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Scicli - Arte: alla scoperta dello "strumento divino" con il progetto d'arte "Organum"

organum seconda fase 2

 

Arte contemporanea e musica, incontri studio e approfondimenti per “Organum Divinum Instrumentum”. Come era nell’obiettivo del progetto “Organum”, lanciato da Site Specific con l’ideazione di Sasha Vinci e Daniela Galesi, Scicli è divenuta “Teatro Vivo” grazie al percorso artistico in più tappe dedicato allo “strumento divino”. Quegli organi che sono gioielli preziosi all’interno delle nostre chiese barocche e che grazie a questa iniziativa vengono opportunamente valorizzati. Ieri sono stati tre i momenti principali. Il primo si è svolto all’interno della chiesa San Michele Arcangelo in via Francesco Mormino Penna con l’intervento iniziale di don Antonio Sparacino la cui grande disponibilità ha reso possibile il progetto. Sparacino si è soffermato sul dialogo importante tra chiesa e arte e sui numerosi punti di contatto. Una tavola rotonda ha approfondito gli aspetti storici ma anche tecnici e musicali riguardanti il patrimonio organistico locale e siciliano, con riferimenti ai musici, ai maestri di cappella del Settecento, agli interventi di restauro di questi preziosi strumenti. Metafore e simboli, ma anche testimonianze tratte dai libri storici negli interventi dei vari relatori. Un interessantissimo spaccato storico è stato offerto dalla relazione della docente universitaria Maria Rosa De Luca che si è soffermata sul tema “Musici, organari e maestri di cappella – il mestiere del musicista nel Settecento in Sicilia”. Nel seguitissimo intervento, la De Luca ha delineato il ritratto del musicista-tipo sullo sfondo della Sicilia settecentesca, termine che indicava l’organista ma anche il compositore alla moda, il violinista, perfino il cantante. La docente, tra l’altro direttore della Fondazione Bellini, si è soffermata su quattro snodi principali riferiti al tema dell’organo: il percorso formativo, il mercato del lavoro, le strategie di solidarietà e le rappresentazioni del “musicista” in seno alla cultura coeva. Ha parlato della formazione dei musicisti che avveniva soprattutto a Napoli e solo nell’Ottocento fu netta la suddivisione tra artigiani organari, musicisti esecutori e maestri di cappella compositori. Interessanti anche gli altri contributi dei vari relatori tra cui il maestro Diego Cannizzaro sul tema “L’organo, l’artifizioso animale”, come riportato da un trattato di fine ‘500. “L’organo era lo strumento che meglio di tutti rappresentava la voce umana perché elaborava suoni con un procedimento simile a quello umano, meravigliosamente ricostruito dalla capacità tecnologica alessandrina prima, medievale poi – ha detto Cannizzaro - La Sicilia fu terra di grande tradizione organaria con strumenti giunti ai nostri giorni risalenti al XVI secolo. Tra il XVII e il XIX l’arte organaria progredì raggiungendo livelli di eccellenza tecnica ed estetica”. Un tema rilanciato anche dalla dottoressa Daniela Galesi che ha ripercorso la storia organaria di Scicli tra i sec. XVIII-XX, luogo di intensa attività organaria e organistica. Durante la tavola rotonda è stato l’artista Sasha Vinci a soffermarsi sulle metafore e i simboli da intendersi come “il respiro dell’arte”. Un respiro manifestato simbolicamente e concettualmente dagli artisti che hanno partecipato al progetto “Organum” avviato già con la sua prima fase. Il pubblico ha così avuto modo di immergersi nuovamente all’interno dell’intenso percorso multisensoriale che alterna istallazioni site specific, pittura, scultura, disegno, appunti e video proiezioni. Un percorso che si snoda all’interno di una chiesa consacrata, la chiesa di Santa Maria della Consolazione, che ha trovato, dopo la sua fase di restauro, anche questa inedita sua prospettiva. L’ultimo segmento della seconda fase del progetto “Organum” si è poi sviluppato all’interno della chiesa di Santa Maria La Nova, dove è custodita la statua del “U Gioia”, il Gesù risorto che viene portato in processione a Pasqua. Suggestivo il concerto del maestro bolognese Andrea Macinanti, eseguito all’organo Polizzi 1893, prezioso esempio di organo ottocentesco siciliano a tastiera singola (61 tasti) “a finestra”, con pedaliera (17 pedali) “a leggio”, 26 registri ed altri accessori tra cui banda turca (grancassa, piatti e rollante) e campanelli. "Lo stile bizzarro, indecente e profano della musica di teatro" è stato tema e titolo del concerto esaltato dalle suggestive sonorità del "re degli strumenti". Macinanti ha spaziato su un vasto repertorio di differenti epoche (dal sec. XVII agli inizi del '900) con brani di grandi autori come Bernardo Storace, Vincenzo Bellini, Marco Enrico Bossi, Giuseppe Verdi. Grande esperto dell'arte organaria e organistica, Macinanti nel 2005 è stato insignito dal presidente della Repubblica, del titolo di Cavaliere dell’Ordine “Al merito della Repubblica Italiana” e da anni conduce una considerevole attività come docente, critico, studioso, nonché concertista nelle sale internazionali. Prima del concerto il maestro ha ricordato il clima culturale nel quale la musica organistica fiorisce improntato, nel corso del sec. XIX, ai sacri modelli del teatro d'opera. Tale repertorio, supportato dalle geniali macchine sonore prodotte dalla scuola lombarda, in particolar modo dalla famiglia Serassi di Bergamo, si trasmetterà in maniera feconda in terra di Sicilia, giungendo a Scicli mediante l'attività di Casimiro Allieri e successivamente di Michele Polizzi. La musica sacra fiorita tra la fine del Settecento e i primi del Novecento non ha potuto prescindere dalle influenze della musica operistica. Entrano a pieno titolo marce, polche, mazurke e ancora arie d'opera famose che si alternano al repertorio dell'Ordinario gregoriano. La chiesa si trasforma in teatro per il popolo, nonostante le disposizioni papali imponessero regole ben precise riguardanti gli organisti e le loro esecuzioni. Il programma scelto con cura dal maestro Macinanti nell’esecuzione di ieri sera è stato un esempio del clima culturale del sec. XIX-XX in ambito ecclesiale. E la chiesa, ancora una volta, è divenuta “teatro per il popolo”. Il progetto “Organum” si concluderà il 27 dicembre con la terza fase che vedrà il concerto per organo del maestro Diego Cannizzaro sempre presso la chiesa di Santa Maria La Nova.

 

ANTICIPAZIONE
3° fase del progetto

ORGANUM DIVINUM INSTRUMENTUM | 27 dicembre 2013

Presso la chiesa di Santa Maria La Nova si terrà il concerto per organo del maestro Diego Cannizzaro.

organum seconda fase 4


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