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Sandro Pertini, Francesco Cossiga, Giulio Andreotti, Bettino Craxi e Giovanni Paolo II sono Giganti, che in 42 anni di professione svolta in Italia, giornalistica e in una primaria agenzia internazionale, il greco-italiano Georgios Labrinopulos ha incontrato e raccontato. Nel libro “L'Italia dei giganti”, curato da Francesco De Palo (Pegasus edition, qui il link per acquistarlo), sono riportate le loro storie personali, i singoli percorsi sociali e politici, le percezioni più e meno intime.

Il lavoro è impreziosito dalla prefazione di Stefania Craxi e dalla postfazione di Symeon Katsinas, Archimandrita della Sacra Arcidiocesi Ortodossa d'Italia. 

Labrinopulos in questo libro ha colto, con gli occhi di uno straniero che nel frattempo è diventato di casa qui, un pezzo dell'Italia degli anni Ottanta, a cavallo tra vari monoliti in movimento, e ha realizzato una radiografia socio-culturale del nostro Paese. 

Era un'Italia lontana dallo status odierno di cenerentola del Mediterraneo, in quanto aveva un suo peso specifico certificato: la Guerra Fredda stava avendo un suo punto catartico nel crollo del Muro di Berlino e Roma era senza indugi un polo atlantista soprattutto grazie alla sua classe politica (fatta eccezione per quella comunista). 

L'Europa stava muovendo i suoi passi più significativi verso il traguardo unitario del 1992. Certo, la frammentazione partitica restava tale ma trovava un nuovo dibattito intorno al ruolo del Partito Socialista Italiano, terzo incomodo fra la Democrazia Cristiana e il Partito Comunista Italiano.

Inoltre un fatto nuovo si incastonava nello scacchiere politico: lo status del Presidente della Repubblica registrava due modi innovativi di intenderlo e interpretarlo, con Pertini e poi con Cossiga. 

Un quadro in cui la potenza mediatica e carismatica del Santo Padre, Giovanni Paolo II, scavalcava gli steccati religiosi per farsi interesse di caratura mondiale, anche tra chi professava un credo diverso.

“Questi incontri – si legge nella prefazione del giornalista Francesco De Palo - hanno preso forma e sostanza nel libro, scavalcando il consueto cliché delle classiche interviste e si rivelano quantomai utili per mettere a confronto quell'Italia in rampa di lancio, pur con le sue mille problematiche, con il paese di oggi e soprattutto con la classe politica di oggi.

 

 

 

@mondogreco

Un prontuario, un manuale, un romanzo, un vademecum o semplicemente una storia. 'Laura Coraggio' è il libro scritto da Mariarosaria Canzano, donna di cultura, estremamente preparata, che ha deciso di dedicare la sua vita all'insegnamento, a quella che considera la fase più importante dell'istruzione, la scuola primaria. Laura è una diciassettenne, una ragazza che sorride, il suo migliore amico è Leo, un coniglietto che le fa compagnia per buona parte della giornata.

Il suo libro un'analisi particolareggiata capace di far comprendere a tutti i lettori quanto sia vasta nei suoi aspetti e invalidante questa sindrome. Laura Coraggio!' immerge i lettori in questo mondo, descrivendo esattamente ogni particolare. Dopo questa sorta di 'preparazione' del lettore, si passa nel mondo che orbita intorno alle persone affette da questa patologia, le famiglie, con una descrizione accurata della drammaticità dovuta all'apprendimento della diagnosi, all'accettazione della stessa, alla consapevolezza che questa patologia li accompagnerà per tutta la vita. 

Abbiamo intervistato Maria Rosaria in esclusiva per il Corriere del Sud che ci racconta della sua Laura, un momento di rara e struggente dolcezza fatto dei momenti tra madre e figlia, dei comportamenti di Laura e di come, nonostante la comunicazione deficitaria dovuta alla patologia, sia fondamentale il filo sottile che unisce i cuori tra la madre e la figlia.  

