri che attraverso organizzazioni partner, chiede un cessate il fuoco globale e duraturo, con la fine dell’utilizzo di armi esplosive mortali in aree popolate e l’accesso immediato degli aiuti alle aree assediate e difficili da raggiungere.

 

Dura in tutto due ore il filmato registrato di nascosto da Mohamed Abdallah, il capo del sindacato degli ambulanti egiziani, nonché l'uomo che avrebbe denunciato alle autorità Giulio Regeni

Il video è stato girato il 6 gennaio 2016 con una apparecchiatura in dotazione alla polizia del Cairo nascosta in un bottone della camicia di Abdallah che una tv egiziana lo ha trasmesso, chiaramente girato all'insaputa di Giulio Regeni, in cui si vede il ricercatore friulano parlare con il presidente del sindacato dei venditori ambulanti egiziani, Mohamed Abdallah. Nel dialogo trasmesso dall'emittente "Sada El Balad", l'uomo chiede denaro per curare la propria moglie malata di cancro. Regeni rifiuta di darlo ma prospetta la possibilità di finanziare la raccolta di "informazioni" sul sindacato e i suoi "bisogni".

Una domanda precisa, a cui arrivano risposte secche da parte del ricercatore, che più volte prova a chiarire come quei soldi non siano suoi, ma piuttosto di chi lo ha spedito in Egitto a far ricerca, della fondazione Antipode che lo finanzia, e non possa "usarli per ragioni private", perché suoi non sono.

E proprio gli inquirenti a Roma sostengono che quel video sia stato registrato con una microcamera fornita dalla polizia, che quindi potrebbe esserci un coinvolgimento delle autorità egiziane già dai primi attimi della vicenda che si sarebbe conclusa con la tortura e la morte del giovane italiano.

Per chi indaga in Italia sull'omicidio del ricercatore friulano ciò conferma del coinvolgimento della polizia nella realizzazione del video.

Il video dura un'ora e 55 minuti, ma l'effettivo colloquio, in lingua araba, tra Regeni ed il sindacalista è di circa 45 minuti. Durante la conversazione, e ciò è definito molto importante dagli inquirenti romani, il ricercatore universitario propone al sindacalista un progetto di finanziamento di 10 mila sterline a favore delle iniziative degli ambulanti ma si mostra inflessibile alle proposte di Abdullah di destinare il denaro ad altri scopi ovvero un intervento medico per la figlia o per scopi politici. Magistrati, Carabinieri e Sco, in possesso del video dal 7 dicembre scorso, hanno dato via libera alla diffusione di una sintesi del girato, circa quattro minuti.

Nessun commento nemmeno in merito da parte della famiglia Regeni sul video ma neanche per la grande partecipazione che si sta registrando in tutta Italia per le manifestazioni del 25 gennaio prossimo.

Secondo le agenzie di stampa il video mostra il volto di Regeni, di cui si sente la voce parlare in buon arabo e rispondere a un uomo che parla egiziano e che evidentemente tiene un telefonino seminascosto. "Primo video di Regeni con il presidente del sindacato dei venditori ambulanti", è scritto in sovrimpressione. Il sindacalista, fra l'altro, dice "mia moglie ha il cancro e deve subire un'operazione e io devo cercare denaro, non importa dove". Regeni risponde: "Il denaro non è mio. Non posso usare soldi per nessun motivo perché sono un accademico". Ad Abdallah che insiste, il ricercatore replica che soldi "arrivano attraverso la Gran Bretagna e il centro egiziano che lo dà agli ambulanti". "Bisogna cercare di avere idee e ottenere informazioni prima del mese di marzo", dice fra l'altro Regeni nel video di 3:47'. Alla domanda "che tipo di informazioni vuoi?", il ricercatore risponde: "Qual è la cosa più importante per te per quanto riguarda il sindacato e quali sono i bisogni del sindacato". "Voglio idee a partire da tale questione, la più importante per noi, e si potranno sviluppare le idee", dice ancora Regeni.

