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Giro di boa per il Raid dell’Etna, giunto alla sua quarta tappa. I primi tre giorni sono stati caratterizzati dal folklore e delle bellezze della Sicilia Occidentale. Nel quarto appuntamento, invece, arrivo nella parte Orientale dell’Isola e nel Catanese, dove si svolgerà la parte conclusiva della manifestazione, con premiazione e parata sabato 1 ottobre in Piazza Università, a partire dalle ore 9.

Ieri – 29 settembre – le vetture d’epoca si sono sfidate nel consueto appuntamento della cronometrata del circuito di Pergusa, storico autodromo che ha ospitato il Gran Premio del Mediterraneo – corso dalle vetture di Formula 1 dal 1962 al 1965 e da quelle fi Formula 2 fino al 1984 – che ha visto le vittorie di piloti del calibro di John Surtees, Jackie Stewart, Jochen Rindt, Juan Pablo Montoya, David Coultard, Luca Badoer, Felipe Massa e molti altri. Infatti, dal 1985 al 1998, è stata teatro anche delle gare di Formula 3000. Nel pomeriggio spazio all’altra prova, per poi dirigersi verso Catania e Aci Castello. Dopo la visita al centro storico etneo, è stata la volta della Coppa delle Dame, specifica competizione che vede protagonisti equipaggi tutti al femminile.

Nelle giornate precedenti, i partecipanti – giunti a Palermo domenica 25 settembre – hanno visitato il capoluogo siciliano, il Castello della Zisa e il Villino Florio, palazzi arabo-normanni suggestivi e caratterizzati da affreschi di invidiabile bellezza. Tra gli altri, tappa al Circolo Unione – antica dimora della famiglia Florio – e le Cantine Brugnano, raggiunte al termine della cronometrata Mondello.

Il martedì arrivo a Mozia e Marsala, suggestive località del Trapanese, caratterizzate da bellezze naturali. Successivamente altra prova a tempo e arrivo a Petrosino, punto di partenza della terza giornata. È il mercoledì che la storia delle auto si è unita a al fascino di quella dei templi di Agrigento, fino a giungere a Naro, con sosta nel centro storico. Nel pomeriggio, invece, la cronometrata dell’autodromo della Concordia.

Oggi, 30 settembre, l’attesa prova sull’Etna e il rientro ad Aci Castello. Poi, i preparativi per l’atto conclusivo di sabato 1 ottobre.

Al momento, la classifica vede in testa l’equipaggio giapponese composto da Masahiro Yokota ed Etsuko Oki, su Lancia Aprilia del 1937. A seguire Fuzzy Walter Kofler e Karl Doecker, su Porsche 356 A del ’59, con poco più di 500 punti di distacco. A favorire il duo italiano il ritiro dell’altra coppia nazionale – fino a quel momento a poche lunghezze di distanza – formata da Antonio Belotti e Maria Marchesi: la loro Jaguar XK 140 del 1955 ha riportato la rottura della frizione. Al quarto e quinto posto altri due equipaggi italiani.

Camminare al fianco dei giovani e delle startup, accompagnandoli nella programmazione e nel percorso di crescita, con lo scopo di rafforzare il tessuto economico del territorio. I Commercialisti e gli Esperti Contabili di Catania promotori di innovazione con l’Università etnea e il Dipartimento di Economia, grazie alla nuova edizione della Start Cup.

«Far parte del Comitato Tecnico Scientifico della Business Plan Competition dimostra ancora una volta la vicinanza della nostra categoria al mondo universitario e a quello imprenditoriale – afferma il presidente ODCEC di Catania Salvatore Virgillito – una presenza costante nel mondo accademico anche attraverso altre iniziative volte a dare un’impronta professionalizzante nei percorsi di studio». Un binomio, quello Ordine-Università, che «fa da collante tra esperti, startup e giovani, con l’unico obiettivo di dare ausilio a chi è in procinto di affacciarsi all’universo imprenditoriale o a chi ne fa parte da poco. Siamo convinti – aggiunge - che una stretta collaborazione possa portare benefici in termini economici, catturando l’interesse degli investitori e creando occupazione nel nostro territorio».