1 ) Mariarosaria parlami di te dove sei nata che tipo di studi hai fatto ?

Sono nata 46 anni, originaria di Caserta. Laureata ben due volte in Scienze di servizio sociale e scienze pedagogiche presso l'Università degli Studi di Cassino e del Lazio meridionale, da sempre sono impegnata nel mondo della scuola infatti sono insegnante di scuola primaria specializzata per la lingua inglese, pedagogista professionale e assistente sociale. Ho conseguito master sulla disabilità e l'inclusione, sono esperto tutor DSA e per qualche anno sono stata Assistente universitaria e attualmente sono docente/formatrice per corsi di formazione sulla disabilità e l’inclusione.
Inoltre ho conseguito circa centocinquanta  corsi di formazione e di aggiornamento sulle tematiche inerenti la scuola e corsi di formazione per quanto concerne il servizio sociale in quanto è obbligatoria la formazione permanente.

2)  E il primo libro che scrivi come ti e venuta questa idea ?

"Laura coraggio" è  il primo libro che ho scritto sull’autismo e sulla storia di mia figlia affetta da questa sindrome.
Ho sempre avuto il desiderio di lasciare una traccia importante sul vissuto di questa esperienza molto forte che mi ha segnata dal punto di vista umano e sociale, psicologico e relazionale ma ho deciso di mettere nero su bianco qualche anno fa dopo uno dei tanti ricoveri di Laura: Avevo bisogno di comunicare le mie emozioni e di canalizzare la mia rabbia verso una direzione affinché l’esperienza e la storia di Laura diventassero l’esperienza e la storia di tante famiglie che come me affrontano la disabilità nella quotidianità da cui bisogna necessariamente trarne forza per andare avanti e coraggio per superare le avversità, senza piangersi addosso ma costruire e rimodulare una vita sempre nuova!

3) Parlami di Laura, che e la protagonista del tuo racconto, e come hai capito del  disturbo dello spettro autistico di tua figlia ?


Laura attualmente è una ragazza di anni 18, bruna, alta e magra, occhi scuri e capelli neri come l'ebano, molto bella e molto curata. Il suo è un autismo a tratti asperger e a tratti eterodiretto con importanti compulsioni legati a forti manie ossessive, ha atteggiamenti maniacali e mette in atto rituali tipici dello spettro dell'autismo. Laura tende all'isolamento, non comunica ma parla e soprattutto non ama la vicinanza prossimale e diventa violenta in posti chiusi o nuovi e soprattutto davanti alle persone che non conosce perché vede la vicinanza dell'altro, come una minaccia. Laura frequenta l'ultimo anno di superiori affiancata all'insegnante di sostegno presso l'Istituto dei padri salesiani di Caserta: non un istituto come gli altri ma un'istituzione che tiene conto della problematica di Laura accogliendo il diverso come risorsa di inclusione sociale, cercando di creare intorno a Laura quel clima di famiglia che non può che far bene alla mia ragazza e alla sua sindrome, grazie soprattutto al Direttore Don Antonio D'Angelo che da sempre tenendo conto della disabilità di Laura, ha azionando intorno a lei una serie di sistemi e di
programmi per tutelare l'integrità e la salute di mia figlia.
Mi sono accorta che qualcosa in mia figlia non andava per il verso giusto dopo un episodio che ho scritto chiaramente nel libro e che invito a leggere: Da quell'episodio in poi la vita di Laura è cambiata e dopo pochi mesi all’ospedale pediatrico Mayer di Firenze a Laura è stato diagnosticato il disturbo dello spettro autistico.


4) Un manuale per tutti. Un vademecum per capire come approcciare queste persone.
Parlami un po di piu di questo tuo pensiero riguardo Laura, ma che e utile per tutti..



