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Le macchie pigmentarie sono macchie di piccole dimensioni che fanno la loro comparsa sulla pelle, con una colorazione più intensa rispetto al tono della pelle stessa. Tra le principali cause troviamo l'età e il sole. Ma è possibile attenuarne l'effetto, spesso piuttosto antiestetico? Scopriamolo insieme nelle prossime righe.

 Macchie pigmentarie: cosa sono?

La melanina è il pigmento naturale che il nostro corpo produce in maniera equilibrata. La melanina svolge un ruolo davvero molto importante di protezione di occhi, pelle e capelli da una serie di fattori ambientali, compresi i pericolosi raggi solari. Alla base della formazione delle macchie sulla pelle troviamo alcuni fattori. Quelli seguenti sono i principali:

  •  Luce solare. Un'eccessiva esposizione alla luce solare, senza utilizzare le giuste creme e negli orari sbagliati rientra tra le principali cause delle macchie pigmentarie.
  • Età. L'avanzare degli anni corrisponde anche ad un aumento fuori controllo dei melanociti.
  • Alcuni medicinali, tra cui gli antibiotici, possono essere responsabili delle macchie.
  • Menopausa e gravidanza. In queste fasi i livelli ormonali sono oggetto di continui sbalzi.
  •  Lesioni della cute. Può verificarsi, in queste situazioni o in presenza di infiammazioni, un rilascio di melatonina.


Ovviamente non tutte le macchie pigmentarie sono uguali tra loro, dal momento che le cause e i fattori scatenanti incideranno sulla tipologia di macchia.

 Macchie sulla pelle: tipologie e come combatterle

Il melasma è la principale forma di iperpigmentazione. Frequentemente colpisce le donne in gravidanza, manifestandosi sul viso, sulle labbra e sulle guance. Dobbiamo comunque precisare che sono innocue, e che molto spesso scompaiono subito dopo la gravidanza. Successivamente troviamo le macchie che trovano la loro causa nell'età e nell'esposizione solare. Di solito si presentano come macchioline scure sul viso, collo e mani. Si tratta delle zone maggiormente esposte al sole.

 Anche questo tipo di macchie è innocuo, e tra l'altro è piuttosto comune nella popolazione adulta. Ma quali sono gli strumenti per limitare e risolvere questo fenomeno? Indubbiamente una protezione solare di qualità può fare la differenza dal momento che diminuisce l'effetto dannoso dei raggi UV. Delle creme ad alta protezione per la pelle possono creare un efficace schermo protettivo. Per la rimozione delle macchie, invece, in commercio esistono diversi prodotti.

Tra i più efficaci troviamo sicuramente il fondotinta solare, che non è solamente uniformante, ma è anche capace di schermare i pericolosi raggi UV. Esistono anche dei trattamenti naturali che in qualche modo attingono alla tradizione popolare per combattere le macchie pigmentarie. Ad esempio, una maschera fatta di miele, succo di limone e yogurt, oppure altre soluzioni prendono in considerazione l'utilizzo di olio di mandorle, curcuma e panna fresca. Chiaramente si tratta di opzioni non certamente convalidate dalla scienza. Per tali ragioni è sempre opportuno valutarne gli effetti a lungo termine.

