La telefonata della Cancellieri vale un plauso dal Capo dello Stato, quella di Berlusconi sette anni di galera. Due pesi e due misure intervenuta ad Agorà, su Raitre, Daniela Santanchè dichiara : La vera anomalia di questo paese è come è organizzata la giustizia. Siamo l’unico paese al mondo con le correnti nella magistratura".
La deputata azzurra non dà credito alle voci, circolate ultimamente, sulla possibile candidatura del Cavaliere in un paese straniero alle prossime elezioni europee. "Non mi stupirei - afferma la Santanchè - se domani arrestassero il presidente Berlusconi. Candidarsi in Bulgaria? Berlusconi non ne ha mai parlato, ma a me piacerebbe, perché dimostrerebbe che l’Italia si è comportata malissimo con lui. Ma non credo che accadrà, è più facile che vada in galera piuttosto che si candidi in Bulgaria".
Il timore di Violante è che questi venti anni abbiano cambiato in profondità la sinistra. L'antiberlusconismo ha finito con specchiarsi nel suo opposto. «Il berlusconismo ha contagiato la sinistra nel senso che è stata anteposta la rivincita sull'avversario rispetto al dato programmatico che consente agli elettori di fare una scelta politica». La furia della vendetta ha svuotato il Pd. Con il rischio, per loro, di non ancora vinto la partita con l'elettore berlusconiano. È la domanda a cui Orsina nel suo saggio risponde. Chi ha votato Berlusconi? Sono varie tipologie, ma quella più interessante è l'elettore che il professore della Luiss definisce «scettico». È un berlusconiano per necessità, per mancanza di alternative. Eccolo. È l'elettore che non si è mai sentito capito e rappresentato dall'Arcipartito e dalla vita pubblica. È quello di cui non si scrive, non si parla, non compare nei film e nei romanzi se non come maschera grottesca. È il vero «invisibile» della politica e della cultura italiana. Berlusconi è stato il primo a parlare ad ognuno di loro, come un «popolo di individui». Spesso li ha delusi, ma almeno li ha visti.
La sinistra questo elettore non lo ha mai capito. Non lo concepisce. Non lo riconosce. E questo è stato il suo grande problema, perché questo «berlusconiano scettico» pone domande cruciali, fondamentali anche per uscire da questa crisi, a cui la politica non sa dare risposte.
Violante non avrà grande futuro nel suo partito. La questione che pone resta però fondamentale. Come esce la sinistra da questi vent'anni? Cosa ha sacrificato nel nome dell'antiberlusconismo sempre più viscerale? La risposta non uscirà dalle primarie. È un percorso più lungo, che pochi avranno il coraggio di fare. Forse neppure Renzi.