Nel libro Laura coraggio diviso in due parti c’è la prima parte tecnico scientifica che spiega chiaramente che cos'è l'autismo, come viene diagnosticato, quando viene diagnosticato e da chi. È spiegato chiaramente che esistono tipologie differenti di autismo e diverse gravità e per ogni tipologia esiste una terapia riabilitativa perché l'autismo non è una malattia quindi non è curabile dal punto di vista farmacologico e/o medico ma si può tenere sotto controllo e gestire grazie a un approccio psicoterapeutico individuale…
Raccoglie anche testimonianze di genitori che ho incontrato sia sull’ospedale pediatrico Meyer che all’IRC Stella Maris di CALAMBRONE prov di Pisa.
La seconda parte invece è la storia di Laura da quando è nata ad oggi, dalla gravidanza allo sviluppo psicosociale di Laura, quello psicomotorio e tutte le varie tappe fino alla diagnosi di autismo, con la successiva presa in carico da parte della rete familiare e sociale con l’approccio terapeutico che attualmente ancora segue Laura e tutte le iniziative, progetti e programmi stilati per lei e per il suo autismo.
Purtroppo la società è ancora troppo impreparata riguardo l’autismo e molti conoscono troppo poco questa sindrome: lo scopo mio è quello di sensibilizzare tutti e far conoscere a quante più persone possibile che cos’è l’autismo attraverso la sponsorizzazione del libro Laura coraggio. Attraverso la conoscenza si incentiva l'informazione e l'informazione a sua volta tende a formare le coscienze affinché tutti siano compartecipi e responsabili dinanzi a questi ragazzi e alle loro famiglie. È importante che si parli di autismo il più possibile sia presso le amministrazioni comunali coinvolgendo i sindaci di ogni città sia coinvolgendo i dirigenti scolastici e tutti, dalle associazioni di volontariato alle parrocchie e oratori perché la disabilità è un discorso di tutti, riguarda tutti”nessuno escluso”.
Parte del ricavato della vendita di questi libri sarà devoluto per la ricerca dell’istituto Stella Maris, affinché si aiuti a trovare una cura importante per questi ragazzi perché la medicina sta facendo passi da gigante e si sta ipotizzando un vaccino con cui si possano tenere sotto controllo gli impulsi legati allo spettro dell’autismo.

Grazie Maria Rosaria dell'intervista... piena di amore e di dolcezza per tua figlia Laura 

Sabato 25 settembre presso il Plaza Eventi Live di Mendrisio dalle ore 15.30 si terrà la cerimonia di premiazione della 1^ edizione del Premio letterario Internazionale Switzerland Literary Prize;  la manifestazione è organizzata dall’Associazione Pegasus di Cattolica in collaborazione con l’impresario Morandini di Mendrisio e con il Patrocinio del G.E.I. di Losanna.

L’associazione è conosciuta a livello internazionale per gli eventi e i premi letterari quali il Premio Milano International e Il Pegasus Literary Awards di Cattolica al quale partecipano ogni anno i più prestigiosi marchi editoriali e personaggi di spicco della cultura.

Lo Switzerland Literary Prize è il nuovo grande premio della Svizzera Italiana nato per accomunare le popolazioni di tutto il mondo, condividere emozioni e valorizzare le culture linguistiche. Un punto d'incontro dove mettersi in gioco in un paese dalla forte connotazione, paesaggistica, storica e culturale.

Il concorso si occupa di rilanciare la cultura letteraria stimolando la creatività dei giovani e dei meno giovani, nonché di scoprire nuovi talenti, occupandosi nel contempo di celebrare coloro che negli anni si sono particolarmente distinti in campo culturale.

La kermesse ha incoronato Cristiana Pedersoli figlia del celebre attore Bud Spencer con l'opera “Bud un gigante per papà” edito da Giunti, e Chiara Albertini 2^ Classificata con l'opera “Vento dall’Est”, edito da Rizzoli mentre il premio Zurigo va a Marco Tullio Barboni sceneggiatore e scrittore (Lo chiamavano Trinità)  con “Matusalemme kid alla scoperta di un cuore bambino”.

