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Formaggio day a expo 2015

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Una festa che ha colorato di giallo Expo2015 il ‘FORMAGGIO DAY’ a Palazzo Coldiretti, durante la settimana della Puglia, occasione per parlare nuovamente dei fenomeni distorsivi che negli ultimi mesi hanno caratterizzato il mercato dei prodotti lattiero-caseari pugliesi. “Giù le mani dal ‘canestrato’ pugliese, dal cacioricotta, dalla mozzarella e dalla burrata, dal ‘pallone di Gravina’, dal caciocavallo podolico dauno – ha detto ai consumatori/visitatori il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele - solo alcuni dei 18 formaggi tradizionali e DOP di Puglia che rischiano di scomparire per colpa di quelli che chiedono all'Ue di produrre formaggio con la polvere di latte che sono, poi, gli stessi che sottopagano il latte alla stalla. In Puglia a fronte dei 1.939 allevamenti che producono 3,6 milioni di quintali di latte bovino, le importazioni di latte dall’estero raggiungono i 2,7 milioni di quintali, e i 35mila quintali di prodotti semi-lavorati quali cagliate, caseine, caseinati e altro, utilizzati per fare prodotti lattiero-caseari che vengono, poi, ‘manipolati’ e trasformati in prodotti lattiero-caseari ‘Made in Puglia’”. E’ stata Mariangela Netti dell’agriturismo Masseria La Lunghiera di Turi a ‘filare’ in diretta mozzarelle, fior di latte e burrate.

In Puglia la produzione è di 3.476.000 quintali di latte e l’import è pari a 1.563.339 quintali. L’import è costituito, prevalentemente, da prodotti semi-lavorati: cagliate, polvere di latte, caseine, caseinati e altro, utilizzati per produrre finte mozzarelle ‘Made in Puglia’. Caso emblematico è la ‘burrata di Andria’, il cui Disciplinare per il riconoscimento comunitario dell’IGP (Indicazione Geografica Protetta) non prevede alcuna indicazione dell’origine del latte. “Al momento – ha ricordato il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti - il disciplinare caratterizza solo la qualità del prodotto (% di grasso, di proteine, carica batterica, ecc…) che potrebbe, quindi,  provenire da qualsiasi parte del mondo. E’ una occasione perduta per il territorio e per il latte locale,  un’operazione di cui beneficiano esclusivamente artigiani e industriali che vendono prodotto fatto con latte importato dall’estero, gabbando i consumatori e la sana imprenditoria zootecnica pugliese”. Con un chilo di polvere di latte, che costa sul mercato internazionale 2 euro è possibile produrre 10 litri di latte, 15 mozzarelle o 64 vasetti di yogurt senza sapore.

Nel pomeriggio spazio all’approfondimento sulle grandi potenzialità della ricettività rurale e dell’agriturismo con Terranostra, l’associazione agrituristica e ambientale della Coldiretti. “Il cibo è certamente divenuto – ha spiegato il Presidente Nazionale di Terranostra, Alessandro Chiarelli – infallibile leva di comunicazione verso i turisti nazionali ed internazionali. La crisi costringe i vacanzieri a risparmiare e spinge all’acquisto utile di prodotti tipici come vino, formaggio, olio di oliva, salumi e conserve. L’acquisto di prodotti tipici come ricordo delle vacanze è una tendenza in rapido sviluppo favorita dal moltiplicarsi delle occasioni di valorizzazione dei prodotti locali che si è verifica nei principali luoghi di villeggiatura, con percorsi enogastronomici, città del gusto, mercati degli agricoltori di Campagna Amica”.

E proprio gli agriturismi di Puglia hanno offerto la merenda a base di pane e marmellata ai turisti nazionali e stranieri ad Expo2015, mentre il gruppo folkloristico ‘Impronte di Puglia’ ha organizzato mini stage di pizzica dinanzi a Palazzo Coldiretti.

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