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L’incoronazione imperiale di Carlo Magno (742-814), a San Pietro a Roma, la notte di Natale dell’800, ad opera di Papa Leone III (750-816), può essere considerata, simbolicamente, la data di nascita della civiltà cristiana; parimenti, l’episodio del cosiddetto “schiaffo di Anagni”, accaduto nella notte fra il 6 e 7 settembre 1303, ad opera di Sciarra Colonna (1270-1329), ai danni di Papa Bonifacio VIII (1294-1303) ‒ di là  del fatto se sia materialmente avvenuto o meno ‒,  ne rappresenta l’esatto capovolgimento, segnando l’inizio della crisi dell’età medievale, vero nomine, ed avviando quel periodo, che lo storico Johan Huizinga (1872-1945) ha felicemente battezzato come “Autunno del medioevo”. In estrema sintesi, Bonifacio VIII ‒ grande giurista ‒, può essere considerato l’ultimo pontefice propriamente medievale. Nel cercare di restituire libertà alla Chiesa e pacificazione tra tutti i popoli cristiani, si scontrò con il nascente nazionalismo francese, incarnato nella persona del re Filippo IV (1268-1314) detto il Bello. Lo scontro verteva sulla presunta ingerenza di Papa Bonifacio negli interessi temporali del regno francese e sulla risposta di Filippo, che ‒ fuori dalle sue prerogative ‒ imponendo una tassa al clero francese, di fatto, si autoproclamò Vicario di Cristo in terra di Francia. Il papa reagì con la proclamazione della Bolla Unam Sanctam – 18 novembre 1302 ‒, nella quale riaffermava la dottrina di sempre, cioè dell’esistenza di due poteri, temporale e spirituale, ribadendo, che per salvarsi, anche i re dovevano sottomettersi al papa, in campo spirituale. A quel punto, Guglielmo di Nogaret (1260-1314) ‒ insigne giurista e cancelliere del re ‒ tenne una requisitoria davanti al consiglio regale, chiedendo a Filippo IV di convocare un concilio ad hoc, per deporre il papa regnante, accusato di eresia, simonia ed indebita ingerenza negli affari temporali del regno francese. Bonifacio VIII annunciò una scomunica, sciogliendo i fedeli del re dai doveri verso di lui, ma prima che potesse promulgarla, fu raggiunto da un drappello di uomini, nel suo castello ad Anagni, dove si fece trovare rivestito dai paramenti sacri. Qui fu fatto prigioniero e, forse, schiaffeggiato; tuttavia, gli abitanti del paese insorsero, richiamati da uno dei due cardinali che erano con lui e lo liberarono. L’affronto e l’umiliazione, in ogni caso, furono grandi e il papa, affranto, morirà poco più di un mese dopo. Con l’uscita di scena di Bonifacio VIII, si chiuse un’era basilare nella storia della Chiesa, che fino a quel momento, raggiungendo il culmine con papa Innocenzo III (1198-1216), era riconosciuta da tutti ‒ seppur con alti e bassi ‒ come guida spirituale e culturale dell’intera Europa. Questo il commento, sulla vicenda, da parte di uno fra i più conosciuti ed importanti storici della Chiesa, Joseph Lortz (1887-1975): «Era un fatto inaudito, che ci dimostra fin troppo chiaramente quanto fosse già cresciuta l’arroganza dello Stato “nazionale -moderno”, e quanto fosse decaduto il prestigio universale e soprattutto la potenza politica del Papato, e quanto fosse diminuita in una gran parte della cristianità la venerazione religiosa del comune Padre della Chiesa. Il papato fu duramente umiliato, la Chiesa gravemente danneggiata». Lo “schiaffo” di Sciarra Colonna, dunque, racchiude e riassume in sé tutto il successivo percorso storico-filosofico, che porterà, progressivamente, al distacco e al tentato assorbimento da parte del potere politico e della sfera spirituale e di quella morale, tentando di annullare totalmente l’influenza della cultura cristiana, nello sviluppo della civiltà europea.

L'ultimo vertice di Obama con i principali paesi europei serve per fare il punto su immigrazione, Russia, guerra in Siria, clima e rapporti commerciali. Una sorta di elenco di questioni che i sei hanno affrontato più volte sapendo ognuno dell'altro sin dove intende spingersi o cosa potrebbe cedere. L'incognita Trump fa galleggiare  la discussione dei sei che, dopo una mattina di ipotesi e supposizioni, ritornano in Patria per affrontare chi il referendum, chi la Brexit, chi le elezioni e chi un parlamento dove non ha maggioranza. L'addio di Obama con la Merkel e gli altri leader europei avviene dopo due ore. Sotto la pioggia, naturalmente. Sull'uscio resta la Merkel, unica leader che c'era prima dell'arrivo di Obama alla Casa Bianca e pronta ad annunciare domenica la sua ricandidatura. La quarta, per la Cancelleria.

Tutti intorno ad un tavolo tondo allestito in uno degli immensi corridoi modulari della Cancelleria. Spazi che si aprono e si chiudono a seconda delle esigenze come in un modernissimo centro congressi. Matteo Renzi è seduto alla destra di Barack Obama, mentre la padrona di casa, Angela Merkel, è alla sinistra del presidente americano. 

