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Rinaldi: fossi a Roma uscirei dal governo

Intervista di fuoco di Antonio Maria Rinaldi su La Verità di ieri. L’eurodeputato non ha nessun problema nell’affermare che, se fosse a Roma e non a Strasburgo, non voterebbe per la fiducia del governo sulla delega fiscale, soprattutto dal momento in cui c’è la revisione degli estimi catastali, prodromo ad un forte aumento delle tasse per la casa.

Il problema è semplicemente la fiducia: quanti governi, sui temi fiscali, hanno detto una cosa e poi ne hanno fatta una completamente diversa? Per questi motivi meglio non votare la fiducia per un governo che poi, alla fine comunque ha terminato il suo lavoro e prolungheranno la propria esistenza solo per mere questioni formali e pensionistiche.

Il professore entra poi sul tema della necessità di revisione profonda del PNRR e delle regole di bilancio nella nuova ottica creata dalla crisi energetica e dalla guerra in Ucraina, che non si esaurirà con qualche condizionatore spento in più in cambio della pace, perché proprio la pace significa poter avere i condizionatori accesi, e soprattutto un sistema industriale con l’energia necessaria. Altrimenti il rischio è della guerra con il condizionatore spento e le industrie chiuse.

Sul tema del bilancio europeo Rinaldi annuncia anche un interessantissimo convegno il prossimo 12 maggio a Bruxelles, con la partecipazione di vari economisti fra cui Marco Zanni, Fabio Dragoni, Sergio Giraldo, Giuseppe Liturri, Luciano Barra Caracciolo, Valerio Mavezzi."I presidenti di Polonia, Lettonia, Lituania ed Estonia sono partiti per l'Ucraina per una visita e sono già verso Kiev" scrive su Twitter il capo dell'Ufficio di politica internazionale della cancelleria del presidente della Polonia Jakub Kumoch.

Intanto "Il presidente polacco Andrzej Duda, insieme ai presidenti di Lituania, Lettonia ed Estonia Gitanas Nauseda, Egils Levits e Alar Karis sono in Ucraina e - precisa - sono attualmente diretti a Kiev".

Oltre 500.000 ucraini sono stati portati con la forza in Russia dalle autorità di Mosca: lo ha detto oggi il presidente Volodymyr Zelensky durante il suo discorso al Parlamento estone.

'I Paesi ostili non stanno rispettando i loro obblighi contrattuali e stanno distruggendo le catene di approvvigionamento dell'Artico''. Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin intervenendo in collegamento video a un incontro su questioni economiche nell'Artico. "Come risultato delle azioni di paesi ostili, diverse catene di trasporto e logistica sono state interrotte. Alcune società straniere non adempiono ai loro obblighi contrattuali", ha detto Putin. Non nascondendo le difficoltà, Putin ha affermato di aver aperto "nuove possibilità" per inviare risorse energetiche ai paesi in cui sono "veramente necessarie". La cooperazione russa con altri paesi del Consiglio Artico - Canada, Danimarca, Finlandia, Svezia, Norvegia, Islanda e Stati Uniti - è stata in gran parte interrotta dall'inizio della guerra in Ucraina.

1.026 i militari ucraini che si sono arresi a Mariupol, tra questi ci sono 162 ufficiali e 47 soldatesse. Lo afferma il Ministero della Difesa russo citato dalla Tass. Secondo il portavoce del ministero della Difesa russo, maggiore Igor Konashenkov, si sono arresi alle truppe russe "1.026 militari ucraini della 36ma brigata marina, nei pressi dell'acciaieria Ilyich".

Il ministero della Difesa ucraino non ha informazioni su alcuna resa da parte di soldati ucraini a Mariupol: lo ha detto ai giornalisti il portavoce del ministero riferendosi ai 1.026 marine che secondo il ministero della Difesa russo si sarebbero arresi nella città portuale ucraina. Lo riporta il Guardian, che cita la Reuters.

"La Turchia mette a disposizione navi per l'evacuazione di persone da Mariupol e resta in attesa di una risposta positiva". Lo rende noto il ministero della Difesa di Ankara citato dalla Tass.

A Mariupol, alcune unità della 36ma brigata separata di marines intitolata al contrammiraglio Mykhailo Bilinsky sono riuscite a raggiungere ed unirsi al reggimento Azov. Lo ha annunciato su Facebook Oleksiy Arestovych, consigliere del capo dell'Ufficio del Presidente Zelensky, citato da Ukrinform. La 36ma brigata, secondo invece quanto ha sostenuto il Ministero della Difesa russo, si sarebbe arresa nella città portuale ai soldati di Mosca."A Mariupol, unità della 36ma Brigata Marine, con un'azione molto rischiosa hanno raggiunto il reggimento Azov sfuggendo alla sconfitta", ha scritto Arestovych.