Numerosi gli autori stranieri, dalla scrittrice polacca Joanna Longawa  allo spagnolo Ernesto Ruiz De Linares; dalla scrittrice Siriana Masal Pas Bagdadi autrice di Betsellers (Bompiani - Giunti) alla giovanissima e promettente  Nella Papouskova proveniente dalla Repubblica Ceca.

Tra i prestigiosi premi alla Carriera citiamo quello a Aldo Dalla Vecchia, uno dei maggiori autori televisivi italiani Quadrio - Mediaset - Rai e all'attrice Lucia Modugno (ha lavorato con Roberto Rossellini, Ettore Scola ,Dino Risi).

Tra i superospiti Francesco Vecchi conduttore di Mattino cinque (Canale 5 Mediaset).

Interverranno i Presidenti di alcuni dei più prestigiosi circoli Svizzeri in Italia.

Grazie alla Presidente del Occhio dell'Arte  Lisa Bernardini che ci ha mandato la notizia "volevo informare il Corriere del Sud, che lo sceneggiatore e scrittore Marco Tullio Barboni  , di cui seguiamo da anni le iniziative ed i riconoscimenti culturali in giro per l'Italia, continua ad inanellare un successo letterario dietro l'altro! Appena arrivata la notizia ufficiale del Premio Zurigo per il suo "Matusalemme Kid - Alla scoperta di un cuore bambino" - (Edizioni Paguro). Vi mando la comunicazione  ufficiale diffuso dagli organizzatori".

Ho ricevuto un libro che potrebbe essere catalogato come un inno per la mamma, per la sposa, per la famiglia. Ma anche certamente un inno al coraggio. Il titolo: “Storia di una mamma che combatte senza fare la guerra”, che combatte con la “forza dell’amore”. Mai titolo fu così centrato. Il libretto (solo 118 pagine) pubblicato da Guida Editori (Napoli, 2021), racconta la storia di Annamaria Pedrizzi, scritta dal giornalista, scrittore Luca Maurelli. Si tratta di una mamma normale che ad un certo punto della sua vita matrimoniale deve combattere la sua battaglia silenziosa: accettare e accudire uno dei suoi tre figli, Roberto, colpito improvvisamente da una grave malattia (“distonia idiopatica progressiva”), che lo ha reso paralizzato in quasi tutto il corpo.

Annamaria è sposata con Riccardo Pedrizzi, ex senatore della Repubblica Italiana. Ultracattolico eletto nelle file di Alleanza Nazionale.

La storia di Annamaria è quella di una mamma normale, in una famiglia normale, che assume involontariamente i tratti dell’eroina straordinaria, anche e soprattutto a causa della malattia del figlio. Una malattia che i Pedrizzi hanno accettato con la dignità e la Fede, che non hanno nascosto agli occhi del mondo, i problemi del figlio. Ma soprattutto, non hanno ceduto “alla tentazione della commiserazione altrui, del pietismo, della facile retorica dello ‘sfortunato’”. Non è questione di sfortuna, sostiene papà Riccardo, anzi è convinto che Roberto abbia “una missione spirituale, cristiana, un obolo alla vita che lui paga per restituirlo, sotto forma di messaggio di forza e di speranza, alla sua famiglia, a chi ama e a chi lo assiste”.

 L’unico motivo per Annamaria di litigio col marito, rileva Maurelli, è per le sue carte, “quell’ammasso di vetusti giornali zeppi di interessanti articoli solo per lui […] tra ritagli, foto, cartelline, libri, un ingorgo di celluloide”. E’ un particolare che mi ha incuriosito, perché per le stesse motivazioni, anch’io sono in urto con mia moglie.