Tazze, caraffe con caffè e fiori per un meeting a sei che, quando è stato organizzato, doveva rappresentare una sorta di passaggio del testimone tra presidenti democratici. Ed invece ha vinto Donald Trump e la riunione sembra un po' un raduno di reduci. O di "veterani", come ieri lo stesso Obama ha definito Angela Merkel.

Sei leader, compresi lo spagnolo Rajoy, il francese Hollande e la britannica May, tutti diversamente 'acciaccati'. Il più allegro, almeno sino a quando le telecamere sono ammesse in sala, è Matteo Renzi. Sarà perché i sondaggi-bugiardi danno avanti il "no", o perché la riunione di Berlino coincide con i mille giorni di governo. Hollande è scuro in faccia, mentre lo spagnolo Rajoy ha lo guardo sornione di colui che sino a qualche settimana fa non era sicuro di esserci, e che ora se la ride alla faccia di Pedro Sanchez. La May è dalla parte opposta di Obama e lo guarda diritto per diritto negli occhi.

 L'immigrazione è stato uno dei temi al centro del vertice di Berlino e, durante la discussione, il premier Matteo Renzi è tornato a sottolineare le difficoltà e l'impasse europea. Lo si apprende da fonti vicino al vertice.

"Una persona da sola non può risolvere tutto, ma siamo forti solo insieme". Lo ha detto la cancelliera tedesca Angela Merkel in conferenza stampa con il premier spagnolo Mariano Rajoy, rispondendo alla domanda se la stabilità dell'Europa dipende dalla Germania.

I leader europei devono continuare "a cercare soluzioni ai problemi comuni con la prossima amministrazione degli Stati Uniti, sulla base dei valori fondamentali che caratterizzano gli Stati Uniti e l' Europa come democrazie aperte". Il presidente Usa Barack Obama, lo ha chiesto ai leader europei nel corso del vertice di Berlino, secondo una nota della Casa Bianca. Obama ha quindi ringraziato i leader di Germania, Italia, Francia, GB e Spagna 'per la loro stretta collaborazione nel corso della sua amministrazione".

La Russia deve "soddisfare pienamente gli impegni assunti con gli accordi di Minsk", i leader di Stati Uniti, Germania, Francia, Italia, Gran Bretagna e Spagna hanno dunque concordato di "mantenere in vigore le sanzioni contro la Russia fino a quando non li rispetterà". Lo rende noto la Casa Bianca. Obama, Merkel, Renzi, Hollande, Rajoy e May hanno espresso "preoccupazione per la continua assenza di un durevole cessate il fuoco"

"L'Italia sta facendo l'impossibile" nella gestione dei flussi migratori. Lo ha detto il presidente della commissione europea Jean-Claude Juncker a Bolzano. "L'Italia e la Grecia non vanno lasciate sole, solo perché si trovano nel posto sbagliato, anche se soleggiato.
Serve la solidarietà dell'Europa con l'Italia", ha aggiunto. "Le misure decise dall'Europa vanno applicate", ha detto Juncker. "La Siria è praticamente un paese confinante con l'Unione" e i profughi "vanno accolti indipendentemente dalla loro fede", ha aggiunto il presidente della commissione europea

"E' giusto che la Commissione Ue si faccia carico della ricostruzione della bellissima cattedrale di Norcia": lo ha detto il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker a Bolzano.

"Trump con fatica di certo capirà che la politica commerciale oggi è internazionale e globale e non si ferma ai confini nazionali". Lo ha detto il presidente della commissione europea Jean-Claude Juncker, ribadendo che l'accordo siglato dalla Ue con il Canada "creerà 200.000 posti di lavoro".

Intanto come riferisce il quotidiano il Giornale un intervista a un’operatrice nei campi d’accoglienza tedeschi rischia di trasformarsi in un caso internazionale e di azzoppare, definitivamente, l’immagine della Bundeskanzlerin Angela Merkel e della sua politica delle porte aperte.

Una donna di origini eritree, che ha 39 anni, ha spiegato la sua esperienza di interprete con i migranti giunti in Germania negli ultimi anni. L’intervista, pubblicata dal sito Kath.net è rimbalzata subito sui giornali e sui siti di tutta Europa.

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Il racconto della traduttrice è inquietante: “Sognano di islamizzare la Germania, disprezzano questo Paese e i suoi valori. Aiutare i cristiani è un peccato, per loro. I genitori impediscono ai loro figli persino di giocare con i figli dei cristiani – spiega la donna – ma questo è ancora niente, viene predicato odio e ancora odio contro gli infedeli”. Ha raccontato che le donne immigrate hanno ben chiaro quale sia il loro “dovere” di madri islamiste: “Ci moltiplicheremo in fretta. Dobbiamo fare più figli dei cristiani perché questa è l’unica possibilità che abbiamo per batterli”.

