Un viaggio nella storia locale attraverso le testate giornalistiche locali. Oltre 50 testate che nel corso di un secolo, dal 1860 al 1960, hanno raccontato i fatti, gli episodi di cronaca e di politica più importanti della città della Contea, ovvero della barocca Modica e del suo comprensorio. E’ questo il fulcro della mostra documentaria che si è inaugurata alla Fondazione Grimaldi di Modica. Si intitola “Libertà di carta. Un secolo di giornalismo a Modica (1860 -1960)”, a cura della Fondazione Grimaldi, in collaborazione con il Comune di Modica e l’associazione Unitre, e riunisce la straordinaria e preziosa raccolta di giornali pubblicati a Modica dal 1860 al 1960 dei collezionisti Antonio e Giovanni Di Raimondo di Catania. I due collezionisti sono intervenuti in occasione dell’inaugurazione e insieme al presidente della fondazione, il prof. Uccio Barone, hanno illustrato la raccolta delle varie testate giornalistiche. Particolarissima l’inaugurazione. La mostra documentaria è divenuta anche una “mostra parlante” grazie al prezioso contributo delle tre lettrici che si sono avvicendate nella lettura di alcuni articoli o brani tratti dalle varie testate giornalistiche oggetto dell’esposizione. E così Marcella Burderi, che ha curato anche l’impaginazione e l’organizzazione della mostra, Elisa Giglio e Lucia Trombadore hanno regalato con le loro letture uno spaccato di vita vissuta e raccontata attraverso i giornali locali, soprattutto settimanali ma anche bisettimanali e mensili. La mostra documentaria mette in evidenza l’estrema vivacità ed effervescenza che nel corso del secolo di riferimento si sono manifestate nella città di Modica. Giornalisti e scrittori che sentono l’esigenza di raccontare i fatti della città. E spesso lo fanno confrontandosi anche sul piano politico e attraverso la satira che diventa lo sprone per la classe politica del tempo affinché si affrontino i problemi e le relative soluzioni. Un vero e proprio impegno civico, quello della corretta informazione, che vede protagonisti anche i giovani. Nella mostra documentaria si trovano ad esempio alcune copie dei giornali scritti dai giovani studenti del liceo classico di Modica che nei primi anni del ‘900 si impegnano a raccontare la città utilizzando la satira. “Quel che emerge in modo evidente – ha spiegato il prof. Uccio Barone – è sicuramente quanto la vita pubblica sia stata a cuore dei modicani desiderosi di informarsi ma anche di riflettere e dibattere comunemente. I giornali dell’epoca diventano dunque strumento utile per queste finalità. L’aspetto curioso è che alcune problematiche dell’epoca sono ancora oggi attuali se si pensa che già in quel secolo alcune testate lamentavano l’assenza a Modica di un biblioteca e c’era pure chi paventava, già allora, la soppressione del tribunale modicano. Da un lato dunque aspetti legati alla decadenza politica dall’altro la voglia di discuterne per portare all’attenzione di tutti i vari problemi. Una pluralità e molteplicità di voci che vedono impegnati anche alcuni componenti delle famiglie più note a Modica, come i Polara, i Rizza, i Denaro, lo stesso scrittore Poidomani e poi le voci al femminile come quella della scrittrice Susanna Bonajuto, sorella di Francesco Bonajuto che nel 1908 scriveva sulla testata giornalistica “L’insofferente”. Si comunicava con i giornali dell’epoca ma anche con i manifesti murari, una forma di comunicazione importante che andrebbe meglio indagata”. La mostra documentaria mette in luce anche alcuni personaggi locali importanti per il settore editoriale di quegli anni come Giuseppe De Leva Gravina, abate più volte eletto al Parlamento siciliano, che si è battuto contro i Borboni, fino a partecipare all’impresa dei Mille; come Carlo Papa, dedito alla scrittura e alla politica, più volte sindaco di Modica dove ha fondato la prima tipografia e dove ha lottato per la statizzazione del liceo classico, fondatore del giornale cattolico-liberale La Campana e Provveditore agli Studi della Provincia di Noto; o come Francesco Giardina, uno dei maggiori esponenti del Partito d’Azione, alla guida dell’insurrezione nei comuni del distretto contro il dominio borbonico. La mostra sarà visitabile fino al 31 gennaio.