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Ammesso all’università ad appena 16 anni. Si chiama Matteo Bernardeschi e vive a Ostia con papà Edoardo e mamma Lucia. Figlio unico, appassionato di matematica e materie scientifiche è iscritto alla facoltà di ingegneria all’università di Berlino. Un genio dei numeri, curioso, che ama capire e approfondire tutto ciò che fa. Preciso e rigoroso, Matteo sostiene di non avere alcuna difficoltà ad imparare in fretta, a mettere insieme formule matematiche che nessuno gli ha mai spiegato prima, semplicemente seguendo un video trovato in rete. 

L’università berlinese, interessata alle sue sorprendenti capacità, lo ha contattato accettando la sua iscrizione. Matteo può dunque frequentare le lezioni online di ingegneria. Ad essere interessati a questo genio della matematica e della fisica sono anche un paio di atenei londinesi e statunitensi che gli hanno aperto le porte delle loro facoltà. Per lui insomma c’è solo l’imbarazzo della scelta. Intanto continua a vivere la sua “normalità”. Esce con la fidanzata e ormai ex compagna di classe Francesca Romana ,va in barca a vela e sta per tornare a fare Karate. 

Dalla seconda liceo - direttamente - alla facoltà di Ingegneria. Matteo Bernardeschi è il sedicenne di Ostia ammesso all'università di Berlino. A dare la notizia è stato il preside dell’Istituto bilingue «Vincenzo Pallotti» di Ostia.

Ma vediamo la sua storia : e in terza media dai ripetizioni di matematica a quelli di quinto liceo, significa che hai qualcosa in più del normale. Matteo Bernardeschi, 16 anni, non è un liceale qualsiasi, ma non è nemmeno diverso da un qualsiasi liceale di quest'epoca. Semplicemente, se così si può dire, ama la matematica e la fisica e ha concluso il programma delle superiori in un mese, risolvendo i quesiti dell'esame di maturità 2022 in meno di mezz'ora. A settembre ha superato il test d'ingresso alla Sapienza, ha una tripla certificazione di inglese e si gode ciò che verrà: un futuro tutto da scrivere.

Cresciuto a Ostia, tra gli allenamenti di karate con il Maestro Massimo Di Luigi e una sabato sera con gli amici o la fidanzata sul lungomare, Matteo ha già in mano il suo futuro e sembra proprio che sarà brillante. In due anni all'istituto superiore "Vincenzo Pallotti" di Ostia Lido ha esaurito il programma del quinquennio, ha svolto i massimi test di lingua inglese necessari per avere il "pass" nelle università straniere e ha sostenuto il test di ammissione alla facoltà di Ingegneria della Sapienza. Insomma, è un genio. Il Genio di Ostia. Matteo ha una naturale propensione a studiare matematica e fisica, materie in cui non è che brilli, splende. E senza legarsi alla scrivania per ore. Così già dalle scuole medie i suoi prof hanno cercato di indirizzarlo, con successo.

Però la favola si è interrotta - quando l'università ha bloccato la sua  immatricolazione avendo riscontrato che il mio curriculum prevedeva solamente 10 anni di scolarità. Da quel momento in poi, aldilà della innegabile delusione per il risultato, ha iniziato ad inviare diverse candidature presso università europee e americane.

Il risultato è che stringe in mano l'ammissione alla facoltà di Ingegneria Aerospaziale della Sapienza - per ora congelata perché l'ateneo, dopo gli esami sostenuti, si è accorto che ha 10 anni di scolarizzazione e non 12 - e quella all'università di Berlino, che potrà frequentare online e completamente in inglese.

D'altronde Matteo tra una formula e l'altra, ha superato l' A Levels del Cambridge, un diploma britannico che serve per accedere alle università inglesi e che gli studenti del Regno Unito devono affrontare nell'ultimo biennio di scuola superiore. "Il ragazzo è con noi da cinque anni, dall'inizio delle medie - spiega a RomaToday il preside, Vito Giannini - e a 13 anni faceva ripetizioni ai compagni di 17 o 18, soprattutto di matematica. Purtroppo la Sapienza ha scoperto, dopo avergli fatto fare il test di ingresso, che non aveva il numero di anni sufficiente di scolarizzazione per essere ammesso completamente. Cosa fa ora? Viene a scuola, ma è praticamente un universitario".

