Login to your account

Username *
Password *
Remember Me

Create an account

Fields marked with an asterisk (*) are required.
Name *
Username *
Password *
Verify password *
Email *
Verify email *
Captcha *
Reload Captcha
Domenica, 05 Maggio 2024

Le opere di Bach: gli eff…

Mag 02, 2024 Hits:217 Crotone

In città l'ultima tappa d…

Apr 30, 2024 Hits:269 Crotone

Convegno Nazionale per la…

Apr 23, 2024 Hits:479 Crotone

L'Associazione "Pass…

Apr 05, 2024 Hits:930 Crotone

Ritorna Calabria Movie Fi…

Apr 03, 2024 Hits:943 Crotone

La serie evento internazi…

Mar 27, 2024 Hits:1271 Crotone

L'I.C. Papanice investe i…

Mar 01, 2024 Hits:1601 Crotone

Presentato il Premio Nazi…

Feb 21, 2024 Hits:1707 Crotone

Il nuovo Catasto attribuirà, anzitutto, ad ogni unità immobiliare, un valore patrimoniale (novità assoluta) e anche una rendita (rappresentativa del reddito ritraibile dall’immobile).

La seconda novità (assoluta, anch’essa) è che rendite e valori patrimoniali saranno individuati attraverso algoritmi (e cioè, attraverso funzioni statistiche), che serviranno ad applicare valori e redditi rilevati alla consistenza delle singole unità immobiliari. Che – terza novità – non sarà più espressa in vani catastali come è oggi (differenti da zona censuaria a zona censuaria), ma in metri quadrati. Con effetti, da questo punto di vista e salvo che per gli immobili storico-artistici (caratterizzati da grandi spazi), indubbiamente perequativi. Gli anni di riferimento sui quali dovranno lavorare le Commissioni censuarie provinciali (ed, eventualmente, la Commissione censuaria centrale) per stabilire il valore patrimoniale (che servirà per la tassazione delle transazioni) e le rendite (su cui si baseranno le imposte reddituali), sono quelli del 2011, 2012 e 2013.

E’ impossibile, in questo momento, stabilire se col nuovo Catasto si andrà a pagare di più o di meno. Per farlo, occorrerebbe sapere quali redditi e quali valori patrimoniali saranno accertati, tenendo in ispecie presente la caduta nel mercato che si è realizzata particolarmente negli ultimi due anni. In ogni caso, il discorso in questione dovrà essere all’evidenza collegato al livello delle aliquote impositive e soprattutto dovrà essere rispettoso del principio dell’invarianza del gettito stabilito dalla legge delega, invarianza da calcolarsi – come suggerito da Confedilizia – a livello comunale (e, quindi, facilmente controllabile).

Le garanzie per un Catasto in contraddittorio delle parti interessate sono comunque precise, fin che saranno rispettate (o non modificate).

Le funzioni statistiche, anzitutto, andranno pubblicate. Lo si è ottenuto, ed è un risultato assolutamente inedito. Anche gli studi di settore, infatti, sono redatti con algoritmi, che peraltro non vengono assolutamente resi pubblici.

Ancora, i rappresentanti delle Associazioni del mondo immobiliare (e, in particolare, della proprietà edilizia) saranno chiamati a far parte delle Commissioni censuarie (che fra i primi loro compiti hanno proprio quello della validazione degli algoritmi).

Da ultimo, valori patrimoniali e rendite saranno impugnabili nel merito (nella congruità, cioè). Ed è, questa, cosa assolutamente, anch’essa, inedita (finora, le rendite erano impugnabili meramente per motivi di legittimità). L’importanza del rimedio di merito – che si è finalmente ottenuto, dopo anni e anni di insistenza nelle sedi competenti – è stata sottolineata dal Presidente della Commissione finanze della Camera on. Capezzone, sia in dichiarazioni di stampa che al Convegno del Coordinamento legali della Confedilizia (“I contribuenti avranno la possibilità di difendersi anche nel merito e di far valutare valori e rendite nella loro congruità. E’ un Catasto per superare sperequazioni e situazioni incoerenti, costruito rafforzando gli elementi tipici di uno Stato di diritto”).

Da ultimo. Il nuovo Catasto sarà attivato – si ritiene – nel giro di quattro/cinque anni. Ma da dove si comincerà? Il Governo, al proposito, ha accettato un positivo ordine del giorno dell’on. Pagano che impegna l’esecutivo ad avviare la revisione catastale “tenendo in maggior conto la redditività dei fabbricati ed avviando da questo elemento la revisione del processo estimativo”.

Naturalmente, ai fini di un compiuto giudizio sulla riforma, molto dipenderà dai contenuti del decreto legislativo di attuazione. Il suo percorso dovrà essere attivamente monitorato perché pieno sia il rispetto dei principii stabiliti dalla legge delega.