Con Annamaria, Riccardo condivide la Fede, la venerazione per Papa Wojtila, la passione per la buona cucina, il senso della famiglia e il gusto delle questioni di principio. Maurelli riporta nel libro, l’arringa di Pedrizzi, nell’aula del Senato, quando ha presentato la sua proposta di legge sui disabili, scagliandosi contro la malapolitica, la burocrazia, e l’indifferenza sui diritti dei disabili garantiti dalla Costituzione. Qui il senatore coglie l’indifferenza dei colleghi del Senato sulle centinaia, migliaia di famiglie italiane, che hanno in casa un disabile.

Dopo aver ricordato la malattia del figlio, il cardinale Giovanni Battista Re, introducendo il libro, sottolinea la forza della mamma Annamaria, che è “l’Architrave della famiglia”, gli ricorda molto la donna forte di cui parla la Bibbia.

Il cardinale evidenzia una verità fondamentale a proposito della famiglia. “La lettura del libro mi ha confermato nella convinzione che la famiglia è la risorsa più preziosa dell’umanità, oltre che l’istituzione fondamentale per una vita serena ed umanamente equilibrata dei suoi membri, per una sana formazione delle nuove generazioni, ma anche per affrontare le prove a volte terribilmente pesanti. E proprio per questo che la politica doveva, dovrebbe tenere conto del ruolo fondamentale e quindi dell’importanza di aiutare l’istituzione naturale familiare.

San Giovanni Paolo II, nel suo intero pontificato ha sempre sottolineato questo aspetto, un futuro migliore della società deve sempre appoggiarsi alla famiglia, la principale fonte di gioia, di speranza e di sostegno.

Anche Pippo Corigliano, già portavoce dell’Opus Dei, nella prefazione, evidenzia la straordinaria forza della mamma Annamaria, la donna forte che “non piange mai…”, che affronta i disagi con disinvoltura e addirittura con allegria. Di origini calabrese, Annamaria è una donna colta, coraggiosamente ha lasciato l’insegnamento che amava molto, per dedicarsi a tempo pieno alla famiglia. Anche Corigliano è convinto che nel libro, la protagonista è la famiglia. “Prima ancora dei discorsi sociologici o teologici questo libro è un canto per la famiglia.

Maurelli puntando sull’origine di Annamaria e suo carattere forte, gli piace pensarla come la fiera guerriera Brettia, il cui popolo, i Bruzi, visse a Cariati. Una donna che nel 356 a.C. si ribellò ai romani.

Annamaria è una donna che ha le idee chiare su tutto, sulla malattia del figlio, la sua risposta ha tre lettere, con una iniziale molto maiuscola: Dio. Un’altra risposta la trova nel Santo che l’intera famiglia ha adottato, Giovanni Paolo II.

“Se non avessi avuto la Fede sarei stata disperata”, confessa Annamaria. “Io ho trascorso trent’anni negli ospedali, con lui, non so perché, ma l’ho fatto sempre con la serenità, che qualcuno deve avermi donato […] Solo Dio può avermi dato Roberto e avermelo fatto vivere con gioia: in 41 anni della sua vita io non l’ho mai definito un problema, mai”.

La grande forza dell’amore porta a queste certezze.

 