Nuovo portale nazionale online per la salute mentale: Il ministro Roberto Speranza ha dichiarato: “La salute mentale è una priorità. In legge di bilancio 38 milioni, attenzione particolare alle fasce più deboli” È stato presentato venerdì 8 luglio a Roma presso la Fondazione Di Liegro, il portale online: “salutementale.net” alla presenza di Antonio Gaudioso, Capo della segreteria tecnica del Ministro della Salute Roberto Speranza, Alessio D’Amato, Assessore alla Sanità e Integrazione Socio-Sanitaria della Regione Lazio, Giuseppe Gambale Direttore sanitario Asl Roma 2, Luigina Di Liegro, Segretario generale Fondazione Internazionale Don Luigi Di Liegro, Massimo Cozza, direttore del Dipartimento Salute Mentale Asl Roma 2 e non per ultimo, Profesor Francesco Vaia, direttore generale dell’INMI Spallanzani di Roma. Informazioni, servizi, risposte alle domande più frequenti sul disagio psichico si potranno trovare sul nuovo portale: Salutementale.net realizzato dalla ASL Roma 2 in collaborazione con Fondazione Internazionale Don Luigi Di Liegro Onlus e Fondation d'Harcourt e curato dal Centro Studi e Documentazione (CSD) “Luigi Attenasio – Vieri Marzi” e gestito dal Dipartimento di Salute Mentale (DSM) in collaborazione con la cooperativa sociale integrata Il Grande Carro. L’attività del portale si inserisce in una visione della salute mentale che mette al centro la persona, con la sua soggettività, la sua storia unica e i suoi diritti di cittadinanza, nell’ottica di una sempre più avanzata Il portale è il risultato del lavoro di una redazione “integrata” composta da: 10 unità tra operatori/utenti dei Centri di salute mentale, operatori/tutor e volontari. www.salutementale.net si propone come uno spazio che offre supporto e suggerimenti a tutti coloro che hanno bisogno di informazioni sul delicato tema della salute mentale. Se il primo beneficiario è costituito dalle persone che si trovano a vivere il disagio psichico e dalle loro famiglie, Salutementale.net rappresenta un punto di riferimento nazionale anche per operatori del settore, caregivers, esperti delle istituzioni e della politica, ricercatori, giornalisti e più in generale per i cittadini. All’interno delle diverse sezioni sono presenti notizie, ricerche, normative e sentenze nazionali e internazionali, documenti istituzionali e scientifici, eventi, novità editoriali e pubblicazioni; inoltre è editabile la mappa aggiornata di tutti i DSM presenti sul territorio nazionale, con riferimenti di posta elettronica e web. Un’altra importante risorsa è rappresentata dalle risposte alle domande più comuni (FAQ) sulla salute mentale, nate da un confronto con le associazioni dei familiari, e realizzate attraverso un lavoro di sistematizzazione delle richieste giunte allo Sportello di ascolto, informazione e orientamento (SOSS) della Fondazione Di Liegro. Salutementale.net intende valorizzare contenuti teorici ed esperienze che vanno nella direzione dell’innovazione organizzativa e gestionale, filtrando le informazioni basate su evidenze scientifiche e contrastando così il sempre più insidioso fenomeno delle fake news. Il portale è alimentato anche grazie alle segnalazioni di operatori del DSM, di enti pubblici, società scientifiche, associazioni di volontariato, attori della cooperazione sociale, famiglie e utenti, mettendo al centro dell’attenzione le persone con disagio mentale, le famiglie e il contesto di vita e comunitario con cui interagiscono. “La pandemia da Covid-19 ha rafforzato la necessità di tutelare al meglio le problematiche legate alla salute mentale. Per questo sono stati finanziati in legge di bilancio 38 milioni di euro destinati a rendere più efficienti i servizi psicologici in particolare per bambini, adolescenti e fasce più deboli. Inoltre, abbiamo vincolato 60 milioni a progetti regionali di qualificazione dei percorsi di cura. La Salute mentale è una delle nostre priorità e dobbiamo proseguire su questa strada tutti insieme” ha commentato il Ministro della Salute, Roberto Speranza. “Il portale si propone come uno spazio che offre supporto e suggerimenti a tutti coloro che hanno bisogno di informazioni sul delicato tema della salute mentale. Dedicato alle persone che si trovano a vivere il disagio psichico e alle loro famiglie, ma sarà un punto di riferimento nazionale anche per operatori del settore, caregivers, ricercatori e più in generale per i cittadini” ha commentato l’Assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato. “La realizzazione del portale della salute mentale” ha affermato Giuseppe Gambale, Direttore Sanitario ASL Roma 2, la più grande d’Italia con un bacino di utenza di circa 1milione e 300mila abitanti “rappresenta un contributo di informazione che rientra nell’ambito degli obiettivi di prevenzione che mettiamo a disposizione di tutti”. “Si tratta di un servizio” ha dichiarato Massimo Cozza, Direttore del DSM ASL Roma 2 “rivolto in primo luogo agli oltre 3milioni di cittadini con disturbi psichici e alle loro famiglie, orientato a fornire una conoscenza corretta sulla salute mentale, cercando di abbattere i muri del pregiudizio”. “Oggi presentiamo un progetto che costituisce il prototipo per eccellenza di una moderna idea di integrazione sociosanitaria, a partire dalle persone e dai loro bisogni. Il portale web è costruito con un approccio umanizzante che lo rende una bussola in grado di guidare tutti i cittadini, alla larga da ogni grigiore burocratico. La Fondazione mette così a sistema e a disposizione di tutti il suo patrimonio di conoscenze, competenze ed esperienze, volgendo lo sguardo verso tutte le persone che operano e sono coinvolte nel mondo della salute mentale”, ha commentato Luigina Di Liegro, segretario generale della Fondazione Internazionale Don Luigi Di Liegro Onlus.

