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Grillo da record ieri a Porta Porta

Vespa da record con Beppe Grillo che nella sua ora di intervento è stato seguito da 4.276.000 (share 26.88%) telespettatori, ieri in seconda serata su Rai1. L'intera puntata di 'Porta a Porta', in onda dalle 23.20 all'1.01, ha avuto 3.165.000 (share 23.75%).
Ha studiato il rientro in Tv nel dettaglio: ha anche costruito un plastico, come quelli che hanno fatto la storia di Porta a Porta. Lo svela davanti alle telecamere nel cortile di via Teulada: la Rai non gli consente di portarlo in studio ("non fanno entrare le cose di plastica e poi invitano Berlusconi", ironizza) ma lui lo mostra ai fotografi. E a Bruno Vespa: "ho un regalo per te". E' un castello, quello di Lerici, che tanto lo impressionava quando era bambino. Ci sono delle segrete da cui spuntano politici, imprenditori e giornalisti. Tutti lì, Monti, Renzi, Napolitano e Vespa imprigionati in attesa del "processo" del Movimento. "Ci vorrà un anno ma lo faremo" annuncia e mette alla sbarra anche De Benedetti e Tronchetti Provera. "Vinceremo le Europee e poi le Politiche e nell'attesa faremo questi processi on-line" spiega. Poi sale in Rai: si chiude in uno stanzino con Vespa e insieme si scattano un 'selfie'.
"Non sono Hitler": Beppe Grillo torna sulla Tv di Stato, dopo 20 anni, e la sua mossa - "assolutamente politica" - gli serve per conquistare una nuova categoria di elettori, quella dei moderati. E sceglie il salotto televisivo per antonomasia: la 'terza Camera' di Bruno Vespa, quella dove si fanno e disfano governi e alleanze. "Noi vinceremo e la nostra sarà una marcia trionfale" avverte Grillo che celebra il funerale al premier in carica. "L'ebetino è gia' finito: parliamo del nulla, del niente" e questo delle europee "è un voto politico. O noi o loro".

"Credo che Renzi abbia capito di aver perso. E per questo si attrezza per dire che questo voto non conta. Invece conta e questi sono gli ultimi giorni di Pompei". Così Beppe Grillo in piazza Montecitorio dove stamani i Cinque Stelle hanno organizzato il Restitution day. Dopo le elezioni "andremo sotto il Quirinale" a protestare perché "questo è un Presidente della Repubblica delegittimato. Non ha alcuna base politica e sociale".

"Vogliamo andare alle elezioni con la legge elettorale che c'è, non con quella nuova", dice Grillo. Questa legge elettorale, aggiunge, "l'hanno fatta con un condannato e massone".

Per portare a termine la sua marcia ha però bisogno di convincere chi del Movimento ha paura. Per questo la prima cosa che contesta al giornalista che lo ospita in Tv è una sua foto che campeggia in studio con gli occhi spiritati. "Se vedessi uno così avrei paura a votarlo anche io" si lamenta il leader del Movimento che stasera, invece, vuole solo rassicurare. "Senza di noi la violenza sarebbe esplosa nelle piazze. Noi abbiamo incanalato la rabbia in un movimento democratico".
Sei un fossile" dice al giornalista che incalza l'ex comico. "Tu non sei un giornalista, sei un pacchetto. Tu sei in pensione ma vendi un pacchetto" lo provoca. Se sono qui, dice senza infingimenti, è perchè "è una mossa politica. Ci sono le europee". Elezioni che, assicura, il Movimento vincerà e poi "diremo che Napolitano non rappresenta più questa Repubblica" e neppure Renzi. "Siamo già la prima forza politica del Paese". Al premier, che stigmatizza il suo linguaggio e lo condanna per aver alluso alla lupara bianca, replica: "è una espressione giornalistica. Significa che questi politici sono ormai scomparsi. Monti, ad esempio, chi se lo ricorda? Un usciere della Bocconi l'altro giorno l'ha fermato e gli ha detto: "lei chi è? dove va?".
Capello vaporoso, camicia bianca fuori dai jeans scoloriti, all'inizio Beppe Grillo è parso emozionato. Non ci sono le piazze e il popolo di militanti da galvanizzare, ma una platea diversa da coinvolgere e convincere. Un target estraneo, anziani e famiglie, il pubblico di Raiuno. I toni non possono essere da comizio insurrezionale. Tutt'altro: bisogna rassicurare, mostrare la faccia affidabile dell'antipolitica. Quadratura del cerchio complessa. Meglio dare del tu a Vespa. «Non sono un bravo ragazzo, ma nemmeno come mi dipingono, il terrore...». La poltroncina bianca è lì, se ne tiene distante. «Sediamoci dai», invita Vespa. Ma Grillo preferisce il monologo, l'arringa. «Se qualcuno mi avesse detto io e lui qui a fare questa cosa, l'avrei denunciato per diffamazione». Vespa fatica a fare le domande. Renzi? Altro pezzo di monologo. Ma più che attaccare il premier e Berlusconi l'obiettivo è ammaliare i telespettatori: «La mia è una rabbia buona». L'annunciato plastico con la prigione per i leader avversari non si vede. Il faccia a faccia va a briglia sciolte. Si salta da un argomento all'altro: gli 80 euro, il populismo, la democrazia del M5S, l'immigrazione, il reddito di cittadinanza, il fiscal compact, la green economy, l'Expo.
Vespa accetta la sfida dell'improvvisazione. Niente scaletta, può solo provare a salire sulla schiena della tigre. Ma si va a scossoni, senza una logica. Lo mette all'angolo sull'espulsione dei dissidenti del movimento 5 stelle. La solita risposta, «non sono io che decido, è la rete», non convince. Poco alla volta la furia distruttiva prende il sopravvento. Lo Sciamano mulina le mani, parla a raffica, si accalora e affastella concetti. Ma trasmette ansia e approssimazione. Se ne accorge anche lui. «Fammi rilassare». Il punto di forza è che rappresenta la rabbia e l'esasperazione della massa. Ma anche se si vota per le europee, e Vespa continua a ripeterlo, la domanda che rimane irrisolta è: gli si può dare in mano le chiavi del Paese? «Il voto è politico», replica Grillo che è lì perché si gioca tutto, ben più che i seggi di Strasburgo: «O noi o loro. Dobbiamo resettare tutto», scopre le carte. «Se vinciamo mandiamo a casa tutti». Però la rabbia non mostra un volto affidabile. «Pensi che il pubblico di Porta a Porta non sia finito sotto il letto ascoltandoti?». «Non ho detto neanche una parolaccia stasera», replica lui. Vespa prova a rabbonirlo, ma gongola. La prima parte del patto è a prova di bomba. Sul boom di ascolti non ci sono dubbi, sull'efficacia nelle urne sì.
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