L’intervista casca in un momento campale per la Merkel. La Germania ha dovuto fronteggiare il pericolo della minaccia islamista e solo qualche giorno fa, le forze di polizia hanno sgominato un’organizzazione chiamata “La vera religione” accusata di far proselitismo all’Islam radicale e di arruolare miliziani per combattere nelle schiere del Califfo.

La Merkel paga adesso lo scotto della politica di accoglienza - di cui divenne virale con lo slogan "Welcome refugees" - che le stanno costando moltissimo, in termini di consenso. E proprio nel momento peggiore quando ormai incombono le nuove elezioni per il rinnovo del governo. Obama, in visita a Berlino, s’è prodotto in un endorsement per la cancelliera, fatto che a parecchi osservatori è parsa la prova provata a dimostrazione di come le credenziali della Merkel per la quarta elezioni di fila siano in ribasso.

   

 

 

 

Il premier Matteo Renzi torna ad attaccare le politiche di sola austerity e invita l'Ue a fare il suo mestiere.

"Stiamo facendo una battaglia in Europa. La bandiera dell'Europa - ha detto il premier - è qui con noi e la teniamo al nostro fianco ma l'Europa faccia il suo mestiere, che è promuovere la crescita e non solo l'austerity, investire sul futuro e non solo in burocrazia". 

Per troppo tempo - prosegue Renzi - abbiamo sprecato tempo perché qualcuno ha pensato di far vincere la cultura dell’austerity e quindi ha dimezzato gli investimenti pubblici in Italia, con un ragionamento filosofico suicida che ha portato la riduzione di 20 miliardi di finanziamento". "Non lasceremo - ha aggiunto - che l’Italia commetta gli errori del passato quando si è deciso di tagliare sulle opere pubbliche perché chi taglia sulle opere pubbliche sta tagliando il suo futuro, la sua possibilità di crescita".

Parlando in Sicilia, nel cantiere della statale Agrigento-Caltanissetta, il premier dice che "la stagione delle chiacchiere è finita, qui ci sono i soldi, altri 470 milioni: sono stati liberati e compito vostro è spenderli bene. Non ci sono più alibi". Poi arriva il passaggio sull'Ue e la bandiera: "Abbiamo tutti una battaglia che svolgiamo in Europa... la bandiera è qui e la teniamo con noi, ma l’Europa faccia il suo mestiere che è promuovere crescita e futuro e non solo austerity e burocrazia".

La manovra economica dell'Italia potrebbe non rispettare le regole Ue. Lo rileva la Commissione che oggi ha espresso le proprie valutazioni sulle leggi di bilancio dei vari Paesi. 

La bozza di legge di bilancio italiana 2017, scrive Bruxelles,  è "a rischio di non rispetto" dei requisiti del Patto Ue, perché "potrebbe risultare in una deviazione significativa dall'aggiustamento verso l'obiettivo di medio termine". Lo stesso rischio c'è per altri 5 Paesi: Belgio, Cipro, Lituania, Slovenia, Finlandia. 

"Per il Belgio e l'Italia che sono nel braccio preventivo" del Patto di stabilità e "devono rispettare la regola del debito", "a breve la Commissione Ue ritornerà con un rapporto sul debito", ha annunciato il vicepresidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis.

"Per l'Italia il gap è più ampio" rispetto agli impegni richiesti ma "una parte significativa della deviazione" di bilancio "è associata ai costi del sisma" e alla "drammatica" situazione che si è creata "e alla gestione dei flussi migratori", ha affermato il commissario Ue agli affari economici Pierre Moscovici, assicurando che "ne terremo conto".

Intanto nella vita reale e sempre più precaria la condizione dei minori in Italia: secondo l'Atlante dell'infanzia di Save the Children, quasi un minore su tre è a rischio povertà ed esclusione sociale, mentre i bambini di 4 famiglie povere su 10 soffrono il freddo d'inverno per la mancanza di riscaldamento. Da una delle mappe dell'Atlante, elaborata dall'Ingv, e pubblicata dalle agenzie di stampa emerge inoltre che 5,5 milioni di bambini e ragazzi sotto i 15 anni vivono in aree ad alta e medio-alta pericolosità sismica. 

In Sicilia un giovane su 4 tra i 18 e i 24 anni (24,3%) interrompe gli studi precocemente, fermandosi alla licenza media inferiore, a fronte di una media nazionale del 14,7%. Lo dicono i dati diffusi da Save the Children nel settimo Atlante dell'Infanzia a rischio intitolato "Bambini, Supereroi" e pubblicato per la prima volta da Treccani. Inoltre, circa un alunno 15enne siciliano su 3 non raggiunge le competenze minime in matematica e in lettura e più di 1 bambino o ragazzo tra i 6 e i 17 anni su 2 non legge neanche un libro all'anno. Ad esporre i piccoli al pericolo povertà ed esclusione sociale è anche il titolo di studio dei genitori, almeno per 6 minori italiani su 10, e la Sicilia è particolarmente a rischio, dato che la metà degli adulti dell'Isola tra i 25 e 64 anni è ferma alla licenza media inferiore.