«Una joint venture avviata nove anni fa e che nel tempo ha portato ottimi risultati, rappresentando un modello in tutta Italia – commenta il presidente del Comitato Tecnico Scientifico della Start Cup Rosario Faraci, Ordinario di Economia e Gestione delle Imprese – un supporto di grande importanza, sia per la valutazione dei progetti, sia per accompagnare i team nella fase successiva - quella organizzativa - caratterizzata dall’elaborazione dei business plan. Ancora più significativa in questo momento storico – continua Faraci – in cui si assiste al cambiamento dettato dalle nuove tecnologie e dalle esigenze ambientali. Un’occasione importante, soprattutto per la disponibilità economica dei finanziamenti, non solo privati, ma anche pubblici».

Nell’edizione 2022, dodici le proposte, «tutte di grande spessore» commentano Virgillito e Faraci: Alphafood, Analitic Energy, Arianna Healthcare, E-commerce nel Metaverso, E-vap, Food-uro, Go Neighbour, Green Farm, Pom-Era, Shine Library, U- Step, Viva Liber. Di queste, sei avranno accesso alla seconda fase della Start Cup. Presenti alcuni commercialisti e componenti del Comitato Tecnico Scientifico: Rosa Palmeri, Andrea Camauli e Giovanni Emmi. Il prossimo 30 settembre tutti i gruppi si ritroveranno al campus di innovazione Free Mind Foundry, per l’avvio ufficiale delle attività di mentoring e coaching che saranno affidate ai professionisti designati dall’Ordine, a Coach&Play e a Vertis SGR.

Spiegare il sistema sanitario nazionale. Confrontarsi su emergenza e pazienti Covid. Far conoscere il territorio catanese e siciliano attraverso le Eccellenze sanitarie. Non sono mancati gli spunti, stamattina, nella sede dell’OMCeO di Catania, durante il Meeting professionale tra una delegazione dell’University of South Florida guidata dalla prof.ssa Usha Menon (preside del College of nursing) e i rappresentanti dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Catania.

L’evento, organizzato dall’Ordine etneo in collaborazione con l’Università di Catania, l’Ordine delle Professioni Infermieristiche e la University of South Florida, ha dato la possibilità ad alcuni esponenti della sanità catanese di raccontare processi e procedure del nostro sistema ai docenti provenienti dagli Stati Uniti d’America, per scorgere differenze e punti d’incontro, leve e criticità, margini di miglioramento e possibili innovazioni da apportare. «È stato un importante momento di confronto tra due sistemi medici, quello italiano e quello statunitense, molto diversi tra loro - ha dichiarato Igo La Mantia, presidente dell’OMCeO Catania - Abbiamo avuto modo di raccontare la realtà sanitaria pubblica e privata catanese, illustrando le funzioni del nostro Ordine professionale che si prefigge il compito di tutelare i medici e i cittadini. Sono intervenuti diversi rappresentanti della sanità privata e pubblica e anche della politica catanese. I temi sono stati approfonditi dai nostri relatori e i docenti americani hanno partecipato al dibattito con estrema curiosità. Chissà che il dibattito non possa sfociare in un nuovo rapporto convenzionale con l’Università statunitense». 

L’incontro, moderato da Nello Ferlito (consigliere dell’OMCeO) e da Rosario Faraci (Ordinario di Economia e Gestione delle Imprese UniCt), ha visto la partecipazione di Sergio Castorina (presidente Morgagni Catania, Consigliere nazionale Aiop); Dario Giuffrida (direttore UO Oncologia Medica Iom); Rosario Leonardi (responsabile Unità Funzionale di Urologia Casa di Cura Musumeci Gecas Gravina di Catania, presidente Società Sicula Calabra di Urologia: Sscu); Pierfrancesco Veroux (direttore UOC di Chirurgia Vascolare e Trapianti Policlinico di Catania); Paolo Scollo (direttore Divisione Ostetricia e Ginecologia AO Cannizzaro – Catania e professore Ordinario di Ginecologia e Ostetricia Università Kore di Enna); Domenico Grimaldi (professore a.c. Medicina Generale UniCt e segretario generale Medici Medicina Generale Fimmg Catania); Gabriele Messina (vicepresidente Ordine Infermieri di Catania); Giuseppe Arcidiacono (già assessore alla Salute Comune di Catania e direttore della Uosd Riabilitazione Cardiologica Arnas Garibaldi Catania); Isabella Bartoli (direttore UOC 118 Ct-Rg-Sr e referente Sanitario regionale maxi-emergenze); Venera Cantarella (componente Consiglio dell’Ordine degli Infermieri di Catania). 

