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La Camera ha approvato il decreto del fare

La Camera ha approvato il decreto del fare. Finisce così maratona oratoria di tre giorni

E' continuato nella notte alla Camera l'ostruzionismo dei deputati 5 Stelle. I grillini rallentano l'approvazione del decreto del Fare per protesta contro il disegno di legge di riforme istituzionali, giudicato incostituzionale. Oggi è previsto un incontro del presidente del Consiglio Letta con i parlamentari del M5S; in giornata si dovrebbe arrivare comunque al voto finale.

Anche la notte scorsa sono intervenuti a raffica i deputati Grillini in dichiarazione di voto finale. In base al regolamento di Montecitorio, ciascuno di loro ha a disposizione in questa fase dieci minuti per parlare. Nell'Aula, dove per l'intera notte ha condotto i lavori ininterrottamente il vicepresidente Roberto Giachetti (che ha sospeso la seduta fiume per soli cinque minuti per una pausa tecnica attorno alle 3), sono rimasti praticamente solo i deputati dell'M5S, che si davano il turno al microfono, ed un rappresentante del governo, oltre ad alcune 'sentinelle' degli altri partiti. Prima del voto finale si terrà una sola sospensione tecnica di un'ora, tra le 8 e le 9.

Tra le norme:

Scuola: Per la messa in sicurezza delle scuole arrivano 150milioni in piu' per il 2014, da ripartire tra le Regioni.

Agenda Digitale: implementata la 'governance' sia dellaCabina di Regia che dell'Agenzia. Domicilio digitale: la casella di posta elettronicacertificata (Pec) è assegnata di diritto ad ogni cittadino ed è poi attivabile in via telematica dall'interessato; Wi-Fi: gli esercizi commerciali che lo offrono gratis, nondovranno più identificare il cliente che si connette.

Fisco: Equitalia non potrà sequestrare il macchinario o ilbene mobile se l'azienda o il professionista dimostra che essoe' ''strumentale'' alla propria attività. L'unica casa diabitazione non può essere pignorata. Per le partite Iva comunicazioni telematiche semplificate.

E' stato approvato dal Consiglio dei ministri il Disegno di legge che riguarda Città metropolitane, Province, Unioni e fusioni di Comuni e che ne rivede e ne 'svuota' in parte i poteri in vista dell'abolizione dalla Carta Costituzionale. E' quanto si apprende mentre il Consiglio dei ministri è ancora in corso.

Il ddl che 'svuota' i poteri delle Province e che prevede la nascita delle città metropolitane e la riorganizzazione delle unioni e delle fusioni dei comuni, dopo l'odierno passaggio in Consiglio dei ministri, passerà all'esame della Conferenza Unificata e, dopo quel vaglio, tornerà nuovamente al Consiglio dei ministri per il varo definitivo.

Con il Ddl approvato oggi dal Consiglio dei ministri, si avranno "due i livelli territoriali, Regioni e Comuni e in mezzo l'organizzazione delle aree vaste, le città metropolitane: una riforma che si attende da 30 anni e che vedrà le citta' metropolitane con funzioni strategiche". Lo ha detto il ministro per gli Affari Regionali, Graziano Delrio, a Palazzo Chigi. "Nelle città metropolitane vive quasi un terzo della popolazione italiana. La riforma metropolitana può dare competitività al Paese", ha aggiunto Delrio. Le Province e le città metropolitane, con la riforma, sono enti di area vasta di secondo livello. "Si azzera tutta una classe intermedia politica ma non crediamo si azzeri cosi' la democrazia", ha chiarito Delrio, il quale ha aggiunto che si partirà subito con un programma per individuare 3 mila enti intermedi che andranno soppressi o ridotti.

Abbiamo detto e ripeto che non c'è accanimento terapeutico nei confronti delle Province e per soddisfare una moda mediatica e a questo proposito viene rispettata la sovranità del popolo visto che la riforma entra in vigore man mano che i mandati si esauriscono''. Così il ministro Gaetano Quagliariello illustra il ddl Province, parlando di una ''coerenza tra disegno ponte e progetto costituzionale'' dopo che in passato si è legiferato ''in maniera disorganica e noi vogliamo uscire da cattiva pratica''.

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