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Fondi Piemonte, chiesto giudizio per Cota

L'annullamento delle elezioni regionali in Piemonte continua a far discutere, dopo che il Tar ha spiegato che il voto è stato "inquinato" dalla lista illegittima (perché non aveva raccolto le firme necessarie a presentarsi) "Pensionati per Cota".
L’esito del voto del 2010 è stato falsato e i giudici del Tar mettono nero su bianco le motivazioni: la presenza di quella lista - che raccolse 27 mila preferenze, di cui ne sono state contestate 15 mila - è stata macchiata da una "nullità insanabile", la falsità delle firme di accettazione delle candidature: e la sua comparsa sulla scheda ha "invalidato e travolto tutto il procedimento elettorale, che va quindi rinnovato". Mentre il centrosinistra scalda i motori in vista del voto anticipato (con l’ex sindaco di Torino
Sergio Chiamparino pronto a scendere in campo), i legali del governatore e del centrodestra hanno tempo fino al 30 gennaio per ricorrere al Consiglio di Stato e chiedere di sospendere gli effetti del provvedimento. Di sicuro il governatore Roberto
Cota non getta la spugna: "Questa sentenza - dice - rafforza ancora di più il pensiero che ho già espresso e cioè la necessità del ricorso. Siamo infatti in un sistema che ormai è completamente fuori controllo"Intanto
La procura di Torino ha chiesto il rinvio a giudizio del presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota, nell'inchiesta sull'uso dei fondi dei gruppi consiliari a Consiglio regionale del Piemonte. Stesso provvedimento è stato proposto per 37 consiglieri. L'inchiesta riguarda le spese sostenute con i fondi dei gruppi consiliari regionali. Iniziata nel 2012, ha coinvolto 56 consiglieri. Peculato, truffa e finanziamenti illecito ai partiti i reati ipotizzati a vario titolo dagli inquirenti. Le contestazioni più gravi nei confronti dei consiglieri regionali, raggiunti nei mesi scorsi dagli avvisi di chiusura indagini, passo che di norma precede la richiesta di rinvio a giudizio. L'ex presidente della Regione Piemonte, Mercedes Bresso, e la capogruppo di Sel, Monica Cerutti, escono dall'inchiesta della Procura di Torino sull'uso dei fondi dei gruppi consiliari. Nei loro confronti i magistrati che indagano sui cosiddetti rimborsi facili hanno chiesto l'archiviazione. In tutto, chieste 18 archiviazioni
L’inchiesta - chiamata "rimborsopoli" - è stata coordinata dai pm Giancarlo Avenati Bassi, Enrica Gabetta e dall’aggiunto Andrea Beconi. Gli atti sono stati mandati al gip che valuterà le richieste dei pm e fisserà la data dell’udienza preliminare. Riguarda le spese sostenute con i fondi dei gruppi consiliari regionali. Iniziata nel 2012, ha coinvolto 56 consiglieri. Peculato, truffa e finanziamenti illecito ai partiti i reati ipotizzati a vario titolo dagli inquirenti. Le contestazioni più gravi nei confronti di 43 consiglieri regionali, raggiunti nei mesi scorsi dagli avvisi di chiusura indagini.
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