"I russi hanno distrutto gli ospedali e tutta la città. Questo è un genocidio lanciato da un criminale di guerra, Putin, contro la nostra nazione. Finché resisteremo, resisterà anche l'Ucraina". Lo dice il sindaco di Mariupol Vadym Boichenko. "Le vittime rimaste per strada secondo le nostre stime sono almeno 20 mila, persone uccise dai soldati della federazione russa. Gli aerei nemici hanno bombardato la città in maniera incessante cercando poi di nascondere le prove delle atrocità commesse, di nascondere le tracce utilizzando anche i forni crematori mobili, come confermato dalla nostra intelligence". "Mariupol resterà per sempre ucraina", ha concluso il sindaco sottolineando che si stanno raccogliendo prove dell'uso di armi chimiche da parte delle forze russe in Ucraina. I nostri esperti le stanno esaminando, anche se non sarà facile".

Ieri Biden doveva parlare del fallimento dei colloqui per la pace in Ucraina e giustificare lo shock dei prezzi perché legato non alle cattive politiche economiche ed energetiche USA, ma per la guerra in Ucraina. Poi il discorso ha virato in una direzione apparentemente inattesa:"Sì, ho parlato di genocidio perché è sempre più chiaro che Putin sta cercando di cancellare l'idea di essere ucraini". Lo afferma Joe Biden rispondendo a chi gli chiedeva se in Ucraina fosse in corse un genocidio. "Lasceremo agli avvocati decidere come qualificarlo a livello internazionale, ma di sicuro è quello che sembra a me", aggiunge il presidente Usa. "Parole vere da un vero leader". Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky loda Joe Biden per aver parlato, per la prima volta di volta, di "genocidio" in Ucraina.

Del resto gli USA si stanno preparando ad una guerra prolungata in Ucraina contro la Russia, una sorta di Viet-Nam europeo. Non è un caso che ieri ci sia stata una riunione del Pentagono con le industrie fornitrici di sistemi d’arma USA per organizzare la produzione industriale in vista di una guerra prolungata nell’Europa dell’est. del resto con l’inflazione all’otto per cento meglio avere qualcosa con cui distrarre i cittadini, e nei prossimi carichi gli ucraini inizieranno a ricevere le prime armi pesanti americane, come l’artiglieria.

Diversa la posizione del presidente francese Emmanuel Macron, secondo il quale l'esercito di Mosca "ha commesso crimini di guerra, ma un'escalation verbale non contribuisce all'obiettivo di fermare il conflitto".
Dopo il rifiuto espresso nei confronti del presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier, il leader ucraino Volodymyr Zelensky ha aperto a un incontro con il cancelliere Olaf Scholz, che tuttavia si è rifiutato.

Come fa anche capire la Welt questa mossa isola e mette in difficoltà il Cancelliere  nella sua ritrosia ad inviare armi pesanti direttamente dalla Germania all’Ucraina. Il caso dei Marder negati all’Ucraina ha pesato sul governo tedesco, e non è ancora stato dato il via all’invio dei Leopard 1A5, nonostante le pressioni della Rheinmetall. Scholz evidentemente non vuole irritare eccessivamente Mosca, e , a questo punto, è diventato un ostacolo per Washington. Questo, insieme alle accuse di di politica filorussa,  spiega anche il rifiuto dell’incontro con il presidente (socialdemocratico) tedesco Steinmeier da parte di Zelensky.

Il blocco di Kiev di una visita del presidente Steinmeier è stato "irritante", ha detto il cancelliere Olaf Scholz in un'intervista a RBB. Scholz ha anche detto che per ora non andrà a Kiev. "In tutte le nostre decisioni staremo attenti a evitare che la Nato, i paesi Nato e naturalmente la Germania, un grande paese nel mezzo dell'Europa, non partecipino attivamente alla guerra", ha detto Scholz. "Si tratta di una decisione che abbiamo preso per motivi molto buoni, perché abbiamo una grande responsabilità per gli sviluppi in Europa e nel mondo", ha aggiunto Scholz.

"La massima priorità per tutti è mantenere la calma e la moderazione, cessare il fuoco, fermare la guerra il prima possibile ed evitare una crisi umanitaria su larga scala", ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri di Pechino, Zhao Lijian, in risposta una richiesta di commento alle parole pronunciate ieri dal presidente Usa. "Qualsiasi sforzo della comunità internazionale", ha aggiunto Zhao, "dovrebbe raffreddare la tensione, non alimentarla, e dovrebbe spingere per una soluzione diplomatica, non aggravare ulteriormente la situazione".

Fonti Agi Ansa Scenari economici tg24

 

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