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Monica Capizzano, il parere dell’esperta per contrastare “le droghe da stupro”

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Ho incontrato Monica Capizzano in occasione di un recente convegno organizzato dall’Associazione “Mai più violenza infinita”,che si è tenuto presso la Biblioteca della Camera dei Deputati sull’inquietante tema delle droghe da stupro. Docente di Criminologia presso UNISED Milano e CIELS Gorizia, CTU e criminal profiler, esperta criminologa presso il D.A.P. di Catanzaro, in questi ultimi anni si è specializzata in droga da stupro ed è membro UNA-USA.

Ha già pubblicato “Qàyin contro Hèvel. 10 luglio 1941 a.C.” (2001) e “Cervello e Comportamento”(2013).

Nell’ottobre del 2014 ha presentato il libro “Droghe da stupro e nuove sostanze psicoattive” (Falco Editore), con il patrocinio della Polizia di Stato e la prefazione di Ashraf Mozayani. Ho avuto il piacere di rivolgerle alcune domande sul delicato argomento, che coinvolge in particolare i più giovani.

Nel sottotitolo del suo libro-documento “Droghe da stupro e nuove sostanze psicoattive” (Falco Editore) leggo: “Quando il ‘risveglio’ ha un retrogusto amaro”. Vorrebbe spiegare ai nostri lettori il significato di questa frase?

Le droghe da stupro sono incolore, inodore e insapore, o con un leggero sapore salato. Queste sostanze possono essere aggiunte nelle bevande, senza che la loro presenza sia avvertibile da chi le consuma. La vittima ha o potrebbe avere, (nel caso riuscisse a sopravvivere alla somministrazione), un risveglio amaro secondo due accezioni: primo, al risveglio dalle 6/8 ore in cui è stata nelle mani del suo carnefice, potrebbe non rendersi conto, nell’immediato, di aver subito uno stupro. Secondo, se ha subito uno stupro violento, potrebbe riportare, oltre ai danni psicologici a lungo termine, (attacchi di ansia senza riuscire ad imputare ad alcunché, insonnia, depressione e, in molti casi, tentato suicidio), danni fisici permanenti. Quindi, rifacendomi al gusto amaro della sostanza, quasi impercettibile, quel risveglio amaro è la realtà che la vittima dovrà affrontare, nel caso in cui non intervenga il decesso, dopo la somministrazione e/o la violenza.

In questi ultimi anni i media diffondono notizie sempre più inquietanti circa un nuovo fenomeno di costume, ovvero “l’appuntamento con la droga”. L’uso di sostanze psicotrope si sta diffondendo in modo esponenziale fra i giovani, ma non solo, poiché esse facilitano l’assalto sessuale. Qual è la modalità di somministrazione più seguita?

Giusto, “Appuntamento con la droga” o “droga che facilita l’assalto sessuale”, sono queste le frasi che appaiono con sempre maggiore frequenza nei media, soprattutto negli ultimi anni. L’esempio più frequente di droga da stupro è lo scenario di un autore maschio, che mette il farmaco nella bevanda di una donna senza il suo assenso. Dopo che tale sostanza fa effetto, la donna diventa incapace o incosciente. L’aggressore maschio aggredisce poi sessualmente la donna. La natura dei farmaci delle “droghe da stupro” è tale che la donna conservi un labile, se non addirittura assente ricordo dell’assalto sessuale. Il GHB o GBL si trovano sotto forma di pasticche, pillole, polvere e liquido. Sono facilmente dissolubili in qualsiasi contenuto, alcolico o non alcolico. Quindi, la modalità di somministrazione più diffusa è sicuramente quella di mettere la sostanza nel bicchiere, senza che la vittima ne sia a conoscenza, e fargli bere il contenuto.

Quali sono gli effetti immediati?

Il GHB è una molecola con effetto deprimente del sistema nervoso centrale (CNS), inizialmente sviluppata come farmaco anestetico e successivamente impiegata negli studi per il trattamento della narcolessia (disturbo del sonno). Ma l’effetto varia a seconda del dosaggio somministrato. Il GHB ha anche un effetto anabolizzante (stimola la sintesi proteica) e viene utilizzato dai body builder come supporto nella riduzione del grasso e la costruzione di massa muscolare. Il GHB agisce sul cervello in almeno due siti: sui recettori GABAB e su un sito d’azione specifico proprio per il GHB stesso. Ad alte dosi l’effetto sedativo del GHB può portare a coma o decesso. Gli effetti depressori sul SNC risultano dose-dipendenti e possono comparire molto rapidamente, rendendo la vittima disinibita (a volte incosciente) e successivamente con scarso ricordo di quanto accaduto.

