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Coronavirus, virologa cinese sostiene: COVID-19 opera dell'uomo

Il coronavirus Covid-19 torna al centro delle cronache per nuove rivelazioni sulle sue origini, che tornano a mettere sotto accusa Pechino ed il governo cinese. Questa volta non da fuori ma dal di dentro, con una denuncia circostanziata che preoccupa gli alti gradi della politica proprio perché proviene dal mondo della scienza

A sollevare il polverone la dottoressa Li-Meng Yan,scrive qui finanza, che ha lavorato alla Hong Kong School of Public Health e che indica senza mezzi termini il laboratorio di Wuhan come origine del virus. Da lei la denuncia al governo cinese, accusato di essere a conoscenza dell’origine dell’epidemia e di aver nascosto al mondo la minaccia.

la dottoressa si trova negli Stati Uniti, come riferisce Money, dopo essere scappata da Hong Kong per evitare che il governo cinese, da lei accusato di aver insabbiato il suo lavoro, potesse perseguirla. La biologa ha rilasciato le sue affermazioni in un'intervista rilasciata alla conduttrice del talk show britannico Loose Women su ITV, Jane Moore

La dottoressa e virologa Li-Meng Yan ha affermato di possedere le prove di quanto afferma, ovvero che il COVID-19 sia opera dell'uomo e che non provenga dalla natura, così come si vorrebbe far credere al mondo. La diffusione della notizia secondo cui l'origine del coronavirus sia stato il mercato di Wuhan, per la Yan è solo una fake fornita per coprire la verità.

Le prove scientifiche di cui dice di essere in possesso, le avrebbe ottenute dal Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie della Cina e dai medici locali, in modo particolare da una sua conoscenza che l’ha avvertita il 31 dicembre 2019 sull’elevata contagiosità tra essere umani del coronavirus.

Studiando la sequenza del genoma del COVID-19, la dottoressa Yan sostiene che esso proviene da un laboratorio cinese. Delle sue informative è stata cancellata ogni traccia dal governo cinese, il quale avrebbe arruolato delle persone con l’obiettivo di screditare la sua persona.

Secondo il quotidiano Romano il Tempo mentre la commissione parlamentare per l'intelligence continua a fare il suo lavoro, io posso dire che ci sono significative prove che questo virus è arrivato da quel laboratorio a Wuhan». Così il segretario di Stato Usa, Mike Pompeo, intervistato dalla Abc , aggiungendo che i cinesi «hanno una storia di fallimenti in laboratori» che «non vengono gestiti secondo gli standard».  Per approfondire leggi anche: Il coronavirus viene dal laboratorio di Wuhan Il responsabile per gli Esteri di Washington ha detto che, in base alle informazioni raccolte dalla commissione parlamentare per l'Intelligence, non si tratterebbe comunque di un virus creato dall'uomo. Mentre in America «gli scienziati ci avrebbero avvertito, avremmo scambiato informazioni e trovato una soluzione», in Cina c'è stato il «classico metodo della propaganda comunista», ha aggiunto Pompeo, spiegando che esperti Usa e internazionali non hanno avuto accesso a questo e altri laboratori in Cina.

Come riferisce money,anche a luglio, la dottoressa aveva accusato le autorità comuniste di essere a conoscenza del potenziale letale del virus fin da subito, ma di aver scelto di nasconderlo alla pubblica opinione e al mondo per timore di rivolte.

Il direttore dell’istituto di virologia di Wuhan, secondo money,ha negato che il coronavirus possa essere uscito dalla sua struttura. Si tratta del solito complottismo? Non resta che attendere se arriverà il giorno, in cui la biologa possa mostrare le prove dell’origine di coronavirus, creato dall’uomo e non proveniente dalla natura, secondo la Yan.

Quanto sostenuto dalla biologa Li-Meng Yan viene smentito dalla Commissione sanitaria nazionale cinese, che nega ci siano stati ritardi di comunicazione o insabbiamenti da parta del governo della Cina. Tutti i dati sul virus sarebbero stati diffusi tempestivamente alla comunità internazionale.

Secondo Insider Over, insomma, la versione del virus creato in laboratorio torna a prendere piede anche se, come detto, non vi sono ancora prove effettive a conferma di ciò. Certo è che le parole della dottoressa sollevano nuovi interrogativi, gli stessi che l’Oms aveva contribuito a sciogliere scagionando la Cina da ogni responsabilità. Anzi: anche varie pubblicazioni scientifiche hanno ribadito che le origini del Sars-CoV-2 sono completamente naturali e che non esistono collegamenti alcuni con la struttura di Wuhan.


Miss Li, parlando da un luogo segreto per ragioni di sicurezza, ha tuttavia annunciato che presto sarà in grado di pubblicare prove della reale natura del virus. Una natura “sintetica”, visto che per la dottoressa l’agente patogeno sarebbe nato nei laboratori dello Hubei, da dove sarebbe poi uscito scatenando il disastro che abbiamo oggi sotto gli occhi. Per quanto riguarda i rapporti secondo cui il nuovo coronavirus avrebbe avuto origine da un wet market di Wuhan, queste informazioni non sarebbero altro che “una cortina di fumo creata dal governo di Pechino per nascondere la vera origine del Covid”. Detto altrimenti, la rivelazione di Li contribuisce a mettere nuove pressioni sulle spalle del governo cinese.

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