A Saccolongo (Padova), domenica 5 settembre 2021 alle ore 11:00  presso la Casa del Sacro Cuore avrà luogo la presentazione  dell'ultimo  libro di Michele Nicolè dal titolo  "La Madonna Lo Vuole - Suor Rosetta, l'Architetto di Maria".
Si tratta di un'opera di 160 pagine con più di 50 foto inedite che parlano  dei luoghi, dei pensieri e delle opere che Suor Rosetta Dalla Libera ha compiuto durante la sua operosa vita.
L'autore, insieme  alla zia Nadia Dalla Libera,  illustrerà il volume  alla presenza dei Fati, del Sindaco e delle Autorità locali; sarà un'esperienza intrisa di spiritualità e di significati di cui far tesoro.
Michele Nicolè, nato a Saccolongo (PD), dove ancora vive, si è diplomato Maestro d’Arte presso l’Istituto d’Arte “P. Selvatico” di Padova;  quindi ha conseguito il Diploma Accademico in Scenografia all’Accademia di Belle Arti di Venezia.
Affermato imprenditore nel settore dell’advertising, è un artista poliedrico; oltre alle arti figurative, si diletta anche nella scrittura e nella poesia.  Iniziando dall’esperienza pittorica, ha attuato una ricerca in grado di offrire nuovi stimoli sensoriali ed emotivi, condividere esperienze, rielaborare il conosciuto, sperimentare forme plastiche, scrittura, immagini e percezioni, miscelando i colori eterogenei e variegati di nuovi mondi virtuali e surreali, costituiti da persone, idee, esperienze, interazioni, attrazioni, percezioni di varia natura e provenienza.
La creazione dell’universo nicoliano parte da un immaginario mai pago di scoperte; è un viaggio nel “sempre presente”, alla ricerca della bellezza e dell’infinito.
L'artista Nicolè nel corso di una recente intervista ha dichiarato -
"Quando zia Nadia, dopo la morte della sorella maggiore Rosetta, mi mostrò il suo diario e mi chiese di trascriverlo, pensavo si trattasse di un compito semplice.
Io la ricordavo per il suo sorriso luminoso e carico di affetto, i suoi abiti da religiosa divenuti larghi  negli ultimi anni di vita, le tasche sempre piene di caramelle per i bambini e la testa spessissime volte altrove, in un’altra dimensione, immersa costantemente nella  preghiera.
Cominciando il lavoro, inaspettatamente, sono stato presto assorbito da una storia impegnativa, dai profondi risvolti umani e mistici, che mi ha posto di fronte a numerosi interrogativi sulla figura di suor Rosetta e costretto a prendere una posizione nei confronti di quanto ho scoperto e capito, e quindi ad assumere la mia parte di responsabilità al fine di  renderlo pubblico. Mi sono reso conto di conoscere ben poco in merito alle vicende biografiche di mia zia e della sua interiorità. Quindi, ho sentito il bisogno di raccogliere delle testimonianze per rafforzare e completare il racconto. Con questo percorso di ricerca, e non mi riferisco solo a  documenti, a vecchie memorie oppure a testimonianze, ma a una profonda ricerca spirituale; ho capito finalmente quanto io le dovessi.
Col tempo, le sue preghiere, costantemente rivolte al benessere delle nostre famiglie e a quello delle persone che incontrava, la sua esistenza pervasa da una fede profondissima e totalizzante, le sofferenze fisiche e morali tenute in gran parte nascoste e sopportate in silenzio, hanno reso zia Rosetta la persona a cui affidavamo naturalmente le nostre difficoltà, le malattie e le sofferenze, quelle di tutti i giorni e quelle inattese. Era una grande dispensatrice, non solo di piccoli doni materiali, ma soprattutto di grandi doni spirituali: la sua sconfinata fede ha contribuito a rafforzare i valori saldi ricevuti dalle nostre famiglie,  ancorandoli alle virtù, a renderci migliori. Con lei eravamo sicuri di essere esauditi, grazie a lei abbiamo imparato a pregare, a rivolgerci prima a Dio per comprendere e affrontare le nostre vite, a sopportare e accettare anche l’insostenibile, a diventare più forti e resilienti.
Conoscere suor Rosetta attraverso il suo diario, incontrarla attraverso le prime testimonianze che sono riuscito a raccogliere, vederla attraverso gli occhi di chi le porta riconoscenza, mi ha fatto ripercorrere alcuni tratti della sua strada; mentre camminava accanto a me, sentivo fiorire la sua anima, ed è così che, pian piano, mi ha purificato il cuore".                                                                    
Il ricavato dalla vendita del libro sarà devoluto
agli ambulatori Caritas di Saccolongo e di Mestrino (PD)

