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I provvedimenti emanati, in queste ultime ore, da due distinte Corti di giustizia evidenziano l’esistenza di un “paradigma tecnocratico” volto a promuovere un nuovo ordine sociale, non rispettoso, tuttavia, della realtà e del diritto. Il primo provvedimento è di ieri e riguarda la sentenza della Cassazione n. 15138/2015, che concedendo a ciascuno il diritto di mutare la propria identità sessuale anagrafica soltanto sulla base della propria percezione, propizia l’avvento di una società sempre più fluida, anche dal punto di vista dell’identità sessuale. Tale sentenza, tra l’altro, depotenzia l’affidamento che ognuno di noi normalmente ripone sull’identità sessuale dell’altro. L’identità sessuale, infatti, non sarà più da intendere come un dato obiettivo, ma sarà un elemento lasciato del tutto alla volontà dell’individuo che potrà mutarlo ogni qualvolta vorrà.

La Cassazione con tale pronuncia non ha fatto altro che commettere uno stupro ai danni della realtà.

L’altro provvedimento risale a quest’oggi ed è la sentenza della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo (CEDU) «Oliari e altri contro Italia». - sentenza di primo grado, dunque non definitiva e suscettibile di appello - che, sulla base del ricorso di cittadini italiani omosessuali, impone al nostro Paese di riconoscere in qualche modo le convivenze omosessuali. Tale sentenza è una sentenza aberrante e pessima, che, comunque, non impone al Parlamento italiano di approvare la legge Cirinnà, come molti - per ignoranza o malizia - sostengono.

È il caso di sottolineare che la Corte EDU non è un organo europeo, le cui sentenze non sono direttamente applicabili nei Paesi membri.

La pessima sentenza della Corte EDU – che possiamo ritenere inaccettabile - va dunque letta così: gli Stati sono tenuti a riconoscere in qualche modo le convivenze omosessuali, ma sui modi del riconoscimento i Parlamenti - e ci mancherebbe altro - restano sovrani.

Se poi qualcuno in Parlamento volesse chiedersi quali obblighi la sentenza, pure non definitiva, della CEDU impone all'Italia, la risposta giuridica e non emotiva è che impone un qualche riconoscimento dei diritti che derivano dalle convivenze ma non impone le adozioni, il richiamo alle norme sul matrimonio, le cerimonie pubbliche, la reversibilità della pensione, radicali innovazioni nella normativa ereditaria. Cioè non impone la Cirinnà.

“Luglio 2015 rischia così di essere tra i più caldi di sempre” – secondo il metereologo di 3bmeteo Edoardo Ferrara – “questa ondata di caldo è infatti decisamente anomala per intensità e durata e, salvo temporanei smorzamenti, non ci ha mai abbandonato da inizio mese. Le temperature risultano costantemente sopra la media, anche di oltre 6-7°C, tanto che anche i nostri mari si stanno surriscaldando: la temperatura delle nostre acque spazia infatti tra i 24°C ed i 28°C, con punte persino di 30°C sul Tirreno meridionale, un valore tipico dei mari caraibici. Nello stesso periodo dello scorso anno le temperature dei nostri mari era più bassa mediamente di 3-4°C”.
“Per una svolta più fresca bisognerà probabilmente attendere la fine del mese” – conclude l’esperto – “in particolare dopo il 25, quando le correnti atlantiche tenteranno di forzare l’anticiclone africano portando forse temporali e frescura al Nord, più marginalmente anche al Centrosud”.

Oggi, come nei prossimi giorni, cielo in prevalenza sereno o poco nuvoloso, a tratti parzialmente nuvoloso solo in montagna. A Belluno 29 gradi, Padova 31, Treviso 31, Venezia 31, Rovigo 32, Verona 32 e Vicenza 32. A Cortina d'Ampezzo 27 gradi. Per gli esperti queste temperature, superiori alla media stagionale, sono percepite dalla popolazione per effetto dell'umidità come tra 40 e 42 gradi.

L'Italia continua a rimanere ostaggio del caldo africano, che avrà il picco tra venerdì e sabato: lo conferma il meteorologo di 3bmeteo.com Edoardo Ferrara, che spiega – “sulle aree interne potremo superare picchi di 37-38°C, meno caldo lungo le coste, ma con clima più afoso. Dominerà il sole sullo Stivale, ma attenzione alla possibilità di qualche temporale di calore, che potrà scoppiare all’improvviso tra il pomeriggio e la sera soprattutto sulle Alpi e sull’Appennino centrale: si tratterà di fenomeni fugaci, eventualmente anche di una certa intensità, stante la presenza di aria molto calda e umida”.

“Si soffrirà anche di notte, quando il clima su alcune zone d’Italia diventerà praticamente tropicale” – prosegue l’esperto – “in particolare sulla Valpadana e lungo le aree costiere dove le minime potranno non scendere sotto i 24-26°C e gli elevati tassi di umidità faranno percepire temperature superiori ai 30°C fino alle tarde ore della notte. Città come Milano e Roma potranno avere un clima notturno simile a quello della capitale thailandese Bangkok”.