"In Puglia la percentuale dei bambini e dei ragazzi fino a 17 anni in povertà relativa supera di molto la media italiana: il 32% rispetto al 20%". A rilevarlo è il settimo 'Atlante dell'Infanzia' di Save the children che ha analizzato la situazione italiana relativa alla "infanzia a rischio". Secondo l'indagine "la povertà diffusa, i servizi mancanti che spesso caricano tutta la spesa sulle spalle delle famiglie, hanno portato il Mezzogiorno d'Italia a percentuali più alte delle medie italiane". La ricerca sottolinea poi che "i bambini pugliesi dai 6 ai 17 anni che non hanno visitato monumenti o siti archeologici sono più di 4 su 5 (84,4%)", mentre "3 su 4 non sono andati a mostre o musei (74,3%)". In Puglia, inoltre, "i dati dei minori in Comuni con dissesto o riequilibrio finanziario sono particolarmente allarmanti: contro una media nazionale del 7,4% (minori 0-17 anni sul totale della popolazione), nella provincia di Foggia i minori che vivono in comuni con dissesto o riequilibrio finanziario sono il 26% mentre in quella di Taranto toccano addirittura il 33,6%".

E' quanto emerge dai dati del 7/o Atlante dell'Infanzia 'Bambini, Supereroi' di Save the Children, quest'anno per la prima volta pubblicato da Treccani. In particolare in Emilia-Romagna, un alunno di 15 anni su cinque non raggiunge le competenze minime in matematica e in lettura. La percentuale di giovani emiliani tra i 18 e i 24 anni che hanno abbandonato precocemente gli studi, fermandosi alla licenza media, tocca il 13,3%, con un'incidenza maggiore tra i maschi (16,4%). Tra i ragazzi della regione, quattro su 10 non hanno letto nemmeno un libro lo scorso anno e sei su 10 non sono andati a teatro.

Apre per la prima volta al pubblico l’area archeologica del più grande edificio per lo spettacolo dell’antichità. Da giovedì 17 novembre l’importante area archeologica sarà aperta con ingresso da Piazza di Porta Capena. Viene dunque restituito alla città uno dei suoi luoghi simbolo, collegato dalla leggenda alle origini stesse di Roma. Dopo 2800 anni di avvenimenti e attraverso i suoi tesori oggi finalmente svelati,  il Circo Massimo avvolgerà cittadini e turisti in una  suggestione senza tempo.

Fino all’11 dicembre dal martedì alla domenica dalle ore 10 alle 16 (ultimo ingresso ore 15); dal 12 dicembre il sabato e la domenica dalle 10 alle 16  (ultimo ingresso ore 15) e dal martedì al venerdì su prenotazione allo 060608.

Con i 600 metri di lunghezza e 140 di larghezza, nel corso dei secoli ha vissuto innumerevoli trasformazioni. Qui fin dall’età regia si sono svolte manifestazioni pubbliche di ogni genere: competizioni ippiche, cacce con animali esotici, rappresentazioni teatrali, esecuzioni pubbliche, ma anche processioni religiose e trionfali. In seguito l’area è divenuta luogo di passaggio dell'acqua Mariana, ha ospitato coltivazioni agricole e mulini, è divenuta proprietà privata della famiglia Frangipane, cimitero degli Ebrei per poi ospitare, a partire dal XIX secolo, gli impianti del Gazometro, magazzini, manifatture, imprese artigianali e abitazioni.

I lavori di riqualificazione ambientale e di musealizzazione dell’area, miranti al recupero del monumento nei suoi valori archeologici, storici e paesaggistici e all’ottimizzazione della sua accessibilità e fruibilità, sono stati condotti da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali in collaborazione con l’Ufficio Città Storica, con il contributo tecnico di Zetema Progetto Cultura e realizzati dall’Impresa Celletti Costruzioni Generali.

Gli interventi hanno restituito una nuova leggibilità al monumento, ridefinendo la zona dell’emiciclo attraverso operazioni di restauro delle strutture, contenimento del terreno e la realizzazione di nuovi percorsi di visita con relativi impianti di illuminazione.

E’ stata realizzata una terrazza panoramica sul margine meridionale dell’area e  per restituire visibilità alle strutture archeologiche e ripristinare il continuum spaziale tra le diverse quote, raccordandole, è  stato realizzato un piano inclinato che permette di superare gradualmente il dislivello oggi presente tra il livello dell’area verde, di libera fruizione, e quella del recinto archeologico. Anche gli spazi pubblici adiacenti sono stati sistemati e  riqualificati.

I margini dell’area archeologica sono stati provvisti di idonea recinzione di forma semicircolare in corrispondenza dell’emiciclo, seguendo il perimetro della costruzione romana fino all’ideale inizio della spina, la lunga piattaforma posizionata al centro della pista che era decorata con statue, tempietti, vasche, con due grandi obelischi egizi – che dal ‘500 sono stati ricollocati  in piazza S. Giovanni in Laterano ed in Piazza del Popolo – e dotata di metae, i grandi segnacoli intorno ai quali giravano i carri.

