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Importante convegno dell'Associazione Medica Pitagorica

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Si è tenuto il 3 e il 4 ottobre presso il Lido degli Scogli l’interessante convegno su Le giornate mediche pitagoriche. Un convegno che ha portato medici di un certo spessore a dibattere su tematiche diverse dalla neurologia alla geriatria, alle malattie cardiovascolari ecc… catturando così l’attenzione del pubblico presente. Ad organizzarlo è stato anche quest’anno l’AMP (Accademia Medica Pitagorica). L’obiettivo non è stato soltanto quello di approfondire determinate questioni scientifiche, ma di illustrare diversi casi clinici per comprendere meglio il comportamento di un dottore di fronte a un paziente. Diversi sono stati gli interventi, dal dott. A. Aiuti che si è soffermato sulla Terapia genica per le malattie genetiche al dott. D. Monizzi che ha discusso della Psiche ed ipertensione arteriosa. Tema quest’ultimo di una certa importanza se pensiamo anche al fatto che oggi sono tantissime le persone soggette a stress di tutti i tipi. E’ proprio il cattivo stile di vita che determina, infatti, l’ipertensione le cui cause, però, sono difficili da stabilire. Il convegno ha dato anche buone informazioni sull’utilizzo di alcuni prodotti naturali come il bergamotto, un agrume del genere citrus, conosciuto ai più per il suo uso in cosmetica, «in realtà – ha affermato il dott. V. Montemurro - è un serbatoio di sostanze utili per il benessere, tra cui la possibilità di tenere sotto controllo e ridurre i livelli di colesterolo cattivo.» A parlarci, invece del consumo dei liquidi e zuccheri nella popolazione italiana è stato il dott. O. Brignoli confermando l’efficacia di una sana alimentazione. Ugualmente singolare il discorso del professor F. Laghi su quanto l’ambiente influenzi il DNA, secondo una ricerca, la nostra salute dipende soltanto per il 10% dalla struttura sanitaria e per il 90% dall’ambiente naturale. Come se non bastasse le sostanze tossiche arrivano all’uomo tramite alimentazione, è preferibile così evitare di mangiare i pesci grandi o la troppa carne. «Attenti dunque all’alimentazione -dice Laghi -, ma anche a un’attività fisica fatta in un cattivo ambiente. » Se pensavamo, infatti, che fare futing per le strade facesse bene, ci sbagliavamo! L’atleta non dovrebbe correre respirando l’inquinamento prodotto dalle macchine, bisognerebbe creare dei luoghi appositi e a questo, come al solito ci dovrebbero pensare gli amministratori comunali. Molte le argomentazioni riguardanti il cuore e la sua riabilitazione. Tra queste basilare è stata la discussione breve, ma esaustiva del cardiologo A. Scillone, primario della clinica Villa Del sole di Cosenza. Secondo Scillone è necessario esaminare il paziente ed effettuare un inquadramento clinico per sostenere un progetto riabilitativo. Nella riabilitazione devono lavorare tutti i possibili collaboratori come il cardiologo, lo pneumologo, lo psicologo, l’internista o i vari infermieri. La collaborazione è importante per analizzare se il paziente può fare i differenti esercizi, a letto o in palestra. « Insomma – sostiene Scillone – dobbiamo nella nostra attività porci sempre dei parametri da rispettare sul paziente e una misurazione oggettiva. Fondamentale è capire anche se il paziente ha avuto malattie polmonari o è soggetto a BPCO, visto che in questi è più veloce il declino verso la malattia cardiovascolare.» Quindi fare una buona diagnosi, curare il paziente in tutte le sue sfaccettature sono alcuni degli obblighi del dottore. Il medico d’altronde ha detto Papa Francesco deve «curare tutta la persona: corpo anima e spirito. La malattia, l’esperienza del dolore e della sofferenza non riguardano solo la dimensione corporea, ma l’uomo nella sua totalità. Da qui l’esigenza di una cura integrale, che consideri la persona nel suo insieme e unisca alla cura medica anche il sostegno umano, psicologico e sociale». Ben vengano allora convegni scientifici come questi se tendono a spronare i medici operanti nel territorio e non solo a migliorare le proprie conoscenze e a studiare con maggiore impegno, ma ricordiamoci anche quanto sia necessaria la condivisione fraterna con il malato e con la sua sofferenza, condivisione che san Giuseppe Moscati comprese molto bene.

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