Corrado Sforza Fogliani

Presidente Confedilizia

 

Da una recente ricerca 32mila imprese, di piccole e medie dimensioni, hanno chiuso nel nostro Paese. Secondo Confindustria si paventa un futuro con un dimezzamento del nostro tasso di crescita potenziale. A questo punto ci sembra doveroso affermare che il Paese è in carenza di ossigeno imprenditoriale. Pertanto, a nostro modesto avviso, in sostituzione di quelle imprese uscite dal mercato, è bene che si pongano le fondamenta per la nascita di imprese innovatrici e moltiplicatrici di occupazione, soprattutto, per i nostri giovani. Ovvero, si crei fertilità e natalità di start-up. Ebbene, in tal senso, qualcosa si sta muovendo. “Invitalia” su mandato del Governo, con un nuovo stanziamento di 80milioni di euro, ha aperto i bandi per la richiesta di incentivi per l’autoimprenditorialità (leggi:start-up). Un’opportunità questa, soprattutto per i giovani, da non perdere, per inventarsi un lavoro innovativo, accrescendo anche la competitività del nostro Paese, specie quella del Mezzogiorno. Non a caso i bandi hanno previsto la possibilità di presentare la domanda per iniziative imprenditoriali da realizzare nelle regioni del Sud: Puglia, Basilicata, Calabria, Campania, Abruzzo, Molise, Sicilia e Sardegna. Ma c’è di più. Nel programma dedicato agli incentivi c’è anche una dotazione finanziaria di 18milioni di euro destinata esclusivamente a imprese, start-up culturali e turistiche. Il riferimento è al Programma Operativo Interregionale “Attrattori culturali, naturali e turismo” del Fers, localizzati nei Comuni delle Regioni Convergenza: Puglia, Calabria, Campania e Sicilia. Ancora, siccome le start-up sono legate al mondo della ricerca universitaria, possono attingere risorse economiche al Programma ministeriale “Sir” per finanziare ricercatori “under 40” il quale ha, già, pronti 47milioni di euro per i “cervelli”. I principi guida del Programma “Sir”- che le start-up dovranno tenere in considerazione- sono: l’alta qualità scientifica; la finanziabilità di progetti relativi a qualsiasi campo di ricerca. E dulcis in fundo, diciamo che la presenza di queste risorse economiche per le start-up, in particolare, può essere un solido fondamento per un 2014, orientato ad un progresso economico del nostro Paese.

La legge di stabilità (in vigore dall’1 gennaio scorso, ma ad effetto retroattivo dall’1.1.’13) prevede che “il reddito degli immobili ad uso abitativo non locati situati nello stesso comune nel quale si trova l’immobile adibito ad abitazione principale, assoggettati all’imposta municipale propria, concorre alla formazione della base imponibile dell’imposta sul reddito delle persone fisiche e delle relative addizionali nella misura del  cinquanta per cento”.

Si tratta del ripristino di un’imposta che era stata abolita nel 2011 (Governo Berlusconi), con lo stesso provvedimento col quale si istituì la cedolare secca. Il ripristino avviene alle condizioni specificate nella norma, che esclude con chiarezza le case di villeggiatura dall’imposizione ripristinata. Un tentativo di ripristino dell’imposta era stato fatto ad agosto ma con una dizione che includeva anche le case di villeggiatura, ed allora il tentativo era stato respinto.

La reintroduzione dell’imposizione sulle case non locate – “suggerita” dalla Confindustria in audizione in Parlamento – nasce anzitutto, com’è facile capire, dall’esigenza di “fare cassa” in tutti i modi, e comunque (frutterà infatti allo Stato, nel 2014, più di 500 milioni di euro), con la consueta, spiccata preferenza della nostra burocrazia e di certa classe politica a gravare sempre sugli immobili, nell’intendimento di colpire (con facilità, perché sempre visibile) una ricchezza che peraltro non è più tale sia per l’abbattimento dei valori che si è avuto sia – soprattutto – perché si ha ricchezza solo quando una proprietà può essere realizzata sul mercato, cosa che, per la quasi generalità degli immobili proprio non si verifica oggigiorno in Italia. Imposta per “fare cassa”, ancora, a carico di una ricchezza presentata come statica dalla stampa oligopolista che propaganda – su consiglio, anche, dell’Europa (della finanza) – la detassazione di “imprese e lavoro” (come se ogni investimento non producesse lavoro), ignara – o finta ignara – che la ricchezza immobiliare ha, comunque, anche una componente dinamica, che è peraltro stata del tutto azzerata da uno smodato fiscalismo, quando avrebbe invece dovuto essere valorizzata e potenziata.