I resti della spina sono stati localizzati in profondità (la pista romana si trova a oltre 5 metri di profondità rispetto all’attuale piano dell’area archeologica) attraverso indagini geofisiche condotte in collaborazione con l'ISPRA, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale.

I visitatori potranno accedere alle gallerie che un tempo conducevano alle gradinate della cavea (i senatori al piano terra e la plebe al piano superiore). Nelle gallerie, che si potranno percorrere per un tratto di circa 100 metri ciascuna, si potranno osservare anche i resti delle latrine antiche. Si proseguirà sulla strada basolata esterna ritrovata durante gli scavi, in cui spicca una grande vasca-abbeveratoio in lastre di travertino. Qui è possibile visitare anche alcune stanze che venivano utilizzate come botteghe (tabernae) per soddisfare le necessità del numeroso pubblico dei giochi: locande, negozi per la vendita di generi alimentari, magazzini, lupanari, lavanderie, ma anche uffici di cambiavalute  necessari per  assecondare il giro di scommesse sulle corse dei cavalli.

Nella zona centrale dell’emiciclo sono visibili le basi dell’Arco di Tito, uno dei più grandi archi trionfali di Roma, a lui dedicato in occasione della vittoria giudaica. Le indagini hanno consentito di rimettere in luce le basi delle colonne frontali e alcuni importanti frammenti architettonici che hanno permesso agli archeologi di stabilire le sue dimensioni originarie (le colonne erano alte almeno 10 metri) grazie anche all’anastilosi virtuale del monumento realizzata in collaborazione con l’Università Roma Tre - Dipartimento di Architettura. Nel corso degli scavi sono state rinvenute anche parti della grande iscrizione, rimarcata con lettere bronzee, su cui era incisa la dedica da parte del Senato e Popolo Romano all’imperatore.

L’intervento di riqualificazione dell’area ha interessato anche la medievale Torre della Moletta (realizzata nel XII secolo) su cui si è intervenuti con  il  restauro delle murature antiche ed un impegnativo progetto di  consolidamento statico. Una scala interna consente di arrivare fino al piano superiore, uno splendido punto panoramico sull’area archeologica, che permette di apprezzare in pieno le dimensioni del Circo.

I numerosi frammenti lapidei presenti nell’area sono stati in parte anche sistemati ad arredo dello spazio aperto. In particolare ai piedi dell’emiciclo palatino sono stati collocati, da un lato, alcuni elementi provenienti dall’edificio antico (gradini, cornici, capitelli, le soglie delle botteghe, etc.), mentre sull’altro versante sono state collocate una serie di colonne in marmi colorati rinvenute negli scavi archeologici. Infine, nello spazio antistante la torre sono stati posizionati i frammenti architettonici di marmo lunense provenienti dallo scavo dell’arco di Tito.

Le fonti antiche narrano che nel Circo Massimo esisteva già in età repubblicana un arco fatto costruire da Lucio Stertinio nel 196 a.C.; un altro arco venne fatto distruggere nel 68 d.C. da Nerone. Nell’81 d.C. nella parte curvilinea del Circo venne edificato un nuovo arco dedicato all’imperatore Tito, nell'anno della sua morte, dal Senato e dal Popolo Romano per la celebrazione della vittoria sui Giudei e la distruzione di Gerusalemme del 70 d.C., come ricorda la lunga iscrizione che era incisa con lettere bronzee sull’attico e il cui testo è giunto fino a noi.

L’arco si trovava lungo il percorso del corteo trionfale organizzato dai generali e dagli imperatori vittoriosi al ritorno dalle campagne belliche; la processione prendeva avvio dal Campo Marzio ed entrava nel Circo Massimo sfilando nella pista e, passando sotto l’arco, si dirigeva fino al tempio di Giove Capitolino sul Campidoglio. Il monumento è raffigurato sulla Forma Urbis e su rilievi, mosaici e su varie monete.

L’arco a tre fornici intercomunicanti, alto oltre 20 metri e largo circa 17 metri, era realizzato in marmo lunense e si presentava animato sulle fronti da quattro colonne scanalate alte circa 10 metri e da quattro lesene aderenti ai piloni. I capitelli corinzi erano alti m 1,15 circa. La fronte dell’arco era decorata con rilievi figurati e probabilmente anche con pannelli nel fornice centrale. Un fregio di minori dimensioni correva sulla trabeazione tra l'architrave e la cornice. L’attico era sormontato da una quadriga bronzea.

Nell’area restano visibili i tre piedistalli delle colonne dei fornici laterali con due basi delle colonne e i piedistalli retrostanti di due lesene. Sono anche conservati i blocchi in travertino di due piloni e frammenti dei fusti delle colonne scanalate.

In età tardoantica la zona fu interessata da un riutilizzo sistematico dei materiali dell’arco. Nel IX-X secolo avvenne un primo crollo degli elementi strutturali appartenenti alle parti alte del monumento; rimasero tuttavia in piedi ancora le colonne e qualche frammento della muratura, che poi vennero definitivamente distrutti al più tardi nel XII secolo quando anche le colonne furono fatte a pezzi e riutilizzate in nuove costruzioni.