Il GHB viene frequentemente assunto con alcol e altre droghe, che ne provocano un aumento degli effetti. Viene eliminato dall’organismo nello spazio di poche ore, rendendo difficile la sua rilevazione in campioni biologici, se non analizzati in tempi brevi dopo l’esposizione.

Il GHB produce una serie di effetti sul sistema nervoso centrale (SNC) che variano in funzione della dose: sonnolenza, vertigini, nausea, amnesia, allucinazioni visive, ipotensione, bradicardia, grave depressione della respirazione, coma. Gli effetti neuro depressori possono essere potenziati in caso di co-assunzione con alcol o altre sostanze. L’overdose da GHB può richiedere il trattamento sintomatico d’urgenza. Al momento non è disponibile un trattamento antidotico specifico.

Come dicevamo, i farmaci comunemente usati come ‘droghe da stupro’ sono il GHB gamma-idrossibutirrato e le benzodiazepine. La prima sostanza in primis induce amnesia anterograda, è facilmente solubile in acqua, è insapore e viene eliminata dall’organismo in tempi brevi; la seconda ha in linea generale gli stessi effetti. Ribadisco tali concetti, poiché fondamentali per comprendere alcune dinamiche. Prima fra tutte, il vantaggio che ne consegue per chi commette reato di stupro. E la vittima?

La vittima, sempre se sopravvive alla somministrazione del farmaco, non ricorderà nulla dell’accaduto. Sono d’accordo con lei, sarà bene soffermarci su questo punto. Mi spiego. Inducendo amnesia anterograda, la vittima non avrà il ricordo di quelle 6/8 ore dall’assunzione involontaria fino al risveglio. Quindi, non verranno intaccati i ricordi antecedenti o successivi all’evento, ma solo quell’arco di tempo. Parlo di risveglio, perché? Dal momento in cui inizieranno a manifestarsi gli effetti, quindi all’incirca dopo pochi minuti dall’assunzione fino a un massimo di 20/30 minuti, la vittima si comporterà come se fosse in una dimensione onirica. Inciterà al rapporto sessuale il suo carnefice, (o i suoi carnefici) poiché i suoi freni inibitori saranno azzerati, ma dalla vita in giù non avvertirà tutto quello che le sta accadendo. Una volta finito l’”effetto garantito”, le sembrerà di aver bevuto troppo.

Il mondo del web ha uno specifico ruolo nella divulgazione e nella distribuzione di tali sostanze?

Dal 2009 il Sistema Nazionale di Allerta Precoce per le droghe del Dipartimento Politiche Antidroga ha monitorato strettamente la situazione sul territorio italiano, rilevando circa 280 nuove sostanze circolanti. Questo mercato utilizza principalmente Internet per la pubblicizzazione delle molteplici offerte di nuove sostanze psicoattive, per la raccolta degli ordinativi e dei pagamenti mediante credito elettronico e approfitta dei normali corrieri postali per il loro invio a domicilio. Il nuovo mercato delle NSP va di pari passo con quello dei farmaci contraffatti, o di vendita illegale, che ormai popolano la rete Internet con offerte altrettanto pericolose per la salute pubblica. Ed è in questo contesto che si inseriscono anche le droghe da stupro: vendute su internet come fertilizzanti o semi di alcune piante, o detersivi per la macchina, il loro costo irrisorio avvicina sempre più giovani al loro acquisto.

Ritiene che una corretta informazione possa contrastare questo dilagante fenomeno?

La Criminologia è la mia vita, questa è una Premessa d’obbligo... Chi mi segue sa bene che io mi sono avvicinata alla professione di Criminologa, che esercito con infinita passione e dedizione, poiché credo fortemente nella potenzialità della PREVENZIONE, e proprio a tal fine ho scelto di porre le mie conoscenze acquisite in intensi anni di studio, al servizio delle VITTIME, delle persone più deboli…credo per davvero che l’informazione qualificata sia la strada fondamentale per NON incappare nella commissioni di crimini, di reati.

Qual è secondo lei il ruolo del genitore dinanzi a tali problematiche?

Guardando la nostra storia attuale, ci imbattiamo in una società marcata generalmente da un senso profondo di fallimento nell’esperienza educativa. In effetti, l’esaltazione dell’interesse individuale, della ricerca del proprio vantaggio, comporta una serie di conseguenze o implicazioni, nei rapporti verso gli altri e verso la realtà in genere.

I nostri giovani non sanno più perché sia importante il matrimonio; non hanno più le ragioni per cui si possa e si debba stare insieme tutta la vita; la loro idea dell’amore è fragilissima, esposta ad ogni tempesta sentimentale. Tuttavia, per capire questa situazione bisogna scendere ancora più in profondità e vedere cosa c’è alla radice di tutto questo. La cronaca quotidianamente racconta di eventi drammatici che vedono protagonisti i giovani; il momento storico richiede un approccio complesso. È agli adulti, innanzitutto, che bisogna guardare. Incerti e sradicati, spesso egocentrici, individualisti e timorosi, costruiamo una società iniqua, attorno ai miti del denaro, del sesso e del potere. I contesti educativi, nuovi o tradizionali, dovranno abbandonare atteggiamenti di chiusura o rifiuto reciproci.