BIOGRAFIA DI ROSETTA DALLA LIBERA

Nacque da Gino Dalla Libera e Costanza Pozza il 30 agosto del 1930 a Creola di Saccolongo, un antichissimo paesino nella campagna padovana; quarta di dieci fratelli. Era una bambina buona, dal carattere tranquillo, bella e graziosa nei modi, in pratica, il giocattolo di fratelli, cugini e zii.
Da ragazza amava giocare con i maschi, si aggregava alle birichinate e non preferiva andare in chiesa. Piuttosto, lavorava nei campi e in officina con il padre. Quando, dopo numerosi ostacoli, decise di entrare in noviziato per diventare Figlia di Maria Ausiliatrice, soffrì molto per il distacco, mentre il padre pianse per lei ogni sera per un anno intero.
Era davvero risoluta, Rosetta: la determinazione con cui ha difeso e portato avanti la sua vocazione e le sue scelte, a costo di grandi prove, derisioni e infinite sofferenze morali e fisiche, hanno dimostrato il suo immenso coraggio. Affrontava con ardore la sua missione attraverso  la preghiera del Rosario e affidando la propria vita e quella delle persone care al Cuore Immacolato di Gesù e alla Vergine Maria Ausiliatrice o a San Giovanni Bosco e agli Angeli Custodi, ma fu soprattutto il suo rapporto speciale e diretto con la “Mamma Celeste” a fare di lei un personaggio piuttosto “scomodo e ingombrante”, per cui venne spesso contestata; quando, per esempio, chiese il permesso di poter benedire i malati e persino nelle sue imprese per diffondere la pratica del Rosario, oppure quando si prendeva una giornata per andare a raccogliere doni e offerte per il convento e i più bisognosi.
Nonostante tutto, ebbe una vita straordinaria, in cui vestì con coerenza l’abito della tolleranza e della più umile e gioiosa semplicità.
Si era distinta sin dal noviziato per il suo grande senso pratico e la sua ingegnosità, tanto da essere soprannominata “Marconi” dalle consorelle; era in grado di svolgere tutti i lavori prettamente maschili – il meccanico, l’elettricista, il muratore, il contadino, il giardiniere, l’autista.  Pertanto, il suo aiuto era molto apprezzato.
Consapevole delle grandi difficoltà che sta attraversando la Chiesa Cattolica, offrì le sue sofferenze a Dio, in modo particolare per i consacrati e per i giovani, che coinvolgeva con grande entusiasmo promuovendo incontri di preghiera e tante attività con il G.A.M. (Gioventù Ardente Mariana).
Nella sua vita limpida ebbe tante attenzioni verso le necessità e la salute della gente comune che lotta ogni giorno per avere un lavoro, una vita dignitosa e serena, per i più piccoli, nonché per gli ultimi.
Rosetta ebbe la fortuna  di incontrare, come padri spirituali e confessori, alcuni personaggi di grandissima levatura, umana e spirituale, che la stessa Chiesa Cattolica ha già riconosciuto, quando non sono addirittura state avviate le pratiche per la loro  canonizzazione; ebbe vicini don Luigi Mazzucato, il Vescovo Martino Gomiero, don Carlo De Ambrogio, padre Daniele Hekić.  Trovava conforto nelle loro parole che, insieme alla sua fede, le bastavano per andare avanti.
Non esitò a offrire amicizia e sostegno a Paola Maria Albertini, nonostante la Chiesa mantenga la cautela riguardo i messaggi comunicati dalla veggente.
Anche nell'ultimo periodo della sua vita, nonostante fosse malata e l’età avanzata le creasse più di qualche problema, infondeva attorno a sé la grande forza che le dava la sua fede; si era sempre avvicinata alla morte cantando perché non la vedeva come una fine, ma l’inizio di una vita nella Luce, accanto a Gesù e alla sua Mamma Celeste.
Suor Rosetta morì il 19 gennaio del 2019, dopo una vita straordinaria, in cui vestì con coerenza e umiltà l’abito della tolleranza e della semplicità.

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