«Il meeting all’OMCeO è stato proficuo - ha commentato la prof.ssa Usha Menon - perché abbiamo potuto conoscere direttamente dalle voci dei professionisti l’esperienza sul campo di medici e infermieri catanesi. L’occasione è servita per confrontare il sistema sanitario americano e quello italiano: i nostri complimenti per la gestione della pandemia da Covid sia in Sicilia che in Italia. Torneremo in Florida con l’idea di poter estendere ancora di più la collaborazione tra la nostra Università, quella catanese e l’Ordine etneo dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri».

Caro-energia: è allarme. La cooperativa siciliana Colomba Bianca, che riunisce 2480 viticoltori, mette sul tavolo direttamente le bollette: 83mila euro (luglio 2021) contro i 300mila euro di luglio 2022; 180mila euro (agosto 2021) contro i 541mila euro di quest’anno. Aumenti che hanno fatto disallineare tutti i conti economici e che rischiano davvero di causare una crisi senza precedenti.

«Tutte le aziende vitivinicole sono, per necessità di vendemmia e fermentazione dei mosti, estremamente energivore durante i mesi che vanno da luglio ad ottobre, soprattutto in Sicilia dove la raccolta delle uve dura quasi 100 giorni - dice il presidente Dino Taschetta – questo periodo coincide con gli aumenti ingiustificati del costo dell’energia elettrica che serve per alimentare i frigoriferi che gestiscono le temperature di fermentazione. I nostri viticoltori, che sono garanti di una viticoltura di qualità con le produzioni ad ettaro più basse d’Italia - assieme a Toscana e Piemonte - hanno già subito grosse difficoltà per l’aumento dei costi agronomici e per le basse rese in calo per assenza di piogge. Rischiamo un vero abbandono e un impoverimento colturale e culturale disastroso ed epocale in Sicilia».

Il clima di "incertezza" sta creando una tensione senza precedenti: i rincari energetici – a cui si aggiungono quelli del gasolio, dei concimi, del vetro, delle etichette, dei tappi, degli imballaggi - non potranno che ricadere sui prezzi al consumo.

«Grazie agli sforzi e agli investimenti degli ultimi anni si garantirà una qualità dei vini superiore alle precedenti annate – continua Taschetta - ma si dovrà cercare di vendere, e far accettare dal mercato, tutto il vino sfuso con un aumento del 10% rispetto al prezzo di mercato storico, proprio per evitare una catastrofe viticola strutturale. Un aumento - con una ricaduta media della quota vino sul prezzo finale della bottiglia del +5% - che salverà l’agricoltore e non metterà in difficoltà il consumatore. Oggi più che mai il tema della sostenibilità e dell’etica non potrà non occuparsi anche dell’aspetto economico e di noi contadini e produttori. Il mercato, l’intera Filiera “Vino”, la Grande Distribuzione Organizzata e il Sistema dell’Agroalimentare italiano ed europeo sarà messo alla prova con una grande responsabilità: permettere ai produttori primari di sopravvivere o di morire. Ricordando a tutti che se gli agricoltori smettono di coltivare la terra non si perderà solo il prodotto che ne deriva, ma si perderà un territorio, un paesaggio: unica grande forza e patrimonio dell’Italia».

Colomba Bianca, che nei giorni scorsi si è riunita con i presidenti siciliani delle maggiori cantine, si fa portavoce di un malessere generalizzato che rischia di far crollare il mercato: «Stiamo predisponendo un documento unitario per sensibilizzare la politica europea e nazionale – continua Taschetta – e per preparare al peggio tutti i nostri soci: non possiamo rimanere ad aspettare guardando le nostre realtà morire lentamente, soffocate dalle spese. Chiediamo a chi di competenza di intervenire al più presto, non possiamo aspettare che si insedi il nuovo Governo: qualunque provvedimento preso in ritardo rischia di risultare inutile e di vanificare una vita di sacrifici. Crediamo serva un nuovo ordine mondiale che regoli in qualche maniera le sperequazioni create dal cosiddetto libero mercato. È impensabile che, nel rispetto di un contratto, qualcuno possa permettersi di aumentare 5/10 volte i prezzi, senza che la controparte possa fare assolutamente niente. Se non facciamo al più presto qualcosa per stabilizzare il sistema e salvare le imprese, ci ritroveremo con un cumulo di macerie».