Questioni di burocrazia, che forse appaiono difficili da comprendere anche a un piccolo genio come lui, in un Italia che evidentemente non riesce ancora a invertire la cosiddetta «fuga dei cervelli». Una magra consolazione: per ora Matteo Bernardeschi, che deve concludere regolarmente il suo percorso al liceo scientifico, non rientra tra i talenti «esodati». Seguirà le lezioni universitarie online, dalla sua casa di Ostia.

Per aiutarci a comprendere l'estrema genialità del sedicenne di Ostia, il papà racconta a Romatoday un aneddoto: "Tra le materie che ha scelto per l'A Level c'erano Computer Science e Information Technology - premette - ma a sei giorni dall'esame, gliene viene cambiato uno: introducono Fisica. E' tra i più difficili da affrontare. Matteo non ha fatto una piega, ha studiato 650 pagine del manuale di Fisica, in inglese ovviamente e alla fine ha preso B, che corrisponde all'incirca al 9. E non si creda che si sia chiuso in casa a studiare".

Fonti  : Romatoday / Mattino / corriere...e varie agenzie

 

 

 

Dopo circa un mese dall’insediamento del nuovo Esecutivo, ancora non si registrano significativi passi in avanti nel comparto Scuola. Nel contesto di una pandemia che non accenna a rallentare, assistiamo ad un insulso balletto tra Regioni, TAR e comitati contro la DAD che portano a una chiusura e riapertura degli Istituti. Circostanze che rendono il quadro ancor più confuso e deleterio. Atti che dimostrano ancora, purtroppo, la mancanza di un indirizzo preciso che si trasporta ormai da troppo tempo”.

Le dichiarazioni del Segretario Nazionale UGL Scuola, Ornella Cuzzupi, non lasciano spazi a dubbi: “Innanzitutto occorre precisare, e con forza, che non esiste alcun docente che possa preferire la DAD alla presenza, ma non può nemmeno esser taciuto che la stessa Didattica a Distanza è scuola e impegno per tutti i lavoratori del settore e come tale deve essere riconosciuta e valutata. Le scelte sulla scuola derivante dal rischio Covid non possono essere lasciate nelle mani di terzi che valutano carte ed aspetti giuridici, così come non possono essere delegate a interessi di parte e politici. Chi dirige ha l’onere e l’onore di fornire indicazioni precise, sulle quali confrontarsi, ma nel rispetto di chi il lavoro, comunque, lo sta svolgendo. La scuola è insegnamento ed educazione, non semplice luogo dove intrattenere i giovani. I docenti, il personale, quelli che definisco “i professionisti della conoscenza” svolgono un ruolo di altissimo profilo e non possono essere trattati come semplici strumenti da utilizzare!”.

L’UGL Scuola pone, in tal modo, l’esigenza che siano forniti elementi chiari e inattaccabili a fronte di uno scenario che si fa, purtroppo, ogni giorno più complesso.

Le decisioni devono essere assunte in maniera lucida e ferma per limitare la furia pandemica del Covid. Questo significa avere il coraggio d’assumere posizioni a tutela della salute comune compresa quella dei giovani e del personale scolastico. Non farlo - continua il Segretario UGL Scuola – sarà segno tangibile che, ancora una volta, avrà avuto la meglio il deleterio equilibrismo politichese e non la coerenza dei fatti. Da parte nostra abbiamo sempre ribadito disponibilità al confronto, ma se questo non dovesse essere non temiamo di alzare la voce, attivare le iniziative necessarie e denunciare le responsabilità. Di chiunque siano”.

Avviato in occasione dell’uscita del Nuovo Devoto-Oli - il celebre vocabolario d’autore della lingua italiana uscito a fine 2017 in versione completamente rinnovata a 50 anni dalla prima edizione – è giunto a compimento il concorso #leparolechesiamo, i cittadini che diventiamo, il progetto avviato da Mondadori Education e rivolto a tutte le scuole secondarie di I e II grado per promuovere una riflessione comune tra gli studenti sui temi dell'integrazione e della convivenza. Due concetti fondamentali nella società odierna da insegnare e promuovere proprio nell’ambiente ormai multiculturale della scuola italiana, iniziando dall'educazione e dalla formazione linguistica, che hanno un ruolo di primo piano nell’inclusione sociale. Lavorare sul significato stesso di questi termini aiuta i ragazzi ad acquisire le competenze di cittadinanza e a sviluppare una coscienza civile.