«Purtroppo sono stata io a far conoscere Giulio Regeni e Muhammad Abdallah», il capo del sindacato dei venditori ambulanti egiziani. È con amarezza che l'attivista egiziana Hoda Kamel ricorda i suoi contatti con il ricercatore egiziano scomparso il 25 gennaio di un anno fa e ritrovato morte una settimana dopo, all'indomani della trasmissione sulla tv egiziana di un video che Abdallah registrò con il suo cellulare in occasione di un suo incontro con Regeni.

Secondo il quotidiano Italiano il Messaggero che riporta la notizia :

«Giulio Regeni voleva ampliare le sue ricerche sui venditori ambulanti egiziani attraverso una borsa di studio stanziata da un'istituzione o un'università britannica», ricorda Kamel.

«Non ricordo se si trattasse dell'università o di un'altra istituzione, non parlammo dei dettagli, gli dissi che ne avremmo discusso quando sarebbe rientrato dalle vacanze di Natale», racconta l'attivista, precisando che «l'Università americana del Cairo (dove Regeni studiava, ndr) ha indirizzato Giulio al centro e io ho avuto a che fare con lui in quanto responsabile del dossier sui lavoratori». 

Il ricercatore «stava svolgendo un dottorato nell'ambito delle libertà sociali e io gli fornivo link a libri e articoli, poi lui scelse di dedicarsi agli ambulanti ed io, purtroppo, gli ho fatto conoscere Muhammad Abdallah», spiega, sottolineando come la scelta di Regeni di occuparsi degli ambulanti fu dettata da «una spinta umanitaria, poiché si tratta di persone povere e prive di capitali, alcuni dei quali hanno una laurea e nonostante questo lavorano per strada. Lui - aggiunge - voleva mettere in luce tutto questo».

«Ho denunciato e consegnato agli Interni» Giulio Regeni. «Ogni buon egiziano, al mio posto, avrebbe fatto lo stesso». Così Mohamed Abdallah, il capo del sindacato autonomo degli ambulanti, in una dichiarazione all'edizione araba dall'Huffington Post, rilanciata da L'Espresso, conferma la sua collaborazione con i servizi segreti egiziani. Per la prima volta - si legge - ha sostenuto con orgoglio, e chiarezza, la sua posizione nel caso. «Siamo noi che collaboriamo con il ministero degli Interni. Solo loro si occupano di noi ed è automatica la nostra appartenenza a loro». Il sindacalista, collaboratore dei servizi di sicurezza, aggiunge anche qualche dettaglio: «Io e Giulio ci siamo incontrati in tutto sei volte. 

È un ragazzo straniero che faceva domande strane e stava con gli ambulanti per le strade, interrogandoli su questioni che riguardano la sicurezza nazionale. L'ultima volta che l'ho sentito al telefono è stato il 22 gennaio, ho registrato la chiamata e l'ho spedita agli Interni».

Non è tutto. Abdallah fornisce anche una propria versione sugli scambi avvenuti con Giulio.In meritoal video che il procuratore generale egiziano avrebbe consegnato al collega Italiano.. il sindacalista sostiene che la versione fornita dagli inquirenti del Cairo sia corretta. «Io non lo spiavo» aggiunge. «Collaboravo con lui, non avete notato che la situazione si è calmata da quando hanno visto quel video?». L'allusione di Abdallah - si legge ancora su L'Espresso - è che quelle scene riprendessero Giulio nel tentativo di offrire una somma di denaro al sindacalista in cambio di alcuni informazioni. Non ha però precisato che tipo di informazioni. 

 

 

Pubblicità laterale

  1. Più visti
  2. Rilevanti
  3. Commenti

Per favorire una maggiore navigabilità del sito si fa uso di cookie, anche di terze parti. Scrollando, cliccando e navigando il sito si accettano tali cookie. LEGGI