Esistono danni permanenti a carico di chi fa uso di sostanze psicoattive?

I danni sono irreversibili. Sia a livello cerebrale, sia a livello psicologico. Non c’è via d’uscita. Non c’è ritorno. Sappiamo che con il termine droga si indica genericamente ogni sostanza capace di agire sui meccanismi ed i processi del cervello. Che venga definita o meno droga, ogni sostanza psicoattiva altera i processi di trasmissione dei segnali e delle informazioni tra cellule nervose: sulle dinamiche, cioè alla base di ogni fenomeno psicologico, dalle emozioni ai ricordi, dall’apprendimento alla percezione, dalle capacità motorie alle abilità intellettive.

Perturbando le funzioni delle cellule nervose, le sostanze psicoattive possono pertanto compromettere gli equilibri psicologici e i normali processi mentali. Dal momento che i processi psicologici sono legati e riflettono le dinamiche e le variabili sociali e che a loro volta i meccanismi cerebrali sono costruiti e modulati dalle funzioni psicologiche, da ciò che uno sa, dalle aspettative, dai significati e dai valori che dà ai suoi comportamenti, si evince che gli effetti e le conseguenze delle sostanze psicoattive non dipendono soltanto dalle proprietà farmacologiche, ma sono in larga parte dettate da fattori sociali e culturali.

Come le è venuta l’idea di scrivere un libro su questa tematica?

Dopo un viaggio studi negli Stati Uniti, a Youngsville, NorthCarolina, dove ho approfondito gli studi sul repertamento e il sopralluogo e il riconoscimento delle droghe. Le droghe da stupro hanno una matrice culturale a stelle e strisce, per il loro utilizzo nei rave party e nei college americani fin dagli anni ’70. Al mio rientro, decido di prendere contatti con il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti che, a distanza, mi permette di approfondire la tematica in questione. Poi, nel giugno del 2014, al Convegno Nazionale sulle droghe del dipartimento politiche antidroga, Presidenza del Consiglio dei Ministri, si parla di droghe da stupro. Era da tempo che, girando l’Italia, avevo preso parte e organizzato convegni su questo argomento. Altresì, collaborando con un’Associazione che si occupa di gestire le vittime delle droghe da stupro, abbiamo inaugurato uno sportello di ascolto nel Nord Italia. E poi l’idea di farne un libro, un manuale, che ha visto il suo battesimo nell’ottobre del 2014 e che, ad oggi, sta raccogliendo premi nazionali e internazionali.

Lei è docente di criminologia, oltre che consulente tecnico presso diversi studi legali penali. Qual è il messaggio che rivolge ai suoi studenti a proposito delle cosiddette “droghe da stupro”?

 

Questo è il messaggio di prevenzione che rivolgo a tutti i giovani.

Per evitare di ingerire involontariamente la droga dello stupro è importante:

- non accettare bevande e drinks da altre persone;

- non lasciare il proprio bicchiere incustodito;

- non condividere i drinks;

- non bere da bottiglie già aperte;

- non continuare a bere se la bevanda presenta gusto o sapore strano, salato;

- prediligere bibite e bevande contenute in bottigliette, lattine o contenitori chiusi;

- aprire da sé eventuali bottigliette, lattine, contenitori;

- non bere se il contenitore si presenta non integro o manomesso;

- se ti senti come ubriaca/o e non hai bevuto, allontanati dal posto in cui ti trovi solo in compagnia di persone di fiducia;

- se ti senti mancare l’aria (v. sintomo della fame d’aria) allontanati dal posto in cui ti trovi solo in compagnia di persone di fiducia.

Ci sono alcuni segnali che possono rivelare se un soggetto ha ingerito una delle sostanze normalmente utilizzate per lo stupro:

- sentirsi ubriachi senza aver bevuto alcolici;

- sentirsi molto ubriachi avendo consumato una minima o modica quantità di alcolico;

- sentirsi disorientati con difficoltà a ricordare eventi o situazioni accadute poco prima;

- se si ricorda di aver bevuto un solo drink e poi non ha ricordo di cos’è accaduto dopo;

- avere la sensazione di aver avuto un approccio/rapporto sessuale, non ricordando bene però particolari o modalità;

- avere la sensazione di ricordare rumori/odori non collegabili a situazioni vissute.

Una corretta campagna di informazione nei riguardi di questa complessa tematica dovrebbe partire proprio da queste indicazioni.

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