Sulla terrazza della torre sono stati allestiti grandi frammenti architettonici pertinenti alla decorazione dell’Arco di Tito, rinvenuti per la maggior parte nelle indagini archeologiche degli anni 2014-2015.I frammenti, tutti intagliati nel marmo lunense estratto dalle cave di Carrara, appartengono alla decorazione della zona dell’attico e della trabeazione del monumento.

Il Circo Massimo, il più grande edificio per lo spettacolo e lo sport di tutti i tempi, era un monumento grandioso in grado di ospitare alcune centinaia di migliaia di spettatori. Occupava gran parte dell’ampia valle che si allungava per oltre 600 metri tra i colli Palatino e Aventino, una zona in cui sin dall’età arcaica si svolgevano varie manifestazioni collegate ad antiche feste religiose. La tradizione attribuisce a Romolo l’istituzione delle prime competizioni ippiche in onore del dio Conso (Consualia) mentre risalgono ai Tarquini, gli ultimi re di Roma, i primi lavori di allestimento con la creazione di file di sedili lignei.

Durante il periodo repubblicano, la valle viene progressivamente sistemata con costruzioni ed attrezzature in parte stabili, configurandosi come il più grande spazio pubblico urbano dove poter svolgere competizioni ippiche ma anche processioni religiose e trionfali, cacce con animali esotici, rappresentazioni teatrali, pubbliche esecuzioni. Nel 329 a.C. furono costruiti in legno gli stalli da cui partivano i carri (carceres). Nel 170 a.C. sulla striscia centrale della pista i censori restaurarono le Mete (metae), cioè i segnacoli intorno ai quali giravano i carri ed installarono il meccanismo di conteggio dei giri (le ova), oltre a varie attrezzature connesse con i giochi. Questa zona centrale, spina o euripus, nel tempo si definisce come un lungo basamento rettilineo occupato da altari, statue, vasche, su cui Augusto ed in seguito Costanzo II faranno erigere due grandiosi obelischi fatti portare dall’Egitto. Il primo edificio in muratura viene fatto costruire da Cesare; di questo rimangono ancora visibili alcuni tratti di murature in opera reticolata incorporati nelle successive ricostruzioni. Nel corso della prima età imperiale il Circo subisce importanti trasformazioni ma anche danneggiamenti dovuti ad incendi fino a quando, alla fine del I secolo, l’edificio viene ricostruito ed inaugurato da Traiano con grandiosi giochi nel 103 d.C.

Il Circo di età imperiale aveva dimensioni notevolissime: era lungo circa m 600 e largo circa m 140, con i due lati lunghi raccordati al centro da un emiciclo su cui svettava il grande arco trionfale dedicato a Tito. Poteva contenere un numero molto alto di spettatori, le fonti antiche ci tramandano una capienza di circa 250.000 persone. In facciata il piano inferiore era su arcate ed i due superiori si presentavano chiusi da una parete piena con finestre. La struttura risultava seminterrata, con il piano della pista e di parte delle gradinate più bassi rispetto alla quota della strada esterna.

Nel II e III secolo d.C. il circo venne rinforzato con ulteriori murature costruite a supporto della facciata ma continuò ancora ad ingrandirsi e ad abbellirsi. Gli ultimi giochi nel Circo risalgono ai primi decenni del VI secolo. In seguito il grande ippodromo antico venne in gran parte demolito e depredato e l’enorme invaso sfruttato soprattutto per usi agricoli.

Nell’edificio di età imperiale si ritrovano, monumentalizzati, tutti quegli elementi religiosi e simbolici collegati alle origini circo ed alle antiche manifestazioni che si tenevano nella valle Murcia, una zona in cui si celebravano culti e cerimonie collegati alle principali fasi dei cicli agricoli.

Le parti costituenti il monumento erano le gradinate (cavea), con la parte alta costruita in legno, gli stalli di partenza dei carri (carceres) e la lunga e larga piattaforma rettangolare posta al centro della pista (spina o euripus), con due grandi segnacoli alle estremità (metae) la cui funzione principale era quella di delimitare internamente lo spazio delle corse. In questa striscia centrale erano collocati i più importanti sacelli ed altari dedicati alle divinità che fin dall’età arcaica sovrintendevano alle attività della valle, il più antico dei quali era l’altare sotterraneo dedicato a Conso. Tra il II ed il I sec. a.C. vengono predisposti i meccanismi per contare i giri di pista, le Ova ed i Delfini. Due grandi obelischi in granito rosso provenienti dall’Egitto furono posti da Augusto nel 10 a C. e nel 357 da Costanzo II. L’antico altare di Murcia, la divinità tutelare della valle, era ancora presente in età imperiale sulla pista, a ridosso del lato lungo sud occidentale.

Le gradinate erano suddivise in genere in quattro settori (dal basso in alto: ima, media, summa cavea e porticus in summa cavea) una suddivisione che corrisponde ad un razionale gestione del flusso degli spettatori, poiché i posti erano suddivisi in base alla posizione sociale.