Le novità della medicina estetica 2022 Parla Emanuele Bartoletti, presidente del 43° Congresso della Società Italiana di Medicina Estetica SIME 2022     All’Hotel Rome Cavalieri dal 13 al 15 maggio, gli esperti del settore hanno condiviso le ultime novità durante i tre giorni del Congresso della Società Italiana di Medicina Estetica (SIME). La medicina estetica ha vissuto un vero e proprio boom di richieste dalla riapertura degli ambulatori, ma questi due anni non sono stati tanto improntati alle novità, quanto piuttosto al consolidamento di esperienze. E oltre alla messa a punto di nuove terapie e protocolli di trattamento, sono state presentate le nuove generazioni di strumenti e prodotti, indispensabili nella ‘tavolozza’ della medicina estetica. “Perché i medici estetici ‘veri’ – ricorda il professor Emanuele Bartoletti, Presidente della Società Italiana di Medicina Estetica – non si limitano a ‘’fare filler e tossina botulinica, ma utilizzano tutte le terapie che sono proprie di questa branca specialistica; l’indicazione più appropriata per la corretta terapia, che, ricordo, deve essere programmata solo dopo un check up di medicina estetica, effettuata con la giusta metodologia, consente di ottenere risultati validi, naturali, limitando al minimo le complicanze”. La medicina estetica è fatta di tante terapie, ognuna delle quali ha una finalità ben precisa. “Le superfici, il colore della cute e i volumi del corpo – afferma il professor Bartoletti - devono essere sempre considerati tutti quanti insieme. È impensabile che un medico estetico, per migliorare la qualità della pelle, faccia solo filler, tralasciando peeling e laser, perché questo vuol dire non prendere in carico il paziente in maniera completa e corretta, ma ‘vendergli’ dei trattamenti che qualche volta sono anche fuori indicazione. Questi tre aspetti vanno considerati tutti contemporaneamente se si vuole ambire al miglior risultato. Che deve essere quanto più possibile ‘naturale’ e gradevole. Tutte le terapie effettuate in medicina estetica inoltre devono essere sostenute da sperimentazioni cliniche rigorosamente pubblicate su riviste scientifiche e devono essere offerte da medici estetici preparati, che abbiamo seguito un percorso formativo e conoscano bene macchinari e terapie da utilizzare, ma soprattutto, ripeto, che sottopongono il paziente ad un check up completo di medicina estetica”. Sempre più importante è anche la valenza sociale della medicina estetica. “Oltre alle Breast Unit e alle Obesity Unit, che dovrebbero comprendere sempre anche la presenza di un medico estetico, una cosa importantissima che fa la medicina estetica è anche quella di screenare e intercettare una serie di patologie. Durante il check up di medicina estetica ci capita spesso di scoprire melanomi e altri tumori della pelle, cheratosi attiniche, insufficienze venose degli arti inferiori, casi di ipertensione arteriosa; la medicina estetica insomma, come effetto ‘collaterale’ permette anche di contribuire alla diagnosi precoce di molte patologie”.   Le novità del congresso   La novità dal punto di vista farmacologico di questo periodo è la tossina botulinica liquida, una formulazione diversa, già diluita e pronta all’uso (non va ‘ricostituita’ come le precedenti e questo evita errori di dosaggio), ha un’azione precisa, rapida (i risultati cominciano ad essere visibili già dopo 24 ore e durano fino a 6 mesi) e potente. È disponibile in siringhe dall’ago molto sottile, che consentono di erogare quantità fisse di tossina ad ogni ‘click’, ruotando lo stantuffo, per rilasciare in modo preciso e accurato le unità di tossina desiderate. È approvata come tutte le altre per il trattamento delle rughe glabellari (quelle verticali sopra la radice del naso, nello spazio tra le sopracciglia).   Liquid lifting. Una tendenza che si va consolidando da qualche anno è quella di ottenere dei buoni risultati estetici, utilizzando una minor quantità di prodotto, sia che si tratti di filler o altro. I risultati migliori con il filler non si ottengono più iniettando grandi quantità nel volto, come purtroppo si è fatto in passato. “Al contrario – spiega il professor Bartoletti – attraverso lo studio dell’anatomia si è cercato di individuare i ‘trigger point’ del volto, rappresentati dai legamenti (strutture che ancorano il derma all’osso), dando sostegno ai quali con l’iniezione di filler, si riesce ad avere un discreto risollevamento dei tessuti. È ovvio che questo effetto ‘lifting’ è abbastanza valido solo se i tessuti sono ‘leggeri’, come accade nei soggetti magri. Quando, con l’invecchiamento, l’osso e il sottocutaneo si riducono di volume e i legamenti si ‘allungano’ un po’, i tessuti del volto tendono a ‘cadere’; ma iniettando piccole quantità di acido ialuronico (o altri filler come l’idrossiapatite di calcio) in questi legamenti si riesce a rimetterli ‘in tensione’.  