La reintroduzione è poi anche stata spiegata con la necessità della lotta all’evasione, presumendosi che gli immobili non locati siano in realtà locati irregolarmente. Ed anche qui, ed ancora una volta, si è preferito – ovviamente – pensare ad incassare di più, piuttosto che a disporre facili ispezioni per controllare se gli immobili che risultano non locati non siano davvero da alcuno occupati. Per queste “ragioni” (oltre che, nei casi più estremisti, per favorire una redistribuzione – socialista – del patrimonio) si è dunque scelto di reintrodurre un’imposta di particolare iniquità. Gli immobili in questione sono infatti generalmente quelli che i locatori (per la stragrande maggioranza piccoli proprietari, come noto) intendono concedere in locazione, senza peraltro trovare – soprattutto in questo periodo di crisi – inquilini disponibili. In molti casi si tratta anche di immobili che i proprietari utilizzano direttamente come locali di deposito o che non possono locare – per possibili esigenze personali o di figli – per le lunghe durate contrattuali tuttora previste da una normativa d’altri tempi e che – prigioniera di categorie le cui organizzazioni chiedono le liberalizzazioni solo per gli altri - tiene anchilosato il mercato nell’uso abitativo per non parlare dell’uso diverso. In altri casi, poi, gli immobili non vengono locati perché bisognosi di ristrutturazioni, per effettuare le quali i proprietari non dispongono dei mezzi necessari, data la mancanza totale, o quasi, di redditività della locazione nei tempi attuali (stretta com’è fra le alte tasse, la conseguente esigenza di non praticare canoni al di sotto dei livelli delle stesse e la non possibilità di rinvenire inquilini con idonee capacità reddituali, dato il periodo di crisi). Su tali immobili improduttivi di reddito – giova ricordarlo – i locatori sono comunque costretti, oltre che a pagare l’Imu (solitamente con aliquota massima), a sostenere tutti gli oneri propri di un bene come questo: contributi condominiali, spese di manutenzione, ecc.

E’ su questi locatori che si abbatterà, ancora, una specifica tassa in più (e questo, a parte la vecchia IMU e la nuova Tasi (o IMU bis, meglio): tributi ai quali – in virtù di altra legge – si aggiungeranno le spese dovute alla presenza negli immobili di morosi “incolpevoli” per lunghi periodi, essendosi voluta aggiungere alla, già lunga, graduazione dell’Autorità giudiziaria e degli Ufficiali giudiziari anche una terza, nuova graduazione, affidata ai Prefetti e cioè a rappresentanti del Governo e dallo stesso nominati con assoluta discrezionalità.

Insomma, alla mancanza di reddito (e alla presenza solo di spese, anche – come visto –determinate dal Governo) si aggiunge un’imposta non si sa su che cosa se non sulla sfortuna di non riuscire – molte volte per colpa della situazione urbana creata dalla mano pubblica – a trovare un inquilino. Una barbarie senza confronti, soprattutto considerando che i locatori non possono neanche pattuire un canone inferiore al 10% del valore catastale (per ipotesi, pur di trovare un inquilino) per effetto di una norma che lo stesso Stato che li perseguita ha posto (art. 41-ter, dpr n. 600/‘73), e ciò se non esponendosi alle ispezioni dell’Amministrazione finanziaria.

Corrado Sforza Fogliani

Presidente Confedilizia

Il Presidente della Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani, ha dichiarato:

“Nell’incontro col Governo, il partito della spesa locale l’ha avuta vinta. I Comuni hanno ottenuto di poter aumentare la Tasi a carico di proprietari e inquilini nonostante le Camere avessero, in sede di legge di stabilità, respinto questo aumento. L’alta burocrazia e il Ministero dell’economia hanno voluto la rivincita. Si tratta dell’ennesima misura che scoraggia, tra l’altro, l’affitto ed aggrava quindi l’emergenza abitativa. Ora la parola è al Parlamento e, in particolare, ai partiti della maggioranza e dell’opposizione che questo aumento hanno sempre combattuto, anche sulla base del principio che solo la spesa comunale non può essere per definizione incomprimibile”.

Il Presidente della Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani, ha dichiarato:

“L’incontro da tempo preannunciato per domani fra Governo, Ministero dell’economia ed Anci si preannuncia con l’occhio puntato, come al solito, sul mercato immobiliare e in particolare su un nuovo aggravio per proprietari locatori ed inquilini. Di turno sarà infatti ancora una volta l’aumento della Tasi, contro il quale si sono già formalmente schierate sia forze di maggioranza (Scelta civica) che forze di opposizione (Forza Italia). E’ un aumento che, oltretutto, assume sempre più i connotati di una rivincita del Ministero dell’economia sul Parlamento. Va infatti ricordato che, a fronte di un maggior carico fiscale previsto nel disegno di legge di stabilità presentato il 15 ottobre al Parlamento, fu quest’ultimo ad abbassare il carico determinato dalle aliquote nello stesso fissate. Ora, si vuol far fare al Parlamento un passo indietro, imponendogli di aumentare i massimi delle aliquote fissate un mese fa quasi come per una ripicca di qualche alto burocrate o di qualche politico connivente. Sono giochetti sulla pelle dei contribuenti che la gente non sopporta più e chi li fa gioca col fuoco. Tanto più perché calca la mano sempre sulle case, nonostante l’enormità di somme disponibili e sprecate in mille rivoli nella legge di stabilità, come anche una semplice lettura di quest’ultima facilmente dimostra”.

Pubblicità laterale

  1. Più visti
  2. Rilevanti
  3. Commenti

Per favorire una maggiore navigabilità del sito si fa uso di cookie, anche di terze parti. Scrollando, cliccando e navigando il sito si accettano tali cookie. LEGGI