 

 

Architetti pronti alla sfida del ponte sullo Stretto di Messina, simbolo di collegamento sociale e territoriale. L’opera – tema tanto dibattuto e sempre di attualità – è stata oggetto di riflessione da parte degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della provincia di Catania e delle associazioni Inarch Sicilia, ArchLife e Morfosis, in un confronto che ha tratto spunto dalla pubblicazione “Il ponte incontinente” di Marcello Sestito

È stato proprio il professore dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria l’ospite dell’incontro tenutosi a Palazzo Vigo di Torre Archirafi. «La realizzazione dell’opera di oltre 3 chilometri è una vera scommessa umana che ha visto cimentarsi negli anni e nel concorso di idee del 1969 alcuni degli ingegneri e architetti più importanti d’Italia – ha esordito – una realizzazione certamente non facile, la cui rinuncia rappresenterebbe una sconfitta per tutti i professionisti e progettisti». A seguito della raccolta di circa 400 illustrazioni, che lo ha visto impegnato per un ventennio, Sestito ritrova nel collegamento tra Sicilia e Italia una logica Heideggeriana: «Il ponte vuole le sponde e le sponde vogliono il ponte. Non si tratta di una questione politica, che spesso ha strumentalizzato l’argomento, ma solo di analizzarne i risvolti economici. Si tratta di superare i dubbi progettuali, ampiamente sviscerati dagli addetti ai lavori, e quelli legati alle possibili infiltrazioni della criminalità organizzata». Una certezza quella del professore, convinto che «bisognerebbe accantonare certe perplessità e agire come in altri Paesi, dove sarebbe già stato realizzato da almeno 40 anni». 

Dopo l’intervento dell’assessore alla Cultura del Comune di Riposto Paola Emanuele – che ha ribadito l’importanza di momenti di riflessione su temi di grande importanza sociale ed economica – spazio al presidente dell’OAPPC di Catania Sebastian Carlo Greco. «Un’occasione per immaginare e vedere la Sicilia come ombelico d’Europa, puntando i riflettori sulle soluzioni innovative che nel tempo hanno posto l’attenzione sul tema delle connessioni. Argomento di estrema importanza in Sicilia, da affrontare con attenzione e in cui la nostra categoria riveste certamente un ruolo di primo piano. La programmazione europea – ha proseguito – è un treno da non perdere e si dovrebbe immaginare uno sforzo anche in direzione del ponte, senza dimenticare le numerose problematiche che affliggono la nostra Isola». 

«Non un incontro sul “sì” o “no” – ha aggiunto la presidente della Fondazione APPC etnea Eleonora Bonanno – ma sui risvolti politici, sociali e ambientali che il ponte potrebbe avere. Quest’ultimo è un tema molto sentito dalla nostra comunità, che quotidianamente si confronta e cerca di vivere in simbiosi con l’ambiente: l’architetto non deve avere paura di progettare. Inoltre – ha sottolineato – la collaborazione di Inarch Sicilia (presidente Mariagrazia Leonardi), ArchLife (presidente Salvo Patanè) e Morfosis (presidente Agata Pistorio) prosegue il percorso di sinergia tra Ordine, Fondazione e associazioni di professionisti, che rappresentano un punto di riferimento sul e per il territorio». 

All’apertura dei lavori – moderati dall’architetta Melania Guarrera – hanno preso parte anche le associazioni organizzatrici. Al termine della relazione di Sestito – introdotta da Maurizio Oddo (Università Kore di Enna) – spazio alle riflessioni di Mariagrazia Leonardi (Inarch Sicilia), Salvo Patanè (Archlife) e degli architetti Andrea Toscano e Angelo Buccheri.

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