I vantaggi sono quelli di ottenere un buon risultato, senza ‘trasformare’ la paziente, rendendo la procedura più economica e meno invasiva (meno punture significa anche ridurre la possibilità di formazione di lividi ed ematomi). In linea col principio che la medicina estetica deve sempre tendere ad un risultato ‘naturale’, poco visibile”. I fili rappresentano anche a distanza di 20 anni dalla loro introduzione nella pratica clinica, sempre una valida indicazione. “E questi due anni di ‘non-novità’ – riflette Bartoletti – ci hanno permesso di affinare l’impiego degli strumenti che già avevamo a disposizione. Abbiamo dedicato alla terapia di sospensione con i fili una sessione intera del congresso, per mettere a punto le indicazioni e l’identikit del paziente ideale per queste metodiche. Il paziente ideale è quello che ha un cedimento iniziale dei tessuti, di grado minimo-moderato, con tessuti né troppo pesanti (perché i fili non ce la farebbero a risollevarli), né troppo magri (perché se il sottocutaneo è troppo sottile si rischia che i fili si vedano)”. Ci sono naturalmente delle piccole novità anche in questo settore, limitate però ad alcuni accorgimenti tecnici come i gancetti che ricoprono i fili di sospensione per aggrapparlo al derma, disposti a spirale tutto intorno al filo che offrono sospensioni più durature e migliorative.   Novità per collo e decolleté. “Il ‘trattamento’ migliore per quest’area – afferma il professor Bartoletti - resta la prevenzione perché tutte le terapie di medicina estetica hanno effetti limitati in questa zona difficile da trattare. Biostimolazione e fili di sospensione o di biostimolazione, possono essere usati, ma solo in fase veramente iniziale perché la fibrosi che vanno a creare i fili consenta di mantenere il più a lungo possibile adesi i tessuti superficiali a quelli sottostanti, prevenendone lo scollamento che porterà poi inevitabilmente al cedimento. In caso di lieve cedimento a livello di bordo mandibolare e collo, la tecnica endolift, ha confermato di essere sicura ed efficace. Si tratta di una fibra ottica che viene inserita al di sotto del derma, che attraverso una luce laser crea delle piccole retrazioni a livello subdermico, che hanno la capacità di riattacare i tessuti superficiali a quelli profondi, migliorando i cedimenti. Quando il problema è invece un po’ più avanzato, l’unica terapia efficace è quella chirurgica, con il lifting del terzo medio del volto e del collo. Ma, anche in questo caso, il moderno concetto di lifting è completamente stravolto rispetto al passato. Mentre prima i visi si andavano a ‘stirare’ al punto che a volte si cambiava anche l’espressione della bocca, adesso si cerca un risultato del lifting che sia poco visibile, perché l’obiettivo non è tanto quello del ‘ringiovanimento forzato’, quanto far ottenere al paziente un aspetto un po’ più riposato e come sempre in medicina e chirurgia estetica, far portare bene ai pazienti la propria età”.   Lo sguardo. La regione orbitaria è una di quella che si presta bene alla sinergia di varie terapie, che ben studiate in abbinamento, possono dare ottimi risultati. “In questa zona – spiega il professor Bartoletti - utilizziamo filler a base di acido ialuronico o idrossiapatite di calcio per ‘riempire’ un occhio troppo scavato o un bordo orbitario (la parte ossea sottostante al sopracciglio) che comincia ad ‘appiattirsi’, portando ad un cedimento e all’abbassamento della coda del sopracciglio. Negli ultimi tempi sono stati messi a punto dei trattamenti di biostimolazione (a base di polinucleotidi o di peptidi biomimetici) che hanno come indicazione proprio la regione perioculare che ha la caratteristica di avere una cute molto sottile, che spesso risponde ‘troppo’ alle terapie (es. formazione di ‘pomfi’ duraturi in caso di biostimolazione). Le nuove terapie di biostimolazione sono più delicate, ma riescono a migliorare molto la compattezza di questa regione; questo previene l’approfondimento delle rughe perioculari, ovviamente la terapia di base è quella con tossina botulinica, perché riducendo la forza di contrazione muscolare, si ritarda molto l’approfondimento delle rughe. Altre procedure di successo sulle occhiaie vengono dalla medicina rigenerativa: sia le pappe di piastrine che le cellule staminali da tessuto adiposo (diventate una metodica molto amata dalla medicina estetica, grazie a dei kit che permettono di standardizzare tutta la procedura) danno risultati eccellenti, senza provocare i problemi tipici dei filler (es. l’effetto Tyndal, cioè il grigiore conferito dai trattamenti con acido ialuronico troppo denso o iniettato troppo in superficie, gli edemi da filler a base di idrossiapatite di calcio).

