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Il Mezzogiorno, dalla ripresa all'eccessivo gap con il Nord

Secondo i dati recenti dell’Istat, a trascinare la ripresa del Mezzogiorno è stato il settore agricolo (+7,3%) seguito con incrementi significativi, da commercio, pubblici esercizi, trasporti, telecomunicazioni e trasporti. Anche, se passi avanti sono stati fatti, il riscatto del Mezzogiorno non è, ancora, compiuto. A questo punto, va detto, anche, senza mezzi termini, che continua a persistere un eccessivo gap tra il Sud e il Nord del Paese. Vediamo perché. Le famiglie, rileva l’Istat sono passate da una spesa di 2.488 euro al mese, nel 2014, a 2.499 euro, nel 2015(+0,4%). Non tutte però. Quelle del Sud e delle isole stanno sotto la media nazionale (rispettivamente 2019 euro e 1.892 euro), con alcune regioni dove le famiglie continuano a fare enormi sacrifici, riuscendo a limitare la spesa a quasi la metà dell’importo mensile. Infatti, la regione Calabria, ultima della lista statistica, si ferma a 1.729 euro di spesa familiare, mensile, ovvero, il 42%, in meno, rispetto alle più spendaccione regioni del Nord: Lombardia e Trentino- Alto Adige (rispettivamente 3.031 euro e 3.022 euro); una differenza inaccettabile di 1.300 euro. Ancora, nelle regioni meridionali vivono quasi 2milioni di persone indigenti (oltre 700 famiglie, quasi una su 10, ovvero, il 45,5% dei poveri assoluti, in Italia). Ma c’è di più. Il gap eccessivo tra la sanità del Nord e del Sud del Paese Italia che sembra, spesso, incolmabile: “Nel Meridione si muore di più e si vive meno in salute, in assenza di risorse eque” (Cfr. Il documento degli Ordini dei medici di tutta Italia). In conclusione, ci auspichiamo che il Governo nella fase di assegnazione del Fondo sanitario nazionale, alle regioni, tenga in considerazione, con una ridefinizione dei parametri di attribuzione, fattori socio- economici, come la povertà del Sud, ovvero i 2milioni di persone indigenti, già rilevate dai dati statistici.

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