Capoluoghi in pianura tutti sopra i 30 gradi e a Cortina una massima di 27 gradi. Questa la situazione meteo in Veneto dove fino a sabato l'anticiclone subtropicale africano continuerà a farsi sentire con un caldo afoso in leggero ma costante aumento. Dopo il fine settimana - secondo l'Agenzia regionale per l'ambiente del Veneto (Arpav) - ci sarà un temporaneo indebolimento dell'alta pressione ma la situazione meteorologica in prevalenza resterà invariata, con temporanea instabilità solo a livello locale.

Dunque, il luglio del 2015 sarà ricordato come tra i più caldi di sempre. Diciamo che se la gioca con quelli del 1983 e del 2003. Un'ondata anomala per intensità ma, soprattutto, per durata. Le temperature risultano continuamente sopra la media di circa 7 gradi, tanto che anche i nostri mari si stanno surriscaldando. Qualche dato. In questi giorni la temperatura media delle nostre acque spazia tra i 26 e i 29 gradi con punte di 30 sul Tirreno meridionale, valore tipico dei mari caraibici, quelli con i pesci pirahna. Nello stesso periodo dello scorso anno le temperature dei nostri mari era intorno ai 25 gradi. Una bella differenza. E domani bollino rosso in 20 città, tra cui Milano, Firenze, Bologna, Napoli e Bolzano. Sabato le città saranno 22. Per una svolta «fresca» bisognerà attendere il 25 luglio, quando le correnti atlantiche tenteranno di forzare l'anticiclone africano portando qualche temporale e frescura. Ma, occorre saperlo, solo al nord. Un caldo che sta causando qualche inconveniente di troppo negli uffici italiani, romani in primis, vista l'alta concentrazione capitolina. Al San Camillo - risolto il problema del reparto Maternità - diversi servizi sono impraticabili, tra cui il Pronto soccorso. Quanto a dipendenti del tribunale, hanno presentato una denuncia alla Asl. Senza condizionatori non è vita.

che cos'è l'uomo fighera

L’uomo contemporaneo sta vivendo una crisi spirituale ben più profonda di quella economica. Gli ultimi Papi, a cominciare dal Papa emerito Benedetto XVI, e poi da Papa Francesco hanno sempre sostenuto che la crisi economica è il risultato di una crisi antropologica. Papa Francesco ammonisce che la crisi, " non è solo economica e finanziaria, ma affonda le radici in una crisi etica e antropologica" che mette "gli idoli del potere, del profitto, del denaro, al di sopra del valore della persona umana", dimenticando che "al di sopra degli affari, della logica e dei parametri di mercato, c'è l'essere umano" che, per la sua dignità deve poter "vivere dignitosamente".L’uomo contemporaneo è immerso in un dramma tragicomico che lo sta portando alla solitudine e quindi alla morte. Il malessere dell’uomo contemporaneo viene da lontano. Si può certamente individuare un vero e proprio percorso, un processo storico, che si è sviluppato nei secoli, attraverso le varie epoche storiche. Ci sono stati uomini di pensiero che ne hanno studiato i processi di disgregazione esistenziale sia degli uomini, che delle società,in particolarela nostra civiltà occidentale. Ho presente l’ottimo studio del pensatore brasiliano Plinio Correa de Oliveira, “Rivoluzione e Controrivoluzione”, un testo a cui si sono formate intere generazioni e associazioni come Alleanza Cattolica. In questi giorni ho letto un libro interessante e credo di non esagerare, assomiglia molto a quello del professor Plinio, almeno per quanto riguarda la seconda parte. Il libro è scritto da Giovanni Fighera, un giovane professore di italiano e latino, il titolo è originale: “Che cos’è mai l’uomo, perché di lui ti ricordi?”. Sottotitolo: “L’io, la crisi, la speranza”, pubblicato qualche anno fa dalle gloriose Edizioni Ares di Milano.Il testo è presentato da Giovanni Reale e Gianfranco Lauretano.

Il professore Reale riesce nelle poche pagine a fare un’ottima sintesi del libro. Il testo di Fighera analizza i fondamenti che hanno prodotto la crisi della modernità e gli sviluppi prodotti che si possono vedere nella nostra epoca: “la libertà sciolta dai valori e dalla verità, la parcellizzazione del sapere, il relativismo, l’ideologia scientistico-tecnicistica”. Fighera fa una rapida incursione nel territorio della letteratura, della filosofia, della cultura, e degli avvenimenti storici e attraverso poeti, letterati, filosofi ed eroi, condottieri che dimostra di conoscere molto bene.In questo “viaggio”, Figheracerca di provare una questione fondamentale: “senza il Mistero, il mondo è più piccolo e assurdo, soprattutto la parte più interessante del mondo, cioè l’io, la persona”.

