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Come non soffermarsi sulla natura umana, così meravigliosa e imprevedibile. Tutto parte da qualcosa di piccolissimo, per poi diventare qualcosa di immenso. Nasciamo così indifesi, così fragili; abbiamo bisogno di tante attenzioni, non riusciamo ad essere autosufficienti. Basta poco per emozionarci: un gioco, un fiore, il sole, una carezza, il sorriso di nostra madre; ed è così facile come dopo tanta gioia, riusciamo a piangere senza un perché, o meglio, senza un perché che si riesca a capire. 

L'emozione di diventare genitori può rappresentare l'apice della felicità, un'attesa immensa, nove mesi infiniti aspettando quel qualcosa che ti cambierà la vita e ancora non lo sai. La cura nello scegliere gli abiti adatti, per la casa, per dormire, per fare una passeggiata, per suscitare lo stupore nelle persone che si incontrano per strada, che non riescono a non dire una parola positiva per quel minuscolo essere che gli sorride, che fa sorridere tutti.

La sensazione di trovare un completino, e comprarlo a prima vista, pensando che sia perfetto per tuo figlio. Essere disposti a fare follie per fargli avere tutto ciò di cui ha bisogno, scegliere con cura ogni cosa, innamorarsi di come gli potrebbe stare, fare fantasie su come muoverà i primi passi o dirà la prima parola con quella tutina. O ancora l'emozione della prima volta che lo vedrai con indosso quello che avevi scelto con tanto amore. 

Sempre più spesso si sceglie da casa collegandosi ad internet. Un sito molto apprezzato dalle mamme  che sta riscuotendo un certo successo è dedicato alle tutine per neonato made in Italy dove è possibile trovare capi di qualità lavorati in maniera artigianale e studiati per vestire i bambini in modo pratico e confortevole. Gli stilisti di questo brand, tutto italiano,  non solo realizzano i capi, ma riescono a creare liste personalizzate per proporre regali unici per ogni occasione. Il corredino potrà essere quindi sportivo, elegante o divertente così da soddisfare  gusti e desideri.

Sul Sentiero è un album di 14 brani di Sergio Cammariere pubblicato nel 2004. Il disco, prodotto da Biagio Pagano, vede la partecipazione di storici partners del cantautore calabrese come Il violinista Olen Cesari, il batterista Amedeo Ariano, il contrabbassista Luca Bulgarelli, il trombettista Fabrizio Bosso, il percussionista Simone Haggiag. 
Gli arrangiamenti e la direzione della piccola orchestra sono di Paolo Silvestri.
Un lavoro "di mezzo", che si va a situare fra Dalla pace del mare lontano del 2003 e Il pane il vino la visione del 2006, all'interno del quale si trovano note composizioni del suo repertorio quali La canzone dell'impossibile e Spiagge lontane, quest'ultima fra le prime dieci in classifica.
Ma è anche un lavoro centrale nel "Sentiero" artistico dell'artista crotonese che va a focalizzare i lineamenti di una personalità complessa di interprete postromantico, la cui musica è avviluppata di poesia, con una vocalità di stampo europeo, un pianismo dalle visibili propaggini jazz, un comporre aperto anche a ricorrenti brecce latine ed etniche ed a schiusure classicheggianti, vedansi in rete al riguardo i pregevoli barocchismi dei duetti fra il pianoforte di Cammariere ed il violino di Cesari nel concerto al Teatro Smeraldo di Milano del 2005. 
C'è pure, nel compact, Casa Lumiere, un brano strumentale virtualmente vestito di celluloide un cui video su Youtube 2007 monta foto di Charlot.
È musica chapliniana? In effetti il duo Cesari-Cammariere pare dar voce ad un film muto, in una saletta di inizio novecento, in un posto magico, posizionato in qualche angolo della memoria visiva che registra le immagini dei primi quadri viventi del cinematografo. 
Ma c'è un altro filmato, postato nove anni fa, che ritrae interni di una casa d'epoca, con i mobili in ferro battuto, una lunga scala che si inerpica su tre ambienti, una panca in legno come la sedia scheggiata, il camino decorato artigianalmente, un telefono d'epoca, dei cuscini ricamati, uno scheletro di carrozzina tipo Potemkin in cima ai gradini, dei vasi di creta, un contrabbasso posato a terra quasi dormiente, lo scrittoio stranamente sistemato in cantinetta, molte icone sacre, un pianoforte liberty Eduard Seiler con poggiata su una custodia di mandolino, alcune bambole di stoffa, una radio d'annata, e infine le sagome dei due musicisti. Le madeleines sono fuori dagli scatti del fotografo Nino Cagnetta and partner (ma.pi.nino) ma, ė garantito, ci sono!
Dove siamo? La curiosità e legittima. Difficile capirlo dagli squarci di profili di case che trapelano da uno specchio. Vecchia Vienna? Budapest Storica? La Ville (dei fratelli) Lumière? Niente di tutto ciò! Siamo a San Fili, un "presepe" vicino Cosenza, ai piedi della chiesa Madre, non distante dalla dimora di Nicola Misasi anziano, sita poco più giù, in via Rinacchio. Ma potremmo essere anche altrove, in un non-luogo, nelle Stanze dei Ricordi, angoli che sanno d'antico e odorano di quel sapore vetusto che inebria l'anima mentre ti avvolgono, come "fili" di nebbia, le melodie di due strumenti che suonano un walzer.

In questi giorni di isolamento, il fotografo e giornalista Massimo Pacifico ha messo insieme il video "Museitalia", con le sue foto scattate negli ultimi anni in venti musei italiani: Museo di Arte Contemporanea di Rivoli; Museo Egizio di Torino; Galleria d’Arte Moderna; Museo del Novecento; Pinacoteca di Brera, Milano; Galleria degli Uffizi; Museo Marino Marini; Galleria dell’Accademia; Galleria Palatina e di Arte Moderna; Museo Nazionale del Bargello; Museo dell’Opera del Duomo; Musei Capitolini.

"Con la speranza che tutti i musei possano riaprire al più presto, in sicurezza, e che il patrimonio del Bel paese possa essere di nuovo goduto dal vero, chiediamo a tutti di diffondere, senza alcun problema di copyright, questo video in nome della Cultura che affratella l’Umanità." Sono le parole di Cecilia Sandroni, giornalista e fondatrice della piattaforma di comunicazione globale ItaliensPR, che promuove l'iniziativa guidata dalla convinzione che l'educazione artistica sia elemento essenziale per la crescita individuale.

Massimo Pacifico, nato a Sulmona in Abruzzo, si è laureato in Scienze Politiche all'Università di Firenze (1976) prima di diventare fotoreporter professionista.
Come libero professionista ha prodotto centinaia di racconti fotografici in cinque continenti, dall'Alaska (USA) al Nuovo Galles del Sud (Australia).
Nel 2006 fonda e dirige, a Milano, la rivista VERVE, e poi quattro anni dopo, BOGART.

È un appassionato collezionista di libri del poeta latino Ovidio, suo concittadino, di arte tribale indiana e di fotografie d'epoca. Ama l'Asia. La sua casa si trova sulle colline fiorentine, dove guida una TC TC del 1948 verde da corsa inglese, un'auto che ha solo tre anni più di lui e il cui precedente proprietario e amico, Leo Lionni, (il mitico designer della rivista Fortune a metà Anni '50), girava spesso per la Riviera Ligure con il suo buon compagno Italo Calvino.
 
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