 

 



A base di agrumi i rimedi contadini contro i malanni stagionali, con pillole naturali di vitamina C da assumere quotidianamente per ripulire l’organismo dalle ‘scorie’  che si liberano in grandi quantità proprio nel periodo invernale. E’ quanto afferma Coldiretti Puglia, in occasione dell’iniziativa organizzata nei mercati contadini di Campagna Amica in Puglia con l’agrumeto che si è trasferito in città

L’ emergenza sanitaria Covid ha provocato una svolta salutista nei consumatori a livello globale che hanno privilegiato – aggiunge Coldiretti Puglia - la scelta nel carrello di prodotti alleati del benessere, con le arance in cima alla lista dei frutti stagionali più amati dai pugliesi.

Un patrimonio da valorizzare e sostenere quello agrumicolo pugliese, che vale oltre 80 milioni di euro milioni di euro per una produzione di 2,6 milioni di quintali – afferma Coldiretti Puglia - soprattutto di arance e clementine che hanno avuto il riconoscimento comunitario dell’IGP (Indicazione Geografica Protetta), quali l’arancia del Gargano, il limone Femminello del Gargano e le clementine del Golfo di Taranto.

Spremute in diretta ai mercati contadini di Brindisi e Taranto, dove il cuoco  che ha voluto offrire bicchieroni di succo di arancia ai consumatori, oltre a muffin alle arance e fette di torta al succo e alla crema di agrumi.

Le province di Taranto e Foggia fanno la parte da leone. Le imprese agricole che si dedicano alla produzione di agrumi in provincia di Taranto – ricorda Coldiretti Puglia - sono 1.041, il 9% del totale dell’imprenditoria agroalimentare jonica, con una produzione di clementine, arance e mandarini di 1,9 milioni di quintali, e tale patrimonio va valorizzato attraverso un piano straordinario agrumicolo ed un sostegno al reddito, considerato anche il fatto che la concorrenza sleale dei Paesi comunitari ed extracomunitari sta determinando un calo dei prezzi di vendita del 25%. In provincia di Foggia si producono 103mila quintali di arance e limoni, in un’area ad alto rischio di dissesto idrogeologico, caratterizzata da agrumeti storici.

“Il settore agrumicolo Puglia ha subito pesantemente gli effetti dell’embargo russo ed il crollo dei prezzi in campagna. Sono inaccettabili – ha detto Alfonso Cavallo, presidente di Coldiretti Taranto - i prezzi pagati agli agricoltori che non riescono neanche a coprire i costi di raccolta a causa della concorrenza sleale dei prodotti importati dall’estero, in una situazione di dumping economico, sociale ed ambientale. Un trend drammatico che ha effetti pesanti sul piano economico e occupazionale per le imprese agricole, ma anche dal punto di vista ambientale e per la salute dei consumatori, su cui è necessario intervenire con misure di trasparenza per promuovere i consumi sul mercato interno e favorire le esportazioni".

