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Bruno: Il Sant’Anna non può e non deve chiudere

Il Sant’Anna non può e non deve chiudere. Questa ulteriore beffa non ce la possiamo permettere.

Mi ero ripromesso di non intervenire, anche perché l’amarezza per chi opera quotidianamente ed in silenzio da tanti anni molte volte prende il sopravvento sul lavoro silente portato avanti con sacrificio e dedizione per la comunità. Ma è giusto precisare che quando il Sant’Anna non aveva aerei ed era chiuso, la colpa era della politica, nel momento in cui si è andati contro tutti e tutto portando Ryanair su questo territorio, i meriti sono andati ad altri… Ma si sa, nemo profeta in patria.

E’ da molti giorni che seguo le notizie che si rincorrono sulle sorti dello scalo aeroportuale ricadente nel territorio di Isola Capo Rizzuto. Sono molto amareggiato e resto basito quando leggo commenti che hanno il vuoto operativo per rilanciare le sorti dello scalo in quanto alla base vi è la ignoranza per capire cosa sia un aeroporto fino in fondo. Ma si sa, siamo nella terra in cui ancora una volta si consultano le solite sirene incantatrici piuttosto che convocare un incontro ufficiale per discutere realmente le sorti di questo aeroporto. Una cosa è certa: se lo scalo chiude non è colpa della politica in generale bensì gli attori hanno nomi e cognomi ben precisi.

Mi auguro che sia solo questione di giorni, ma che questo benedetto incontro tra i sindaci e il Presidente Oliverio avvenga. Il sottoscritto ad oggi non ha mai partecipato ad incontro alcuno anche se poi ufficialmente o ufficiosamente si apprende che incontri se ne stanno tenendo e dai nomi dei partecipanti ne deduco che la musica non la si vuol cambiare.

L’aeroporto ha necessità di avere una società solida che sia guidata in questa fase emergenziale dal soggetto pubblico, ma che nel contempo si apra ad un soggetto o più soggetti privati capaci di garantire stabilità allo scalo e soprattutto consolidarne il rilancio. Piuttosto che gridare alle inesattezze di un sottosegretario del PD, che ha dimostrato la propria ignoranza in materia fino in fondo, sediamoci e discutiamo del futuro del Sant’Anna. Le trasmissioni televisive vengono costruite ad arte e non a caso si è fatta la figura del solito territorio incapace!!

Va precisato a tutti che lo scalo Sant’Anna non ha ricevuto i finanziamenti POR, né ancora l’ultimo APQ tanto proclamato negli ultimi tre anni. I lavori della Torre e ILS sono stati fatti con vecchie economie di precedenti APQ. Perciò mi domando: ci vuole tanto a rispondere che nonostante abbiamo preparato i progetti esecutivi dei lavori previsti, in Regione non ci hanno erogato un euro?... La colpa è della società S. Anna o di una Regione che ha figli e figliastri? Non lo dico per dirlo, basta fare un raffronto su quanto si spende in investimenti sugli altri scali e quanto è stato speso al Sant’Anna!!!

Stesso ragionamento vale per i contributi marketing. Si parla della Puglia che negli ultimi anni è diventata punto di riferimento turistico dell’Italia. Una regione che fa incoming con numeri da capogiro. Più volte si è spiegato che il modello Puglia è sicuramente attuabile in Calabria. E’ molto semplice: investire dai 25 ai 35 milioni di euro l’anno nel sistema aeroportuale calabrese solo per garantire nuove tratte e collegamenti. Invece no, i soldi li rimandiamo indietro perché incapaci di spenderli. La vecchia società Sant’Anna S.p.A. si è sbilanciata nel portare Ryanair proprio sulla base di una delibera di 3.200.000,00 euro mai trasferiti fino ad oggi, secondo quanto mi risulta, e questo ha causato anche l’incertezza nel piano aziendale presentato in tribunale. Ad oggi però, mi sia consentito, i numeri sulla potenzialità e lo sviluppo di questa terra sono dalla nostra parte: quasi 300 mila passeggeri hanno scelto il Sant’Anna. Record storico.

Questo record ha un costo, perché il vettore low cost non paga la sociètà aeroportuale per i servizi erogati, perciò necessita il supporto degli enti che traggono vantaggio per i propri cittadini. L’aeroporto per il nostro territorio significa “Diritto alla mobilità della cittadinanza” e “ Crescita e sviluppo imprenditoriale ed occupazionale”.

Infine, ho letto che si è pensato di far firmare un APQ ai comuni costieri destinatari delle royalties (abbiamo maturato anni dal 2010 al 2014 e non abbiamo visto un centesimo) per sostenere l’aeroporto. Premettendo che il Comune di Isola Capo Rizzuto ha inserito nel proprio bilancio 2015 i fondi da destinare allo scalo aeroportuale, anche impegnando fino al 100% delle royalties che spettano al Comune, a dimostrazione che siamo precursori di quanto si è detto (basta consultare il bilancio di previsione dell’Ente), mi chiedo quando e in che misura invece la Regione Calabria intenda partecipare. A chi invece vorrebbe considerarci a “tavola parata” come si suol dire, Isola Capo Rizzuto, in tutti i ragionamenti che ne verranno sul futuro dello scalo aeroportuale, forte della concentrazione di molti servizi che hanno necessità di una operatività dell’aeroporto, intende essere attore protagonista e non spettatore delle decisioni che si intendono perseguire per garantire una solida continuità del Sant’Anna.

Isola Capo Rizzuto, Gianluca Bruno (Sindaco)

 

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