Nel circo di età imperiale si ritrova un tempio dedicato al Sole sul versante del lato Aventino, sulle cui scalinate si posiziona il Tribunal dei giudici di gara, mentre di fronte, sul versante del colle Palatino, acquista forme monumentali il Pulvinar, una struttura a forma di tempio destinato ad ospitare le statue delle divinità che assistevano ai giochi portate in processione prima delle manifestazioni e adibito anche ad ospitare i membri della famiglia imperiale.

I cancelli da cui partivano i carri, carceres, erano disposti secondo una linea leggermente obliqua per dare a tutti i concorrenti le stesse opportunità e costituivano il limite del Circo verso il Tevere, mentre sul lato opposto, al centro dell’emiciclo, il grande arco di Tito, a tre fornici, valorizzava il passaggio delle processioni trionfali.

Le parti del Circo erano cariche di significati simbolici: le porte dei carceres erano 12 come i segni zodiacali e i mesi dell’anno, i quattro colori delle squadre erano in relazione alle stagioni, le Mete rappresentavano i confini dell’oriente e dell’occidente, i giri della corsa erano sette come i pianeti ed i giorni della settimana ed al sole, l’auriga celeste, erano dedicati anche i due grandi obelischi egizi.

Il Circo è dedicato in principal modo al sole; in mezzo infatti vi è un tempietto a quello dedicato e nella parte più alta di esso se ne vede l'immagine.. svariati sono gli ornamenti, diversi i tempietti quasi con i singoli attributi divini…in onore di Castore e di Polluce si riferiscono le Uova…. là si trovano dei delfini consacrati a Nettuno…Un obelisco di straordinaria grandezza è dedicato al Sole Conso se ne sta nascosto, sotto terra, presso le mète Murcie.

Tertulliano, De spectaculis, VIII

L’emiciclo orientale del Circo Massimo è un settore che risulta documentato anche nella antica pianta marmorea di Roma (Forma Urbis) e che si è parzialmente conservato fino al secolo scorso grazie all’utilizzo continuo nel tempo di alcune delle sue strutture. Gli scavi eseguiti nei primi decenni del ‘900 hanno messo in luce gli ambienti più esterni del circo: i sottili pilastri in peperino della facciata, le murature in mattoni a sostegno delle gradinate e la strada basolata che correva esternamente con una grande fontana pubblica. Nel 2011 è stato parzialmente scoperto l’edificio che si trovava oltre la strada, forse un magazzino (horreum) con alcuni locali, probabilmente botteghe (tabernae), che affacciavano sulla via.

Gli ambienti esterni attualmente visibili si ripetono in successione e sono disposti in funzione dei percorsi: alcuni sono dotati di scale diretti ai piani superiori, altri di passaggi diretti dal piano terra verso la parte più bassa delle gradinate (ima cavea) ed infine ci sono stanze aperte solo verso la strada utilizzate come botteghe (tabernae) che potevano essere suddivise al loro interno con tramezzi o piani rialzati in legno. Questi locali erano normalmente utilizzati per varie attività proprio per venire incontro alle necessità del numeroso pubblico che affluiva in occasione dei giochi: locande, negozi per la vendita di generi alimentari, magazzini, lupanari, ma anche uffici di cambiavalute necessari per assecondare il giro di scommesse sulle corse dei cavalli. Le due gallerie interne superstiti, al piano terra ed al primo piano, distribuivano il flusso del pubblico diretto verso le gradinate (ima e media cavea). La parte superiore dell’edificio non è nota, ma a causa della fragilità di alcune strutture portanti possiamo ipotizzare un largo impiego di costruzioni in legno in molte sue parti.

E’ proprio questo il settore del circo da cui la notte del 18 luglio del 64, durante il principato di Nerone, si sviluppò il disastroso incendio che distrusse gran parte di Roma, come ci racconta lo storico Tacito: ebbe inizio dapprima in quella parte del Circo che è contigua ai colli Palatino e Celio, dove a causa delle botteghe piene di merci infiammabili, le fiamme divamparono violente e alimentate dal vento, in un baleno avvolsero il circo per tutta la sua lunghezza. Il Circo Massimo venne ricostruito da Traiano, a cui si attribuiscono le strutture attualmente visibili.

Nel corso del II e III secolo vengono addossaste ulteriori murature di supporto ancora visibili nei pilastri in mattoni, su cui si impostavano arcate di sostegno che invadevano anche la strada esterna. A partire dall’epoca tardo imperiale alcuni ambienti interni vennero trasformati, come testimoniano le murature in mattoni e tufelli (opus vittatum) che delimitano anche la fronte delle botteghe mentre successivamente la galleria esterna, ormai priva della pavimentazione originale, fu nuovamente pavimentata con basoli. Nella zona furono costruiti altri manufatti tra i quali due strutture idrauliche (condotti con pozzo) su cui si impostano successivamente, nuove imponenti murature realizzate con materiale di recupero.

Oggi il circo contiene tutta Roma e dal fragore che mi percuote la testa presumo che vinceranno i verdi. Se perdessero vedresti tutta la città mesta e smarrita … ma allo spettacolo vadano i giovani, a loro si addice far baccano, scommettere senza paura ed assediare le fanciulle.

