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Governo e sindacati hanno firmato interventi sul sistema pensionistico

Sei miliardi in tre anni per le pensioni. All'indomani del via libera all'aggiornamento del Documento di economia e finanza, il ministro del Lavoro Giuliano Poletti incontra i rappresentanti sindacali e presenta le cifre della riforma del sistema previdenziale.

 

 

Per chi ha lavorato 12 mesi effettivi, anche non continuativi, prima del compimento dei 19 anni l'uscita sarebbe anticipata a 41 anni di contributi se si appartiene alle categorie di lavoratori in difficoltà, come disoccupati senza ammortizzatori sociali, disabili e chi ha svolto attività gravose . E' quanto si apprende da fonti sindacali presenti all'incontro in corso al ministero del Lavoro. Sarebbe quindi questa la soluzione trovata per i lavoratori precoci, che hanno iniziato a lavorare prima della maggiore età.

 

Governo e sindacati hanno firmato un verbale sugli interventi sul sistema pensionistico. Nel verbale di cinque cartelle, sono identificate le misure che saranno messe in campo nei prossimi tre anni, fra le quali l'Ape, l'intervento sui precoci e l'estensione e l'aumento della quattordicesima per i pensionati con i redditi più bassi

 

La quattordicesima sarà estesa a 3,3 milioni di persone, ovvero ai pensionati con redditi complessivi personali fino 1.000 euro al mese. E' quanto si apprende da fonti sindacali presenti all'incontro in corso al ministero del Lavoro. Si tratta quindi di quasi 1,2 milioni in più rispetto alla attuale platea di beneficiari. 

 

La cosiddetta quattordicesima adesso riconosciuta ai pensionati con redditi complessivi personali fino a 750 euro mensili sarà estesa anche a coloro che hanno redditi fino a mille euro al mese (2 volte il trattamento minimo). Per coloro, 2,2 milioni, che hanno già il beneficio l'importo sarà aumentato, ma non è ancora stato definito il rialzo in base agli scaglioni di contributi versati. Nel complesso per l'aumento di chi già riceve la somma aggiuntiva si spenderà il 30% dello stanziamento dedicato a questo capitolo

 

Dettagli delle misure e soprattutto risorse: gli interventi previdenziali al centro del confronto tra governo e sindacati si apprestano a fare i conti con i fondi a disposizione, che potrebbero essere meno rispetto ai 2 miliardi di cui si era inizialmente parlato ed arrivare ad un massimo di 1,5 miliardi. Oggi l'incontro decisivo tra governo e sindacati per definire il pacchetto e tirare le fila, "fare una sintesi", del confronto avviato a fine maggio sui temi del lavoro e delle pensioni. Una sintesi che arriva dopo il varo della Nota di aggiornamento del Def, dunque con un quadro più definito delle risorse a disposizione, ed in vista della stesura della legge di Bilancio, in cui gli interventi saranno inseriti a metà ottobre. 

 

Il governo - ha assicurato Poletti - lavora per trovare la massima condivisione possibile". La portata della riforma è sicuramente è più "pesante" rispetto alle indiscrezioni degli ultimi giorni, che parlavano di 1,5 miliardi euro, ma inferiori rispetto a quanto chiesto dai sindacati che pretendevano due miliardi e mezzo all’anno. 

 

"Le misure non dipendono dalla trattativa con Bruxelles", ha assicurato Matteo Renzi spiegando che il governo intende muoversi a "piccoli passi". Il governo ha presentato ai sindacati un verbale di cinque cartelle che sintetizza i vari quesiti affrontati nel confronto sulle questioni previdenziali. Il cuore della riforma è il cosiddetto Ape, il prestito che permette ai lavoratori di uscire prima dal lavoro fino ad un massimo di tre anni e sette mesi. "In pensione - ha detto il premier ai microfoni di Rtl - si può andare prima rispetto alle regole della legge Fornero e accettando una piccola penalizzazione dello stipendio, non gratis".

 

Per le pensioni minime, invece, il governo conta di garantire "una sorta di quattordicesima". "Riusciremo a dare qualche soldo in più", ha detto Renzi. L'idea è di corrisponderla a quei pensionati che hanno un reddito personale complessivo fino a mille euro al mese. La platea dei beneficiari passerebbe così da 2,1 milioni a 3,3 milioni.

 

 

 

 

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