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La battaglia di Salvini: su open arms ho agito insieme a Conte

Ho agito insieme a Conte. E se qualcuno in aula riterrà che sia stato commesso un reato, ne risponderanno in tanti, a cominciare dal premier». Matteo Salvini si prepara alla grande battaglia di oggi in Senato sull'autorizzazione a procedere contro di lui per il caso Open Arms. «Sono state - incalza l'ex ministro, accusato di sequestro plurimo aggravato - scelte prese collegialmente con alcuni interventi presi per iscritto. Se vado a processo, eventualmente il presidente del Consiglio mi accompagnerà un po' a Catania e un po' a Palermo e prenderemo una granita». Ironizza ma si preoccupa Salvini. Oppure, come dicono nella Lega, questa è l'occasione giusta per accusare il governo, per oscurare il caso Fontana e per risalire a cavallo del tema prediletto: migranti e nuovi migranti che arrivano in quantità sempre maggiore

“Salvini ha fatto il proprio dovere di ministro, perseguendo l'interesse pubblico a un corretto controllo e a una corretta gestione dei flussi migratori, tutelando l’ordine pubblico. Se si votasse in coscienza ed esaminando le carte, questa vicenda si chiuderebbe domani e per sempre” afferma Giulia Bongiorno, celebre penalista ed leghista come Matteo Salvini, a Repubblica. “Prima di lanciare accuse, dovrebbero spiegare perché il comandante della Open Arms rifiutò per ben quattro volte una via d'uscita che avrebbe consentito di mettere subito in salvo i migranti”.

Salvini: “Io tranquillo, c’era anche Conte”. Si dice “tranquillo” perché a suo dire “le carte sono là, non sono cambiate e parlano chiaro”. Matteo Salvini ostenta sicurezza e torna ad attaccare i 5 Stelle e Conte. L'obiettivo grosso di Salvini sono i suoi ex alleati nel Governo giallorosso, e mostrare il loro radicale cambio di rotta. “Io ho agito a difesa del mio Paese e quello che ho fatto l'ho fatto in compagnia del premier Conte, ho fatto quello che c'era nel programma di governo non ritengo che ci sia stato un errore o reato. Se qualcuno ritiene che sia un reato ne risponderete in tanti. Vorrà dire che Conte mi accompagnerà un po’ a Catania e un po’ a Palermo e prenderemo una granita”.

“Ma a sbagliare non fu solo Salvini”. “Noi voteremo a favore dell’
autorizzazione a procedere nei confronti Salvini” afferma il leader di Iv Matteo Renzi in Aula al Senato. “Dalle carte abbiamo visto e approfondito che c’è una responsabilità oggettiva, secondo noi, dell’intero governo - dice Davide Faraone, capogruppo al Senato di Italia Viva, ad Agorà Estate Rai Tre - Io non credo che allora il comportamento esclusivamente sbagliato fosse soltanto quello di Salvini. Allora quel comportamento sbagliato era di un governo

Matteo Salvini ha commentato a Tgcom24 l'intervento di Renzi in Senato. "Per me la sua parola vale zero, con Open Arms ho fatto il mio dovere e ho la coscienza a posto. - ha dichiarato -. Se andrò a processo, ci andrò a testa alta e sarà un processo politico. Se pensano di intimorire la Lega con un processo politico 'alla Palamara' , si sbagliano di grosso. Quando tornerò al governo farò esattamente le stesse cose".  

L'ex premier non aveva fatto nessuna dichiarazione prima di questa mattina, ma ormai sembrava già chiaro che Iv avrebbe deciso di dire sì all'avvio del processo contro il leader della Lega, che potrebbe essere accusato di sequestro di persona e rifiuto d'atto d'ufficio.

Per salvare Matteo Salvini , i 18 senatori di Italia viva avrebbero dovuto votare contro il processo, così da non permetterà a Movimento 5 Stelle, Pd e Leu di raggiungere la maggioranza assoluta. Ma, ormai, Renzi è deciso a sostenere la maggioranza. "Noi non abbiamo cambiato idea, noi abbiamo sempre pensato che quella gestione della politica migratoria sia in Europa sia stato un errore- ha detto il leader di Iv, prendendo la parola in Senato-Non ho bisogno di dirlo a M5s e Salvini, magari ho bisogno di dirlo a quella parte della sinistra che hanno sostenuto che noi eravamo la brutta copia della destra quando andavamo a raccogliere in mare i migranti morti. Noi eravamo questi, una cosa diversa da voi".

La vicenda risale all'epoca in cui Salvini era ministro dell'Interno del primo governo Conte, quello guidato dall'intesa Lega-M5s. Tra l'1 e il 20 agosto 2019, la nave spagnola Open Arms rimase per 19 giorni in attesa di un porto in cui sbarcare. Porto che l'Italia e Malta avevano negato. Quando poi la nave si avvicinò a Lampedusa entrando in acque italiane fu il pm di Agrigento Luigi Patronaggio a salire a bordo con due medici e a constatare una situazione sanitaria insostenibile. La nave fu sequestrata e i 160 migranti a bordo fatto sbarcare. Da lì partì la volontà del pm di indagare eventuali omissioni da parte dei pubblici ufficiali.  

Il voto del Parlamento italiano è importantissimo. Mandare a processo Matteo Salvini significa ristabilire una verità storica e l'inviolabilità delle convenzioni internazionali che regolano il soccorso in mare nonché i principi delle nostre costituzioni democratiche”. A parlare a “Repubblica” è il fondatore di Open Arms, Oscar Camps, secondo il quale “il processo a Salvini stabiliranno un principio che vale per tutti i governi: i diritti umani devono essere rispettati e la legge è uguale per tutti”. Camps si dice infine “deluso” dall'operato dell’attuale Governo perché anche senza Salvini ””è cambiato poco, si sono smorzati i toni, ma la linea politica è rimasta la stessa”.

Processare Matteo Salvini per aver difeso i confini italiani ù dall'immigrazione illegale è semplicemente scandaloso. Fratelli d'Italia voterà compattamente, e convintamente, contro ù l'autorizzazione a procedere. La sinistra impari a battere i suoi ù avversari nelle urne, se ne è capace. Forza Matteo". Così ha scritto su Facebook il presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni.

Nel 2019 il Senato, tra cui il M5s, negò l'autorizzazione a procedere nei confronti di Salvini per il caso della nave Diciotti (risalente all'estate 2018). La linea fu quella secondo cui la scelta di non far sbarcare oltre 170 migranti tratti in salvo dalla nave militare italiana per circa una settimana era stata una scelta politica governativa e, come tale, non sindacabile. In ogni caso, secondo quella linea, non si trattò dell'abuso di un ministro per ottenere un personale vantaggio politico.

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