Giovenale, XI, 197-202:

Perché cerchi invano di allontanarti? La linea che separa i posti ci costringe a stare uniti. Il circo con la sua legge offre questi vantaggi. Tu, però, chiunque tu sia che siedi alla sua destra, abbi riguardo per lei: ella è infastidita dal contatto con il tuo fianco; anche tu che occupi il posto alle nostre spalle, ritrai le gambe, se hai un po’ di rispetto e non fare pressioni sulla sua schiena con le tue dura ginocchia ...

Ovidio, Amores, III

 

Barack Obama è arrivato ad Atene, prima tappa del suo ultimo tour europeo da presidente degli Stati Uniti che lo porterà anche a Berlino.

A una conferenza stampa prima di partire per il tour Europeo si concentra soprattutto su questioni di politica interna, con al centro della discussione Trump e quello che la sua amministrazione farà, con la rassicurazione, non troppo scontata, che il nuovo presidente "intende rispettare gli impegni presi con una Nato forte", nonostante lui stesso abbia detto finora che vuole più impegno dagli alleati.

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"Ha espresso un grande interesse a mantenere ferme le nostre relazioni di base", dice Barack Obama, citando uno degli argomenti di cui i due hanno discusso nel loro recente incontro per un primo passaggio di consegne.

"La mia squadra - ha poi assicurato Obama - è pronta ad accelerare i prossimi passi necessari per assicurare una transizione morbida e resteremo in contatto anche mentre siamo in viaggio".

Non ha tuttavia negato di essere preoccupato. "Non è un mistero che tra noi vi siano enormi differenze". Dicendo però di credere a un Trump più pragmatico che ideologico.

Intanto come scrive il corrispondente Giovani Masini di Il Giornale d Atene morire di austerity nel 2016 e una cosa assurda sctive il quotidiano Italiano :  Un rapido sguardo per controllare che la telecamera sia spenta, poi le mani si tuffano nella borsa per stivare i pannolini e il latte in polvere donato dai volontari. Lo sguardo stanco di Eugenia è lo stesso di tantissime madri che in Grecia non hanno più soldi per pagare il necessario ai propri bambini. Gli omogeneizzati, gli occhiali, le vaccinazioni. Quando la crisi economica morde e le forze vengono meno, le donne come Eugenia vengono alla Clinica della comunità metropolitana di Atene

Un ospedale continua il quotidiano della famiglia Berlusconi di volontari alla periferia della capitale per assicurare cure gratuite a chi è stato lasciato senza niente dalle politiche di austerity che da anni devastano la Grecia. A due passi da un luogo simbolo della città, l’aeroporto Hellinikon – ora abbandonato e riconvertito in un sordido campo di accoglienza per migranti – sorge un piccolo poliambulatorio che per moltissimi ateniesi è ormai un sostegno imprescindibile.

Nascosta fra i capannoni industriali in rovina e le piante d’oleandro, continua il Giornale la clinica è stata aperta nel 2011 per iniziativa di un gruppo di medici guidati dal cardiologo Giorgios Vichas. Lo sguardo vispo sotto una chioma corvina appena punteggiata di grigio, Vichas ci accoglie nel suo studio facendosi largo fra gli scatoloni colmi di medicine. “Queste ci vengono donate da cittadini di tutta Europa – spiega indicando le confezioni tutt’intorno – Ma anche da greci di tutte le classi sociali.”

Ogni mese il dottore e i suoi novanta colleghi volontari visitano fino a duecentocinquanta persone a settimana, con un aumento dell’affluenza nell’ultimo anno. A aiutarli scrive il quotidiano Italiano dal suo corrispondente d Atene anche ragazzi e pensionati da mezza Europa, spesso inquadrati in associazioni specializzate come Griechenland Hilfe, che ogni anno spedisce dall’Austria veri e propri convogli di aiuti umanitari.

“Viene da noi chi non può permettersi di pagare l’assicurazione sanitaria – chiarisce Vichas – al quotidiano Italiano Donne con bimbi ancora in fasce, uomini disoccupati, anziani. Vengono da tutte le zone di Atene, quelle popolari e quelle che un tempo erano considerate borghesi.”

Secondo il quotidiano Italiano Il governo di Alexis Tsipras ha ripristinato l’assistenza sanitaria gratuita ai disoccupati ma paradossalmente, spiegano i volontari, questa mossa ha ingolfato ancora di più gli ospedali già oberati di lavoro. Mettendo a nudo un altro gravissimo problema del sistema sanitario ellenico: l’ormai cronica mancanza di personale medico-infermieristico.

Nei nosocomi privi di strumentazioni e farmaci scarseggiano anche i professionisti: “Le misure di austerity imposte con i vari memorandum approvati negli anni – scuote la testa Vichas – impediscono di assumere nuovi medici a tempo indeterminato”.Secondo la Federazuine Panellenica dei dipendenti degli ospdali pubblici... all’ospedale Kratico Gennimatas di Atene oltre il 40% delle posizioni sono vacanti.

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