E’ scientificamente provato – spiega Coldiretti Puglia – che una corretta dieta a base di vitamina C e sali minerali sia una validissima alleata contro le malattie da raffreddamento e non c’è dubbio che l’alto contenuto di questa vitamina negli agrumi ha un effetto benefico contro le scorie (radicali liberi) che “annientano” l’organismo e che sono prodotte, proprio dal nostro corpo, in grandi quantità proprio nel periodo invernale. E allora – continua la Coldiretti – invece di abusare di sostanze multivitaminiche che vanno tanto di moda oggi, è meglio preferire gli agrumi e tutta la frutta e verdura di stagione, preparando spremute e centrifugati, che il nostro Bel Paese ci offre in questo momento con benefici per il portafogli e il palato. Proprio gli agrumi sono i grandi protagonisti degli antichi rimedi contadini. Se contro mal di gola – continua la Coldiretti regionale – si consiglia di fare gargarismi con succo di due limoni diluiti in mezzo bicchiere d’acqua e sale, contro il raffreddore basta tagliare un limone in due, versarne un po’ di succo nel palmo della mano e aspirarlo. La fastidiosa tosse può essere sedata poi – spiega Coldiretti – bevendo il succo di un limone con un cucchiaio di miele. Ma ci sono anche le clementine 100% ‘Made in Italy’ prodotto di alta qualità e dalle importanti proprietà salutistiche provenienti dalla Puglia.

 

Fare scorta di vitamina D è essenziale per il nostro organismo, in quanto si tratta di un nutriente indispensabile per la salute del nostro corpo.  

Le funzioni alle quali è deputata sono tantissime e di vitale importanza: dal mantenimento dello stato di salute delle ossa alla loro mineralizzazione, alla protezione di fosforo e calcio nel sangue mantenendo i livelli giusti, passando per una corretta funzione muscolare, fino al sostegno indispensabile del sistema immunitario. Con l’arrivo del freddo quest’ultima funzione poi non può assolutamente mostrare dei cedimenti. Se le difese immunitarie funzionano bene tutto l’organismo ne giova perché batteri, virus e conseguenti malanni di stagione vengono tenuti lontani. Il giusto apporto di vitamina D, in particolare in inverno, previene gli acciacchi.

Ma come fare scorte di vitamina D? Le strade sono tante: in primis con l’alimentazione, sia tramite fonti animali che vegetali, poi con l’esposizione al sole ed infine, se necessario perché si presentano delle carenze, con gli integratori alimentari specifici.

Importantissima dunque l’alimentazione per integrare la vitamina D e dare all’organismo le scorte di cui ha bisogno. Ma cosa mangiare per fare tutto questo? Ci sono alcuni alimenti che sono più ricchi di vitamina D e che è bene inserire nella propria dieta: dai pesci grassi ai crostacei, dai latticini all’uovo fino alle verdure.

Le principali verdure con vitamina D sono quelle scure e a foglie larghe. Non contengono quantità eccessive di vitamina D ma rappresentano un’ottima fonte dalla quale acquisirla e da unire agli altri cibi prima menzionati. Lo consiglia anche VitaVi, il brand tutto italiano dedicato alla formulazione di integratori alimentari specifici e mirati. Nelle sue guide, dedicate a consigli di benessere e nutraceutica, la startup indica che mangiare verdure come broccoli, cicoria e cavolo riccio è un’ottima strada per integrare, in modo naturale, la vitamina D.

Come mangiali? Perfetti come contorno, da cucina leggermente scottati in padella, o al vapore per far sì che le verdure mantengano tutti i loro principi attivi intatti. È da evitare, invece, la bollitura a lungo termine in quanto contribuisce alla dispersione dei nutrienti di questi vegetali.

Una cosa essenziale da ricordare è che la vitamina D è presente, negli alimenti, davvero in piccole dosi, ecco perché è necessario seguire una dieta sana ed equilibrata e soprattutto variegata per non far sopraggiungere delle carenze. Nel caso queste dovessero presentarsi è utile assumere un integratore specifico contenente la vitamina D. Un valido esempio è proprio V / Defense di VitaVi, un integratore per il sistema immunitario arricchito con la vitamina D3 vitashine™, una forma speciale di vitamina D che è compatibile con la dieta vegana ed è facilmente assorbibile da parte dell’organismo grazie alla sua elevata biodisponibilità.

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