Misticismo e devozione. Capace di superare tutto. Anche il maltempo che ieri sera ha contribuito a fornire un volto diverso dal solito alle tre processioni che hanno caratterizzato la domenica delle palme a Ragusa Ibla, dando il via alla celebrazione delle “Quarantore di adorazione del Santissimo Sacramento”. I fedeli, che non hanno comunque voluto perdere la possibilità di partecipare all’appuntamento, si sono presentati con gli ombrelli, così come i sacerdoti, il parroco del Duomo di San Giorgio, don Pietro Floridia, e il cappellano padre Joseph Muamba Bulobo. Relativamente meglio era andata a padre Giovanni Pluchino, con il piviale, e a don Gino Scrofani la cui processione, però, era stata interrotta da un’improvvisa precipitazione temporalesca. Le tre processioni, comunque, si sono tenute ugualmente. Mettendo in luce l’intenzione, da parte di chi era presente, di immergersi nel significato ricco di messaggi simbolici e di grande tradizione contenuto nei riti della Settimana santa nel quartiere barocco. Sono state le confraternite, antiche associazioni di fedeli, ad animare, uno dopo l’altro, i cortei religiosi dei rispettivi simulacri caratterizzati, oltre che dalla presenza dei devoti, anche dalle note eseguite dalla banda musicale “San Giorgio”.
Il tono mesto della marcia, che di volta in volta ha cambiato autore, ha contribuito a rendere il quadro d’insieme ancora più suggestivo. Come certamente ricco di fascino è stato il transito dei simulacri tra le viuzze del quartiere barocco. E non è un caso che molti visitatori occasionali, come sempre succede, siano rimasti, in pratica, a bocca aperta al passaggio delle processioni. Anche perché si tratta di manifestazioni religiose di cui si parla nei commentari della fine del Quattrocento e che, quindi, sono stati tramandati di secolo in secolo, di generazione in generazione, sempre uguali a loro stesse. E’ stato come mettere in rilievo le caratteristiche pregnanti di una cultura che affonda le proprie radici nella notte dei tempi. Prima l’uscita dalla chiesa in cui risiede ogni confraternita, poi la processione verso il Duomo di San Giorgio per l’adorazione del Santissimo Sacramento, quindi il rientro nell’edificio di culto di provenienza. La prima processione è stata quella della confraternita Addolorata dalla chiesa dell’Itria di salita Commendatore. Da qui, dopo essere stato portato in piazza Repubblica, il simulacro di Santa Maria Addolorata è transitato per via del Mercato sino a raggiungere piazza Duomo e quindi l’ingresso nella chiesa madre. La seconda processione, animata dalla confraternita Maddalena, è stata caratterizzata dall’uscita dalla chiesa omonima di corso XXV aprile. Dopo il transito in piazza Pola, l’avvio verso il Duomo di San Giorgio. L’ultima processione, quella proveniente dalla chiesa dell’Annunziata, animata dalla confraternita “Santissimo Rosario – Sciabica”, ha messo in rilievo il simulacro di Gesù alla Colonna che, anche in questo caso, è stato condotto, per il fervorino eucaristico, all’interno del Duomo. Il parroco, don Pietro Floridia, ha ricordato il significato intimamente religioso delle “Quarantore” con preghiere silenziose, canti e riflessioni. Oggi, Lunedì santo, si continua con la processione del gruppo statuario “Gesù nell’orto degli ulivi” da parte dell’arciconfraternita di San Giacomo apostolo a partire dalle 18,30 dall’omonima chiesa all’interno dei Giardini iblei. Alle 19,30, poi, la processione con “La Pietà”, della confraternita “Buona morte”, dalla chiesa di Santa Lucia. Domani, Martedì santo, a partire dalle 20, dalla chiesa di San Filippo Neri di via Giusti, la processione con “La Veronica”.