La crisi attuale che sta attraversando l’uomo contemporaneo “è diversa dalle altre – scrive il professore Reale, citando un libro dal titolo significativo: “L’epoca delle passioni tristi” - a cui l’Occidente ha saputo adattarsi: si tratta di una crisi dei fondamenti stessi della nostra civiltà”. Pertanto, “dopo aver abbandonato la fede nell’Al di là, l’uomo ha perso o comunque sta perdendo anche la fiducia nel progresso nell’al di qua, e si trova, quindi, in una situazione drammatica, in quanto non sa più in che cosa credere”.Infatti possiamo costatare che “l’uomo è colpito da mali dell’anima e da depressioni spirituali, che nella storia non si erano mai verificati. E sono mali che la scienza e la tecnica son ben lontani dal poter curare”. Fighera mette in luce la “fuga dalla realtà” dell’uomo d’oggi, cercando di liberarsi dai suoi mali. Infatti questo mondo una volta che si è privato del senso del Mistero, di Dio, non sa affrontare la realtà quotidiana della vita e allora cerca di evadere in mondi illusori, fittizi, virtuali.

Il percorso preciso e documentato di Giovanni Fighera, parte dal “disagio dell’io”, la situazione di incertezza esistenziale che l’uomo vive all’alba del terzo millennio. “Spenti tutti i lanternoni del passato, l’epoca contemporanea assiste all’accensione di un nuovo lanternone culturale che nega l’esistenza di qualsiasi verità assoluta, privilegia una finta tolleranza in nome di un presunto multiculturalismo, si rivolge all’esperto in ogni campo, una volta che tutte le figure di riferimento del passato sono cadute(…)”. Inoltre, “spenta la lanterna della verità assoluta, l’uomo vive una stagione di apparente leggerezza che è come il sipario dietro cui si cela una ‘gaia disperazione’ di un uomo senza Dio. Tuttavia nell’uomo contemporaneo, traspare un misto di leggerezza e debolezza, addirittura si ha la percezione di vivere la realtà come un carcere.

Fighera per descrivere questo mondo utilizza citazioni ed esempi tratti dalla storia dell’arte e del pensiero, soffermandosi in particolare su tre artisti: Pirandello, Van Gogh, Munch, che per certi versi, “anticipano in diverse arti quella percezione di crisi dell’uomo che caratterizzerà gran parte dei decenni successivi. Un uomo che è inerte, angosciato o addirittura paralizzato”. Siamo introdotti al tema centrale del libro, secondo Lauretano: “il dramma della solitudine contemporanea. L’uomo ha sì desiderio di comunicare, ma avendo negato a se stesso ogni verità, che cosa c’è più da dire?”. Tanti artisti, poeti, documentano questa difficoltà o impossibilità di raggiungere la verità. Tuttavia, “se non c’è una verità o essa non è da noi conoscibile, non è possibile una reale comunicazione tra gli uomini”. Pertanto, “quando la verità è negata alle radici, ognuno continua a camminare nel proprio tunnel di vetro trasparente in cui potrà vedere gli altri, senza, però, entrare realmente in contatto con loro”.

Il testo di Fighera è suddiviso in quattro parti, nella prima, descrive il percorso dettagliato di come si sia formato un tipo antropologico come quello di oggi. Un uomo solo senz’anima, sempre più cattivo, vicino agli animali. Un uomo ridotto ad essere un mezzo della produzione e i suoi desideri ridotti al piacere. Questo appiattimento “sul possesso e sul piacere portano a un distacco dall’amore alla vita e a sé, fino al revival ‘neomalthusiano’ di pratiche contrarie alla vita, in nome, guarda caso, ancora della libertà e della salute. Menzogne come l’ideologia darwinista, spacciata dalla scuola in maniera indiscutibile quando è stata confutata persino dalla scienza, dimostrano come il vero scopo dell’imposizione di una certa mentalità – infiltratasi purtroppo persino nella maggioranza dei percorsi educativi – non sia affatto lo sviluppo dell’uomo e della cultura umanistica; persino l’ecologia è utilizzata per un secondo fine”.Di questi temi ne so qualcosa, essendo insegnante di scuola primaria, vedo tutti i giorni i manuali scolastici che presentano l’uomo come una scimmia un po’ più evoluta. Ho presente quei sussidiari con l’immagine della scimmia che a poco a poco “avanza verso la stazione eretta”. Naturalmente chi scrive questi manuali scolastici non sa, oppure se ne infischia di quello che hanno scritto autorevoli paleontologi o biologi come Stephen Jay Gould.

Per quanto riguarda il rispetto dell’ambiente e del risparmio energetico è giusto che i bambini, i ragazzini vengano educati a questi valori, purtroppo spesso secondo Fighera passa il messaggio catastrofista come il film “l’undicesima ora” che trasmette una visione del mondo malthusiana, ostile alla cultura cristiana e alla visione antropologica biblica. “La difesa dell’ambiente è solo un pretesto per sferrare un attacco alla tradizione occidentale e al progresso”.

Per il momento mi fermo, riprendosoffermandomi sulla seconda parte del testo ben scritto dal professore Fighera. Il professore ha una capacità straordinaria, quella di saper scrivere e soprattutto sintetizzare, non è la prima volta, ricordo l’altro pregevole volumetto, “La bellezza salverà il mondo”, uno dei più bei libri che ho letto.

 

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