A un anno dall’entrata in vigore la “Riforma Fornero” sembra non sortire gli effetti sperati: a confermarlo sono dati ufficiali che, mettendo a confronto il biennio 2010/2012, non hanno riscontrato i benefici annunciati, cioè la diminuzione del costo del lavoro e l’incremento occupazionale.
Dati alla mano, infatti, la disoccupazione è cresciuta e le assunzioni hanno subito un decremento, al contrario dei licenziamenti che seguono un trend in aumento: puntando la lente di ingrandimento su Catania, le assunzioni - dal 2010 al 2012 - registrano un andamento piatto (i dati restano fermi a 203mila circa) e i rapporti di lavoro a tempo determinato la fanno da padrone, primo fra tutti la formula dell’apprendistato.
In questa situazione le categorie professionali, in particolare quella dei commercialisti, devono essere messe in condizione di assumere una posizione chiara ed efficace, come sottolineato dal presidente dell’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili (Odcec) di Catania Sebastiano Truglio, in apertura: «Grazie a questo seminario - ha affermato Truglio – intendiamo fare il punto sul tema del costo del lavoro alla luce delle novità introdotte dalla riforma, con un’attenzione particolare agli effetti delle misure introdotte a sostegno dei nuovi ammortizzatori sociali, a fronte di maggiori oneri nella gestione del rapporto di lavoro. Un sentito ringraziamento va al Dipartimento di Economia e Imprese e all’Ufficio provinciale del Lavoro di Catania, per il supporto nell’organizzazione e per l’attenzione rivolta all’evento». A portare i saluti anche il direttore del Dipartimento Michela Cavallaro che ha sottolineato l’importanza dell’aggiornamento professionale, definendo un “ponte” tra i due mondi, accademico e del lavoro.
Con il coordinamento di Lorena Raspanti, l’incontro ha proposto un excursus dei pro e i contro della riforma: dall’analisi dei dati provinciali provenienti dal sistema informatico del ministero del Lavoro alle statistiche di rilevazione tra i professionisti del settore. Tiziana Cuccia, ordinario di Politica Economica Università Catania, ha esposto un quadro sintetico con i dati relativi alle assunzioni (ridotte del 4% dal 2011 al 2012) e dei licenziamenti (aumentati del 15% nello stesso arci di tempo), specificando che «il problema della riforma è più ampio e che servirà più tempo per capirne i reali effetti».
Puntuale l’intervento di Paolo Trovato (dirigente del serv. XII Centro per l’impiego di Catania – ex Upl) che ha presentato i dati rilevati dal sistema informatico delle comunicazioni obbligatorie con particolare attenzione a quelli della provincia di Catania.
Il componente del Centro Studi Attività ispettiva ministero del Lavoro e docente Bocconi Temistocle Bussino, si è soffermato sulle novità della riforma e i correttivi della legge di stabilità, sul collegamento tra agevolazioni e la nuova indennità di disoccupazione Aspi, sul ruolo dell’apprendistato nel rilancio occupazionale, comunicando un dato divulgato dal ministero, piuttosto preoccupante: «Su 243.847 aziende ispezionate – ha affermato - sono stati riscontrati 295.246 lavoratori irregolari, concentrati nei settori dell’edilizia (61%) seguita da industria (535), terziario (50%) e agricoltura (43%)».
A seguire gli interventi di Gennaro Nannola (TeleConsul Spa) e Marcello Murabito (consigliere Delegato Area Lavoro Odcec Catania), e in chiusura l’intervento di Carmelo Romeo (ordinario Diritto del lavoro Università Catania), che ha individuato le diverse criticità di una legge che, purtroppo, arriva a produrre un effetto distorsivo anche in tema di licenziamenti individuali per motivi oggettivi, che spesso, per procedure conciliative non molto agevoli, si trasformano in discriminatori.