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Perché le reazioni suscitate dal comportamento del proprietario del B&B celano un totalitarismo invadente

La notizia del rifiuto del proprietario di un bed & breakfast in Calabria di far alloggiare in esso due giovani omosessuali merita una particolare attenzione per le ragioni che di seguito proverò a esporre.

Dalle reazioni che ha suscitato tale evento, emerge che in Italia il lavoro compiuto dalle associazioni LGBTIQA (Lesbiche, Gay, Bisex, Transgender, Intersex, Queer, Asexual)  ha prodotto i suoi frutti; l’azione di queste associazioni, infatti, ha suscitato in modo diffuso una mentalità di piena accettazione dei rapporti omosessuali, anche grazie all’approvazione della legge sulle unioni civili, che pur se è da considerare un vero e proprio flop, per il numero di unioni fin qui costituite, ha creato cultura, modo di pensare, sensibilità. È avvenuto, in pochi anni, in definitiva, un vero e proprio “trasbordo ideologico inavvertito” del popolo italiano a favore della “normalizzazione” dei rapporti omosessuali.

In tanti diranno: Era ora! Finalmente siamo un popolo aperto e moderno che ha superato i pregiudizi e le ghettizzazioni!

Se appare, tuttavia, politicamente corretto pronunciare parole di sdegno per il comportamento del proprietario del b&b, d’altra parte si stenta a considerare che tale reazione unanime, anche di personaggi pubblici, contro il gestore del b&b cela un enorme pericolo per la libertà di coscienza e religiosa di tutti noi e fa, peraltro, intravedere all’orizzonte l’ombra di un pericoloso totalitarismo.

Prova che il rischio che ho paventato non è una boutade, ma è serio, è il fatto che anche la Corte Suprema degli Stati Uniti il prossimo ottobre dovrà decidere se sia lecito o meno il rifiuto per “motivi religiosi” di un pasticcere protestante anglicano  Jack Phillips, di confezionare la torta nuziale a una coppia omosessuale, ai sensi del Primo Emendamento della Costituzione degli Stati Uniti d’America, che sancisce la libertà di espressione della fede.

C’è da dire che Philips per il suo rifiuto di confezionare la torta nuziale alla coppia omosessuale è già stato condannato dalla Colorado Civil Rights Commission per avere violato le leggi contro la discriminazione basata sull’orientamento sessuale e gli è stato vietato di continuare la sua attività di pasticcere.

Quello che è successo in America può accadere anche da noi.

L’episodio verificatosi in Calabria, montato ad arte dall’Arcigay, ha lo scopo certamente di suscitare l’obbrobrio morale nella coscienza sociale e così creare quell’humus necessario per favorire l’approvazione di leggi che prevedano sanzioni, che arrivino financo alla chiusura dell’attività lavorativa a chi volesse esercitare la propria libertà di coscienza e religiosa, com’è accaduto ad esempio al pasticcere americano.

Questi episodi sono utili per propiziare una cultura dello sdegno e così isolare chi non si sottomette e non si adegua alla dittatura del pensiero unico.

Certamente non è giusto discriminare nessun essere umano se discriminare significa che situazioni simili debbano essere trattate in modo uguale mentre situazioni diverse in modo differente, tuttavia non si può trascurare la tutela della libertà di ogni cittadino di voler rispettare la propria coscienza e/o i dettami previsti dal proprio credo religioso.

Non possiamo, tuttavia, non prendere atto che il principio di non discriminazione manifestazione del più generale principio di eguaglianza e che è presente nella Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU) all’articolo 14 ed è riaffermato all’articolo 21 della Carta di Nizza è divenuto ormai la chiave di volta per far sì che qualsiasi desiderio diventi diritto.

Stando così le cose prepariamoci allora al crepuscolo della nostra libertà a favore di un totalitarismo ormai sempre più invadente.

 

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