Oltre 1000 le scuole che hanno aderito da tutta Italia, impegnando le classi a produrre testi e immagini a partire dalla propria esperienza personale. Due le categorie: per i ragazzi delle scuole medie l’invito era scrivere un racconto ambientato ai giorni nostri che descrivesse la storia di un ragazzo straniero trasferitosi in Italia, mettendo in luce le difficoltà incontrate, i modi in cui sono state superate e grazie all'aiuto di quali persone. Gli studenti delle superiori dovevano invece scrivere un racconto ambientato in epoche passate con protagonista un ragazzo italiano emigrato in un Paese straniero, prendendo spunto da esperienze nella storia delle proprie famiglie o dai racconti di conoscenti e amici di famiglia del proprio gruppo di riferimento che avevano vissuto l'esperienza dell'emigrazione.

Ciascuna classe era poi chiamata a individuare le 5/7 parole più significative e tradurle nelle lingue dei Paesi d'origine degli studenti non italofoni della classe o corredarle di fotogallery e video.

Grazie anche al grande impegno degli insegnanti, sono stati più di 500 i lavori arrivati, in molti dei quali emerge il concetto di lingua come veicolo d’identità e integrazione, con interessanti parallelismi tra esperienze raccontate: le traversate in America dei connazionali che spesso ripropongono difficoltà e disagi degli sbarchi di oggi. Testi di notevole qualità, accurate ricostruzioni storiche, racconti toccanti, ricchi di emozioni, non retorici, ben scritti e correttamente contestualizzati, che hanno messo non poco in difficoltà la redazione del Nuovo Devoto-Oli che ha dovuto scegliere le classi vincitrici.

Aiuto, amicizia, angoscia, armonia, cordoglio, cultura, famiglia, identità, inadeguatezza, integrazione, isolamento, libertà, mancanza, scambio, solitudine, sorriso, tolleranza: queste le parole scelte dai ragazzi, che svelano un clima molto diverso da quello al quale ci hanno abituato le cronache attuali, un clima di empatia, accoglienza, comprensione, dove razzismo e violenza non trovano posto, e dove anzi è proprio la lingua lo strumento che valorizza uno scambio anche culturale.

Siamo noi il suo vocabolario’ scrivono efficacemente alcuni studenti parlando del ragazzino straniero appena arrivato nella loro classe. E ancora l’ingresso di Dia in classe ci ha fatto capire che, al di là della provenienza geografica, della religione e della lingua siamo tutti uguali e abbiamo bisogno solo di amicizia, affetto, solidarietà, comprensione e aiuto e senza ciò non siamo nulla.

Proprio le parole scelte dai ragazzi sono state il punto di partenza per un breve viaggio ideale nella storia della lingua italiana, con la guida del linguista Giuseppe Antonelli, autore del recentissimo Il Museo della Lingua Italiana. Un viaggio nel tempo attraverso le parole, per cogliere i profondi cambiamenti, la ricchezza delle tradizioni locali, gli scambi con le altre lingue e ritrovare, sparse un po’ ovunque nell’odierno villaggio globale, le tracce della nostra lingua.

Nove le classi premiate, una vincitrice per categoria più 7 menzioni speciali, provenienti da Capaccio/Paestum, Cosenza, Gela, Gorgonzola, Milano, Pomezia, Roseto degli Abruzzi, S. Maria Capua Vetere, Siracusa. Hanno ricevuto il riconoscimento alla presenza dei due autori del Nuovo Devoto-Oli, Luca Serianni e Maurizio Trifone, in un incontro pubblico nell’Auditorium Mondadori a Segrate, moderato dallo stesso Antonelli, che ha letto anche degli estratti dai racconti premiati.

Un riconoscimento che rinnova l’impegno di Mondadori Education nel sensibilizzare i giovani oltre che sul tema dell’intercultura, su quanto sia importante migliorare le proprie competenze linguistiche e padroneggiare il ricco patrimonio della lingua italiana per diventare cittadini consapevoli, responsabili e autonomi.

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